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Principi relativi alla società nella Costituzione

Questo articolo era stato definito con la Costituzione del '48 ma venne esplicitato nel 2001. Si parla, nell'ordinamento giuridico della costituzione, di un'idea ispirata alla Libertà - Uguaglianza - Giustizia.

Libertà: Viene valorizzata la persona dove l'unica eccezione è il divieto ma tutto è permesso, cosa diversa dallo Stato totalitarista. Il compito dello Stato è quello di non far nulla che vincoli la libertà del cittadino ma anche di tutela nei suoi confronti (gli altri non devono intervenire sulla propria esercitazione di un diritto). Lo Stato è visto come un "guardiano notturno" che agisce e ripristina le condizioni precedenti tramite le leggi. Può essere che sorga il problema in cui la libertà di qualcuno vincola un altro. Ad esempio, la libertà di stampa è vietato l'utilizzo per la diffamazione dei soggetti.

sempre vero che lo Stato debba fare il guardiano notturno (es. diritto di proprietà). Questo è un principio fondamentale dove tutte le leggi non sono divieti. Uguaglianza: Tale principio viene ribadito all'art. 3 della Costituzione che si divide in due tipi. 1. FORMALE quando non ci sono le condizioni concrete e si fanno leggi generali. Si fa riferimento al I comma di pari dignità sociale e diversa davanti alla legge senza distinzioni (quindi non si può trattarli in modo diverso). Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di legge, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Oggi trattiamo le norme di vantaggio contro qualcuno che è in svantaggio. I giuridici e i biologi sono contrari nella nomina di razza ma il razzismo esiste e la Costituzione vuole del tutto evitarne questo uso (a causa di eventi storici accaduti che NON devono ricapitare). 2. SOSTANZIALE che...

Consente di diversificare, è meno generale perché si guarda al modo in cui vivono le persone. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli.

Al II comma si afferma che di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Questa parte riassume un po' tutto quello che si è detto. Si guarda a come vivono le persone singolarmente, si tolgono le differenze economiche e sociali perché limitano il personalismo e la partecipazione alla vita politica. Lo sviluppo della persona si accompagna al fatto che si ha la piena comprensione di dare il proprio contributo alla Costituzione della nuova Italia. Si considera uguali nelle condizioni di partenza e non di arrivo che è un'ideologia comunista (situazione di eliminazione dello Stato).

Hans Kelsen comunica che secondo lui ci saranno dei desideri umani che possono creare un conflitto sociale (sul piano spirituale). Per esempio il proprio piacere sessuale (in senso di preferenze, maschio o femmina). Si può quindi dedurre che in questo tipo di uguaglianza la Repubblica è impegnata a operare per rimuovere le cause di queste disuguaglianze tra individui. È importante ricordare che, in questo caso, si presuppone l'uguaglianza di fatto davanti alla legge, cosa che non viene considerata in caso di uguaglianza formale. Giustizia: esistono dei criteri culturali per individuare la giustizia ma non dei criteri oggettivi. Le scelte dei soggetti non rendono uguali tutte le opzioni di libertà, e non tutto può rientrare nella libertà che è circoscritta. Si distinguono le Costituzioni in bilanci e progetti. - Bilancio: le costituzioni trascrivono in norme la situazione politica, economica e sociale esistente. Secondo la terminologia marxista,

Sono sovrastrutture giuridiche di realtà storiche concrete. Possiamo quindi dedurre che lo Stato è interventista. Non si sta parlando di giustizia in senso concreto ma di giustizia in un senso preciso (evidente in tutte le situazioni in cui la Costituzione usa terminologie come "promuovere", "rimuovere" o "tutela").

Nella funzione la Costituzione, corrisponde alla categoria di norme costituzionali denominate programmatiche. Esse indicano i fini da perseguire ma non i mezzi, in caso vengano determinati i mezzi devono essere indicati dagli organi competenti, Parlamento e Governo. Comprendiamo quindi che, la Costituzione, per valere in concreto necessita di adeguate politiche costituzionali che traducano in legge le finalità.

La scelta della Repubblica è una scelta che è stata effettuata dal popolo e non dai costituenti. L'art 1 cost sancisce che sia il popolo ad avere la sovranità della Repubblica; art 1 e

139 cost affermano che non ci può modificare la costituzione perché è stata scelta dal popolo. Questo articolo risponde, quindi, alla domanda “che cos'è la forma Repubblicana”. Il suo contenuto è che la Repubblica è democratica fondata sul lavoro. Si ha una democrazia diretta, pura e rappresentativa.

Si richiede un'immagine di Stato verso il quale si vuole andare. La forma di Stato repubblicana fu decisa dal popolo italiano con un referendum istituzionale il 2 giugno del 1946.

