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ALCUNI ESEMPI:

165 1. Dalla P.A. che decida di espropriagli un immobile per pubblica utilità, Massimo può

soltanto pretendere il rispetto delle norme sull’espropriazione (contenute nel D. lgs

327/2001) e lamentarne le eventuali violazioni; ma, se la P.A. rispetta queste norme, la

valutazione se espropriare o no è riservata alla P.A. e Massimo non può che subirla.

Quindi, immaginiamo che Massimo venga espropriato nel suo diritto di proprietà dalla P.A. a

Massimo può soltanto pretendere dalla P.A. che l’espropriazione avvenga nel

questo punto,

rispetto delle norme contenute dalla legislazione sull’espropriazione per pubblica utilità,

quindi dal D. lgs 327/2001 e successive modifiche. E quindi, lamentare che, nel caso concreto,

è stato violato la disposizione di questo D.lgs.

È evidente che Massimo, semplicemente, non vuole essere espropriato, ma questo non è un risultato

che la legge gli garantisce. Se la P.A. rispetta quelle norme di quel D. lgs, poi la sua valutazione se

espropriare oppure no il bene di Massimo non è sindacabile dal giudice. Questo è un classico caso

di interesse legittimo di fronte al potere della P.A. che è giuridicamente tutelato nei termini che

abbiamo visto e quindi sul piano della verifica/controllo della legalità dell’atto amministrativo, ma

che non garantisce il soddisfacimento dell’interesse del singolo.

2. Analoga considerazione possiamo farla per il porto d’armi Massimo, dopo essere stato

espropriato, chiede il porto d’armi per andare a sparare al funzionario.

Massimo non ha il diritto che la P.A. glielo conceda nella misura in cui esiste un margine di

Posso pretendere, anche andando

valutazione discrezionale sulla concessione del porto d’armi.

davanti al giudice amministrativo, che la P.A. nel valutare il suo caso si attenga alle complesse

leggi che regolano la materia del rilascio del porto d’armi, però nel margine di valutazione

discrezionale della P.A., un giudice non si sostituisce alla P.A.

3. Il caso del concorso è ancora più facile da immaginare non ho vinto il concorso pubblico e

quindi non sono entrato nella graduatoria di quelli che passano: posso lamentare che il

provvedimento è illegittimo?

Di certo Sì, nel senso che i concorsi sono delle attività molto complesse, piene di regole che spesso

vengono in qualche misura trasgredite.

Però, a questo punto, che cosa ottiene Massimo davanti al giudice di fronte al quale lamenta la

violazione di certe regole sul concorso?

Ottiene l’annullamento del provvedimento amministrativo che fa passare alcuni concorrenti ed

esclude altri, però, una volta che il giudice annulla questo provvedimento, non è che

automaticamente Massimo vince il concorso; Qualche volta bisogna proprio rifare il concorso, altre

volte le cose sono un po' più soft, però sta di fatto che ci si trova sempre di fronte a un problema in

cui subentra il profilo della discrezionalità della P.A.

4. Invece, facciamo il caso di un diritto soggettivo in cui subentri il profilo della discrezionalità

della P.A. la P.A. è debitrice verso Severo di una somma di denaro.

Qui c’è una ragione per distinguere tra il credito nei confronti di una P.A. e il credito nei confronti

di un privato?

166

In linea di principio NO, poi, in realtà, ci sono tante manovre legislative di aggiramento che

rendono molto difficile il recupero dei crediti nei confronti della P.A., ma questo diciamo che è un

si

problema processuale sul quale non entriamo. Dobbiamo dire che, però, in questi ambiti,

pretende che il trattamento riservato alla P.A. sia uguale al trattamento che è riservato ad un

qualunque debitore. riparto di

Quindi, in linea di principio, qua c’è anche un profilo di

giurisdizione; mentre i casi precedenti finiscono tutti davanti al giudice amministrativo, un

caso come questo, nonostante abbia come parte una P.A., non va davanti al giudice

amministrativo, ma va davanti al giudice ordinario.

CONSIDERAZIONE DI SINTESI:

La maggior debolezza dell’interesse legittimo, in realtà, non va sopravvalutata e poi

l’interesse legittimo è tutelato anche davanti

fondamentalmente consiste nel fatto che

all’autorità giudiziaria, ma l’autorità giudiziaria può sindacare il potere della P.A. soltanto

sul piano della legittimità e non sul merito, cioè sull’operazione con cui la P.A. opera quel

bilanciamento di interessi che è slegato dal rispetto di norme previste dalla legge.

In realtà, sono previsti anche dei casi in cui il giudice amministrativo decide anche sul merito, cioè

entra anche in quella sfera che normalmente è riservata al potere insindacabile giurisdizionalmente

della P.A., però sono casi tassativi, cioè sono casi che sono espressamente previsti dalla legge,

attualmente sono elencati nel codice del processo amministrativo e non ci sono delle estensioni di

carattere giurisprudenziale.

