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IMMAGINI MENTALI:
-PARTE DEL PROBLEMA PSICOPATOLOGICO: es. persone affette da disturbo
post-traumatico da stress o fobie posso visualizzare immagini intrusive
dell’oggetto fobico disturbanti
-RISORSE NEI TRATTAMENTI PSICOTERAPEUTICI: utilizzate nelle terapie
cognitivo-comportamentali o come strumenti • Imaginal exposure: il
paziente è guidato a immaginare l’oggetto fobico per imparare a gestire
l’ansia • Imagery rescripting: il terapeuta guida un cambiamento delle
immagini mentali • Systematic desensitization: esposizione controllata
allo stimolo + associazione delle immagini mentali con nuove risposte (es.,
rilassamento)
Francine Shapiro 1990EMDR (Eye Movement Desensitization and
Reprocessing):tecnica applicata al trattamento di traumi e disturbo post-
traumatico da stress che, all’interno di procedure guidate di rievocazione e
imagery, fa uso di stimolazioni ritmate relative agli occhi e alle dita per
“distrarre” sistematicamente dagli effetti traumatici.
Per alcuni è un effetto placebo, ovvero l’effetto sarebbe ottenuto grazie alla
convinzione che funzioni e alla suggestione indotta dalla pratica.
DISPENSA 27- SVILUPPO COGNITIVO
PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO si occupa dello studio di come i processi
cognitivi e le abilità intellettive si manifestano e si modificano nel tempo;
comprende la psicologia dell’età evolutiva, che si interessa dell’infanzia e
dell’adolescenza.
TEMA CENTRALE: distinguere il ruolo dei fattori innati/genetici e quelli
ambientali nello sviluppo stesso= cerca di comprendere quali processi e
capacità tipiche della mente nel corso del suo sviluppo dipendano da fattori
già presenti nell’individuo come dotazione naturale, e quali siano causati o
influenzati dall’ambiente esterno.
• Piaget
-nasce nel 1896 in Svizzera
-dal 1921 è responsabile del laboratorio all’istituto Jean-Jacques Rousseau di
Ginevra; ne divenne poi direttore nel 1933
-sposò Valentina Châtenay, da cui ebbe tre figli, che osservò
«sperimentalmente» per i suoi studi sottopose i suoi figli a giochi e piccoli
esperimenti, osservando come si evolvevano le loro capacità cognitive e di
ragionamento.
-EPISTEMOLOGIA GENETICA studio delle origini dei processi di conoscenza.
Alla base dello sviluppo della cognizione per Piaget vi sono 2 processi:
• Assimilazione: selezione e incorporazione nuove esperienze e informazioni
negli schemi già in possesso.
• Accomodamento:modificazione dei comportamenti e degli schemi
cognitivi preesistenti in relazione al contesto circostante.
-identifica alcuni stadi attraverso cui passa lo sviluppo cognitivo del bambino:
• Fase senso motoria (0-2 anni) Il bambino non distingue tra sé e la realtà
circostante (concetto di egocentrismo), non coglie i nessi di causa-effetto e
non possiede l’idea di futuro. Il bambino a quest’età riesce solo a intuire
alcune connessioni tra elementi o tra eventi.
• Fase pre-operatoria (2-6 anni) Il bambino ha ancora un pensiero
egocentrico, non riconosce gli altri come soggetti portatori di bisogni ed
esigenze diverse dalle proprie. Per il bambino, ogni cosa esiste in sua
funzione. Riesce a distinguere sé stesso/a dal mondo.
• Fase operatorio-concreta (7-11 anni)Il bambino supera l’egocentrismo
ed entra in relazione con il mondo esterno; può ragionare in merito a
problemi concreti, es. manipolare oggetti.
• Fase ipotetico-deduttiva (11-14 anni) Il pensiero diventa astratto, è in
grado di definire categorie logiche, formulare ipotesi e muovendo dal
generale al particolare; si sviluppano capacità di pensiero deduttivo. Dai 10-
11 anni il bambino può dare spiegazioni logiche.
CRITICHE: Piaget attribuì scarsa importanza alle differenze che possono
esserci tra diversi bambini, e sottovalutò il ruolo del contesto sociale così
come dell’interazione del bambino con l’adulto.
• Vygotskij e Bruner
VYGOTSKIJ
-nasce a Orsa (Russia) nel 1896
-si interessa inizialmente di arte e psicologia, per poi concentrarsi sulla
psicologia del bambino e dell’apprendimento
-verso la fine degli anni Venti dirigeva il laboratorio di psicologia
dell’Accademia dell’Educazione Comunista
-gli aspetti individuali dello sviluppo cognitivo sono meno rilevanti rispetto a
Piagetil bambino passa sì attraverso alcuni «stadi critici», ma ciò che conta
veramente è l’interazione con la società, la cultura e l’ambienteprospettiva di
Vygotskij e dei suoi allievi scuola Storico-Culturale russa.
-per Vygotskij, lo sviluppo cognitivo e l’apprendimento dipendono in gran
parte dall’interazione con modelli/figure di riferimento
-ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE: consiste nella differenza tra ciò che il
bambino è in grado di fare da solo e ciò che è in grado di fare con l’aiuto e il
supporto di un individuo più competente QUINDI non è possibile rendere
ragione delle capacità intellettive del singolo bambino senza tenere conto di
come queste si esprimono nel contesto della relazione educativa ebbe modo
di vedere che alcuni bambini che potevano sembrare meno dotati di altri,
quando messi a lavorare insieme all’adulto raggiungevano in breve tempo lo
stesso livello di performance degli altri
BRUNER
-nato nel 1915 a New York
-lavora all’Università di Harvard (dove istituisce il Centro di Studi Cognitivi) e
poi all’Università di Oxford (Regno Unito).
