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In caso di antinomia
Può esistere un'antinomia, un contrasto, tra regolamento parlamentare e Costituzione. A primo impatto si pensa che bisogna usare un controllo di costituzionalità simile a quello delle leggi. Anche se i regolamenti parlamentari sono fonti primarie che devono rispettare la Costituzione, non si usa il controllo di costituzionalità delle leggi per risolvere la contraddizione. I regolamenti parlamentari sono subordinati alla Costituzione e dovrebbero essere trattati come tutte le altre fonti subordinate alla Costituzione, ma non succede questo.
Caso: La Corte di Cassazione si è trovata di fronte a un problema di incompatibilità tra regolamento parlamentare e Costituzione. Il regolamento parlamentare si occupa dell'organizzazione interna delle Camere, ma una parte del regolamento si occupa dei dipendenti delle Camere. Se i dipendenti hanno delle controversie sul rapporto di lavoro, non devono rivolgersi al giudice come tutti gli altri dipendenti.
Bensì devono rivolgersi alla Camera stessa (a una commissione composta dal presidente e dai funzionari). La ragione di tale regola (la ratio) è perché le Camere non possono essere assoggettate alle decisioni di un altro organo, dal punto di vista organizzativo si vuole tutelare l'autonomia.
Ma questa regola pone dei dubbi di costituzionalità perché c'è una norma della Costituzione che dice che tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi (art. 24) serve per impedire che il più forte prevalga sul più debole.
ART 24 (principio fondamentale e supremo di diritto di difesa): Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
Ma gli articoli del regolamento
parlamentare dicono che l'art 24 non vale. Il problema sta nel fatto che il giudice è il soggetto che deve decidere in una posizione di terzietà e imparzialità e in questo caso, la Camera è lo stesso giudice della sua causa, questo non può essere ammesso (qui il giudice non è terzo e imparziale in questo caso). La Corte di Cassazione si rende conto che questo è contrario a principi supremi della Costituzione, e si rivolge alla Corte Costituzionale riporta questi contrasti inammissibili. Bisogna capire però se il regolamento può o non può finire davanti alla Corte Costituzionale, e la Corte di Cassazione riporta argomenti logici: dice che bisogna garantire la rigidità costituzionale. I regolamenti parlamentari possono essere sottoposti sotto criteri di controllo di costituzionalità? La Corte Costituzionale risponde di no (anche se logicamente ci si aspetta che la Corte risponda sì). La CorteDice di no per 2 motivi:
- Motivo formale: dice che bisogna usare il controllo di costituzionalità solo per le leggi e gli atti aventi forza di legge (in realtà non vuole esprimersi).
- Motivo sostanziale: dice che sono espressione di autonomia delle Camere del Parlamento, nessuno può metterlo in discussione, non si può andare contro al Parlamento.
Procedimento:
Anni dopo la Corte costituzionale dice alla Corte di Cassazione, che conferma che c'è il problema e che i regolamenti non possono finire davanti alla Corte Costituzionale, ma ci sono altri criteri per risolvere questo:
La Corte cost., oltre a controllare la legittimità costituzionale delle leggi, controlla anche che il potere svolga le sue funzioni correttamente. La Corte costituzionale dice che se il parlamento approva una norma regolamentare che non trasforma la Costituzione, non ha fatto bene il suo compito e quindi si può valutare in questa sede avviene così.
