FECONDAZIONE
Quando l'oosfera si incontrerà con il granulo pollinico, si avrà la fecondazione. Una volta fecondato, l'ovulo, ormai zigote, svilupperà il seme, contenente al suo interno:
- l'embrione: è lo sporofito (2n) allo stato giovanile, ancora dipendente dal gametofito che va incontro ad un periodo di quiescenza;
- l'endosperma primario: che servirà da nutrimento per l'embrione;
- e dei tessuti di rivestimento.
Nel seme permangono i tegumenti, mentre la nocella, che raramente persiste, viene riassorbita dall'embrione. Il seme diffondendosi per l'ambiente proteggerà lo sporofito al suo interno, e poi quando troverà le condizioni ambientali favorevoli, darà vita a nuove piante.
CLASSIFICAZIONE DELLE GIMNOSPERME
- GINKGOFITE:
Le Ginkophita, assieme alle Cycadophyta, appartengono al gruppo delle prefanerogame (= cioè specie meno evolute gimnosperme vere e proprie). Di questo
- Sclerotesta strato legnoso: strato mediano, fortemente sviluppato specialmente nel seme.
- Endotesta strato papiraceo e pulvirulento: strato interno, più sottile e con fasci vascolari.
o La pianta maschile:
- Presenta gli AMENTI, strobili maschili formati da un asse allungato, flessibile e pendulo.
- Gli amenti sono composti da microsporofilli (ad inserzione spiralata).
- Ogni microsporofillo è provvisto di due sacche polliniche (= microsporangi), ciascuna con numerosi granuli pollinici in cui avvengono alcune divisioni vegetative prima che siano diffusi dal vento.
Nella sacca pollinica sono contenute le cellule madri delle microspore, le quali si dividono per meiosi, dando origine a 4 microspore, di cui 3 muoiono e 1 resta vitale. Questa microspora che rimane vitale si divide per mitosi:
- 1ª divisione: si forma una cellula apicale e una cellula basale.
- 2ª divisione: dalla cellula apicale si forma superiormente una
cellula vegetativa, che andrà poi a formare il tubetto pollinico, mentre la cellula inferiore va incontro alla terza divisione. (A questo stadio abbiamo 3 cellule: cellula vegetativa, cellula "inferiore", cellula basale).
3ª divisione: si forma superiormente una cellula spermatogena, che genererà due gameti maschili, e inferiormente una cellula protallare sterile. (A questo stadio abbiamo 4 cellule: cellula vegetativa, cellula spermatogena, cellula protallare sterile, cellula basale)
Contemporaneamente si ha l'ispessimento della parete della microspora, che protegge il gametofito e consente il riconoscimento una volta raggiunto il micropilo.
Quando il granello di polline raggiunge il micropilo, esso prende contatto con un prolungamento nocellare, detto CAMERA POLLINICA, destinata a consentire i movimenti dei gameti mobili. Dopodiché l'ovulo si chiude e il polline germina nei tessuti della nocella, formando un tubetto ramificato che nutre
Il gamete maschile. Esso poi viene liberato nella CAMERA ARCHEGONIALE, una cavità ricca di sostanze vischiose liquide nel quale lo spermatozoide deve nuotare per raggiungere il gamete femminile.
- Perché le prefanerogame sono piante primitive:
- Il tubetto pollinico ha una funzione AUSTORIALE (= assorbe nutrimento per i gameti maschili), non serve per veicolare i gameti al target.
- I gameti maschili hanno un apparato cinetico, in quanto devono compiere un piccolo percorso per raggiungere la cellula uovo.
- Una peculiarità del Ginkgo è che l'ovulo si distacca in seguito all'impollinazione, a prescindere che l'oogamia avvenga o meno: questa di fatto avviene quando l'ovulo è già a terra. Questo è un carattere primitivo, poiché vengono interrotti precocemente i rapporti trofici con lo sporofito. La fecondazione può avvenire anche dopo mesi: a questo punto l'ovulo diviene SEME, una struttura di diffusione della specie.
Dallo zigote si sviluppa l'embrione, che è direttamente dipendente dal gametofito femminile che funge da tessuto di riserva.
- Ciclo vitale di Ginkgo biloba:
2. CYCADOFITE:
Le cycadopita costituiscono l'altro gruppo di prefanerogame (= cioè specie meno evolute gimnosperme vere e proprie). Queste piante erano abbondanti nel Mesozoico (oggi 100 specie). Vivono in ambienti tropicali.
- Possiedono un fusto corto, tozzo e non ramificato
- All'apice del fusto si aprono a rosetta grandi foglie coriacee, sempreverdi e di forma PENNATA COMPOSTA.
- Hanno una crescita molto lenta.
- Hanno radici coralloidi perché sono simbionti con batteri azotofissatori.
- Producono metaboliti secondari TOSSICI.
