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STRUMENTI DELL'ETNOGRAFO:
● osservare
● intervistare
● parlare in modo informale, elemento centrale dell'etnografia
● strumenti formalizzati: focus group, questionari, storie di vita
● strumenti più recenti che non implicano un contatto con le persone: studio di archivi storici, archivi personali, analisi dei media (ciò che le persone fanno e dicono sui social, radio ecc.)
Quattro caratteristiche della metodologia etnografica:
● le azioni delle persone sono studiate nel contesto quotidiano, sono io che vado sul campo, non chiamo le persone per farle venire in ufficio
● il focus è su una scala molto piccola, riusciamo a fare ricerca con qualche decina / centinaia, riusciamo ad andare a fondo nella società ma manca ampiezza
● la raccolta dei dati è poco strutturata, si basa sulla capacità continua che avviene sul campo e richiede una certa creatività (se inizio con delle domande e finisco per darmi delle risposte solo a quelle,
non ho fatto ricerca)● vado a compiere un'attività di interpretazione dei dati
la ricerca antropologica è un approccio che vale in qualsiasi situazione, si può fare su qualsiasi gruppo umano e su qualsiasi tema.
Chi si occupa di immigrazione deve conoscere due luoghi: il luogo di origine dell'immigrato e il paese di arrivo. Sarebbe opportuno seguire i movimenti dei migranti quando la circolazione è libera e quindi fare il viaggio con loro.
Incontro etnografico: consapevolezza che il dato etnografico si costruisce insieme alle persone con cui parlo. Se parlo con gruppi diversi della stessa società usciranno due ricerche diverse.
Informatore: colui che trasmette delle informazioni
Osservato: chi osserva
L'antropologo non è solo l'osservato, ma anche l'osservato dalle persone del luogo. Siamo consapevoli che l'incontro è bidimensionale perché sono gli altri che ci assegnano un ruolo all'interno dellaloro società. La ricerca etnografica può essere vista come una forma di "social advocacy", cioè dare voce ai gruppi marginalizzati e subalterni fatta attraverso testi, fotografie e documentari. Nella etnografia contemporanea dà voce alle persone in generale.
"Razze", geni, lingue e culture
Grande varietà che caratterizza l'umanità attuale a più livelli: punto di vista fisico, livello linguistico, piano culturale. Elementi di forte unità: Buffon unica specie, tutti produttori di cultura, lingue diverse ma con strutture grammaticali paragonabili dal punto di vista della complessità. Per lungo tempo il fattore fisico e i suoni di una lingua sconosciuta hanno costituito il principale fattore di riconoscimento della differenza, ciò che colpisce di più.
Supporto a ideologie e pratiche di discriminazione. Razzismo: stabilire un nesso causale tra aspetto fisico e cultura e giustificare sulla
base delle differenze somatiche la dominazione di alcuni gruppi su altri. Atteggiamento istintivo di rifiuto e chiusura di fronte alla diversità → diffidenza, esclusione, odio, violenza. Gli esseri umani possiedono un corredo genetico del tutto simile, quanto più tempo è trascorso dalla separazione di due popolazioni, tanto più grande è la distanza genetica tra di esse. Trombetti e studi recenti elaborano una visione del "mosaico linguistico" planetario come riconducibile a famiglie e superfamiglie a loro volta derivate da un ipotetico ceppo originario comune, ricostruzioni operate dai ricercatori unitaristi sulla distanza e sul processo di differenziazione delle lingue sembrano corrispondere largamente a quello di distanziazione delle popolazioni genetiche a cui appartengono gli individui che parlano quegli idiomi. La presenza di una lingua in una certa parte del pianeta può essere il frutto di almeno quattro processi: ● occupazione iniziale,colonizzazione
- divergenza, migrazioni, conflitti, deriva linguistica (=tendenza comune a tutte le lingue di cambiare nel tempo)
- convergenza, prestiti linguistici (es ok, alcool…)
- sostituzione di una lingua, gruppo conquistatore che impone la propria lingua
Le migrazioni devono essere considerate in molti casi come l’effetto di spinte culturali, possono essere all’origine della distanziazione genetica che deriva anche da altre altri fattori casuali (deriva genica) e adattivi (selezione naturale), che agiscono su periodi temporali molto più lunghi. La distanza genetica tra le popolazioni e la sua larga corrispondenza con la distanza tra famiglie linguistiche non trova però alcun corrispettivo nelle differenze culturali che le popolazioni presentano, questo perché i tratti culturali non linguistici non sono stabili, isolabili e databili. Geni e lingue cambiano anche essi, ma a una velocità nettamente minore rispetto a quella con cui mutano comportamenti.
Usanze e modelli culturali.
