Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SEGNALI DI LOCALIZZAZIONE
nucleo: riutilizzabile
RE: non-riutilizzabile, perché è co-traduzionale. quando la proteina avanza nel doppio
strato, il segnale resta legato al canale in attesa di essere rimosso da una peptidasi e
poi degradato
MODIFICHE POST-TRADUZIONALI nel RE
- ripiegamento
- formazione ponti disolfuro: questi legami sono catalizzati da particolari
enzimi del RE, che stabilizzano la struttura della proteina
- glicosilazione: aggiunta covalente di catene laterali di zuccheri per
trasformarle in glicoproteine
- processamento proteolitico (in alcune): taglio di amminoacidi da parte di
proteasi
- assemblaggio di grandi proteine multimeriche
4)APPARATO DI GOLGI
è formato, come il reticolo, da vescicole appiattite e compattate una sull’altra dette
cisterne, ma contiene enzimi diversi dal reticolo
l’apparato ha una polarità:
-regione cis: lato adiacente al RE
- regione mediale
- regione trans: regione esterna più a contatto con il citosol
le proteine che arrivano dalle vescicole di trasporto del RE entrano nell’apparato di
Golgi dalla regione cis e passano alla regione trans, subendo modificazioni specifiche
che riguardano la glicosilazione e il processamento proteoilitico; queste portano la
proteina alla maturazione e al suo indirizzamento in compartimenti diversi
durante la mitosi:
- cellule animali: il Golgi scompare
- cellule vegetali: nella divisione cellullare anche esso si divide
Trasporto vescicolare e equilibrio tra reticolo e Golgi
come esiste un flusso di vescicole che si staccano dal RE per andare nel Golgi e poi
alla membrana, esiste anche un flusso in direzione opposta, perché altrimenti la
superficie del RE con il passare del tempo diminuirebbe sempre di più.
vescicole rivestite: vescicole che gemmano dalle membrane e hanno un
rivestimento proteico sulla faccia del citosol; dopo la loro gemmazione perdono il
rivestimento, così che la loro membrana sarà libera di interagire con la membrana alla
quale dovranno fondersi.
vescicole rivestite da clatrina
la clatrina è una proteina fatta da 3 catene pesanti e 3 leggere
queste vescicole gemmano dall’apparato di Golgi se sono dirette all’esterno e dalla
membrana cellulare se sono dirette all’interno; la gemmazione inizia con la formazione
di una fossetta rivestita da clatrina, che si assembla progressivamente e forma una
struttura quasi sferica risucchiando parte della membrana a cui era attaccata.
l’assemblaggio del rivestimento avviene in corrispondenza di particolari recettori
cargo quindi ogni vescicola incorpora nel proprio lume uno specifico carico molecolare
legato ai rispettivi recettori.
le vescicole sono indirizzate a destinazioni precise, perché hanno marcatori
molecolari detti v-SNARE sulle superfici che si riconoscono in modo estremamente
specifico con recettori sulla membrana bersaglio detti
t-SNARE (se la vescicola si trova vicino a membrana che non presenta la proteina
bersaglio, non avviene la fusione). quando avviene il riconoscimento tra vescicola e
bersaglio, le due membrane si avvicinano a tal punto da fondersi.
TIPOLOGIA DI FLUSSO VESCICOLARE
esocitosi: percorso di secrezione che riversa sostanze all’esterno
tipi di secrezione
secrezione continua/costitutiva: fornisce lipidi e proteine di nuova sintesi alla
membrana cellullare rendendone possibile l’espansione prima della divisione e
trasporta sulla superficie cellullare proteine solubili che devono riversarsi all’esterno
secrezione regolata: è attiva soltanto nelle cellule specializzate nella secrezione che
producono ormoni, muco ed enzimi digestivi, che poi vengono immagazzinati in
vescicole secretorie che gemmano dal reticolo trans e si accumulano nel citosol nei
pressi della membrana, attendendo un segnale extracellulare (ormone o
neurotrasmettitore) per riversare all’esterno il loro contenuto.
endocitosi: percorso che porta sostanze all’interno della cellula, racchiudendole in
piccole porzioni di membrana cellullare che gemmano verso l’interno racchiudendosi
nella vescicola endocitica intracellulare. i materiali vengono portati agli
endosomi, nei quali sono rinviati alla membrana per essere riciclati oppure si fondono
ai lisosomi che li digeriscono.
tipi di endocitosi
- pinocitosi: ingestione di liquidi o piccole molecole
- fagocitosi: ingestione di grandi molecole tramite vescicole dette fagosomi
es. i protozoi ingeriscono grosse particelle come batteri inglobandole nei
fagosomi, che poi si fondono ai lisosomi e vengono digeriti
- endocitosi mediata da recettori: le macromolecole si legano a recettori
complementari sulla superficie cellullare ed entrano nella cellula sotto forma di
composto molecola-recettore
es. il colesterolo è un lipide estremamente insolubile in acqua che nel sangue
circola legato a proteine sotto forma di lipoproteina a bassa densità (LDL),
cioè con un involucro di fosfolipidi e un nucleo denso di colesterolo.
le LDL e tutte le altre proteine si legano a recettori cargo di membrana, si
forma la vescicola di endocitosi con rivestimento di clatrina, poi il rivestimento
viene perso e la vescicola si fonde all’endosoma; poiché l’ambiente interno
dell’endosoma è più acido del citosol, la vescicola si acidifica, provocando lo
stacco del recettore che torna sulla membrana per essere riutilizzato, mentre
le LDL vengono recapitate dal lisosoma, che con i suoi enzimi è in grado di
degradarle e rilasciare il colesterolo che stavano trasportando, che poi servirà
per la sintesi di nuova membrana. +
endosoma: ha un ambiente interno acido (pH 5-6) grazie all’azione della pompa H
alimentata ad ATP, che si trova sulla membrana e sposta ioni dal citosol al lume.
