Sviluppo libidico
Tutto quello che appartiene alla vita mentale diventa un'espressione di motivazioni che nella sessualità avrebbero il loro nucleo generativo (per Freud, con sessualità si intende una qualsiasi attività gradevole, come succhiarsi il dito o guardare qualcosa che desti un godimento, 1905).
L'intuizione di Freud fu che la sessualità naturale del bambino, vale a dire gli eccitamenti legati alle varie attività, quali succhiare, defecare, guardare, fossero all'origine di tutte le forme e esperienze successive dei desideri e dei comportamenti sessuali, sia nei modi ordinari, sia in quelli non socialmente convenzionali. Nel corso di uno sviluppo soddisfacente, gli "interessi sessuali" del bambino diventerebbero introduttivi, cioè preliminari, al comportamento sessuale adulto; in caso contrario, resterebbero parti non integrate, divenendo fonti di gratificazione sessuali principali.
Teoria della seduzione
Durante il soggiorno a Parigi, dove si era recato per collaborare con Charcot, Freud era entrato in contatto con la letteratura medico-legale che metteva in risalto la frequenza degli abusi sessuali nell'infanzia. La frequenza dei casi osservati personalmente dal medico legale parigino e riportati in un suo scritto del 1857, non fu mai citata nella letteratura psicoanalitica o psichiatrica.
Freud, profondamente colpito dai racconti della brutalità impressa sui giovani corpi barbaramente violentati che osservava durante le autopsie, studiò la funzione della memoria come possibile causa dei disturbi nervosi. Ipotizzò così che il trauma fisico o mentale che li aveva originati risalisse ai primi anni di vita.
Anche Charcot e Breuer ritenevano che alla base dei disturbi nervosi vi fossero sempre "secrets d'alcove", ma non c'era ancora una solida teoria che potesse spiegare questa ipotesi.
In una lettera a Fliess, Freud sosteneva che la "nevrastenia" fosse, di fatto, una nevrosi sessuale. Con riferimento a 18 casi analizzati, ipotizzava che i traumi all'origine dell'isteria dovessero risalire a un'irritazione dei genitali subita durante l'infanzia a causa dei giochi perversi messi in atto da persone molto vicine alle vittime.
Nel 1896 tenne una conferenza sull'etiologia dell'isteria durante la quale espresse pubblicamente le conclusioni a cui era arrivato attraverso il lavoro analitico. Sulla base dei ricordi delle sue pazienti che narravano di traumi sessuali subiti nell'infanzia, egli postulò che l'isteria, la nevrosi ossessiva e la paranoia fossero causate dalla rimozione dei ricordi relativi ad esperienze sessuali infantili di carattere traumatico. Tali traumi erano stati perpetrati da svariati attori, generalmente adulti, tra i quali istitutori, fratelli maggiori e anche padri. Le sue parole furono accolte con molta freddezza e un generale ostracismo.
Sviluppando l'osservazione clinica, Freud scoprì, tuttavia, che talvolta le scene di seduzione potevano essere il prodotto di ricostruzioni fantastiche che rispecchiavano assai le aspirazioni del bambino che non le intenzioni dell'adulto. Scoprì cioè che le scene di seduzione raccontate dai suoi pazienti erano, a volte, il risultato di fantasie inconsce. La sua teoria sulla seduzione vacillò per essere in seguito abbandonata.
La tradizione psicoanalitica segna questo evento: "come la data di nascita della psicoanalisi stessa, il momento in cui questa giovane scienza iniziò a riconoscere l'importanza delle fantasie, e in genere della vita psichica inconscia, e non semplicemente della realtà esterna." (Migone, 1995).
Freud non smise mai, tuttavia, di sostenere l'esistenza e la frequenza di traumi sessuali effettivamente vissuti dai bambini, anche se non attribuì più a questi un valore eziopatogenetico determinante.
Teoria delle pulsioni
La teoria della sessualità infantile si fonda sul concetto di pulsione. L'evoluzione della sessualità attraversa tre fasi psicosessuali, attraverso le quali diverse parti del corpo e le attività libidiche ad esse associate diventano dominanti:
- Fase orale (edipica)
- Fase anale (latenza)
- Fase fallica (genitale)
La pulsione ha origine a causa di uno stato di tensione, di un eccitamento somatico; la sua finalità è di sopprimere lo stato di tensione.
- Può essere orientata verso un oggetto per scaricarsi (meta).
- Ha un'origine specifica (fonte).
- Ha una grandezza e un'intensità (dimensione quantitativa).
La pulsione è un processo dinamico consistente in una spinta che fa tendere l'organismo verso una meta. Il concetto è introdotto nel contesto degli studi sulla psicosessualità e sulla conflittualità psichica. È concepita come una forza interna mutevole e plasmabile i cui oggetti e le cui mete sono variabili e sostituibili. Non è direttamente conoscibile, ma si esprime attraverso i suoi derivati affettivi e ideativi.
