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TECNICA DEL
DRENAGGIO
PERCUTANEO
TRANS-EPATICO
3.stabilizzazione
Se invece la stenosi è bassa si tratta di un tumore della testa del pancreas e in questo caso
si può fare anche con la CPRE incanulando la via biliare dalla porzione distale. 121
Con gli stessi meccanismi invece di lasciare un drenaggio, si può mettere uno stent, un
palloncino che si gonfia, dilata e risolve la stasi della via biliare, lasciando a livello della
stenosi un tubicino di maglia metallica che mantiene pervio il luma. Si esegue soprattutto nei
pazienti inoperabili, per risolvere la stasi per il maggior tempo possibile (che resta), se
invece il paziente è candidato alla chirurgia potrebbe essere una complicazione per la
procedura (è comunque un corpo estraneo) si opta per un drenaggio per curare la fase acuta.
Tuttavia il numero di pazienti che arriva alla chirurgia è molto piccolo, si devono indirizzare
comunque ai centri di elezione per queste patologie.
È sempre importante avere anche una conferma citologica per i tumori, si esegue sempre
anche una biopsia: il radiologo interventista durante le suddette procedure con una
spazzolina fa un brushing, gratta la stenosi e aspira del materiale per mandarlo alla citologia e
ottenere una conferma istologica che si tratti di un tumore maligno. Esistono rarissimi casi in
cui quello che sembrava una colangiocarcinoma si rileva essere una grossa colangite che dà la
stenosi (pseudotumor infiammatorio) che da un punto di vista dell’imaging è
assolutamente indistinguibile da un cancro.
(per PANCREAS e MILZA vedi appunti a pag. 139)
APPARATO URINARIO
l’ecografia oggi è una metodica molto utilizzata perché non usa radiazioni ionizzanti ed è un
esame a basso costo, reperibile sul territorio, è un indagine di primo livello.
La cistografia retrograda rimane ancora un esame importante.
La risonanza magnetica ha il vantaggio di non dare radiazioni ionizzanti ma è un esame lungo
e costoso per cui servono indicazioni precise.
La medicina nucleare va a studiare proprio la funzione.
=ANATOMIA=
I reni sono degli organi retroperitoneali. Sono pari e stanno ai lati della colonna vertebrale.
La posizione del polo superiore è a livello della 12° vertebra dorsale e il polo inferiore a livello
di L3.
Hanno una lunghezza di 12 cm, uno spessore di 3 cm e un diametro trasverso di 7 cm.
Non sono organi fissi e con l’espirazione profonda possono scendere anche fino a 4 cm,
passando dalla posizione supina alla posizione retta si muovono.
Sono alloggiati nella loggia renale in cui sono avvolti dal tessuto adiposo e dalle fasce quindi la
faccia posteriore si poggia sul quadrato dei lombi, pilastri del diaframma, pilastro del
diaframma e quadrato dei lombi poi l’aponeurosi del muscolo trasverso dell’addome e
medialmente c’è lo psoas. La faccia posteriore a destra e sinistra ha più o meno gli stessi
rapporti anatomici.
La faccia anteriore contrae rapporti diversi tra destra e sinistra: a destra abbiamo il fegato,
quindi la parte del lobo superiore è quello che dà l’impronta al parenchima epatico, più
inferiormente e medialmente prende contatto con la porzione discendete del duodeno
essendo u organo retroperitoneale ci va direttamente a contatto, poi ci parte anche la radice
del mesocolon che si attacca con il suo meso al retroperitoneo e qui nel polo inferiore
abbiamo tutta la radice dell’angolo colico destro; il rene sinistro è un po’ più in alto
nell’addome rispetto al destro e prende rapporto con la faccia lienale della milza nella parte
più superiore, c’è la radice del mesocolon trasverso che un po’ più in alto rispetto a destra, con
la coda del pancreas, c’è la giunzione tra l’ultima parte del duodeno e l’inizio del digiuno che è
intraperitoneale ma è lì vicino, poi abbiamo un margine mediale e un margine laterale su cui
si inserisce l’ileo renale che dà il passaggio ai vasi venosi e arteriosi (vediamo l’arteria renale
che entra, poi esce dal rene e si butta nella vena cava inferiore; attraverso l’ilo passano anche
122
il plesso nervoso e linfatico). La pelvi renale che è l’inizio dell’emuntorio cioè la parte che
raccoglie l’urina per trasportarla nella vescica, ha sede nell’ilo renale quindi questa pelvi è
appiattita in senso antero-posteriore e si continua con l’uretere il quale è molto lungo (può
raggiungere i 30 cm di lunghezza) e questo è il suo decorso naturale che non è proprio dritto
ma fa tipo una S perché deve passare nel bacino e poi scende giù nella pelvi.
I restringimenti fisiologici sono tre: giunzione tra la pelvi renale e l’uretere, poi scende
abbastanza dritto, incontra i vasi gonadici che non danno particolari problemi. Il problema è
quando deve passare nella piccola pelvi scavallando i vasi iliaci (altro punto di ristringimento
fisiologico), l’ultimo e più importante è quello della parte intravescicale cioè quando deve
passare dentro all’intrusore per arrivare nella vescica e questo deve essere anche un punto di
restringimento fisiologicamente continente perché deve peremettere all’urina di scendere giù
e non ritornare indietro altrimenti si ha una condizione di reflusso che è pericolosa.