- Sono piante DIOICHE, ovvero possiamo distinguere individui "maschio" e "femmina":
La pianta maschile:
- Possiede strutture allungate dette STROBILI (coni-infiorescenze)
- Gli strobili sono dotati di un asse rigido
I macrosporofilli producono le sacche polliniche (= microsporangi).
La pianta femminile:
Presenta una struttura a forma di casco, lo strobilo femminile (= infiorescenza)
Lo strobilo femminile è formato da macrosporofilli, foglie modificate morbide e gialle. Questi sono formati da:
- un rachide
- 4-8 ovuli alla base
- squame/brattee all'apice.
- Interno molle
- Intermedio legnoso
- Esterno carnoso
Quando la microspora germina, essa va incontro ad alcune mitosi finché non si forma il gametofito maschile, o granulo pollinico. Esso è formato solo da poche cellule:
- una cellula protallare sterile
- una cellula vegetativa che forma il tubetto pollinico
- una cellula spermatica, che andrà a formare le due cellule spermatiche.
Il testo si approfonda nei tessuti della nocella tramite il tubetto pollinico: i gameti maschili vengono liberati nella camera archegoniale e, grazie alla presenza di apparato cinetico, nuotano fino all'archegonio. Gli spermatozoidi ciliati (= gameti maschili), in mancanza di acqua, si muovono in un fluido costituito dalle residue sostanze versate dal tubo pollinico e dallo scioglimento di alcune cellule della camera stessa.
3. CONIFEROFITE:
Le Coniferophyta costituiscono il gruppo più grande e importante, molto eterogeneo e diffuso in quasi tutti i climi. Gli ordini tutt'ora esistenti sono:
- CONIFERE: a cui appartengono:
- Pinacee: abete bianco, abete rosso, pino, larice (l'unica specie caducifoglia)
- Cupressacee: ginepro, cipresso
- Taxodiacee: sequoie
- Araucariacee
- TAXACEE: a cui appartiene il tasso, una pianta velenosa (alcaloide, narcotico, paralizzante)
Le Coniferophyta si diffusero nel Carbonifero fino a raggiungere il loro picco nel Giurassico. Nel
Cretaceocominciò il loro declino, con l'arrivo delle angiosperme. Caratteristiche delle coniferofite:- Hanno sviluppo ARBUSTIVO o ARBOREO: formano estese foreste soprattutto nell'emisfero boreale.
- Possano presentare una ramificazione:
- SIMPODIALE, in cui la gemma apicale di volta in volta smette di crescere, per cui prende il sopravvento una gemma laterale che diviene dominante. Questo porta ad una crescita apparentemente più disordinata, come nel ginepro.
- MONOPODIALE, con un fusto centrale dominante che si ramifica a palchi in maniera regolare. Questo è tipico dell'abete.
- Le foglie sono in genere piuttosto semplici, spesso AGHIFORMI o talvolta SQUAMIFORMI.
- Esse possono:
- essere inserite direttamente sui macroblasti, come nell'abete.
- formare ciuffetti verticillati sui brachiblasti (= rametti molto corti che si inseriscono sui macroblasti e portano le foglie), come nel pino e nel larice.
- Esse possono:
- La gran parte delle specie ha foglie
Sono caratterizzate da uno xerofitismo fisiologico, cioè un adattamento per climi aridi o freddi: avendo un sistema xilematico non così efficiente, sono adattate a risparmiare acqua.
Adattamenti delle foglie:
- Una ridotta superficie ed una spessa cuticola che ricopre (ed impermeabilizza) la pagina superiore della foglia (struttura aghiforme).
- Gli stomi sono posizionati sulla pagina inferiore della foglia aghiforme, ordinati in linee stomatiche e infossati in cavità riempite da materiale ceroso.
- Il mesofillo fogliare è estremamente compatto. Spazi intercellulari assenti.
- Il mesofillo è separato dalla nervatura centrale da uno strato di cellule che costituisce l'endoderma.
Altri adattamenti:
- Punteggiature fra fibrotracheidi dotate di TORO, che in base alle variazioni pressorie possono occludere delle regioni danneggiate in seguito a formazione di bolle d'aria accompagnate alloscongelamento.
Possiedono anche sostanze che abbassano il punto di congelamento, come sali o piccole molecole organiche tipo il glicerolo.
- Possiedono CANALI RESINIFERI, sia nelle radici, che nel fusto, che nelle foglie. Questi sono strutture secernenti a secrezione interna, il cui prodotto è una miscela di SESQUITERPENI, molto profumata, che interviene in caso di ferire sia per riparare il danno che per impedire l'ingresso di patogeni.
- Le strutture riproduttive sono dette CONI (o strobili).
I coni sono unisessuali (sono femminili o maschili), e le piante sono monoiche: portano entrambi i coni (maschili e femminili) sullo stesso individuo.
- Strobili femminili (= infiorescenze).
- Sono formati da un asse fiorale rigido su cui si innestano a spirale le squame (o brattee).
- 2 brattee unite insieme vanno a costituire il fiore femminile:
- una squama ovulare legnosa dotata di due ovuli (non ancora maturi)
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