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CASO TARICCO: L'effetto integrativo nel contrasto tra normativa nazionale e diritto UE
L'effetto integrativo si può verificare anche quando unanormativa nazionale entra in contrasto con il diritto UE. La situazione è diversa a seconda che il contrasto sia con un regolamento o con una direttiva. Nel primo caso c'è l'obbligo di disapplicare la norma interna. Nel secondo caso il giudice penale non può disapplicare, perché non c'è applicabilità diretta, ma deve sollevare la questione di legittimità costituzionale (per violazione dell'art 117 Cost, che è parametro interposto).
Il caso Taricco si è posto rispetto alla disciplina della prescrizione. La prescrizione è una causa di estinzione del reato. Trascorso un determinato periodo di tempo dalla commissione di un fatto di reato, il reato si estingue e lo Stato perde l'interesse a punire.
Il reato si estingue in un tempo pari alla durata massima della pena.
Nella sentenza del 2015, ad una serie di persone...
venivacontestata una frode IVA; il giudice penale nazionale riteneva che la disciplina della prescrizione italiana rendesse di fatto impossibile punire quelle persone per la frode ai danni degli interessi finanziari dell'UE, essendo tale termine troppo breve. Chiede in via pregiudiziale alla Cortese può disapplicare la disciplina della prescrizione nazionale ove questa determini una violazione dell'articolo 325 TFUE (contrasto tra norma penale nazionale e norma comunitaria, dotata di diretta applicabilità). Dobbiamo chiederci se la disapplicazione va garantita anche quando viola un principio fondamentale costituzionale, come quello di legalità. Innanzitutto, si pone un problema della base legale di questa norma che sia garanzia del cittadino (la prevedibilità). Taricco è stato messo nella posizione di prevedere la sanzione (prevedibilità)? Un'interpretazione di questo tipo è compatibile con il principio di legalità.Dell'irretroattività della norma penale? Inizialmente la CGUE dice al giudice nazionale di disapplicare la norma penale nazionale sulla prescrizione in questo caso, non violando tale disapplicazione principi fondamentali, in quanto tale norma per la Corte di giustizia ha solo natura processuale e non di diritto penale sostanziale, non applicandosi i principi di legalità e irretroattività. In questi casi vale il principio "tempus regit actum", mentre nel diritto sostanziale vale il principio di irretroattività (per ragioni di garanzia legate al principio di legalità).
Per noi la prescrizione non è diritto processuale, ma è una norma di diritto penale sostanziale, essendo connessa a ragioni circa l'opportunità del punire (presupposto fondamentale della punizione). Se applichiamo la norma europea allora stiamo violando il principio di legalità. Viene sollevata una seconda questione dinanzi alla Corte costituzionale,
che il testo fornito sia formattato utilizzando tag html. Ecco il testo formattato:Che rinvia di nuovo alla CGUE, chiedendo alla Corte se anche in questo caso, in cui il principio di legalità è un elemento di diritto sostanziale, fondamentale nel nostro ordinamento, si deve operare tale disapplicazione.
La CGUE risponde in modo negativo, ribadendo l'obbligo di disapplicazione del diritto interno in contrasto con il diritto UE, a meno che da questa disapplicazione derivi una lesione di principi costituzionali fondamentali interni, come il principio di legalità (controlimiti).
Questi controlimiti possono essere attivati solo dalla Corte costituzionale e non dal giudice ordinario.
Introduciamo il PRINCIPIO DI DETERMINATEZZA
Siamo sempre nell'ambito del principio di legalità. Ci sono 4 corollari, che devono funzionare tutti e 4 simultaneamente, se no la ratio di garanzia viene meno. Essi sono riserva di legge, principio di determinatezza e precisione, principio di irretroattività e il divieto di analogia.
Il principio di precisione è
quello più semplice, perché implica che le leggi penali devono essere scritte in modo che il loro contenuto possa essere compreso dal cittadino. Tale principio non è espressamente sancito, ma ci si arriva con l’interpretazione dell’art 1 del codice penale che utilizza il termine “espressamente”.
Il principio di colpevolezza implica anche che la mia condotta sia rimproverabile ai fini dell’imputabilità del fatto. La conoscibilità preventiva è qualcosa che ha a che fare con la colpevolezza.
Quando un testo di una legge penale non è chiaro, o si dichiara l’incostituzionalità di questa norma (e il reato) perché viola i corollari, o si fa riferimento all’articolo 5 c.p., in base al quale nessuno può invocare l’ignoranza della legge penale per giustificare una condotta illecita, a meno che l’ignoranza non era evitabile (per esempio quando il testo è impreciso o oscuro).
