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LA SELEZIONE DELL’INFORMAZIONE VISIVA

Molte delle informazioni visive disponibili ad un adulto non lo sono per il neonato.

Alla nascita, il bambino può selezionare facilmente stimoli:

-di grandi dimensioni

-a forte contrasto

-posti ad una distanza compresa tra i 20 e i 40 cm

-non troppo distanti dal centro del campo visivo.

Pur essendo immaturo, il sistema visivo è in grado fin dalla nascita di rispondere alle

stimolazioni provenienti dall’ambiente.

Il bambino nasce preparato ad esplorare l’ambiente visivo

I neonati di poche ore di vita mostrano una preferenza per:

-volti che esprimono un’emozione di felicità (vs paura)

-volti con sguardo diretto frontalmente verso il bambino (vs sguardo deviato).

-volto familiare (che è stato loro presentato più volte) discriminandolo da un volto nuovo.

-volto della madre, preferendolo a quello di una donna estranea.

Neppure alla nascita i bambini sono dei recettori passivi di stimoli e NON vengono

semplicemente catturati dalle stimolazioni ambientali.

> Ma ciò NON significa che i processi percettivi siano già definitivamente sviluppati alla

nascita!!!

La rilevazione dei movimenti oculari, in particolare la registrazione della durata della

fissazione visiva, è un metodo molto utile per capire come il bambino, in età preverbale,

percepisce e processa il mondo intorno a sé.

In pratica, osservando per quanto tempo un bambino fissa un oggetto o un punto nello

spazio, possiamo ottenere indizi su come sta attirando la sua attenzione e su cosa stia

pensando o comprendendo.

PARADIGMI PER LO STUDIO DELLA DISCRIMINAZIONE PERCETTIVA

Il paradigma della preferenza visiva è un metodo utilizzato per studiare le preferenze visive

spontanee nei bambini, ossia come il bambino tende a focalizzarsi su determinati stimoli

piuttosto che su altri. Il procedimento funziona così:

1. Presentazione simultanea di due stimoli: Vengono mostrati due stimoli diversi, uno a

sinistra e uno a destra di un punto centrale di fissazione (dove il bambino è indirizzato a

guardare inizialmente).

2. Registrazione dei movimenti oculari: Si osserva la direzione dello sguardo del bambino e

quanto tempo trascorre fissando ciascuno stimolo.

Se il bambino fissa per più tempo uno degli stimoli rispetto all'altro, questo indica che ha

discriminato tra i due stimoli e ha preferito uno rispetto all’altro. In altre parole, ha

percepito delle differenze tra i due stimoli e ha scelto spontaneamente quello che lo ha

attratto di più.

Consente di evidenziare le preferenze visive spontanee specificate per via innata o

acquisite grazie all’esperienza.

Esempio:

Preferenza visiva spontanea: per il volto umano

Preferenza visiva acquisita: per il volto della madre

Produce risultati interpretabili solo se positivi.

Se non vi è differenza significativa tra la durata delle fissazioni sui due stimoli non è possibile

sapere:

A. se il bambino non ha discriminato gli stimoli, ossia non ha colto le caratteristiche che li

differenziano.

B. se il bambino ha discriminato i 2 stimoli ma non ne ha preferito nessuno.

PARADIGMI PER LO STUDIO DEL RICONOSCIMENTO VISIVO

Il paradigma dell’abituazione visiva è un metodo per studiare come i bambini percepiscono e

memorizzano gli stimoli visivi. L’idea principale è che i bambini, dopo aver visto lo stesso

stimolo più volte, si abitueranno e lo guarderanno per meno tempo. Quando vedono un

nuovo stimolo (diverso per una o più caratteristiche), riprenderanno a guardarlo più a lungo,

perché lo riconoscono come diverso da quello che avevano visto prima.

Si compone di due fasi:

1. Fase di abituazione: il bambino guarda ripetutamente lo stesso stimolo e, col tempo, la

durata della fissazione (quanto lo guarda) diminuisce.

2. Fase test: il bambino vede un nuovo stimolo e, se lo guarda più a lungo, significa che lo

ha riconosciuto come diverso da quello già visto.

In pratica, il test sfrutta la capacità del bambino di ricordare e riconoscere gli stimoli

familiari.

COMPETENZE UDITIVE PRECOCI

> Il feto:

è in grado di udire gli stimoli sonori esterni, soprattutto se di elevata intensità, che

penetrano attraverso la parete dell’utero.

La voce della madre, trasmessa verso il basso tramite il diaframma, è lo stimolo sonoro che

può essere udito meglio.

> Il neonato:

risponde alla stimolazione acustica: orienta gli occhi e la testa in direzione di suoni ritmici e di

voci umane→ è in grado di discriminare suoni linguistici vs non-linguistici, e i fonemi delle

diverse lingue, per poi concentrarsi selettivamente solo su quelli utilizzati nella lingua del

proprio ambiente linguistico.

ESPOSIZIONE PRECOCE AL LINGUAGGIO

Tra le 25-32 settimane di gestazione il feto è già esposto alla voce umana

Tuttavia, i suoni arrivano al feto in modo attenuato (ridotto) a causa delle strutture

circostanti.

In questo periodo, il feto non può sentire tutto il linguaggio, ma riesce a percepire alcune

componenti importanti, come:

-​ Intonazione (il tono della voce),

-​ Ritmo (la cadenza del parlare),

-​ Alcuni suoni fonetici (le caratteristiche dei suoni del linguaggio, come le vocali).

Quindi, il feto comincia a familiarizzare con i ritmi e toni della voce umana, elementi

fondamentali per il riconoscimento del linguaggio dopo la nascita.

