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PARTE SECONDA – L’ESPERIENZA DELLA MALATTIA
Capitolo 9 – La psicocardiologia e lo studio del legame cuore-cervello
9.1 La psicocardiologia: cenni storici
C’è un legame significativo tra cuore e mente. Osler fu il primo a discutere di un possibile legame tra
personalità e malattie cardiache. Poi è stato dimostrato uno stretto legame tra la psicologia, le
neuroscienze e la fisiologia cardiovascolare; è stato evidenziato come le emozioni e le caratteristiche
psicologiche che generano le nostre motivazioni e i nostri comportamenti siano strettamente interrelate
con il funzionamento del SN centrale e periferico, a partire dal fondamentale meccanismo flight or fight
(scappa o combatti) in cui il sistema cardiovascolare ricopre un ruolo fondamentale nella risposta a stimoli
pericolosi.
C’è una chiara associazione tra varie tipologie di stressor (fisici e cognitivi, interni ed esterni) e la risposta
cardiovascolare misurata con una moltitudine di metodi, dai più semplici ai più sofisticati.
Il funzionamento del cuore e del cervello sono connessi in maniera intricata e inestricabile in uno stretto
rapporto di causalità. È nato così il termine PSICOCARDIOLOGIA (o CARDIOPSICOLOGIA).
9.2 Principali meccanismi alla base del legame cuore-cervello
Il legame tra aspetti psicologici e salute cardiovascolare può essere spiegato in 3 modi:
1. i fattori psicologici provocano alterazioni biologiche e fisiologiche che influenzano la salute
cardiovascolare;
2. i fattori psicologici hanno effetto sui comportamenti che influenzano la salute cardiovascolare;
3. i fattori psicologici sono responsabili dell’attivazione delle risorse psicosociali che favoriscono un
buono stato di salute o, al contrario, inducono la malattia.
MODO 1: I FATTORI PSICOLOGICI PROVOCANO ALTERAZIONI BIOLOGICHE E FISIOLOGICHE CHE
INFLUENZANO LA SALUTE CARDIOVASCOLARE
Es. rabbia e ostilità sono associate ad un aumento dell’aggregazione piastrinica e dello stato
infiammatorio; episodi di stress acuto inducono un aumento immediato e dannoso della produzione di
catecolamine e un elevato rischio di sviluppare aritmie ventricolari.
La presenza di stress cronico è associata a ipercoagulazione, dislipidemia, aumento dei processi
infiammatori e alterata risposta immunitaria, un aumento del tono simpatico, una diminuzione del tono
vagale e della variabilità cardiaca, una rigidità arteriosa e disfunzioni endoteliali.
L’ansia, la depressione e il disturbo post traumatico da stress provocano un’alterata attivazione dell’asse
HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene) che risulta in una disregolazione del SN autonomo, ovvero del principale
regolatore della risposta cardiaca, nelle sue componenti simpatica e parasimpatica.
Tutte queste alterazioni sono note per avere un effetto negativo sull’innervazione cardiaca e
conseguentemente sull’aumento del rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, quali ischemia del
miocardio aritmia, rottura delle placche coronariche.
Il rapporto di causalità che mette in relazione fenomeni mentali e patologie cardiache (cosa causa cosa?)
ancora oggi non è del tutto compreso; ma sembra che la presenza di depressione e di disturbo post-
traumatico da stress precede e predice un aumento dello stato infiammatorio, risultando associata ad un
aumento del rischio di aterosclerosi e di trombosi arteriose. Ciò suggerisce che nell’associazione causale
tra aspetti psicologici e patologie cardiovascolari, la direzionalità prevalente potrebbe essere quella che
origina dal disturbo psichico aumentando il rischio di patologia cardiovascolare, piuttosto che il contrario.
La depressione, inoltre, è risultata essere un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari pari
all’ipertensione. Se è vero che fattori psicologici negativi inducono alterazioni dannose per la salute del
cuore, è anche vero il contrario, ovvero che i fattori positivi di cui abbiamo parlato poco sopra inducono
variazioni che risultano invece promuovere il benessere anche fisico dell’individuo, quali la riduzione degli
stati infiammatori, una migliore risposta immunitaria e una migliore regolazione dei parametri automatici.
MODO 2: I FATTORI PSICOLOGICI HANNO EFFETTO SUI COMPORTAMENTI CHE INFLUENZANO LA
SALUTE CARDIOVASCOLARE
Condizioni psicologiche negative sono spesso associate a stili di vita disfunzionali e rischiosi per la salute,
come il fumo, l’alimentazione eccessiva e poco sana e la scarsa attività fisica, che sono tra le cause
principali di un aumentato rischio cardiovascolare. Nelle condizioni più critiche, a questo si può aggiungere
l’abuso di psicostimolanti (es. cocaina) e la difficoltà o la mancata volontà di richiedere un supporto.
In questo caso quindi, la componente piscologica può essere considerata causa indiretta dell’incremento
del rischio, ma non per questo da sottovalutare o trascurare. Inoltre, si è capito che la sofferenza
psicologica precede e predice l’insorgere dei comportamenti di rischio e, quindi, lo sviluppo della patologia
cardiovascolare. Al contrario, il benessere psicologico è correlato a comportamenti salutari, inclusi il
sottoporsi a screening o l’essere aderenti alle terapie prescritte.
MODO 3: I FATTORI PSICOLOGICI SONO RESPONSABILI DELL’ATTIVAZ. DELLE RISORSE PSICOSOC.
