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TEORIA ENDOSIMBIONTICA
Caratteristiche particolari che conferiscono una semi autonomia che ricordano i batteri
Si è pensatore l’origine del mitocondrio possa essere correlati con la nascita delle cellule
eucariote
Mitocondrio: ciò che rimane di un batterio ancestrale aerobio e eterotrofo che è stato fagocitato
da una cellula primitiva e che si sia poi stabilita una simbiosi stabile tra i due organismi
Prove:
DNA circolare
Membrana interna del mitocondrio diversa da quella esterna e contiene un lipide insolito,
cardiolipina (lipidi dei batteri)
Ribosomi
Organuli a livello del quale avviene la sintesi proteica,
cioè la capacità di unire gli amminoacidi per formare
proteine
Non sono delimitati da membrana e sono caratterizzati
da RNA ribosomiale (rRNA ) e da proteine ribosomiali
Struttura formata da due subunità, associate solamente
durate la sintesi proteica
Caratterizzate in base al coefficiente di sedimentazione
che rappresenta la velocità con cui la subunità
sedimenta quando viene applicato un campo centrifugo
S= Svedberg (10 picosecondi)
Perossisomi
Organuli delimitati da membrana che svolgono reazioni ossidative
Caratterizzati dalla presenza della catalasi, enzima capace di scindere il perossido d’idrogeno
Nei perossisomi avvengono delle reazione che prevedono l’ossidazione dei substrati con la
produzione di acqua ossigenata
Ossigeno molecolare viene ridotto nella reazione di ossidazione del substrato
La catalasi catalizza la reazione tra due molecole di perossido d’idrogeno che porta alla
formazione di due molecole d’acqua e una di ossigeno
Altre funzioni:
Beta ossidazione di acidi grassi (fase iniziale che conclude nei mitocondri)
Smaltimento di acido formico, metanolo (xenobiotici)
Ciclo del gliossilato nelle piante che convertono grassi in zuccheri (gliossisomi)
Metabolismo di amminoacidi
Il mal funzionamento dei perossisomi porta a dei deficit prima a livello neurologico poi a livello
fisico fino alla paralisi
Adrenoleucodistrofia
Patologia causata da una mutazione in un gene che codifica per una proteina responsabile del
trasporto degli acidi grassi a catena molto lunga nei perossisomi, portando all’accumulo di questi
Olio di Lorenzo: inibisce la formazione degli acidi grassi a catena molto lunga
Mai provato che sia efficace
SISTEMA DI ENDOMEMBRANE
All’interno della cellula troviamo un
sistema di membrane rappresentato dal
reticolo plasmatico liscio e rugoso e dal
Golgi che svolgono funzioni importanti per
la cellula
Liscio e rugoso morfologicamente diversi
per struttura vescicolare e tubolare e per la
presenza sul RER di ribosomi, non fissi ma
che si localizzano sul RE quando devono
sintetizzare delle proteine che vanno finire
all’interno del RER.
Golgi non collegati fisicamente con il RE
ma funzionalmente attraverso delle
vescicole
Lisosomi e vescicole fanno parte di questo
sistema di trasporto
Reticolo endoplasmatico liscio
• Funzione di sintesi di macromolecole:
Trigliceridi, fosfogliceridi, colesterolo e ormoni steroidei a seconda della cellula e ceramide
(sfingosina con acido gasso)
• Allungamento della catena di acidi grassi e nella modifica del grado di saturazione
• Deposito degli ioni calcio nelle cellule muscolari
• Sede di processi mirati alla detossificazione da farmaci
A livello del RE liscio nel fegato, vi è un sistema di
proteine, citocromo P 450, che aggiunge un gruppo
idrossilico al farmaco rendendolo idrofilo e permettendo
una espulsione migliore attraverso le urine
Può nascere una tolleranza al farmaco perchè con un
uso continuativo, il RE liscio diventa più grande e
amplifica la formazione di enzimi che catalizzano le
reazioni di espulsione, rendendo il soggetto tollerante
• Negli epatociti, responsabili del rilascio di glucosio nel
sangue (glucosio-6-fosfatasi associato al RE)
Quando si è lontani dal pasto il glucosio deve essere
rilasciato nel sangue
Glucosio rilasciato dal glicogeno come glucosio-6-
fosfato
A livello della membrana plasmatica esistono dei
trasportatori che riconoscono solo il glucosio non legato
quindi il fosfato viene rimosso dalla glucosio-6-fosfatasi
presente nel RE liscio
Reticolo endoplasmatico rugoso
Luogo dove si localizzano i ribosomi durante la sintesi proteica
Rappresenta ala prima tappa dello smistamento delle proteine
Le proteine possono essere
sistematizzate mediante due
vie:
Via citosolica: nei ribosomi
liberi nel citoplasma
Proteine vanno nel nucleo,
mitocondri, perossisomi, e
citoplasma
Via vescicolare: ribosomi del
RER
Proteine servono per il reticolo
o intraprendono un percorso
che le porta al Golgi e da lì
rimanere nell’apparato o
ulteriormente trasportate da
vescicole alla membrana o ai
lisosomi
Nel RER e nel Golgi sono
presenti una serie di enzimi che
modificano le proteine per
diversificarle
Apparato di Golgi Costituito da cisterne appiattite riempite di lume
La parte che si trova in prossimità del RE si
cis
chiama
La parte più distale verso la membrana si chiama
trans
RE e Golgi legati funzionalmente
Nel Golgi vengono sintetizzati sfingomielina,
