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DALL’ETICA DELL’AMORE AL DIALOGO SOLIDALE DEL BENE COMUNE.
Maritain con il suo pensiero si presta ad essere una guida valida ed attuale anche nelle questioni più
recenti: la terribile spersonalizzazione ed oggettivazione della nostra contemporaneità richiede un
ripensamento e un ricentramento della questione che sposti l’attenzione dall’oggetto al soggetto.
Ogni aspetto della vita sociale (politica, medicina, ecc.) necessita di una riconfigurazione etica ed
antropologica che ponga al centro la persona. A questo umanesimo integrale bisognerebbe
rispondere con un’educazione integrale: un’educazione che può far emergere l’umanità come scopo
del suo mandato, che miri alla libertà e che sia liberale, che ponga alla base un’etica attenta
all’uomo, un’etica dell’Amore e del rispetto solidale tra persone. 10
Il filosofo ha il grande pregio di indicare concretamente all’uomo il sentiero di rinascita e
valorizzazione dell’umanità così da sostenerlo nel raggiungimento dell’umanesimo integrale, inteso
come progetto di riscoperta dell’uomo, centro e fondamento della realtà. Questo intento si
concretizza nella valorizzazione della persona come essere in relazione all’esistente; è un ideale
storico concreto nato dalla coscienza dei mali del mondo moderno e dal travagliato proposito di
contribuire a chiarirli per porvi rimedio. Artefice di questo rinnovamento è la persona
ontologicamente dipendente dalla trascendenza; dalla consapevolezza che dalla propria
responsabilità ontologica deriva il personalismo pedagogico, dunque un ritorno alla trascendenza
allontanandosi dai tanti errori che potrebbero condizionare l’agire dell’individuo e dell’intera
società.
La persona tra amore e amicizia: per un’etica della solidarietà.
La persona è la parte più perfetta e nobile della natura, pertanto non dovrebbe esserci distinzione
tra persona e uomo.
Per Boezio, la persona era sostanza individuale dotata di una natura razionale. Tommaso aggiunge
a questa sostanza il carattere della sussistenza: diventa così persona ogni essere sussistente
nell’ordine razionale o intellettuale.
Maritain sosteneva che l’uomo è una persona che vive nell’universo davanti a Dio e davanti agli
uomini, al centro dell’esistenza. Un uomo ha a che fare con un Dio che ama tutto ciò che è.
L’esistenza per rendersi esplicita necessita del soggetto, dunque della persona.
L’individualità è la materia che consente agli esseri umani di differenziarsi gli uni dagli altri: ognuno
di noi è sottoposto al determinismo del mondo fisico. Ma ognuno di noi è anche persona, e sussiste
in una condizione spirituale e questa è in lui un principio di unità creatrice, di indipendenza e di
libertà.
La personalità è la sussistenza dell’anima spirituale comunicata al composto umano; consente
all’uomo di elevarsi verso l’Assoluto e di stabilire relazioni con gli altri esistenti: per questo la
sociabilità, intesa come predisposizione di natura a vivere in società, è un’altra sua peculiarità.
La persona, la cui esistenza è un dono di Dio, entrando in contatto con l’interiorità scorge un’etica
totale dell’essere umano, riscopre come vivere bene il suo tempo e raggiungere la verità. Ed è
proprio l’esperienza personale di Maritain ad essere un perfetto esempio dell’unione tra esperienza
e teoria: la definizione personalista di “amore” e “amicizia” diviene basilare per cogliere il nesso tra
amicizia, verità e la ricerca di un dialogo solidale.
Maritain affermava che l’essenza dell’amore sta nella comunicazione di sé con pienezze di
beatitudine e di delizia nel possesso del Diletto. La comunicazione di se stessi agli altri avviene su
due livelli:
• L’amore umano, l’eros: esso inizialmente è solo eros, un desiderio carnale che poi si trasforma
in umano nel momento in cui all’attrazione dei sensi si unisce il dono della persona, l’amore
dilezione. E questo amore umano si distingue in:
- amore passione, il cui intento iniziale è l’attrazione e la soddisfazione sessuale.
- amore autentico, che è il dono di ciò che si è, rispetto al precedente dono di ciò che si ha.
- autentico amore, esso sublima il dono reciproco dei due amati, la persona dell’uno si dona alla
persona dell’altro.
L’amore folle umano porta due persone ad amarsi ontologicamente. 11
• L’amore divino, l’agàpe: è l’amore di carità, l’amore increato che nasce da un desiderio
dell’uomo e a livello spirituale raggiunge un oggetto di ordine superiore, Dio.
L’amore divino folle è quindi la pienezza in quanto accompagna l’uomo oltre la fisicità, verso il
metafisico.
L’essenza dell’amicizia sta nella benevolenza che va fino al sacrificio di sé per l’amico. Nel dono
totale dell’amicizia per l’amico, Raissa fa emergere la componente ontologica della relazione: si
dona il proprio essere prima ancora di ciò che si ha in possesso. È fondamentale la componente
ontologica che supera l’avere per trasferirsi all’essere.
La differenza tra amore e amicizia risiede nella qualità intrinseca dell’amore di dilezione.
