AMPD – ALTERNATIVE MODEL FOR PERSONALITY DISORDERS
Trasformazione modello diagnostico: i principali cambiamenti che si possono osservare dal modello ufficiale (sfida
complessa, non senza ostacoli) sono:
➢ Numero di disturbi: nel modello alternativo si sono eliminati alcuni pds che sono invece inseriti nel modello
ufficiale;
➢ Metodo diagnostico: cambia l’impostazione del modo di procedere per poter valutare la presenza di un
certo disturbo di personalità;
➢ Concettualizzazione della patologia di personalità: nel modello alternativo si cerca di coniugare l’approccio
categoriale a un approccio dimensionale e ci si avvicina all’idea che la patologia della personalità sia un
estremo di un continuum che va da personalità sana a personalità patologica.
Modello ibrido
L’AMPD è un modello ibrido, che coniuga:
→ aspetti categoriali: Presenza/Assenza di specifici disturbi (anche nell’AMPD ci sono specifici PDs)
→ aspetti dimensionali: continuum tra funzionamento della personalità sano e patologico.
Un elemento di estrema novità rispetto al modello ufficiale è la valutazione del funzionamento della personalità,
una valutazione che si colloca lungo un continuum.
Il funzionamento di personalità, quindi, può essere più o meno patologico a seconda di diverse caratteristiche.
Definizione generale del disturbo di personalità nel modello alternativo
Il modello alternativo dice che ci sono due caratteristiche fondamentali da valutare se il paziente ha un PD:
1- la presenza di compromissioni del funzionamento di personalità
2- la presenza di tratti di personalità patologici.
Queste due caratteristiche infatti vengono descritte, rispettivamente, nel criterio A e nel criterio B, seguiti da altri
criteri più generali, di cui l’ultimo (criterio G) è una novità rispetto al modello ufficiale.
Per poter fare una diagnosi di PD è necessario che il paziente soddisfi tutti i criteri!
CRITERI GENERALI PER LA PRESENZA DI DISTURBI DI PERSONALITÀ
La caratteristica essenziale di un disturbo di personalità sono le compromissioni del funzionamento di personalità
(area del sé e interpersonale) e la presenza di tratti di personalità patologici.
Per diagnosticare un disturbo di personalità, devono essere soddisfatti i seguenti criteri:
A. Compromissioni significative nel funzionamento della personalità.
B. Uno o più domini di personalità o tratti specifici patologici.
C. Le compromissioni del funzionamento della personalità e l’espressione dei tratti di personalità del
soggetto sono relativamente inflessibili e pervasive in una vasta gamma di situazioni personali e sociali.
D. Le compromissioni del funzionamento della personalità e l’espressione dei tratti di personalità del
soggetto sono relativamente stabili nel tempo e il loro esordio si può far risalire almeno all’adolescenza
o all’inizio dell’età adulta.
E. Le compromissioni del funzionamento della personalità e l’espressione dei tratti di personalità del
soggetto non sono meglio spiegate da un altro disturbo mentale.
F. Le compromissioni del funzionamento della personalità e l’espressione dei tratti di personalità del
soggetto non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica (per
es., grave trauma cranico).
G. Le compromissioni del funzionamento della personalità e l’espressione dei tratti di personalità del
soggetto non possono essere considerate normali per la fase di sviluppo o l’ambiente socio culturale
del soggetto.
Se la questione dell’influenza culturale era in qualche modo accennata nel modello ufficiale (nella definizione
generale del pattern), non si accennava al fatto che le manifestazioni specifiche della patologia della personalità
devono essere valutate alla luce della fase di sviluppo del soggetto.
Questo nuovo criterio (G) è particolarmente importante perché apre ufficialmente la strada alla possibilità di
diagnosticare i disturbi di personalità anche in adolescenza, cosa che era formalmente possibile anche nel modello
ufficiale, ma che di fatto non veniva fatta.
Infatti, alcune manifestazioni del PD non sono facilmente inquadrabili come patologiche se il paziente sia
adolescente (es: discontrollo degli impulsi: può essere patologico, ma può essere anche legato allo sviluppo).
Il criterio A e il criterio B sono i due criteri che vengono poi declinati in maniera differente a seconda dello specifico
disturbo di personalità che si valuta. Criterio A
Compromissione moderata del funzionamento di personalità.
Perché si possa pensare alla presenza di una patologia della personalità deve esserci la compromissione moderata
del funzionamento di personalità in almeno 2 aree delle 4 sotto riportate:
➢ Alterazione nel funzionamento del Sé
1- Identità: esperienza di un sé unico, con chiari limiti rispetto al mondo esterno, capace di regolare le
proprie esperienze emotive, stabile nella stima di sé e in grado di autovalutarsi;
2- Autodirezionalità: capacità di perseguire in modo coerente obiettivi esistenziali significativi sia nel breve
che nel lungo periodo, utilizzo di standard interni di comportamento costruttivi e pro-sociali, capacità
autoriflessiva.
