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RISORSE E RISCHI DI QUESTO MODELLO FAMIGLIARE:
i componenti delle famiglie con figli giovani adulti sono assai soddisfatti della qualità delle proprie
relazioni, ma impauriti della complessità della realtà sociale odierna. Questa situazione porta sia
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vantaggi che rischi sia per i figli che per i genitori. Il vantaggio per i figli è quello di poter protrarre
uno stato di moratoria senza dover prendere decisioni definitive, rimanendo nello stesso status di
figli con la possibilità di esplorare il mondo adulto, tanto nella vita affettiva quanto in quella
lavorativa, senza assumere gli impegni e mantenendo aperte varie prospettive. L’indecisione rispetto
alle scelte e la paura di limitare le proprie possibilità li porta a rimandare l’ingresso nella vita adulta.
Allo stesso modo i genitori, che mantengono un ruolo centrale, il vantaggio è quello di poter essere
ancora genitori, ma di figli adulti verso i quali non si hanno più responsabilità educative e con i
quali è più piacevole relazionarsi in modo paritario da adulto ad adulto.
Il rischio che corre la famiglia lunga è quello di creare legami talmente vicini da inibire la sua spinta
propulsiva nel conseguimento dei compiti di questa fase: per il figlio la realizzazione di un proprio
progetto autonomo e per i genitori l’accettazione delle conseguenze che l’uscita di casa del figlio
comporta, come l’intensificare e il ripensare la dimensione di coppia come prioritaria.
La funzione della famiglia è quella di essere un trampolino di lancio.
Il rischio è quello di uno stallo generazionale di non permettere il salto generazionale, determinando
così un blocco delle identità. Per evitare questo stallo occorre un impegno sia della famiglia sia
della società con interscambi tra di loro. Attualmente le generazioni sono molto vicine e rischiano la
confusione, sia all’interno della stessa famiglia lunga, sia nel comportarsi a livello sociale. Occorre
un impegno congiunto delle generazioni adulte presenti nella famiglia e nel più ampio contesto
sociale per favorire il traghettamento delle giovani generazioni verso l’acquisizione del ruolo
adulto. È importante che si realizzi una promozione dei giovani a livello sociale, partendo da un
significativo investimento economico.
3. LO SVINCOLO DEL GIOVANE DELLA PROPRIA
FAMIGLIA:
4 fase del ciclo evolutivo della famiglia definito come trampolino di lancio dei figli.
La permanenza in casa del giovane può rappresentare un’opportunità. La convivenza con i genitori
può permettergli di terminare gli studi, iniziare a lavorare, definire la regolazione affettiva con il
partner, creare una situazione abitativa, sino al matrimonio.
COMPLETARE IL PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE:
il primo tipo di autonomia è a scapito emotivo ed è identificabile con la capacità dell’individuo di
prendere decisioni personali senza dipendere dagli altri.
Il secondo tipo di autonomia consiste nella possibilità di realizzare con le proprie forze dei progetti
personali, sino al punto di avere fiducia nelle proprie capacità, tanto da separarsi anche
materialmente dalla famiglia di origine.
Scabrini: uscita psichica adulta implica la strutturazione e la realizzazione di un progetto di vita.
Processo di differenziazione dell’adulto: Bowen all’inizio esiste la massa indifferenziata dell’io
famigliare, una sorta di identità emotiva conglomerata dove non è facile distinguere il sé personale
da quello altrui. È una sorta di stato fusionale gruppale, dal quale l’individuo può uscire solo
differenziandosi sino a raggiungere una posizione io che gli permette di sentirsi autonomo e
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distinto, capace di assumersi le proprie responsabilità senza ritenere gli altri la causa dei propri
insuccessi o successi.
Bowen presenta 2 distinzioni: quella del taglio emotivo e del figlio cronico.
Con il taglio emotivo la separazione fallisce perché viene realizzata prematuramente e
traumaticamente. Il figlio inganna sé stesso e gli altri fingendosi autonomo ed emotivamente
indipendente, mentre al contrario, vive interiormente una profonda fragilità.
Sente il bisogno della vicinanza emotiva, ma ne è intimorito perché non ne ha esperienza. Più è
stato netto il taglio con i genitori, più è facile che egli ripeta lo stesso atteggiamento con le
successive figure che incontra nella vita adulta l’individuo diventa a sua volta genitore Bowen:
parla di trasmissione intergenerazionale in cui i modelli di apprendimento famigliare si tramandano
da una generazione all’altra, il grado di attaccamento non risolto ai genitori è determinato dal grado
di attaccamento di ciascun genitore alla sua famiglia di origine, dal modo in cui i rispettivi genitori
hanno interferito nel matrimonio dei figli, dal grado di ansia durante i momenti critici della vita e
dal modo in cui i genitori hanno affrontato quest’ansia.
La situazione del figlio cronico: si riferisce a quei giovani che al momento del salto generazionale
rimangono bloccati nella posizione di figlio, non riuscendo ad assumere una forte posizione io.