-Bruner condivide con Piaget e Vygotskij l’idea del bambino come
«costruttore» del proprio ambiente e delle abilità cognitive
-dalla nascita all’adolescenza l’individuo passa attraverso tre forme di
rappresentazione:
• esecutiva (azione);
• iconica (immagine, sensi);
• simbolica (linguaggio, pensiero astratto)
-“rappresentazioni” riguardano non soltanto il modo in cui le informazioni
sono contenute nella memoria, bensì proprio la modalità in cui vengono
acquisite e organizzateNei primi anni di vita il bambino ha bisogno di
interagire direttamente con gli oggetti e la sua cognizione si basa
sull’esperienza diretta; in seguito, è maggiormente sensibile alle informazioni
che vengono dai suoi sensi; solo più avanti il pensiero del bambino diventa
astratto e l’individuo inizia ad avere accesso alle regole della logica,
all’utilizzo del linguaggio, oltre che alla capacità di affrontare problemi e
questioni di tipo astratto.
-SCAFFOLDINGl’influenza della cultura sullo sviluppo dell’individuo si
realizza grazie alle relazioni sociali che il bambino stabilisce precocemente
con chi si prende cura di lui e in cui il ruolo dell’adulto viene caratterizzato
come scaffolding (letteralmente “fornire l’impalcatura”). Prevede:
• Coinvolgimento del bambino;
• riduzione della difficoltà;
• mantenimento dell’orientamento dell’attività su scopi precisi;
• controllo della frustrazione
-NARRAZIONE: strumento principe della trasmissione culturale è attraverso
le storie che si trasmettono le conoscenze relative alla cultura, a ciò che è
giusto o sbagliato, alle pratiche sociali e alle relazioni con gli altri differenza
tra:
-Pensiero narrativo pensiero strutturato per eventi sequenziali, con
entità/personaggi che perseguono obiettivi, affrontano ostacoli, ottengono o
non ottengono ciò che desideravano; consente di comprendere la molteplicità
dei punti di vista, la complessità, le emozioni e la raffinatezza dei significati
-Pensiero paradigmatico pensiero che si utilizza nei discorsi e nelle
descrizioni, fatto di relazioni logiche, concetti e argomentazioni e mira a
ridurre le ambiguità
• Prospettive contemporanee
TEORIE DEGLI ATTRATTORI: sostengono che certe acquisizioni dello
sviluppo cognitivo tendono certamente a presentarsi intorno ad alcuni
momenti della crescita o in seguito ad alcune precise esperienze, ma non
necessariamente seguono per tutti i bambini un procedimento a stadi fissi e
inviolabili. ATTRATTORI= regolarità che si presentano nel corso dello
sviluppo cognitivo, attorno ai quali la maturazione mentale degli individui
tende a evolversi, senza tuttavia dover rispondere a regole incrementali
stabili.
James Russell, professore di psicologia che ha diretto il Developing
Cognition Lab dell’Università di Cambridge (Regno Unito), e ha scritto nel
1996 un importante libro, «Agency: its role in mental development». La teoria
di Russell si concentra sullo sviluppo cognitivo nei primissimi periodi di vita,
enfatizzando il ruolo dell’agentività (le azioni e i movimenti) grazie alla
quale l’infante impara a distinguere sé stesso dall’ambiente esterno e a porre
le basi per lo sviluppo dell’identità. Fin dai primi movimenti nella culla,
l’individuo deve imparare «come gli oggetti resistono alla volontà» e dare
forma alla propria cognizione come un sistema autonomo, oltre che alla
percezione di sé stesso come individuo e, possibilmente, alle caratteristiche
di temperamento che si evolveranno nella personalità.
DISPENSA 28- INTELLIGENZA
=NON è un processo cognitivo, ma una costruzione interamente teorica che
riguarda il livello di performance (oltre che la sua misurazione) relativamente
ad alcune capacità cognitive.
• Cosa è l’intelligenza
deriva dal sostantivo latino intelligentĭa, a sua volta proveniente dal verbo
intelligĕre, capire → verbo legĕre, "cogliere, raccogliere, leggere" con la
preposizione inter, "fra" (quindi, 'scegliere fra, distinguere') → capacità di
stabilire correlazioni e distinzioni tra elementi (di "leggere tra le righe«
o «connettere i punti», come si dice).
Mainstream Science on Intelligence 1994descrive l'intelligenza come: «Una
generale funzione mentale che, tra l'altro, comporta la capacità di ragionare,
pianificare, risolvere problemi, pensare in maniera astratta, comprendere
idee complesse, apprendere rapidamente e apprendere dall'esperienza. Non
riguarda solo l'apprendimento dai libri, un'abilità accademica limitata, o
l'astuzia nei test. Piuttosto, riflette una capacità più ampia e profonda di
capire ciò che ci circonda – "afferrare" le cose, attribuire a esse un significato,
o "scoprire" il da farsi.»
filosofia antica intelligenza/conoscenza =facoltà di chi esplora la natura
BibbiaSapienza di Dio, un concetto che evidenzia