Il giudice amministrativo può, quindi, solo accertare se il provvedimento amministrativo è

legittimo, cioè esercitato nel rispetto della legge. In realtà, quando noi pensiamo al sindacato di

non è illegittimo solo il provvedimento

legittimità, dobbiamo anche stare attenti perché

amministrativo viziato da violazione, nel senso che è viziato dal fatto che la legge dice A e il

provvedimento dice B, ma c’è tutta una sfera nutrita di casistica di matrice giurisprudenziale

che è quella di eccesso di potere, dove per eccesso di potere, sostanzialmente, si intende il fatto

che la P.A., pur rispettando formalmente le norme di legge, travalica dallo scopo che l’atto

dovrebbe avere. Questo è una specie di grimaldello attraverso il quale il giudice amministrativo

spesso entra abbastanza nel merito, va anche a sindacare in qualche modo la discrezionalità della

P.A. (però questo è un discorso che non approfondisco perché se no, ci porterebbe lontano e perché

sicuramente riprenderete seguendo le lezioni di diritto amministrativo).

Il giudice amministrativo può, al limite, rimuovere l’atto, ma, salvi casi particolari, non lo può

sostituire; cioè non può sostituire la determinazione discrezionale della P.A. con la propria

Il giudice non può fare scelte politiche,

determinazione discrezionale. per politiche si intende

valutare l’interesse pubblico nel caso concreto.

Ovviamente la P.A. non è che possa disattendere/ignorare la decisione di annullamento del giudice.

Se il giudice annulla per una determinata ragione, la P.A. chiamata a ridecidere sulla questione,

dovrà conformarsi, ottemperare al provvedimento del giudice. Quindi, dalla motivazione si capisce

perché gli è stato annullato e allora quella causa di annullabilità la deve evitare per la prossima

puntata.

GIURISDIZIONE ESCLUSIVA DEL GIUDICE AMMINISTRATIVO

167 103 cost,

Come abbiamo visto nell’art c’è anche la giurisdizione esclusiva del giudice giudice

amministrativo. Qui, ci troviamo in un terreno che esorbita dalla giurisdizione naturale del

amministrativo perché estende il suo sindacato/potere anche alla materia dei diritti soggettivi.

Questo perché, dal punto di vista della ratio dell’art 103 cost, il ragionamento è questo: ci sono

degli ambiti in cui la P.A. esercita propriamente il potere pubblicistico, cioè si pone un rapporto non

paritetico con il destinatario del provvedimento e tuttavia questa situazione si intreccia strettamente

con altre situazioni dove, invece, ci sono dei diritti soggettivi tutte le volte in cui io appalto ad

un’impresa un determinato servizio, una determinata opera, vedono, per l’appunto, l’intrecciarsi di

situazioni di interesse legittimo e diritto soggettivo; soprattutto possiamo considerare che nella fase

generica dell’appalto, quando c’è da fare il concorso, si esercita un potere provvedimentale in senso

vero e proprio (interesse legittimo), ma nel momento in cui è stato stipulato il contratto d’appalto, il

regime paritetico,

regime è quello privatistico: dove c’è un debitore, un creditore, c’è un soggetto

che fa una prestazione e un soggetto che fa una controprestazione e questo è il caso di diritto

soggettivo. Allora, è chiaro che in situazioni così, dove non sono chiarissimi i confini e dove spesso

si rischia anche di sbagliare, è anche legittimo che tutto il pacchetto diritti soggettivi-interessi

legittimi sia affidato allo stesso giudice, proprio per evitare da un lato confusioni e dall’altro di

vedere le parti costrette a saltare da una giurisdizione all’altra a seconda della natura giuridica del

rapporto.

RISARCIBILITÀ DEL DANNO RIPORTATO AD UN INTERESSE LEGITTIMO

Prima ancora di parlare di quest’ultimo capitolo che è quello della disapplicazione, vorrei ancora

dirvi questo: ci sono tante vicende che hanno impegnato giurisprudenza e dottrina, provocato fiumi

di trattati, riflessioni ecc. Uno di questi è il problema della risarcibilità del danno riportato ad un

interesse legittimo.

Se noi dovessimo prescindere dal codice del processo amministrativo che è del 2010: prima di

allora non c’era il codice del processo amministrativo e prima di allora il problema della risarcibilità

dell’interesse legittimo era lasciato fondamentalmente alla giurisprudenza. Cosa diceva la

giurisprudenza? Fino a un certo punto la giurisprudenza ha detto che la responsabilità risarcitoria, in

particolare la clausola generale dell’art 2043 cc, non opera nel campo dell’interesse legittimo, opera

soltanto nell’ambito dei rapporti di diritto privato. Quindi, se anche la P.A., nell’esercizio dei suoi

poteri pubblici, ha violato la legge, tutto quello che potrà il privato è l’annullamento dell’atto

amministrativo ma nessun risarcimento del danno.

Poi, con il passare del tempo, questa posizione si è andata ammorbidendo, nel senso che si è

cominciato a dire “sì, però tutto sommato se io esercito un bar in base ad una licenza che mi era

stata regolarmente rilasciata e il comune mi revoca la licenza illegittimamente, io posso chiedere

l’annullamento della revoca della licenza: ho subito un danno pazzesco, magari sono anche fallito a

causa di questa revoca e chi è che mi risarcisce?”. Allora, è abbastanza chiaro che è un po'

paradossale dire no è un interesse legittimo e quindi non ti possiamo risarcire. Allora, si è

interessi oppositivi e quelli

cominciato a fare tutta una serie di distinzioni tra i cosiddetti

pretensivi, cioè gli interessi di colui che viene pri

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Scienze giuridiche IUS/15 Diritto processuale civile

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