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RIPRODUZIONE
Tutti gli organismi viventi hanno come finalità la conservazione della specie che
si attua attraverso la moltiplicazione e la diffusione degli individui. Il fenomeno
attraverso cui un organismo vivente dà origine ad uno o più discendenti prende
il nome di riproduzione.
La riproduzione è un processo fondamentale per tutti gli organismi viventi dal
momento che permette:
• la conservazione della specie (nel tempo)
• la diffusione della specie (nello spazio)
Tutti gli organismi vegetali presentano due modalità di riproduzione: sessuale
(o gamica) e vegetativa o propagazione (agamica). La riproduzione gamica è
sessuale e comporta la fusione di due gameti aploidi di genere diverso e deve
essere preceduta da una divisione per meiosi, dai gameti si originano nuovi
individui chiamati progenie. La riproduzione agamica è asessuale perché
avviene da un solo individuo che da origine a più individui, simili ad esso e
anch’essi capaci di riprodursi.
LA RIPRODUZIONE VEGETATIVA
La riproduzione vegetativa avviene attraverso semplici divisioni mitotiche, e
così si producono nuovi individui. I figli avranno stesso corredo genetico del
genitore (sono dei cloni). Questa, avvenendo con semplici divisioni mitotiche,
ha una rapidità di diffusione più rapida di quella sessuale. In termini di energia
è più economica e meno dispendiosa, però ha un grosso svantaggio ai fini
dell’adattamento della specie a nuovi ambienti, quindi non risulta vantaggiosa
ai fini della sopravvivenza e dell’evoluzione della specie.
La specie si evolve grazie alla concomitanza di tre processi:
È necessario che almeno in alcuni individui ci siano mutazioni nel genoma,
che producono modificazioni delle sequenze geniche. Queste
modificazioni ci sono anche attraverso la ricombinazione genica, con
crossing over durante la meiosi. Quest’ultime fanno sì che si creino
genotipi diversi e poi fenotipi diversi.
Per genotipo si intendono tutti i geni presenti nei cromosomi di un
individuo, sia quelli espressi che non. Per fenotipo si intende l’insieme
delle caratteristiche morfologiche di un individuo, determinate
dall’espressione dei geni attivati. Se una specie ha genotipi diversi, avrà
anche fenotipi diversi.
Sui fenotipi diversi lavora la selezione naturale, forza operata dall’
ambiente, che fa sì che sopravvivano quei fenotipi adatti ad ambientarsi
ed ad adattarsi alle condizioni ambientali, perpetuando la specie,
altrimenti muoiono.
Isolamento geografico
La riproduzione vegetativa ce l’hanno tutti i vegetali unicellulari, ed è quella
privilegiata da organismi vegetali in acqua: le microalghe; alcune di queste
hanno solo questo tipo di riproduzione. In questi organismi vegetali la
riproduzione sessuale viene attuata solo quando le condizioni ambientali
diventano sfavorevoli, quindi quando mancano nutrienti in acqua o quando c’è
un’alterazione chimica dell’acqua. Esse producono un nuovo individuo
dormiente (ha un periodo di dormienza, di riposo metabolico) e riprenderà a
dividersi e a vivere solo quando le condizioni ambientali saranno tornate
normali.
La riproduzione vegetativa ce l’hanno anche macrofaghe e tutte piante terrestri
(tutte tranne le gimnosperme, di non si conoscono modalità di riproduzione
vegetativa)
Le modalità con cui questo tipo di riproduzione si realizza sono variabili e lo
stesso organismo può metterne in atto più di una.
La modalità più semplice vegetativa è la scissione, poi abbiamo la gemmazione
simile ad essa ed infine ci sono la sporulazione e la frammentazione. Le ultime
due interessano organismo pluricellulari e si basano sulla capacità che hanno le
cellule vegetali adulte e vive di de-differenziarsi.
Scissione: la cellula iniziale si divide per mitosi e forma due cellule figlie
identiche tra loro, quindi con la stessa dimensione, cioè grandi la metà della
madre. Dopo un periodo di crescita raggiungeranno le stesse dimensioni della
cellula madre e potranno dividersi anch’esse con la stessa modalità. È tipica
degli organismi unicellulari (es. microalghe).
La sporulazione e la frammentazione sono sempre divisioni mitotiche che
interessano cellule adulte, quindi che vanno incontro a de-differenziamento e
riacquistano capacità di dividersi per mitosi.
La sporulazione avviene nelle alghe pluricellulari. Si formano per mitosi delle
cellule, che verranno chiamate spore vegetative o mitospore (mito=indica
origine delle spore attraverso mitosi), le quali verranno liberate in acqua e
potranno germinare solo quando le condizioni ambientali saranno favorevoli. Le
mitospore a seconda della specie alga pluricellulare a cui appartengono
possono essere:
-ENDOGENE, quando sono prodotte dentro delle strutture specializzate
(SPORANGIO); in questo caso le microspore possono essere flagellate
(zoospore) e potranno spostarsi in acqua con flagelli, ma possono essere anche
non flagellate (aplanospore), che quindi si spostano in acqua in maniera
passiva, in alcune specie con movimenti ameboidi.
-ESOGENE, quando le spore vengono prodotte da cellule sullo strato
superficiale del tallo. Queste sono aplanospore, prive di flagelli.
