vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PRINCIPALI PROBLEMI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
.Oggi esamineremo i principali problemi della pubblica amministrazione
in riferimento alle fonti. Con questo termine fonti si fa riferimento alle regole
giuridiche. E questo è un punto su cui bisogna fermare l'attenzione, perché le
regole giuridiche sono ancora chiamate nell'articolo uno delle disposizioni sulla
legge in generale fonti del diritto. Chiariamo Innanzitutto cosa sono queste
disposizioni sulla legge in generale, perché sono chiamate anche pre -leggi in
quanto precedono il codice civile. E il titolo stesso di queste disposizioni sulla
legge in generale indica questa parola una nuova, fonti del diritto. Se si va a
vedere sul vocabolario cosa significa fonti, si può rimanere sorpresi perché
fonti significa fontane, fontanelle e ci si può domandare, ma cosa c'entra la
materia del diritto con le fontane? Si può spiegare questo aspetto chiarendo
che si tratta di una espressione antica, appunto fonti significa fontane e
indicava con il linguaggio antico le sorgenti, le fontane, le fontane, anche del
diritto. Le fontane da cui scaturivano le regole giuridiche. Siamo ovviamente in
un campo dove la storia si unisce alla leggenda e possiamo qui riferire una
cosa singolare che nella storia di Roma si racconta, che il secondo Re di Roma.
Che si chiamava Numa Pompilio è stato quello che ha dato le leggi a Roma le
prime leggi a Roma, questo re di Roma fu consigliato, secondo la leggenda, da
una dea, o meglio da una ninfa chiamata Egeria che stava in una grotta ove vi
era una sorgente di acqua, ecco il fatto delle fonti. E questa sorgente di acqua
si trovava vicino Roma, in un posto chiamato Saxa Rubra, cioè le rocce rosse.
Aggiungiamo, per unire la storia agli aspetti moderni, è il posto dove c'è adesso
la radiotelevisione italiana. Ma a parte questo ricordo del Numa Pompilio, la
ninfa Egeria, fonti del diritto significa fontane del diritto, o meglio, fonti da cui
scaturiscono assomiglianza delle acque di una sorgente, le regole giuridiche.
Quindi fonti del diritto è un termine antico che stabilisce quali sono le sorgenti
del diritto. E qui si possono porre, per chiarire i vari aspetti, alcune domande.
Cosa significa fonti del diritto lo abbiamo detto, ma conviene qui ripeterlo. Fonti
del diritto significa fontane, sorgenti, ciò da cui scaturisce, come una sorgente
d'acqua, la regola giuridica. Queste fonti del diritto sono divise in due parti, da
un lato ci sono delle parole un po’ complicate, fonti di produzione e fonti di
cognizione. Con questo termine, che adesso vedremo di chiarire, si indica da
un lato i soggetti, gli enti e gli organi che producono il diritto, fonti di
produzione. L'altro termine è quello delle fonti di cognizione, le fonti che
conoscono, che fanno conoscere, che fanno conoscere. Per usare il termine
latino. Riprendiamo però questo aspetto, cosa sono le fonti di produzione? Le
fonti di produzione? Indicano gli enti e gli organi. Che producono il diritto, ad
esempio tra le fonti di produzione noi abbiamo il Parlamento che produce, crea
le leggi.
- fonte di produzione, per quanto riguarda i regolamenti, il governo, quindi
produzione, quello che produce il diritto, le regole giuridiche. Questo
aspetto che le fonti di produzione indicano, i soggetti e gli organi che
producono le fonti di cognizione sono ciò che è stato prodotto. Bisogna
aggiungere che le fonti del diritto sono legate strettamente con la
pubblica amministrazione, perché la pubblica amministrazione è
costituita da un'insieme di enti e organi, l'ente quello con personalità
giuridica, l'organo non ha la personalità giuridica. Esempio, lo Stato ha la
personalità giuridica, il Parlamento non ha, è un organo, non ha
personalità giuridica. Ora questi enti organi fanno parte del sistema
giuridico italiano di un complesso organismo vivente che è organizzato e
disciplinato da regole giuridiche e agisce mediante regole e atti giuridici e
non può operare senza di esse.
- cosa sono le fonti di cognizione? sono l'oggetto, per usare un paragone
sempre legato al mito, sarebbe l'acqua che esce, quindi l'oggetto, ciò che
si conosce, mentre la sorgente fa vedere l'acqua, qui abbiamo l'acqua, le
fonti di cognizione e quindi con queste fonti di. Funzione, si indicano
proprio le regole, l'acqua che sgorga dalla sorgente che zampilla e sono
chiamate fonti di cognizione. Perché? Perché devono essere conosciute
cognite? Ecco, il termine cognizione sono parole un po’ antiche, però è
importante vedere.
Fermo ancora l'attenzione su questo fatto organismo vivente, perché quando si
parla delle leggi, organi, enti, eccetera, si ha l'impressione di qualche cosa di
statico, di fermo, di immobile, quasi da addormentato. Non è così, perché gli
enti e gli organi che formano proprio il complesso giuridico sono un organismo
che non è una cosa addormentata, è un organismo vivente. Tant'è vero che
vedremo. Che queste regole si creano, nuove regole si cambiano, si
modificano, si interpretano, si cancellano. Quindi è un organismo vivente che
continua nel suo ciclo vitale a riprodursi, a moltiplicarsi, a fare nuove regole, a
interpretare nuove regole. Questo fa vedere allora come nelle disposizioni sulla
legge in generale che precedono il Codice civile e che sono che risalgono
ancora al 1942, noi vediamo che c'è un titolo che indica proprio le fonti del
diritto e poi?