- autofagia: processo che viene utilizzato dalle cellule animali per eliminare
componenti cellullare danneggiati, prevenire l’invecchiamento cellullare,
eliminare patogeni che potrebbero eludere la fagocitosi, permette la
sopravvivenza e il nutrimento della cellula quando non assorbe abbastanza
metaboliti dall’esterno.
attorno alla componente citoplasmatica che deve essere eliminata, si iniziano a
fondere una serie di vescicole in un unico involucro detto autofagosoma,
costituito da due membrane; questo si fonde al lisosoma e i suoi enzimi
degradano tutto quello che c’è all’interno.
5)LISOSOMA
organello rivestiti da singola membrana che digerisce e degrada le sostanze
provenienti dall’esterno. contengono enzimi della classe di idrolasi acidi, che
funzionano solo in ambiente acido: nucleasi, proteasi, glicosidasi, lipasi,
fosfatasi, solfatasi, fosfolipasi. funzionano solo in ambiente acido perché
altrimenti distruggerebbero l’apparato anche in condizioni normali; quando il lisosoma
si fonde all’endosoma la pompa protonica abbassa il PH (deve essere < di 5) e avvia
l’attività di questi enzimi
membrana: presenta trasportatori che veicolano i prodotti finali della digestione di
+
macromolecole al citoplasma e una pompa per gli ioni H alimentata ad ATP che
importa protoni nel lume dell’organulo, mantenendo così il PH interno a valori acidi.
MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE
gruppo di malattie metaboliche ereditarie caratterizzate da un’eccessiva
produzione di sostanze tossiche all’interno della cellula, perché quando uno degli
enzimi lisosomiali non funziona oppure funziona male a causa di un difetto genico, la
sostanza che quella specifica proteina avrebbe dovuto degradare si accumula nella
cellula con effetti tossici.
a seconda dello specifico deficit enzimatico, possono colpire diversi organi
possono manifestarsi già dall’infanzia
solitamente sono gravi e progressive
6)PEROSSISOMI
piccoli organelli che contengono ossidasi, enzimi che usano O per degradare
2
substrati organici, tossine e alcol e sintetizzano alcuni fosfolipidi (come quelli della
guaina mielinica)
contengono anche abbondanti dosi di catalasi, un enzima che neutralizza il perossido
di idrogeno che si forma durante le ossidazioni e potrebbe risultare nocivo.
Meccanismo di entrata delle proteine nei perossisomi
le proteine sono marcate da un segnale di importazione, costituito da sequenze di
tre amminoacidi, che le porta all’interno del perossisoma senza la necessità di prima
disavvolgersi.
la maggior parte delle proteine arrivano dal citosol, ma alcune arrivano tramite
vescicole dalla membrana del RE.
MALATTIE PEROSSISOMICHE
sono ereditarie e derivano dal mal funzionamento dei perossisomi, che provoca un
accumulo dannoso di acidi grassi e perossido di idrogeno.
di solito sono necessarie due copie del gene anomalo affinché compaia il disturbo,
perciò nella maggior parte dei casi nessun genitore ne è affetto.
Adrenoleucodistrofia: malattia legata al cromosoma X che colpisce cervello, midollo
spinale e ghiandole surrenali. è la malattia legata ai perossisomi più comune, ma
essendo legata al cromosoma X è diffusa principalmente nei maschi
LEZIONE 15-16
7)CITOSCHELETRO
fatto da una fitta rete di filamenti di natura proteica che attraversa il citoplasma
ha diverse funzioni:
- fornisce supporto e da forma alla cellula (quelle animali sono prive di parete
cellullare)
- costituisce l’elemento strutturale sul quale possono muoversi vescicole e altri
organelli
- struttura dinamica che permette alla cellula di cambiare forma, dividersi e
rispondere all’ambiente esterno
è fatto da 3 classi di filamenti:
FILAMENTI INTERMEDI
sono i principali responsabili della resistenza meccanica
hanno dimensioni intermedie tra i microtubuli e i microfilamenti, ma sono i più robusti
e durevoli
sono costituiti da proteine molto lunghe, che sono il risultato dell’unione di dimeri in
tetrameri e che messi insieme formano dei cordoni; i filamenti intermedi di una cellula
sono collegati ai filamenti intermedi delle cellule adiacenti attraverso dei punti di
aggancio, quindi si crea un’unica unità strutturale
filamenti intermedi citoplasmatici
- cheratine: nelle cellule epiteliali
es. epidermolisi bollosa semplice
malattia genetica molo rara, in cui mutazioni dei geni delle cheratine
interferiscono con la formazione dei filamenti intermedi nell’epidermide e
quindi la pelle risulta vulnerabile ai danni meccanici e facilmente si copre di
bolle. la malattia può essere curata con la terapia genica; si prelevano dal
malato porzioni di epidermide, che vengono trattati in laboratorio per sostituire
il gene mutato con uno corretto, poi la porzione di pelle sana viene ricucita sul
paziente, senza neanche il rischio di rigetto
- neurofilamenti: nelle cellule nervose
- vimentina e vimentino-simili: nel tessuto connettivo e muscolare
filamenti intermedi nucleari
- lamine: f