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Reticolo Endoplasmatico: il reticolo endoplasmatico è costituito da un insieme di cisterne, sacchetti
appiattiti e tubuli membranosi che delimitano un complesso di cavità (o lume del RE) ampiamente
intercomunicanti. Il RE svolge un ruolo centrale nella biosintesi dei lipidi e delle proteine. La sua
membrana, infatti, è il sito di produzione di tutte le proteine transmembrana e di tutti i lipidi per la maggior
parte degli organelli della cellula, compresi lo stesso RE, l’apparato di Golgi, i lisosomi, le vescicole secretorie
e la membrana plasmatica. Il RE cattura proteine selezionate dal citosol mentre queste vengono
sintetizzate. Queste proteine sono di due tipi: “proteine transmembrana”, che sono traslocate solo
parzialmente attraverso la membrana del RE e rimangono immerse in essa, e “proteine solubili in acqua”, che
sono completamente traslocate attraverso la membrana del RE e sono rilasciate nel lume del RE. Alcune
delle proteine transmembrana svolgono la loro funzione nel RE, ma molte altre sono destinate a risiedere
nella membrana plasmatica o nella membrana di un altro organello. Le proteine solubili, invece, sono
destinate o al lume di un organello o alla secrezione.
In base alle caratteristiche morfologiche è possibile distinguere due tipi fondamentali di RE, che svolgono
funzioni diverse e che differiscono per la loro composizione: il reticolo endoplasmatico rugoso (RER) e il
reticolo endoplasmatico liscio (REL). Il RER deve il suo nome all’aspetto rugoso della faccia citoplasmatica
delle sue membrane, dovuto all’associazione di numerosi ribosomi, i quali sono impegnati nella “sintesi
proteica”. Il ribosoma che sta sintetizzando la proteina è attaccato direttamente alla membrana del RE, con
la subunità maggiore rivolta verso la membrana e la subunità minore rivolta verso il citoplasma. Ci sono due
popolazioni di ribosomi nel citosol: i “ribosomi attaccati a membrana”, posti sul lato citosolico della
membrana del RE e sono impegnati nella sintesi di proteine che stanno contemporaneamente traslocando nel
RE; i “ribosomi liberi”, non attaccati a nessuna membrana, i quali sintetizzano tutte le altre proteine
codificate dal genoma nucleare. Il RER, quindi, svolge un ruolo chiave nella sintesi e nella maturazione
delle proteine di membrana e delle proteine destinate alla membrana o al lume di diversi organuli cellulari,
come l’apparato di Golgi o i lisosomi. Le regioni del RE prive di ribosomi attaccati sono chiamate invece
reticolo endoplasmatico liscio (REL). Nella grande maggioranza delle cellule, queste regioni sono limitate e
spesso parzialmente lisce e parzialmente rugose. Talvolta sono chiamate anche “RE di transizione”, perché
contengono “siti di uscita dal RE” da cui gemmano vescicole di trasporto che portano proteine e lipidi di
nuova sintesi per il trasporto all’apparato di Golgi. In alcune cellule specializzate, però, il REL è molto
abbondante, ad esempio:
• All’interno di cellule specializzate nel metabolismo dei lipidi. Cellule che sintetizzano ormoni
steroidei da colesterolo, per esempio, hanno un compartimento del REL espanso per far posto agli
enzimi necessari a produrre colesterolo e a modificarlo per formare gli ormoni;
• Negli epatociti, i quali rappresentano il sito principale di produzione di particelle lipoproteiche, che
portano lipidi attraverso il torrente circolatorio ad altre parti del corpo.
Un’altra funzione del RE è quella di sequestrare calcio dal citosol. Il rilascio di calcio nel citosol dal RE e la
sua successiva riassunzione sono coinvolti in molte risposte a segnali extracellulari. L’accumulo di calcio
all’interno del lume del RE è dovuto dal fatto che sono presenti numerose proteine che legano calcio con
elevata affinità. In alcune cellule, regioni specifiche del RE sono specializzate per il deposito di calcio: le
cellule muscolari, ad esempio, hanno un abbondante REL specializzato, chiamato “reticolo
sarcoplasmatico”, il quale sequestra calcio dal citosol per mezzo di una Ca2+ATPasi che pompa calcio
dentro il lume. Il rilascio e la riassunzione di calcio da parte del reticolo sarcoplasmatico scatenano
rispettivamente la contrazione e il rilassamento delle miofibrille durante ciascun ciclo di contrazione
muscolare.