sfingoglicolipidi e si formano le glicoproteine
A livello delle varie vescicole si hanno delle
funzioni diverse che possono anche lavorare in
serie
Lisosomi
Si originano dalla via vescicolare del Golgi
Il lisosoma maturo è caratterizzato da una membrana e da
moltissimi enzimi chiamati idrolasi acide, responsabili della
degradazione di molecole che avviene in ambiente acido
mantenuto da una pompa protonica
Si introducono ioni H+ attraverso il consumo di ATP con
consequente abbassamento del pH
Digeriscono
Materiale extracellulare derivate da fagocitosi
Organuli cellulari: autofagia
Per il rinnovo delle parti delle cellule
Il lisosoma si protegge dall’acidità attraverso delle
proteine glicosilate che costituiscono un rivestimento
protettivo CELLULA EUCARIOTA VEGETALE (19/10)
Parete cellulare
Cellule vegetali possiedono una parete non composta da peptidoglicano che però conferisce
stabilità, impedisce la lisi osmotica
Si distinguono due tipi di parete separate:
Primaria:
80% proteine, polisaccaridi acidi, emicellulosa Secondaria:
20% cellulosa 80% cellulosa
20% proteine e altri tipi si polisaccaridi
Vacuolo
• Immagazzina nutrienti o sostanze di scarto
• Contiene pigmenti
• Mantiene la pressione di turgore
• Luogo di accumulo di sostanze velenose
Plastidi
Delimitati da doppia membrana, possiedono
DNA e ribosomi e all’interno dei plastidi si
hanno:
- Cloroplasti
- Cromoplasti: non possiedono clorofilla ma
altri pigmenti colorati
Spesso si ha una trasformazione dei
cloroplasti in cromoplasti che definisce il
cambiamento di colore durante la maturazione
o l’ingiallimento
- Leucoplasti: plastidi in cui si accumulo Comunicazione tra le cellule definita
l’amido attraverso delle strutture chiamate
plasmodesmi che permettono comunicazione
tra le cellule adiacenti
Membrane cellulari
Esistono molti tipi di membrana cellulare che si differenzia da tipo cellulare ma che hanno gli
stessi ruoli fondamentali
• Compartimentazione
• Barriera con permeabilità selettiva dipendente da proteine di membrana
• Trasporto di sostanze
• Supporto fisico per attività enzimatiche
• Risposta a segnali esterni
• Interazioni intercellulari
• Trasferimento di energia
Storia della scoperta della membrana cellulare a)Overton 1890: si osserva che
attraverso delle membrane isolate
potevano passare sostanze polari di
natura lipidica ma respinte le sostanze
polari
Osservazione: doveva essere composta
da lipidi
b)Langmuir: fosfolipidi come
componente lipidica delle membrane e
trova il modo di isolarli in solventi
organici, benzene. La componente
lipidica veniva estratta nel benzene
perchè apolare e faceva stratificare
nell’acqua formando uno strato di
fosfolipidi con la testa sull’acqua
c)Gorter e Grendel 1925: prendendo un
certo numero di eritrociti e la superficie
di uno singolo trovarono una superficie
totale. Estrassero i fosfolipidi e li fecero
stratificare e misurarono la superficie
che occupavano. Questa risultava la
metà
Deduzione: i fosfolipidi si dispongono
su un doppio strato
Dubbi: modello che non permette il
passaggio di sostanze polari o cariche
Caratteristiche di tensione superficiale
diversa dalla cellula vera e propria
d)Davson e Danielli 1935: ipotizzano
doppio strato superficiale di proteine
con modello a sandwich
Avvalorato dallo studio di micrologia
e) Robertson: osserva al microscopio
elettronico le membrane di molte cellule
e le membrane degli organuli e ipotizza
un modello unitario di membrane con
struttura fondamentale con struttura
trilaminare
Condsiderazioni: dimensioni della
membrana = 7-8 nm
Code dei fosfolipidi = 5-6 nm
Teste e proteine = 1-2 nm
Non sufficiente per la grandezza delle
proteine
f) Singer e Nicolson 1972
Proteine poste all’interno della
membrana
Se le proteine fossero disposte a strato,
l’azione di enzimi come le fosfolipasi
sarebbe lenta perché non arriverebbero
ai fosfolipidi
In realtà si ottiene una disgregazione
per cui i fosfolipidi sono accessibili alla
fosfolipasi e quindi le proteine sono
disposte in maniera non continua
Modello a mosaico fluido
g)Unwin e Henderson
Doppio strato di fosfolipidi attraversato
da proteine intrinseche e estrinseche
Modello a mosaico fluido
Mosaico per la composizione lipidica e
proteica
Fluido per l’elasticità della membrana
Lipidi di membrana:
Fofsoglicerolipidi e fosfosfingolipidi
Glicolipidi
Colesterolo (negli animali)
Fitosteroli (nelle piante)
Opanoidi (nei batteri)
Doppio strato asimmetrico
La criofrattura permette di studiare la
struttura dei due foglietti fosfolipidici
Le cellule vengono messe in azoto liquido e con una lama sottile viene fatto un taglio nella
membrana nel punto di minore fragilità (code dei fosfolipidi)
Le proteine vengono trattate con metalli pesanti Proteine possono attraversare più volte
il doppio strato, proteine moltipasso, e
spesso la parte che l’attraversa è a alfa-
elica
Proteine possono essere
a)integrali o intrinseche
b)Periferiche o estrinseche
c)Maggiormente ancorate al doppio
strato attraverso delle catene di acidi
grassi o idrocarburi o ancorate ad un
fosfolipide c