Quando
Una legge penale può dirsi scritta in modo chiaro, preciso, tassativo e inequivoco? La tecnica normativa maggiormente conforme al principio di precisione è quella della normazione descrittiva, in cui si descrive il fatto commesso con riferimento alla realtà empirica (omicidio o furto), rendendo il precetto facilmente comprensibile. Ciò non è sempre possibile, perché determina un eccesso di casistica. Altre volte si utilizza la normazione sintetica, che impiega termini che a loro volta fanno riferimento a fonti esterne alla fattispecie criminale, quali per esempio il termine "alimento" di cui abbiamo parlato prima, che viene definito al di fuori della fattispecie criminale (a livello europeo), o la definizione delle singole sostanze stupefacenti della norma che vieta l'uso, lo spaccio, etc. Queste norme sono più complicate da comprendere per il cittadino, in quanto richiedono un passaggio in più, ma comunque ci sono.
deve sussistere per configurare il reato di plagio. Inoltre,la determinatezza della norma penale è importante ancheper garantire il principio di legalità, che implica che il cittadino debba essere in grado di conoscere in modo chiaro e preciso quali comportamenti sono vietati e quali sono consentiti dalla legge.qualifica questo reato. Tale ipotesi non è verificabile né nell'effettuazione né nel suo risultato, non essendo individuabile attività che potrebbero esplicarsi concretamente per ridurre una persona in totale soggezione. Altra questione riguarda la giurisprudenza sul principio di legalità da parte della Corte EDU. LEZIONE DEL 23/09/2022 I riferimenti normativi del principio di legalità sono l'art. 25 della Costituzione, l'art. 1 del codice penale e l'art. 7 della CEDU. Nessuno può essere punito con una pena non prevista dalla legge. L'esigenza di conoscibilità preventiva è garantita da tutti e 4 i corollari del principio di legalità (riserva di legge tendenzialmente assoluta, principio di precisione/determinatezza, principio di irretroattività della legge penale, divieto di analogia). Il principio di precisione e determinatezza non è espressamente sancito dalle 3 norme che riguardano il principio di legalità, ma si.ricava implicitamente anche dalla ratio del principio di legalità (garanzia); il riferimento al termine "fatto" nell'art 25 cost, e il termine "espressamente" nell'art 1 del codice penale. Che succede quando il legislatore viola tale principio? Da un lato si può dichiarare il reato che viola questo principio incostituzionale, perché viene violato l'art 25 Cost. C'è una seconda possibilità, che è quella di denuncia di assoluzione dell'imputato ai sensi dell'articolo 5 c.p., che prevede che quando il contenuto della norma penale è oscuro, ciò potrebbe giustificare la non conoscenza della norma penale (come è stato sancito dalla Corte costituzionale in una sentenza del 1989). Le tecniche normative conformi al principio di precisione. La prima è la tecnica di normazione descrittiva, ma c'è anche la tecnica di normazione sintetica, utilizzando termini chevanno interpretati facendo riferimento a fonti esterne alla legge penale. Questi termini possono richiamare anche nozioni extra-giuridiche (pudore, atti osceni etc.), oltre a quelle giuridiche (possesso etc). Il principio di determinatezza guarda ad un'altra prospettiva, ovvero che la norma penale sia scritta facendo riferimento ad elementi che possono essere provati in un processo penale. Come questi principi sono stati interpretati? La Corte costituzionale ha avuto sempre un atteggiamento molto prudente, respingendo le questioni di legittimità costituzionale per violazione del principio di precisione, in alcuni casi perché ha ritenuto che l'interpretazione della giurisprudenza valesse a chiarire il significato di quel comportamento penalmente vietato. È come se il difetto di precisione della norma penale potesse essere compensato dalle interpretazioni da parte della giurisprudenza. Il ruolo della giurisprudenza rispetto al principio di legalità è cresciuto.salvando norme che non era chiare, ma che erano suscettibili di essere interpretate in modo chiaro dalla giurisprudenza stessa. Ma può valere anche il contrario, cioè che una norma chiara possa essere interpretata in modo oscuro, con la conseguenza che ci possono essere assoluzioni di soggetti condannati per norme interpretate in modo oscuro dalla giurisprudenza (caso Contrada). In altri casi, la Corte ha spesso salvato le norme penali colmando il deficit di precisione delle stesse, a volte anche spingendo il legislatore a formulare le norme penali in modo chiaro e preciso. Nel 1974 viene sollevata la questione di legittimità costituzionale per il reato di vilipendio, con l'accusa che il concetto di vilipendio non era chiaro.