Trasporto di proteine nel reticolo endoplasmatico (trasporto transmembrana) :
L’importazione di proteine nel RE inizia prima che la catena polipeptidica sia completamente sintetizzata:
tale processo è definito “cotraduzionale”. Questo meccanismo è differente dal processo di importazione delle
proteine nei mitocondri, nei nuclei, nei perossisomi, che invece è definito “posttraduzionale”. Poiché
un’estremità della proteina è di solito traslocata nel RE mentre il resto della catena polipeptidica viene
sintetizzata, la proteina non è mai rilasciata nel citosol e perciò non corre mai il rischio di ripiegarsi prima di
raggiungere il traslocatore nella membrana del RE. Ciò, a differenza dell’importazione posttraduzionale,
non sono necessarie proteine chaperone per mantenere la proteina non ripiegata. Il ribosoma che sta
sintetizzando la proteina è attaccato direttamente alla membrana del RE. Una particella di riconoscimento
del segnale (SRP) dirige le sequenze segnale dal RE ad un recettore specifico nella membrana del RER. La
sequenza segnale del RE è guidata alla membrana del RE da due componenti: una “particella di
riconoscimento del segnale” (SRP), che si divide fra la membrana del RE e il citosol e si lega alla sequenza
segnale, e un “recettore SRP” nella membrana del RE. La SRP è una particella complessa che consiste di sei
catene polipeptidiche diverse attaccate ad una singola molecola di RNA. La SRP si lega quindi alla
sequenza segnale del RE non appena il peptide è emerso dal ribosoma. Ciò provoca una pausa nella sintesi
proteica; presumibilmente la pausa dà al ribosoma abbastanza tempo per legarsi alla membrana del RE
prima che la sintesi della catena polipeptidica sia completa, assicurando così che la proteina non venga
rilasciata nel citosol. Una volta formato, il complesso SRPribosoma si attacca al recettore SRP, che è una
proteina di membrana esposta soltanto sulla superficie citosolica della membrana del RE ruvido. Questa
interazione porta il complesso SRPribosoma ad un traslocatore. La SRP e il recettore SRP sono allora
rilasciati e la catena polipeptidica in crescita è trasferita attraverso la membrana. E’ stato a lungo dibattuto
se le catene polipeptidiche venissero trasferite attraverso la membrana del RE a contatto diretto con il
doppio strato lipidico o attraverso un poro in un traslocatore proteico. La questione fu risolta dalla
purificazione del traslocatore, che si dimostrò formare un poro pieno d’acqua nella membrana attraverso il
quale la catena polipeptidica attraversa la membrana. Il traslocatore, chiamato “complesso Sec61”, consiste
di tre o quattro complessi proteici, ciascuno composto da tre proteine transmembrana, che si assemblano in
una struttura a ciambella. Quando si lega un ribosoma, il foro centrale del traslocatore si allinea con un
tunnel nella subunità ribosomale maggiore attraverso il quale dal ribosoma esce la catena polipeptidica in
crescita. Si pensa che la sequenza segnale nella catena polipeptidica in crescita scateni l’apertura del poro:
dopo che la sequenza segnale è stata rilasciata dalla SRP e la catena in crescita ha raggiunto una lunghezza
sufficiente, la sequenza segnale si lega ad un sito specifico dentro il poro stesso, aprendo così il poro. La
sequenza segnale Nterminale del RE di una proteina solubile ha due funzioni: dirige la proteina alla
membrana del RE e serve da “segnale di inizio del trasferimento” che apre il poro. Successivamente, alla fine
del processo, la sequenza segnale viene rimossa da una peptidasi del segnale e la catena polipeptidica
sintetizzata è rilasciata nel lume del RE.
Traffico vescicolare intracellulare
I compartimenti cellulari sono fra di loro in comunicazione costante, con molecole che passano da un
compartimento donatore ad un compartimento bersaglio mediante numerose unità di trasporto racchiuse da
membrane, chiamate “vescicole di trasporto”. Le vescicole gemmano da una membrana e si fondono con
un’altra in continuazione, trasportando componenti di membrana e molecole solubili che prendono il nome di
“cargo”. Ciascuna vescicola di trasporto che gemma da un compartimento deve essere selettiva: infatti deve
assumere soltanto le proteine appropriate e deve fondersi soltanto con la membrana bersaglio appropriata.
La maggior parte delle vescicole di trasporto si formano a partire da regioni specializzate rivestite dalle
membrane. Esse gemmano come “vescicole rivestite” che hanno una gabbia caratteristica di proteine che ne
ricopre la superficie citosolica. Tuttavia, però, prima che la vescicola si fonda con una membrana bersaglio, il
rivestimento proteico è scartato per permettere alle due superfici citosoliche delle membrane di interagire
direttamente e di fondersi. Si pensa che il rivestimento svolga tre funzioni principali: aiutare a selezionare le
molecole appropriate per il trasporto, concentrare proteine specifiche di membrana in una zona specializzata
della membrana e generare vescicole che abbiano dimensioni relativamente uniformi. Ci sono tre tipi di
vescicole rivestite: vescicole rivestite di “clatrina”, vescicole rivestite di “COPI” e vescicole rivestite di
“COPII”. Le vescicole rivestite di clatrina mediano il trasporto dal lato trans dell'apparato di Golgi agli
endosomi tardivi; le vescicole rivestite di COPI mediano il trasporto retrogrado all’interno dell’apparato di
Golgi (gemmano dai compartimenti del preGolgi e dalle cisterne del Golgi); le vescicole rivestite di COPII,
infine, mediano il trasporto delle proteine dal RE all’apparato di Golgi (gemmano all’interno RE nei “siti di
uscita dal RE”). Il componente proteico principale delle vescicole rivestite di clatrina è la “clatrina” stessa.
Ciascuna subunità di clatrina consiste di tre catene polipeptidiche grandi e di tre catene polipeptidiche
piccole che insieme formano una struttura a tre gambe chiamata “trischelio”. I trischeli di clatrina si
assemblano in una struttura convessa formando fosse rivestite sulla superficie citosolica delle membrane.
Una seconda proteina principale di rivestimento nelle vescicole di clatrina, chiamata “adattina”, è necessaria
sia per attaccare il rivestimento di clatrina alla membrana sia per intrappolare varie proteine
transmembrana, compresi i recettori transmembrana che catturano le molecole cargo solubili dentro la
vescicola, i cosiddetti “recettori del cargo”. Ci sono almeno