La frammentazione è tipica delle alghe pluricellulari, briofite e cormofite
Dal corpo della pianta madre del progenitore si stacca un pezzo del corpo
chiamato frammento o propagulo, da cui si forma l’individuo figlio completo.
Sono propaguli quegli organi come i rizomi, i bulbi, i tuberi, gli stoloni, i bulbilli
e anche le radici che producono radici avventizie (pioppo), la pianta produce
questi organi come degli organi di riserva durante stagione vegetativa, in
inverno la parte aerea della pianta muore, ed essa continua a vivere sottoterra
con questi organi.
Kalanchoe: in cima ad ogni foglia c’è una struttura
(propaguli che la pianta produce); quando essi sono
maturi si staccano cadono a terra e formeranno il
nuovo individuo.
Questa capacità viene sfruttata anche dall’uomo
con la frammentazione artificiale. L’uomo lo fa
lavorando su specie con interesse economico. Le
tecniche di frammentazione artificiale sono le talee,
propaggini, margotta e sono tutte applicate in
agronomia. In più abbiamo anche la micropropagazione che è una tecnica di
laboratorio.
talea è un frammento di una pianta appositamente tagliato e sistemato nel
-La
terreno o nell'acqua per rigenerare le parti mancanti, dando così vita ad un
nuovo esemplare. Il più delle volte si tratta di un rametto destinato a radicarsi.
Si tratta di un metodo di riproduzione che sfrutta le enormi
proprietà rigenerative dei vegetali, in particolare quella di differenziare il
tessuto indifferenziato (meristematico); un organismo vegetale è, in generale,
in grado di rigenerare parti perdute molto più facilmente di un organismo
animale (totipotenza delle cellule vegetali). Infatti la talea può costituirsi a
partire da un frammento di foglia, di fusto o radice.
-il termine propaggine indica il ramo che viene piegato e interrato per
la moltiplicazione per propagazione, detta anche propagginazione, di una
pianta. È una tecnica simile alla talea e, per tale motivo, è anche detta talea
assistita. Si opera incurvando verso il terreno il ramo prescelto e sotterrandolo
per un buon tratto con terriccio fresco e leggero, asportando un anello di
corteccia sotto un nodo per facilitare la formazione di un callo cicatriziale da cui
si svilupperanno le radici. Dopo un po' di tempo, si potrà separare il ramo dalla
pianta madre che, fino a quel momento, lo aveva assistito nella nutrizione e poi
anche trapiantarlo.
È una tecnica piuttosto scomoda e che richiede tempo, per cui si utilizza solo in
caso di piante per le quali non risultano efficaci le moltiplicazioni per talea
e margotta, e per le piante da serra particolarmente rare e preziose
-La margotta è una tecnica di moltiplicazione agamica delle piante utilizzata in
alternativa alla talea ma non solo, e consiste nel far radicare un ramo ancora
collegato alla pianta madre. Questa tecnica sfrutta la capacità che hanno i
giovani rami di emettere radici avventizie se ricoperti di terra e consiste nello
scortecciare parte di un ramo o di un tralcio e nel circondarlo di terra
racchiudendolo in un apposito recipiente di metallo o plastica; quando il ramo
ha emesso le radici, si taglia la nuova pianticella al di sotto del punto
margottato.
-La micropropagazione è una tecnica di propagazione di una pianta che
permette di ottenere un clone della pianta stessa, ovvero un insieme di
individui dotati dello stesso patrimonio genetico, tramite l'utilizzo dei metodi
moderni di coltura in vitro di cellule e tessuti vegetali.
La micropropagazione si differenzia dagli altri sistemi di moltiplicazione
vegetale (talea, propaggine, margotta, ecc.) per la sofisticata tecnica
operativa, che permette la riproduzione di cloni esenti da infezioni batteriche e
virali; tale pratica permette inoltre, a partire da esigui materiali di origine, di
ottenere una enorme quantità di individui clonati.
Perché si fa frammentazione artificiale? Per accorciare la lunghezza della fase
giovanile e per dare a progenie con delle caratteristiche ottime.
La gemmazione è simile alla scissione ma si differenzia da essa perché una
delle due cellule formate per mitosi è più piccola e si presenta come una sorta
di protuberanza della cellula madre (lieviti).
LA RIPRODUZIONE SESSUALE
La riproduzione sessuale avviene con l’incontro di due individui di sesso
opposto ed è privilegiata da organismi pluricellulari che durante il loro ciclo
vitale hanno anche riproduzione vegetativa. Se la specie è annuale e quindi
vive pochi mesi, la maturità sessuale è raggiunta molto presto; nelle specie
pluriennali che vivono molti anni, la maturità riproduttiva è raggiunta dopo
diverso tempo. Se la specie è annuale molto probabilmente questi eventi
avverranno una o due volte nella vita; se la specie è pluriennale questi eventi
ci sono con regolarità.
Nella riproduzione sessuale avvengono due processi fondamentali: meiosi e
gamia o fecondazione, e questi si alternano regolarmente.
Nella meiosi avviene la ricombinazione genica, quindi produrrà variabilità
genetica, perciò gli individui figli risulteranno geneticamente diversi dai
genitori. Grazie alla ricombinazione genica, in una specie si producono infinite
combinazioni di geni, che aumentano le possibilità della specie di adattarsi
all’ambiente. La variabilità genetica risulta vantaggiosa soprattutto quando le
condizioni ambie