Inizialmente Freud parla soltanto di pulsione sessuale (libido). In seguito, postula l'esistenza di libido e aggressività (Al di là del principio del piacere, 1920). La sessualità adulta, matura, non inizia come genitalità, ma segue il percorso descritto ed appare inizialmente come sensualità diffusa, collocata in diverse parti del corpo, stimolata dalle molte, diverse attività dei primi anni di vita. Gli impulsi, le forme della sessualità infantile, permangono anche in quella matura in forma camuffata (sintomi), non camuffata (perversioni), preliminari o, infine, in forme di gratificazione sublimate, inibite nella meta.
Le pulsioni costituiscono i rappresentanti psichici degli stimoli che traggono origine dall'interno del corpo. Nella sessualità, Freud distingue tra:
- Origine / fonte: È data dalla stimolazione che si produce in definite parti o aree del corpo chiamate zone erogene. La fonte della pulsione si localizza seguendo la maturazione biologica dell'individuo in alcune zone erogene.
- Oggetto: L'oggetto adulto usuale dello stimolo sessuale è un oggetto relazionale del sesso opposto.
- Scopo / meta: Lo scopo della pulsione sessuale è di rimuovere la tensione attivata dal bisogno corporeo.
Saggio: tema della perversione
Deviazione del processo della procreazione a cui la sessualità è finalizzata, le perversioni hanno mete e oggetti diversi da quelli creativi consistendo in un arresto del processo di sviluppo della sessualità. Classificazione delle deviazioni sessuali in base a oggetto e meta.
Saggio: sviluppo della sessualità infantile
Relazione madre-bambino: Man mano che la realtà esterna viene riconosciuta, gli oggetti si legano alle figure reali che circondano il bambino; tra queste, soprattutto la madre, in modo continuativo: la sua presenza è connessa alle esperienze di piacere (nutrizione, carezze, affetto), e la sua assenza è invece associata alle esperienze di dispiacere (fame, freddo, sporco disturbante). La costanza della figura materna, che diviene un oggetto totale, è resa possibile dalla maturazione neuropsichica, che consente di integrare i ricordi e quindi di costruire un'esperienza: il miglioramento delle percezioni e l'organizzazione della memoria sono evidentemente i presupposti per la costituzione dell'oggetto intero. All'oggetto intero esterno, madre, corrisponde un oggetto intero interno (Sé).
- Orale: Teme di perdere l'oggetto, sentimenti di lutto e di colpa.
- Anale: Teme di perdere l'amore dell'oggetto, si stabilisce la polarità attiva, prime norme sociali.
- Fallica: La coppia di opposti corrisponde a fallico-castrato, unificazione delle pulsioni parziali sotto il primato degli organi genitali ma immaturità dell'organo.
Saggio: trasformazioni della pubertà
Vi è uno spostamento della libido agli oggetti sessuali, dalle pulsioni parziali si passa alla loro unificazione sotto il primato della zona genitale e dal piacere individuale al servizio della procreazione. La libido è fondamentalmente di natura maschile, a prescindere dal suo oggetto; poi vi è il rinvenimento dell'oggetto d'amore; il proprio corpo e il seno della madre sono i primi.
Complesso edipico
Nucleo della teoria evolutiva freudiana: la meta di tutti i desideri del bambino diventa il rapporto sessuale genitale con il genitore del sesso opposto, ed il genitore dello stesso sesso diventa un rivale. Il superamento della fase edipica avviene in modo diverso:
- Bambino: Il primo oggetto d'amore è la madre; il desiderio d'amore esclusivo porta a considerare il padre come un rivale; questo genera colpa e paura delle ritorsioni paterne sotto forma di castrazione; la paura della punizione porta il bambino ad identificarsi con il padre e dunque alla risoluzione del complesso edipico; si risolve con l'angoscia di castrazione (l'erede è il Super Io 1922), cioè l'interiorizzazione dei valori genitoriali. [Fissazione: orale → sessualità con aspetti di dipendenza, anale → dominio e controllo]
- Bambina: Il primo oggetto d'amore è la madre; nelle fasi preedipiche la bambina si sente identica al bambino; la scoperta del pene porta a sperimentare un senso d'inferiorità e ad accusare la madre di tale inferiorità; il padre diventa l'oggetto d'amore ed il desiderio di avere un bambino dal padre sostituisce quello di avere un pene. A questo punto sono possibili tre soluzioni: cessazione di qualunque sessualità (nevrosi), ipermascolinità, femminilità definitiva.
Freud definisce la psicoanalisi
- Un procedimento teorico per l'indagine dei processi psichici cui altrimenti non sarebbe possibile accedere.
- Un metodo terapeutico (basato su tale indagine) per il trattamento dei disturbi nevrotici.
- Una serie di conoscenze derivate da tale indagine.
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Psicologia dinamica
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