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L AMORE

, elenca come segue:

È UN VIAGGIO

gli amanti corrispondono ai viaggiatori, la relazione amorosa corrisponde al veicolo, gli scopi comuni degli

amanti corrispondono alle loro destinazioni comuni, le difficoltà della relazione corrispondono agli ostacoli

del viaggio.

Tuttavia, è bene sottolineare che, poiché “concettuale”, la metafora è prima di tutto uno strumento del

pensiero che, in quanto tale, può trovare espressione anche non linguistica, ad esempio in immagini, gesti

ecc. Si pensi ai diagrammi, per i quali vige la convinzione che quantità numeriche maggiori debbano essere

rappresentate più elevate su una superficie fisica rispetto a quantità minori (secondo la metafora ).

SU E GIÙ

A questo punto potremmo però interrogarci sulla possibilità di distinguere tra espressioni metaforiche e non,

tra concettualizzazione metaforica e non. In altre parole, sarebbe possibile ragionare senza metafore? Per il

linguista cognitivo probabilmente sì, ma il nostro ragionamento ne risulterebbe fortemente ridimensionato e

limitato. Rimane tuttavia il problema di una tradizione che ci ha abituati a concepire la metafora come

deviazione dalla norma. I lavori prodotti nell'ambito della linguistica cognitiva ci rendono però consapevoli

del fatto che, per molte situazioni non esistono espressioni letterali che possiamo scegliere in alternativa a

quelle metaforiche. Per il linguista cognitivo, insomma, le espressioni metaforiche sono letterali in quanto

rappresentano in modi normali di parlare di determinate situazioni di vita.

4.2) Metonimia

Classicamente la metonimia è definita nel quadro di una teoria della sostituzione in base alla quale è intesa

come una relazione di referenza in cui il nome di un'entità (“sorgente” o “veicolo”) viene impiegato per riferirsi

a una seconda entità (“bersaglio”) alla quale la prima è associata o contigua. Corollario importante della teoria

della sostituzione è che non comporterebbe una sostanziale differenza usare il nome veicolo (dunque la

metonimia) oppure l'espressione letterale cui il veicolo rimanda (il bersaglio), in quanto in entrambi i casi

viene selezionato il medesimo referente (anche se con la figura retorica esso viene selezionato in maniera

indiretta). In linguistica cognitiva metonimia sineddoche sono considerate la manifestazione dello stesso

fenomeno concettuale, per questo di seguito parleremo indifferentemente di metonimia.

In tale ambito di studi la definizione che ha fatto scuola è quella di Lakoff & Johnson, secondo i quali la

metonimia ha luogo quando si usa un'entità per riferirsi a un'altra a essa collegata. Le due entità legate da

metonimia si trovano all'interno dello stesso dominio concettuale (diversamente da quanto avviene nella

teoria concettuale della metafora, in cui abbiamo una mappatura tra domini concettuali differenti). Secondo

Barcelona (2003) i parlanti si basano su modelli popolari consci per stabilire che cosa costituisca un singolo

dominio o due domini differenti. In sostanza metafora e metonimia dipenderebbero da come le comunità di

discorso cui appartengono i parlanti strutturano il loro universo.

Analogamente alla teoria classica della sostituzione, la definizione di Lakoff & Johnson attribuisce alla

metonimia una funzione referenziale: infatti essa implica il riferimento a un'entità tramite un'altra, come

quando diciamo che “Il Quirinale ha dato il suo assenso al progetto di riforma delle istituzioni” intendendo

che “il Presidente della Repubblica” ha manifestato il proprio assenso. Tuttavia in linguistica cognitiva la

metonimia è qualcosa di più, in particolare esprime anche una funzione concettuale, fornendo una

determinata prospettiva di comprensione. Consideriamo ad esempio la metonimia .

LA PARTE PER IL TUTTO

Quando parliamo della “fuga dei cervelli” per riferirci a “persone preparate e intelligenti” che sono costrette

a lasciare il nostro paese per trovare lavoro altrove, non è indifferente la parte (il cervello) che scegliamo per

indicare il tutto (la persona), infatti diciamo “cervelli” e non “occhi” o “nasi” ecc., perché vogliamo sottolineare

particolari caratteristiche delle persone che se ne vanno dall'Italia, ossia l'intelligenza e la preparazione. La

metonimia, quindi, serve alcuni degli stessi scopi della metafora, e in un certo senso nello stesso modo, ma

essa ci permette di focalizzare in modo più specifico certi aspetti dell’identità di ciò a cui ci stiamo riferendo.

Come le metafore, le metonimie strutturano i nostri pensieri, e tramite essi le nostre azioni, le nostre

attitudini. Se diciamo “Bush ha bombardato Baghdad”, pensiamo a Bush come a colui che ha compiuto

l'azione (nonostante non sia stato lui a sganciare materialmente le bombe degli aerei), e lo riteniamo

responsabile ( Bush/esercito).

PERSONA CHE CONTROLLA STA PER LA COSA CONTROLLATA

Partendo dalla riflessione di Lakoff & Johnson, molti altri linguisti cognitivi si sono occupati di metonimia.

Croft (1993), ad esempio, definisce la metonimia come un processo di evidenziazione del dominio, in quanto

essa renderebbe primario un dominio (o sottodominio) secondario nel significato letterale. Nell'enunciato “il

Times non è ancora arrivato”, “il Times” evidenzierebbe metonimicamente un sottodominio normalmente

secondario del frame semantico che esso evoca, ossia un giornalista che scrive per il giornale.