Nella carità, amore e amicizia assumono delle specificità: l’amore porta a Dio, mentre l’amicizia agli
uomini, al prossimo.
Dialogo tra passioni e virtù.
L’etica dell’amore sostiene l’uomo nella continua ricerca della verità. Maritain esprime un’etica
forte, sorretta dalla metafisica di Tommaso che identifica l’uomo nella persona (totalità psicofisica
in sé e per sé esistente come sostanza razionale, spirituale e libera). Nella sua libertà può accogliere
o rifiutare determinati valori, decide quali accettare, se materiali o spirituali, in riferimento alle
passioni. Questa libertà gli consente di vivere in maniera positiva la relazione tra istinti, passioni e
virtù; una tensione continua che partecipa al camino etico. La ragione erra a causa del prevalere
dell’istinto sul razionale, del passionale sul virtuoso. Allo stesso tempo però, è impensabile una vita
priva di passioni, la quale rilegherebbe la persona in un individualismo riluttante a ogni legame
sociale, desiderosa di auto affermazione e minacciata dallo sradicamento; vivrebbe un duplice
disordine: esterno di un mondo secolarizzato, ed interno della propria vita emotiva.
In Maritain le passioni sono il punto di partenza per ricercare l’amore autentico e vero, amore
ontologico nei confronti di Dio e del prossimo.
Con Cartesio la filosofia morale ha considerato l’amore alla passione, ad un fenomeno totalmente
umano legato alla struttura fisiologica e patologica dell’uomo. Così facendo perde il legame con il
trascendente.
Maritain invece riprende l’agàpe e lo trasforma in obbligazione morale: diventa un atto di volontà
che unisce in un vincolo sociale i membri della comunità umana. Diviene un comandamento, una
legge che prescrive di praticare la specifica virtù della carità.
La volontà dell’uomo può rendere la sua condizione debole e fragile, la base solida su cui costruire
l’amore più vero: l’amore di carità. Amare un essere in Dio e per Dio si traduce in amare una persona
che merita di essere amata, e questo è anche il senso dell’umanesimo integrale di Maritain: l’uomo
è rispettato nel suo essere ontologicamente fondato e nella sua dignità, questo rispetto porta
all’amore. Vivere le passioni in modo virtuoso porta a una vita che ha come fine la felicità: e ciò
porta a scegliere il bene e dunque l’amore. Ed affinché quest’ultimo non sia cieco bisogna unire la
conoscenza all’amore e l’amore alla conoscenza, cos’ che la passione si trasformi in affetto. Ciò porta
ad una forma di amore più bella ed autentica: l’amore come rispetto e attenzione per l’altro. Di un
simile amore necessita il dialogo relazionale e inclusivo.
Socrate associa la virtù dell’agire e al pensare bene: una sorta di scienza che rende ignoranti e cattivi
solo perché non si conosce il bene. Il fine della virtù è la felicità e per questo ad essa si lega una
conoscenza pratica, che si traduce in buona condotta. 12
Per Aristotele è un mezzo per la vita bella, buona, felice e beata e allo stesso tempo è parte
integrante della vita stessa. L’uomo giunge alla felicità solo vivendo secondo ragione. Vita razionale
e vita virtuosa coincidono.
La virtù morale dispone e sceglie il mezzo adeguato alla nostra natura in vista di un fine supremo. Il
pensiero aristotelico si fonda su un doppio equilibrio: uno interno al singolo uomo e uno fra tutti gli
uomini.
Con il cristianesimo questa teoria trova la completezza: nella distinzione tra virtù teologali (fede,
speranza e carità), il cui oggetto è Dio che dona all’uomo attraverso la sua grazia, e le virtù morali
(prudenza, giustizia, fortezza e temperanza), che riguardano l’agire umano e sono mezzi per l’etica.
Maritain costruisce la sua etica sulla Carità, la virtù più alta che porta alla perfezione della vita
umana. L’uomo fragile, desideroso e incline agli istinti grazie al lavoro delle virtù naturali e
soprattutto della Carità, si eleva dall’amore più carnale all’amore contemplativo e puro. L’impegno
umano e la carità permettono all’uomo di elevarsi verso uno stato migliore. L’uomo può raggiungere
il sommo bene attraverso la ragione. Le virtù umane sono il giusto messo tra vizi opposti e alla carità
spetta di ordinare il comportamento umano verso il fine ultimo.
- La prudenza, ordine dei mezzi rispetto ai fini, presuppone la carità per orientare il giusto volere
verso il fine ultimo. Sorregge l’uomo verso un amore umano autentico che con la fortezza e la
temperanza diviene il centro della stessa etica.
- La temperanza è una disposizione dello spirito che impone moderazione a tutte le passioni e
azioni affinché non vadano oltre il dovuto. Nel farlo, l’uomo modera le passioni per fare il bene
e evitare il male. Per bene s’intende l’inclinazione naturale dell’uomo a considerarsi a un primo
livello semplicemente come essere, poi come essere animale, ed infine come essere ragionevole
che tende a conoscere la verità rispetto a Dio e a vivere in società.
- La fortezza poten