Area culturale: regione geografica al cui interno sembra plausibile comprendere una serie di elementi sociali, culturali, linguistici ecc relativamente simili. Oggi che siamo in presenza di processi sempre più intensi di interazione tra popolazioni, deve essere considerata come puramente indicativa delle maggiori differenze socio-culturali riscontrate dall'antropologia nel periodo aureo dell'etnografia. Le aree culturali non sono mai state chiaramente circoscritte e "immobili", modelli costruiti da antropologi e geografi culturali allo scopo di "mettere ordine" nella grande varietà di popolazioni, costumi, usanze e istituzioni che la ricerca andava registrando e classificando, realtà culturale più fluida e "meticcia" per sua natura.
Annamaria Fantauzzi regole e roghi, rivera
Il razzismo è un fatto totale sociale perché è transgenerazionale, trans... cittadinanze postcoloniali.
mellino
razzizzazione
razzializzazione
Il termine razza non coincide alla storia del razzismo poiché quest’ultimo la precede. Esiste quindi un razzismo ante litteram e post litteram (neorazzismo), ovvero forme di razzismo prima e dopo la Shoah. Il termine razza ha una storia relativamente recente. Lo si trova a partire dal Cinquecento per indicare una discendenza, un lignaggio o gruppo di parentela. In uso per l’allevamento di cavalli in ambito zootecnico. Politica assimilazionista della Grecia e Roma antica. Solo nel XIX secolo il termine ha assunto l’attuale significato: un gruppo umano caratterizzato da specificità sia somatiche sia intellettuali e comportamentali che si suppongono fondate biologicamente e trasmette per via ereditaria. Razza come categoria sociale costruita culturalmente i cui membri vengono identificati sulla base di particolari caratteristiche fenotipiche, Schultz, Lavenda 2021. Il termine razza è appropriato soltanto in riferimento agli
Il testo si riferisce agli animali addomesticati e alle pratiche di selezione e riproduzione. Non si può parlare di razze umane perché non esiste alcun criterio scientificamente fondato per individuarle. Secondo Burgio nel 2010, "la razza risulta dalla connessione arbitraria tra caratteri fisici e caratteristiche morali". Le razze sono veicolo di stereotipi diffusi e persistenti, che spesso portano a pregiudizi, xenofobia, interessi politici e problemi sociali.
I diversi paesi utilizzano sistemi di classificazione diversi nei loro censimenti. Negli Stati Uniti, ad esempio, un individuo viene classificato in base al suo aspetto, ma anche in relazione ai suoi ascendenti genitori e nonni, anche se è libero di dichiararsi di ascendenza mista. In Brasile, invece, un individuo viene classificato in base al suo aspetto, indipendentemente dal fatto che i suoi ascendenti fossero diversi.
Il primo atto ufficiale di razzismo del...
- qualità intellettuali di un individuo sono innate e non dipendono dal contesto culturale e sociale in cui si sviluppa e ciò giustifica il colonialismo, lo schiavismo e la segregazione
- biologizzazione o naturalizzazione di ogni tipo di differenza tra culture o civiltà umane
- affermazione di una gerarchia rigida fra le razze, che vede ai vertici la razza bianca
- orrore per la mescolanza tra le razze
opponevano alle politiche colonialiste.
Classificazione di C. Linneo nel Systema naturae nel 1735:
H europaeus → bianco, sanguigno, ardente, capelli biondi abbondanti, occhi azzurri, leggero, fine, ingegnoso, porta vesti strette, è governata dalle leggi
H americanus → rosso, capelli dritti neri grossi, narici larghe, ostinato, si dipinge il corpo, retto dalla consuetudine
H asiaticus → giallastri, malinconico, capelli scuri, occhi rossi, severo, avaro, vesti larghe, retto dall’opinione
H africanus → nero, indolente, capelli neri crespi, pelle oleosa, naso scimmiesco, labbra grosse, vagabondo, pigro, negligente, retto dall’arbitrio
In analogia con le razze animali, si cercò di basarsi su caratteri somatici e strutturali come le dimensioni o la forma del cranio o degli arti. André Retzius.
Charles Darwin, esponente di una teoria anti-razzista, indignato dai maltrattamenti visti inflitti dagli Europei agli schiavi neri, affermò nel suo
l'origine dell'uomo nel 1871: "l'uomo è stato studiato con maggior cura che non qualsiasi altro essere organico, e tuttavia vi è la più grande diversità possibile fra i vari giudici competenti nell'opinione" Franz Boas nel 1911 si esprime contro il pregiudizio di una presunta superiorità degli Europei sugli altri tipi umani. Essi erano fondati su improbabili presupposti scientifici, il determinismo biologico e il cosiddetto razzismo scientifico pretendevano di stabilire delle scale di valore tra gli esseri umani a partire dal loro aspetto fisico. La forza del pregiudizio è per certi aspetti della componente psichica connessa a specifici tratti somatici sono caratteristici di ciascuna razza o gruppo sociale. Si sviluppò: - darwinismo sociale portato avanti da Spencer - monogenesi da Montesquieu nel 1748 ch