(si controlla in questo modo)→L'autonomia delle Camere deve essere salvaguardata in tutti i casi e in tutti i modi→Quindi ricapitolando, la Corte Costituzionale dice che i regolamenti parlamentari non possono essere sottoposti a controllo di costituzionalità, a meno che non ci sia un contrasto palese tra la Costituzione e il regolamento parlamentare.Per il resto, le Camere sono libere di fare ciò che ritengono giusto.Regolamenti amministrativi-governativi = sono le principali fonti secondarieSi fa riferimento al principio di legalità dell'attività della pubblica amministrazione e riguarda i regolamenti =→ha 2 significati (uno dei 2 riguarda il principio gerarchico)DEF. indica che tutto quello che fa l'amministrazione pubblica deve trovare fondamento e limite in una leggeE' un elemento che si è affermato dopo tanto sforzo, è l'elemento centrale dello stato di diritto è quel→principio che ha
permesso di affermare la soggezione del re/sovrano all'atto del Parlamento (alla legge) → fino a questo momento il re era legibus solutus (limite al potere esecutivo) E' un principio che caratterizza gli Stati democratici dove si hanno 2 facce della stessa medaglia: 1. Questo principio si esplicita come preferenza della legge 2. e come principio di una necessità di una previa legge Richiede 2 cose: il regolamento deve rispettare la legge, nel contrasto tra legge e regolamento, prevale la legge (afferma la prevalenza gerarchica della legge), ma limita anche il potere esecutivo I REGOLAMENTI AMMINISTRATIVI E GOVERNATIVI : I regolamenti amministrativi (governativi) = sono atti generali, astratti è la fonte che l'ordinamento italiano prevede di competenza esclusiva del Governo, del potere esecutivo Potere regolamentare è proprio del Governo è il suo potere normativo prima li abbiamo visti come eccezioni al principio generale (chele leggi sono di competenza del Parlamento (es: art.70), mentre i decreti legge sono di competenza del Governo. Tuttavia, il potere normativo è proprio del Governo. Il potere regolamentare è previsto in due punti della Costituzione: l'art. 87 che prevede che il Presidente emani i decreti e l'art. 117 che prevede la distribuzione del potere regolamentare alle regioni. Questo potere è determinato dalla legge 400 del 1988, art. 17, che si riferisce alla produzione dei regolamenti. Il potere regolamentare è affidato al governo e prevede un procedimento: i regolamenti possono essere del governo (regolamenti governativi) o dei ministri. Secondo l'art. 17 della legge 400/1988, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri e sentito il parere del Consiglio di Stato che deve pronunziarsi entro novanta giorni, vengono emanati i regolamenti.giorni dalla richiesta, possono essere emanati regolamenti per disciplinare (alcune materie specifiche…) La legge 400 del 1988 ha dettato una nuova disciplina della materia, ispirata al criterio di attribuire al Governo un potere regolamentare di carattere e portata generale, da esercitarsi sia nelle materie disciplinate dalle leggi, sia nelle materie non disciplinate dalle leggi, con il limite che non si tratti di materie riservate alla legge, o di materie affidate alla competenza legislativa regionale.
PROCEDIMENTO DEI REGOLAMENTI GOVERNATIVI
Noi prendiamo in esame i regolamenti governativi che sono più interessanti (tutto questo lo fa il Governo):
- I regolamenti sono deliberati (prima discussi ed esaminati) dal Consiglio dei Ministri, ovvero l'organo al vertice del Governo, dopo aver sentito il parere del Consiglio di Stato.
- Si approva una proposta, una bozza di regolamento.
- Prima della fine dell'approvazione, come dice l'art 17 della legge 400 del 1988,
Occorre avere un parere del Consiglio di Stato, organo amministrativo (un giudice) che ha 2 funzioni in generale:
- Da una parte giudica le cause
- Dall'altra parte ha la funzione di dare parere al Governo (organo consultivo del Governo)
Il Consiglio di Stato dà un parere sulla legittimità del regolamento con l'ordinamento nel complesso. Questo parere è obbligatorio.
Una volta che il Consiglio dà il suo parere, il Governo continua la sua esaminazione della proposta di regolamento e può fare 3 cose (seconda esaminazione):
- Se il Consiglio di Stato dice che va bene, il Governo può concludere l'esaminazione e approvare il regolamento. Quest'ultimo viene emanato dal Presidente della Repubblica e viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per poi entrare in vigore.
- Se il parere del Consiglio di Stato non è favorevole, il Governo ha diverse ipotesi:
- Può accogliere l'osservazione di stato e cambiare le parti che non vanno bene
- Può modificare la proposta di regolamento e chiedere un nuovo parere al Consiglio di Stato
- Può non accogliere l'osservazione di stato e confermare la proposta di regolamento nonostante il parere negativo del Consiglio di Stato
regolamento ( lo→concretizza)- di organizzazione dice come si organizza l’amministrazione pubblica→*Governo = vertice dell’apparato amministrativo- indipendente la legge 400 li prevede il governo può adottare un regolamento anche se la legge→ →non c’è che dà indicazioni generali (si parte dal vuoto, non dalla legge) possono sfociare in problemi→e contrasti (in realtà non ci sono mai stati)
DAL LIBRO: La legge prevede 4 tipi di regolamenti (art.17 della legge 400/88):- Regolamenti di esecuzione e attuazione: “esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi e attuazione eintegrazione delle leggi e dei decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi quelli relativi a materieriservate alla competenza regionale” (art.17 co.1 lett. a e b); contengono norme dirette a consentire o afacilitare l’attuazione delle leggi o ad integrarne il contenuto.