CHE FAVORISCONO UN BUONO STATO DI SALUTE O, AL CONTRARIO, INDUCONO LA MALATTIA
I soggetti con problematiche psicologiche tendono ad avere un minor supporto sociale, a percepire gli
eventi della vita quotidiana come più negativi e a manifestare scarse strategie di adattamento e di
risoluzione dei problemi, fattori che, ancora una volta, sono correlati ad un maggior rischio per la salute.
9.3 Cuore e cervello, un legame profondo
Non è possibile curare gli occhi senza curare la testa, né la testa senza curare il corpo, così neppure il corpo
senza la psiche. È sempre stata posta troppa attenzione alle condizioni fisiche del pz, e poca al paziente
nella sua interezza e alla salute psicologica e come questa possa contribuire alla salute fisica e alla
malattia. La salute e la malattia dipendono dalla persona nel suo insieme. La persona, intesa come
insieme di psiche e corpo, è l'unità di misura per prevenire e per curare.
Le patologie cardiovascolari originano ed evolvono non solo da alterazioni biologiche del sistema
cardiovascolare o da condizioni cliniche sistemiche quali il diabete, l'ipertensione, l'ipercolesterolemia,
ma anche da determinate caratteristiche mentali o da condizioni psichiche patologiche, e i fattori
psicologici positivi possono rappresentare un fattore protettivo rispetto alle stesse patologie. La relazione
cuore-cervello non implica solo un effetto della condizione psicologica su quella fisica, ma anche
l'opposto, come dimostrato dal fatto che la presenza di patologie cardiovascolari è spesso associata
all'insorgenza di patologie psichiche.
I fattori di rischio psicologici che possono minare la salute cardiovascolare o peggiorare la prognosi e
aumentare la mortalità nei pz affetti da patologie cardiache:
- ansia
- depressione
- distress psicologico che può aver contribuito a determinare l’evento acuto
Intercettare queste problematiche fin dal momento del ricovero aumenta la presa in carico del pz e
➔ l’implementazione di interventi psicologici calibrati sule specificità individuali.
9.3.1 Lo stress
Eventi stressanti acuti o cronici, traumatici e non, e risultanti da fonti molto eterogenee tra loro, come ad
es. i problemi lavoratici, le problematiche familiari, la scarsità di relazioni sociali, i problemi economici,
rappresentino un fattore di rischio per la salute cardiovascolare.
La relazione tra stress, SN autonomo epatologie cardiovascolari si evidenzia in modo drammatico in due
patologie rare quali la Sindrome di Takotsubo e la Sindrome della morte improvvisa.
Sindrome di Takotsubo -> colpisce circa il 90% delle donne in post menopausa e si presenta con alterazioni
tipiche dell’infarto del miocardio, fatta eccezione per l’occlusione delle coronarie che, in questo tipo di
patologia, non è presente. La prognosi è generalmente buona.
Sindrome della morte improvvisa -> è totalmente infausta. Provoca aritmie ventricolari letali in soggetti
spesso ignari di soffrire di una qualche malattia funzionale o strutturale del muscolo cardiaco o di avere
specifiche mutazioni genetiche predisponenti.
Entrambe le sindromi insorgono nel giro di qualche ora dall’esposizione del soggetto ad uno stress acuto
che è negativo nella maggior parte dei casi (es. un episodio di rabbia o la perdita di un congiunto, una rapina
o un terremoto), ma che può anche essere positivo (es. una grossa vincita o la vittoria della propria squadra
di calcio). I meccanismi che generano tali sindromi non sono ancora del tutto noti, ma certamente
coinvolgono un aumento dell’attività simpatica e una diminuzione di quella parasimpatica (anche se ci
sono casi rari in cui la causa è invece un eccesso di attività vagale) con un effetto proaritmico ed esito
infausto (entrambe le patologie possono anche insorgere in seguito a stress fisici).
9.3.2 La rabbia e l’ostilità
La rabbia e l’ostilità sono emozioni fortemente negative che possono provocare un’improvvisa reazione da
parte del sistema simpatico, con un conseguente improvviso e dannoso aumento del battito cardiaco e
della pressione diastolica e sistolica. Episodi acuti di rabbia si sono dimostrati importanti fattori di rischio
per l’insorgenza di eventi cardiovascolari, quali infarto del miocardio, sindrome coronarica acuta, ictus e
aritmia ventricolare nelle due ore successive all’evento scatenante. Non meno negativi sono gli effetti di
episodi ripetuti di rabbia (rabbia cronica) che si sono dimostrati essere correlati a un aumento
dell’incidenza di patologie cardiache nei soggetti sani e di ricadute nei pz, soprattutto in presenza di tratti
di personalità caratterizzati da una marcata tendenza alla rabbia e all’ostilità.
9.3.3 La depressione
È uno dei disturbi che è più presente nel pz con problematiche cardiache, e uno dei fattori che è
riconosciuto come fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di problematiche cardiovascolari. I pz
depressioni sono più a rischio della popolazione generale di sviluppare patologie cardiovascolari, ma
anche i pz affetti da qualche patologia cardiovascolare risultano maggiormente affetti da depressione
rispetto ai soggetti sani. Molti sono gli aspetti implicati in questo legame, da quelli genetici a quelli biologici
a quelli comportamentali.
È stato dimostrato che pz che presentano depressione nel momento in cui si manifesta un evento cardiaco
avranno maggiore probabilità di sviluppare altre complicazioni cardiologiche (altri