-I feti dal 7°mese di gravidanza sono in grado di percepire stimoli acustici.

Gli studi prenatali sono basati sull’utilizzo di indici come l’aumento della frequenza cardiaca

o dei movimenti in risposta a uno stimolo sonoro.

-I feti di 34 settimane sono in grado di rispondere agli stimoli acustici e di ricordarli. Ecco

come funziona l’esperimento descritto:

1. Stimolazione vibroacustica: Viene applicato uno stimolo vibroacustico (un suono o una

vibrazione) sull’addome della madre.

2. Risposta immediata: Il feto reagisce con movimenti fetali, che avvengono entro 1

secondo dalla stimolazione.

3. Abituazione: Dopo aver ricevuto lo stimolo per 4 volte, i movimenti fetali diminuiscono o

scompaiono, mostrando che il feto si è abituato allo stimolo.

4. Memoria a lungo termine: Dopo 4 settimane, viene ripetuto lo stimolo. Il feto risponde

con una minore reattività rispetto alla prima volta, indicando che riconosce e ricorda lo

stimolo a cui si era abituato.

Questo dimostra che i feti non solo rispondono agli stimoli, ma sono anche capaci di

memorizzarli nel tempo.

SU QUALI CARATTERISTICHE SI BASANO PER RICONOSCERE LA VOCE MATERNA?

I bambini di 1 mese preferiscono ascoltare la voce della propria madre MA NON se il

linguaggio viene alterato togliendo le informazioni prosodiche.

(Le caratteristiche prosodiche, come l’intonazione e il ritmo, sono tra le prime informazioni

che i neonati riconoscono come familiari).

Quando queste informazioni prosodiche vengono alterate (ad esempio, con un linguaggio

monotono o robotico), i bambini non riescono più a discriminare tra la voce della madre e

quella di un’altra persona.

DETTAGLI DELLO STUDIO:

> Tecnica della Suzione Non Nutritiva: I neonati vengono monitorati mentre succhiano una

tettarella.

> Stimolo musicale: Quando i neonati succhiano a un determinato ritmo, sentono musica.

Se il ritmo cambia, vengono esposti al rumore bianco.

> Risposta del neonato: I neonati alterano il proprio ritmo di suzione per continuare ad

ascoltare la musica e evitare il rumore bianco.

RISULTATO:

I neonati sono sensibili agli aspetti ritmici e melodici della musica, che sono strettamente

legati agli aspetti prosodici della voce umana. Questo studio dimostra che i neonati non

solo preferiscono i suoni musicali, ma sono anche in grado di modificare il loro

comportamento per ascoltarli, evidenziando la loro capacità precoce di percepire e reagire

agli stimoli ritmici e melodici.

> I bambini di 1 mese sono in grado di discriminare i fonemi in modo categoriale allo stesso

modo degli adulti.

Questo significa che i neonati riescono a distinguere tra suoni differenti, come le vocali o le

consonanti, anche quando questi suoni appartengono a lingue diverse dalla loro lingua

madre.

> Fino a 6 mesi, i bambini sono in grado di percepire e discriminare contrasti fonetici sia

nativi (della loro lingua madre) che non-nativi (di lingue a cui non sono stati esposti). Questo

significa che possono distinguere tra suoni di diverse lingue, anche se non le hanno mai

sentite prima.

Tuttavia, a partire da 8 mesi, la capacità di discriminare i contrasti fonetici non-nativi

inizia a diminuire e, entro la fine del primo anno, questa capacità tende a scomparire.

Questo processo di “specializzazione” è noto come “Perceptual Narrowing” in cui i bambini

diventano più sensibili ai suoni della loro lingua madre e meno in grado di distinguere i suoni

di lingue straniere.

Questo NON significa che i bambini fino ai 6 mesi non siano in grado di riconoscere la

propria lingua:

1. A 2 giorni di vita i bambini riescono a discriminare tra la propria lingua madre da una

lingua sconosciuta.

2. Bambini francesi di 2 mesi sono in grado di distinguere frasi francesi da frasi russe,

ma NON frasi inglesi da frasi italiane→ questo avviene anche quando vengono lasciate solo

le informazioni prosodiche.

LA TEORIA ECOLOGIACA DELLA GIBSON

IN CHE MODO I BAMBINI SVILUPPANO LE LORO ATTIVITÀ PERCETTIVE?

I bambini apprendono ad estrarre e a distinguere le informazioni che sono disponibili

nell’ambiente in funzione degli obiettivi e delle motivazioni che li guidano in ogni momento

dello sviluppo ( i bambini non percepiscono tutto allo stesso modo in ogni momento, ma

selezionano e interpretano le informazioni in base a ciò che stanno cercando o a ciò di cui

hanno bisogno in quel momento.)

L’apprendimento percettivo è un processo mediante il quale si impara a percepire ciò che è

sempre stato presente.

La percezione è funzionale alle azioni del bambino nell’ambiente

La ricerca e la teoria di Gibson si caratterizzano per il particolare rilievo dato allo studio del

comportamento naturale che il bambino produce nell’ambiente (fisico e sociale).

GIBSON: IL CONCETTO DI AFFORDANCE

Il concetto di “affordance” (letteralmente “disponibilità”) si riferisce a come l’ambiente offre al

bambino (e in generale a ciascun individuo) delle informazioni utili che diventano

significative solo in relazione alle azioni che il bambino può compiere. In altre parole, un

oggetto o un elemento dell'ambiente non è percepito in modo neutro, ma in funzione di ciò

che è possibile fare con esso.

SPIEGAZIONE:

-​ L’ambiente offre “affordances”: ogni elemento dell’ambiente (ad

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
94 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martinaamboni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Quadrelli Ermanno.