Nell’uretere ci sono delle cellule pacemaker che sono a decolonizzazione autonoma e stanno
all’interno della pelvi renali tra i calici e l’inizio del bacinetto renale e queste mandano un
impulso che sulla muscolatura (l’uretere è fatti da due strati di muscolatura che vanno
cincroni) rilascia una contrazione che permette all’urina di fare una fisiologica peristalsi
anterograda quindi dall’alto verso il basso; quindi l’urina scende e arriva nella vescica (a quale
è un organo cavo, pari, costituito da tre strati di cui la più rappresentata è la muscolare).
Il muscolo della vescica si chiama detrusore ed è frammisto a molte fibre elastiche, in quanto
deve funzionare da serbatoio arrivando a contenere fino 250-300 cc di urina e questo avviene
grazie al fatto che tra le fibre muscolari ci sono queste fibre elastiche che permettono un
continuo aumento volumetrico dell’organo, che piano piano sale; è posizionato in pelvi i sede
extraperitoneale, cioè è sotto e può salire e oltrepassare la sinfisi pubica e prendersi il suo
spazio.
Gli ureteri arrivano alla base e si disegna un triangolo perché ha una muscolatura più spessa
all’interno della vescica, cosa importante per la funzione della minzione che è una funzione
involontaria ma volontaria e quindi dipende tutto da questo trigono vescicale dove abbiamo
in alto i due orifici ureterali dove arriva l’urina dai reni prodotta, arrivano lì e quando avviene
la minzione, deve scendere giù attraverso l’uretra per essere espulsa quindi all’apice di questo
triangolo, in posizione anteriore, c’è il collo vescicale che è molto importante perché tutte le
incoordinazioni funzionali sono dovute a una disfunzione di questo muscolo.
La differenza tra l’uretra maschile e femminile è
soprattutto di lunghezza: nella femmina l’uretra è
lunga 4 cm per cui anche l’incidenza delle infezioni
genito-urinarie è maggiore nella femmina rispetto al
maschio perché la via è più breve, nel maschio arriva
fino a 18 cm l’uretra e poi si divide in tre porzioni
(porzione prostatica che passa all’interno della
prostata, la porzione membranosa che è dove c’è il
diaframma e la porzione cavernosa che è quella più
lunga che è a manicotto avvolta dal corpi cavernosi del
pene). 123
In TAC noi riusciamo a riconoscere queste strutture, in parte
anche in ecografia per cui è importante saper distinguere ciò di
cui stiamo parlando e la funzione.
Questa è una sezione frontale del rene: nello strato più esterno
che sarebbe la corticale renale ed è sottile, e uno strato meno
spesso che è la midollare la quale è la parte più interna e al suo
interno contiene la piramide renali (le piramidi renali più o
meno sono 8-18). La piramide renale va a finire nel calice
perché all’apice della piramide c’è un’area cribrosa in cui ci
sono dei forellini che sono i dotti collettori dove è già formata
l’urina.
La corticale fa tutto lo
strato esterno e poi le colonne del Pertini che si approfondano nella midollare perché il
nefrone su tutta questa struttura ha diverse parti messe precise in una parte o l’altra del rene.
Intorno c’è la capsula renale e il bacinetto renale che ha i vari calici di secondo ordine/minori
e poi quelli maggiori.
I reni sono un organo molto vascolarizzato perché devono purificare tutto il sangue per
produrre l’urina per cui è il nefrone è composto da un polo vascolare e un polo renale che è
l’epitelio del rene stesso, quindi c’è l’arteria afferente che forma il glomerulo (porzione
convoluta di vaso che ha delle cellule anche fenestrate, che alloggia nella capsula di Bowman,
la quale ha il bolo urinario del glomerulo ed è costituita da un epitelio esterno che continua
nel tubulo convoluto il quale successivamente va nella ansa di Henle che è dove c’è il percorso
dell’osmolarità perché poi anche l’arteria scende giù e fa i vasa recta per cui si crea tutto un
discorso di osmosi per cui richiama le proteine per fare la preurina che aveva rilasciato e poi
da lì il tubulo renale distale e fa il dotto collettore (che sbucano nella membrana cribrosa) che
raccoglie numerosi nefroni e da lì si forma l’urina che andrà a finire in vescica.
Esame diretto ai reni:è un esame che ora si fa raramente, che oggi è stato sotituito dalla TAC
perché se fatta a basso dosaggio ha dei vantaggi. Nell’esame diretto si riesce ad individuare
l’ombra renale, ma se c’è tanto meteorismo intestinale non si vede bene perché va a coprire le
strutture sottostanti. Qui si vede l’ombra renale che sono due e qui, nel caso di una colica
renale, avremo un calco alla radiografia sarà bianco e lungo il decorso dell’uretere andiamo a
cercare qualcosa di bianco. Ad esempio come in questo caso, in cui ci sono dei calchi a stampo,
è senza contrasto la prima immagine e la seconda è con contrasto.
Nell’immagine si vedono dei calcoli che sono a stampo nei calici maggiori e minori e dall’altro
lato c’è un calcolo che fa tutto il calco della pelvi, quindi su questo la la