Il termine “repubblica” significa cosa pubblica, “ciò che appartiene al popolo” e quindi a nessuno in particolare. Cicerone aggiunse che questa parola può assumere la res pubblica stessa.

La Costituzione delinea, tutela e specifica che lo Stato italiano è una Repubblica all'articolo 1 e 139 (primo e ultimo) per sottolineare la sua importanza, aggiungendo che è

democratica. Democrazia indica il concetto idolatrico, una sintesi di tutte le cose belle e buone che riguardano lo Stato e la società in tutte le sue forme. Nell'antichità veniva considerata con sospetto perché considerata come il governo della massa è priva di valore e di valori. Ci fu un conflitto democratico dove non si svolgeva il contesto in cui vale tutto ma un campo delimitato dalla Costituzione. In Italia, quando si scrisse la Costituzione, si sapeva bene che cosa si voleva, perché si aveva alle spalle il recente passato fascista dove si proponeva di stabilire una cesura in vista di una storia del tutto diversa. Si trattava di costruire un assetto Costituzionale per mezzo di efficaci procedure di partecipazione, che doveva essere la molla da cui parte il movimento all'interno del sistema politico (alternativa al sistema del capo come nel periodo del Führer). Non si possono mettere in discussione le norme

costituzionali; chi governa non può fare quello che vuole ma ci devono essere delle discrezionalità politiche in modo che non possa essere mai assoluta. La sovranità (Costituzione) appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalla Costituzione. Come limiti si pongono le cose che portano al conflitto (guerra civile). L'unico potere è quello costituente che muore con la nascita della Costituzione. Per esempio: se la Costituzione vieta la pena di morte, non la si può approvare; bisognerebbe fare una rivoluzione. Competitività. La Costituzione prevede una società pluralista, quindi il popolo è l'insieme di numerosi soggetti e gruppi sociali con ideologie, programmi e interessi differenti. La democrazia che prevede la Costituzione è dunque una democrazia competitiva e presuppone delle libere elezioni, una pluralità di partiti politici, la protezione delle minoranze, lapossibilità delle minoranze di diventare maggioranze e la libertà delle opinioni politiche. Si ha dunque una competizione all'interno del Parlamento, che è diversa dal confronto parlamentare del 1994. La Costituzione non si limita a stabilire chi esercita il potere politico ma prescrive anche il modo in cui farlo. La stessa cosa la possiamo notare nel "gioco politico" in cui le forze politiche non devono poter cambiare le regole costituzionali a loro piacimento o le cambierebbero a loro vantaggio portando la democrazia a scadere in una tirannia della maggioranza. Per difendere le regole della democrazia competitiva sono state previste 2 garanzie della Costituzione: 1. La rigidità, in quanto non può essere modificata con una legge ordinaria ma richiede delle procedure più complesse e maggioranze più ampie. 2. La giustizia costituzionale, che è un insieme di poteri della Corte costituzionale che valgono a reagire contro gli atti giuridici e i

comportamenti contrari alla Costituzione; la Corte costituzionale ha il compito di annullare le leggi incostituzionali.

Autonomia. Lo Stato acquisisce il monopolio della forza; nonché l'uso legittimo della violenza ed è il motivo per cui viene tenuto sotto controllo. Un altro modo di controllo è l'autonomismo.

L'organizzazione dello Stato è l'insieme di numerose strutture di governo quindi è a livelli, a ciascun livello è affidata la cura degli interessi delle comunità umane di riferimento. Teniamo presente che la società è pluralista quindi anche le istituzioni sono pluraliste.

Pluralismo significa unità e indivisibilità, che costituiscono il fondamento di certezza della nazione, per questo non frantuma la Repubblica in tante parti separate.

Inoltre, lo Stato ha il compito di garantire che l'autonomia non si trasformi in anarchia. Ricordiamo che la repubblica delle autonomie non equivale

Il federalismo è una forma di organizzazione dell'unità politica che esiste in molti Paesi nel mondo come gli USA. Sostanzialmente possiamo dire che il potere politico non è concentrato tutto nello Stato ma ci sono altri enti che esercitano il potere pubblico, come ad esempio le Regioni e i Comuni, le Università, l'INPS e l'ENEL.

A contrastare il potere dell'autonomia c'è la Francia, che possiede un modello centralizzato, svolgendo per molto tempo un potere di accentramento. Gli Stati federali sono contrari (per esempio USA e Germania) e sono spesso autonomi per le loro condizioni storiche; sostanzialmente le regioni hanno più potere dello Stato.

Tra il 1948 e il 2001 i rapporti sono stati disciplinati in modo che lo Stato decidesse (inteso le materie) e le regioni ponessero regole, ma dopo il 2001 si è dato più potere alle Regioni dove si elencano le materie in cui lo Stato ha totale potere.

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Publisher
A.A. 2022-2023
25 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mimikai_23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pallante Francesco.