Ancora nello stesso articolo uno si afferma, sono fonti del diritto, ma
attenzione, quando nel diritto viene riportato un verbo all'indicativo, come in
questo caso, sono. Significa devono essere. Quindi sono fonti del diritto:
- le leggi,
- regolamenti,
- usi
Le leggi secondo i regolamenti erano poi previste e ancora, in qualche testo
sono riportate le cosiddette norme corporative. Siamo nell'ordinamento fascista
ed erano i contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali di allora,
chiamate le corporazioni, che erano però obbligatorie, vincolanti, e associazioni
di datori di lavoro e prestatori di lavoro, questa enorme con la caduta del
fascismo sono state abrogate e il con tutto il sistema delle corporazioni delle
norme corporative ci sono ancora i contratti collettivi? Come vedremo, ultima
fonte del diritto molto importante sono gli usi o le consuetudini. Quindi
riproponiamo alla nostra attenzione con una domanda, questa tematica, che è.
l'articolo 1 delle disposizioni sulla legge generale stabilisce le fonti del diritto,
certamente stabilisce, e questo è singolare perché è una norma che risale al
1942, epoca in cui fu emanato il codice civile e che sono ancora vigenti.
Naturalmente ci sono stati dei ridotti enorme, corporative, non ci sono più. E
dove c'è scritto le leggi, come vedremo, c'è un'articolazione perché abbiamo le
leggi costituzionali, le leggi ordinarie, le leggi regionali, le leggi provinciali, però
lo schema l'intelaiatura delle fonti del diritto delle fontane. Del diritto di quella
scaturigine di queste regole giuridiche è ancora quello con tutti i
perfezionamenti che ci possono essere, però la base è data dall'articolo, uno
delle disposizioni sulla legge in generale chiamate pre leggi perché precedono
il codice civile.
FONTI DEL DIRITTO.
Abbiamo visto che vi è la legge. Su questo termine dobbiamo fermare
l'attenzione. Perché si tratta di una parola antica che è durata per secoli. E
questo termine che deriva dalla lingua Latina lex, l'ego vincolo costringo indica
qualcosa che Lega, che vincola, costringe ad un fare OA un non fare una certa
cosa o attività. Quindi la parola legge, pur essendo antica, è ancora presente e
si può proporre quindi la domanda, che importanza ha la legge? Si risponde che
la legge tra le fonti del diritto e la parte più importante, perché è quella che.
Stabilisce essenzialmente la regola, il vincolo, il comando, il precetto.
Naturalmente, come vedremo, la legge viene poi oggi adattata alle varie forme
che ci sono, legge costituzionale, legge ordinaria, legge provinciale, legge
regionale, eccetera. Però. La base, il nucleo, la colonna è costituita da questa
base, da questa regola, legge che Lega, che vincola, che costringe. Ora questa
legge si esprime in vario modo e anche qui possiamo, per introdurci su questo
aspetto complesso, porre una domanda, legge si può esprimere oltre che con
un comando, anche come formula ipotetica?
La legge può esprimersi attraverso un comando, è vietato fare questo oppure si
deve fare quest'altro, ma molte volte la legge si esprime con una formula
ipotetica che era stata indicata, come è stato detto nella domanda. Con delle
lettere dell'alfabeto, cioè se vi è una determinata cosa, se vi è a, vi è la
conseguenza di B, che detto in termini giuridici significa che se qualcuno
commette una determinata azione a sarà punito, sarà soggetto a una
conseguenza.
La sintesi degli interessi della maggioranza del gruppo sociale, insomma, sono
tutti aspetti della legge. Possiamo paragonare la legge a un prisma dove vi
sono tante sfaccettature. Ognuna di queste sfaccettature fa vedere un aspetto
della legge e questo fa vedere anche. Come la legge sia un elemento
complesso, non solo, ma è un elemento, l'abbiamo già detto, ma conviene qui
ripeterlo vivo, perché incide una volontà costante sempre verso gli altri
consociati. Comunque il punto essenziale. Che abbiamo già detto, ma che
conviene ripetere? È quello che il concetto di fondo è che la legge stabilisce un
vincolo, un ordine, una costrizione e quindi da ciò deriva che la legge deve
essere ubbidito. Ma qui possono sorgere delle domande, la legge? Deve essere
sempre osservata. Sì risponde sì, la legge deve essere sempre conservata, cioè
ubbidite, proprio perché legge. Si presuppone che la legge sia giusta. E si crede
generalmente che essa debba essere osservata perché esprime una regola
giusta. Ma a dire il vero, il vincolo della legge nasce dalla autorità, non dalla
verità o dalla giustizia di essa. Questo è un punto che può lasciare sconcertato,
ma in realtà è proprio così che la legge deve essere osservata perché elegge, si
presuppone, si ritiene anche per gli aspetti di vita democratica, che sia giusta.
Ma nasce dalla autorità la conferma di questa tesi. Noi la vediamo dalla regola
della promulgazione della Legge stabilita dal capo dello Stato. Quando la legge
si è completata, in cui si stabilisce, è fatto