Ruiz de Mendoza Ibañez (2000) propone di ricondurre le metonimie , ,

LA PARTE PER IL TUTTO IL TUTTO PER LA PARTE

a due grandi gruppi:

LA PARTE PER LA PARTE

1. Metonimie in cui la sorgente è nel bersaglio (source – in – target)

2. Metonimie in cui il bersaglio è nella sorgente (target – in – source).

Nel primo gruppo rientrerebbe la metonimia “il panino al prosciutto sta aspettando il conto”, in quanto qui

non si tratterebbe di una relazione parte – parte (panino al prosciutto – cliente che ha consumato il panino al

prosciutto) all'interno del dominio semantico cognitivo del ristorante, ma piuttosto di una metonimia source

– in – target, in quanto il panino al prosciutto sarebbe concettualizzato all'interno del dominio del cliente.

Come esempio opposto abbiamo “ho rotto la finestra”, metonimia con la quale la maggior parte delle volte si

vuole indicare che si è rotta non la finestra come un tutto ma il vetro della stessa (per cui il bersaglio – vetro

sta nella sorgente – finestra).

Radden e Kövecses (1999), ispirandosi a Langacker (1993), definiscono la metonimia come un processo

cognitivo in cui un'entità concettuale – il veicolo – fornisce accesso mentale a un'altra entità concettuale – il

bersaglio -, che si trova all'interno dello stesso Modello Cognitivo Idealizzato (Idealized Cognitive Model –

ICM). L’ICM è inteso come una complessa struttura di conoscenze comprendente le conoscenze

enciclopediche delle persone relative a un particolare dominio nonché il modello culturale che tali persone

condividono. Si tratta di un concetto simile a quello di frame, di cui si sottolinea il fatto di essere un modello

astratto valido trasversalmente in relazione a una vasta gamma di conoscenze. Ad esempio il concetto di

scapolo è compreso in relazione all’ICM matrimonio, che include informazioni schematiche relative all'età da

matrimonio, alla cerimonia, alle responsabilità legali, sociali, religiose connesse col matrimonio, ai

partecipanti alla cerimonia, alle fasi della cerimonia ecc.

6.Ulteriori nozioni di semantica cognitiva

6.1) Il significato al centro

La linguistica cognitiva pone al centro della sua analisi il significato. Si definisce “cognitiva” proprio perché

parte dal presupposto che il linguaggio assolva la funzione fondamentale di comunicare le concettualizzazioni

umane. Di conseguenza la tradizionale distinzione tra lessico, morfologia e sintassi viene superata a favore

della nozione di continuum lessico – grammaticale. In altre parole, a ogni livello (lessicale, morfologico,

sintattico) la forma linguistica comunica una concettualizzazione, rappresentando una “finestra verso la

mente”. Ciò è possibile anche perché, contrariamente alla tradizione generativista, il linguaggio non è da

intendersi come modulo separato ma come fenomeno che chiama in causa altri fenomeni cognitivi più

generali, quali l'attenzione, la percezione, la categorizzazione, la memoria, dai quali non può essere

dissociato.

La funzione comunicativa riconosciuta al linguaggio è inoltre garante dell'approccio fortemente pragmatico

nell'impostazione del suo studio (in tal senso potremmo parlare di continuum lessico – grammatica –

pragmatica): Infatti, a ogni livello, le unità linguistiche osservate e le analisi prodotte dal linguista cognitivo

traggono origine dai concreti contesti di uso. Inoltre, come scrive Langacker:

L'affermazione della Grammatica Cognitiva secondo cui la distinzione semantica/pragmatica è "largamente

artefatta", una falsa dicotomia, riguarda l'arbitrarietà di qualsiasi linea di demarcazione specifica. Non nega

né l'esistenza della pragmatica né la possibilità di distinguerla dalla semantica. Si limita a proporre una

gradazione, per cui le nozioni indiscutibilmente semantiche o pragmatiche si trovano agli estremi opposti di

una scala, mentre lo status di quelle intermedie è misto o indeterminato.

6.5) Frame, ICM, domini

Un nucleo teorico fondamentale per la semantica cognitiva è la concezione enciclopedica del significato,

ovvero tutto ciò che il parlante sa relativamente a un determinato concetto. Tale assunto fa cadere la

distinzione tra semantica e pragmatica. Infatti la rappresentazione semantica (linguistica) di un'unità non è

data dalla somma dei primitivi semantici (tipica dell'analisi composizionale) né tantomeno dalle condizioni di

verità che devono essere soddisfatte per stabilire se un concetto può o meno essere applicato al mondo (come

vorrebbe la tradizione logica); essa corrisponde piuttosto alla sua rappresentazione cognitiva generale, la

quale comprende conoscenze tipicamente pragmatiche come la conoscenza del mondo e la conoscenza

contestuale.

La conoscenza enciclopedica può essere rappresentata come una rete. Il significato delle unità lessicali attiva

nella rete uno o più punti, che Langacker chiama “nodi di accesso”. Diversi linguisti cognitivi si sono domandati

come sia strutturata la rete delle nostre conoscenze e hanno approntato degli strumenti teorici per

Dettagli
A.A. 2023-2024
24 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher super_simo1998 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Approcci cognitivi al lessico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Pannain Rossella.