➢ Alterazione nel funzionamento Interpersonale
3- Empatia: capacità di comprendere e valutare l’esperienza e le motivazioni altrui, tollerare le prospettive
differenti, comprendere gli effetti del proprio comportamento
4- Intimità: capacità di mantenere un profondo e duraturo rapporto con gli altri, il desiderio e la capacità
di mantenere una vicinanza e un comportamento improntato al rispetto reciproco.
IDENTITÀ AUTODIREZIONALITÀ EMPATIA INTIMITÀ
Concetto di Sé Capacità di stabilire Comprensione emozioni e Desiderio di affiliazione
obiettivi (pensieri/azioni) pensieri altrui
Autostima differente dal Standard interni di Assunzione punto di vista Emozioni nell’intimità
proprio comportamento
Regolazione emotiva Autoriflessione Consapevolezza del Reciprocità
proprio impatto sugli altri
Level of Personality Functioning Scale (LPFS)
Il clinico può valutare se c’è una compromissione moderata del funzionamento della personalità, così come indicato
dal criterio A, attraverso uno specifico strumento: la Level of Personality Functioning Scale (LPFS).
La LPFS è una scala fornita all’interno del manuale diagnostico che descrive le possibili disfunzioni nelle 4
dimensioni principali del livello patologico di funzionamento di personalità:
➢ →
Livello 0 nessuna compromissione
➢ Livello 1
➢ →
Livello 2 compromissione moderata (necessaria per la diagnosi)
➢ Livello 3
➢ →
Livello 4 estrema compromissione.
IDENTITÀ
AUTODIREZIONALITÀ
EMPATIA
INTIMITÀ Criterio B
Uno o più domini di personalità o tratti specifici patologici. Una volta che è stata valutata nel paziente la presenza
di una compromissione moderata nel funziona mento della personalità in almeno 2 aree del funzionamento della
personalità, bisogna valutare anche la presenza di domini legati a tratti di personalità patologica.
Ogni disturbo è definito da una serie di specifici tratti:
DOMINI TRATTI SPECIFICI
AFFETTIVITÀ NEGATIVA - Labilità emotiva
Tendenza a fare esperienze frequenti e intense di - Ansia (tendenza a essere ansiosi)
emozioni negative e relative manifestazioni - Angoscia di separazione
comportamentali e interpersonali - Perseverazione
- Sottomissione
- Depressività
- Sospettosità
DISTACCO - Affettività ridotta
Tendenza a evitare esperienze socio-emotive e - Ritiro
affettivamente “attivanti” - Anedonia
- Evitamento dell’intimità
ANTAGONISMO - Manipolarietà
Tendenza a mettere in atto comportamenti che - Inganno
mettono l’individuo in contrasto con gli altri - Grandiosità
- Ostilità
- Ricerca di attenzione
- Insensibilità (nei confronti degli altri)
DISINIBIZIONE - Irresponsabilità
Tendenza a ricercare gratificazione immediata senza - Impulsività
riguardo per esperienze passate o conseguenze - Distraibilità
future - Tendenza a correre rischi
- Perfezionismo rigido
PSICOTICISMO - Convinzioni ed esperienze inusuali
Tendenza a manifestare una vasta gamma di - Eccentricità
comportamenti e pensieri socialmente bizzarri, - Disregolazione percettiva
eccentrici, incongruenti
Ogni tratto poi viene declinato in modo unico a seconda del tipo di disturbo specifico che si valuta.
Tratti :
➢ Sono costrutti distribuiti nella popolazione lungo un continuum; ciò significa che anche persone «sane»
possono presentare tratti patologici di personalità, e che quindi la presenza di tratti di personalità patologici
non fanno una diagnosi.
Infatti, secondo il modello alternativo prima di misurare i tratti bisogna misurare il livello di compromissione del
funzionamento della personalità; solo se viene osservata una compromissione moderata si valuteranno tratti
patologici.
➢ Per stabilire se un tratto è rilevante ai fini diagnostici:
o Soddisfare il criterio A;
o Valutazione psicometrica formale che consente di comparare i livelli dei tratti patologici di
personalità del soggetto con quelli normativi (della popolazione generale), indicati nel PID-5.
Personality Inventory per il DSM-5 (PID-5)
Il PID-5 è uno strumento appositamente costruito per misurare i tratti patologici della personalità all’interno del
modello alternativo e che prevede due possibili versioni:
a) versione lunga di 220 item: si possono valutare sia il livello del dominio manifestato dal paziente sia ogni
tratto specifico manifestato dal paziente
b) versione breve di 25 item: il focus è sul dominio patologico della personalità; non si valutano i livelli degli
specifici tratti di personalità che descrivono ciascun dominio.
Per valutare la presenza di specifici tratti patologici
della personalità in un paziente bisogna
somministrare il PID-5 e vedere se i punteggi di quel
paziente corrispondono ai dati normativi che si
hanno a disposizione per la versione italiana dello
strumento.
Nei dati normativi di uno strumento di valutazione,
infatti, generalmente si hanno i punteggi soglia che
permettono di definire, in questo caso specifico, se
un certo tratto ha un livello tale da essere
considerato patologico – perché sulla base degli
studi si è evid
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