Il più delle volte ciò avviene per una sorta di lealtà nei confronti dei propri genitori come nel caso
del figlio che, al contrario dei fratelli, non si sposa e rimane a casa con i genitori anziani. Per
Williamson 1982, al figlio cronico non può interiorizzare quell’autorevolezza personale necessaria
all’individuo per raggiungere la sua maturità a livello psicosociale.
LA DIFFICOLTA’ DI SVINCOLO DEL TOSSICODIPENDENTE:
Cirillo: la problematica della tossicomania riguarda più generazioni. Risalendo alle difficoltà
affettive che i genitori del tossicodipendente hanno vissuto nelle proprie famiglie d’origine.
Come esse vanno ad influire sulla formazione della coppia, la cui crisi coinvolge anche il rapporto
con i figli. La madre già quando il figlio tossicodipendente è piccolo stringe una particolare
relazione con lui, allontanando il ragazzo dal padre.
Il comportamento drogastico è in grado di distorcere l’attenzione dei genitori dai problemi. In
questo modo si blocca il ciclo evolutivo dell’intero nucleo famigliare. Il figlio con la sua
tossicodipendenza chiede indirettamente ai genitori di intervenire e di essere trattato e controllato
come se fosse un bambino. Quando il tossicodipendente migliora, i genitori si separano.
4. I COMPITI DI SVILUPPO DELLA COPPIA:
i compiti dei genitori in questa fase evolutiva non sono semplici, perché si trovano a dover mediare
i bisogni di 3 generazioni: quella della propria generazione (mezza età), dei figli (in procinto di
andarsene) e dei genitori anziani. I genitori si devono distribuire in 3 assi relazionali: coniugale,
filiale e genitoriale, ed è grande anche il carico di responsabilità che si trovano a dover gestire a
livello sociale.
REINVESTIRE SULLA RELAZIONE DI COPPIA:
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quando i figli crescono e sono più grandi e autonomi, la coppia coniugale ha a propria disposizione
più spazi e tempi per poter pensare a sè stessa in modo da stabilire maggiore intimità, capacità di
supporto reciproco e comunicazione coppia coniugale = maggiore sostegno.
Il compito di reinvestire sulla relazione di coppia non è semplice, specie per le coppie che hanno
investito molto sui figli e sul proprio ruolo genitoriale, tralasciando quello coniugale. Le donne
hanno investito molte energie nella cura dei figli, sacrificando il ruolo di madri sentimenti
depressivi di inutilità ed abbandono.
La riorganizzazione del rapporto di coppia è messo in difficoltà anche dal fatto che ai conflitti che si
presentano in questo momento del ciclo vitale sono legate problematiche sviluppatesi e non risolte
nelle fasi precedenti (vista la centralità dei figli) e che sono rimaste nascoste e si sono stratificate
con gli anni. È importante che la coppia sviluppi e coltivi interessi e frequentazioni comuni in grado
di rivitalizzare il legame e far in modo che non diventi isolato dal mondo esterno.
Figlio può essere assumere dei comportamenti irresponsabili e pericolosi, facendo si che i genitori
si preoccupino di lui, allontanando le problematiche relative all’inconsistenza della coppia.
Questa fase di sviluppo chiede ai genitori alcuni compiti ben precisi:
- Favorire lo svincolo del figlio
- Accogliere il suo partner
- Aiutare i figli nella cura dei nipoti.
FAVORIRE LO SVINCOLO DEL FIGLIO:
il primo passo che i genitori devono fare è proprio quello di riconoscere la sua “autorità personale”.
i genitori sono chiamati a riconoscere le potenzialità e le qualità dei propri figli come adulti.
Quando il genitore vedrà la maturità nel figlio, comincerà spontaneamente a impostare con lui una
relazione più paritetica e interdipendente, in modo da permettergli di conoscere i genitori al di là del
loro ruolo, per quello che sono come adulti significativi, con capacità e difetti.
Ed è con questa esperienza che si crea la parità tra generazioni e fa scomparire “l’intimidazione
intergenerazionale” che secondo Williamson 1981 arresta il processo di acquisizione di
autorevolezza personale che permette al giovane di percepirsi adulto.
La separazione tra genitori e figli è accompagnata da sentimenti di tristezza, occorre che i genitori
mostrano al figlio di essere capaci di tollerare a livello emotivo lo svincolo.
Stierlin 1971 individua 3 possibili atteggiamenti: ci sono genitori che negano il proprio disagio nei
confronti della separazione dal figlio, altri si mostrano entusiasti, infine ci sono quelli che
esprimono la propria sofferenza, ma nello stesso tempo di dimostrano all’altezza di superare
l’inevitabile vuoto che il distacco dal figlio comporta.
Per l’autore è l’ultima modalità a favorire lo svincolo del giovane dalla famiglia visto che la
tristezza che il distacco comporta né viene negata, come nella prima modalità, né viene scaricata
interamente sul giovane, come avviene con la seconda modalità.
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ACCOGLIERE IL PARTNER DEL FIGLIO:
un altro compito della coppia genitoriale è l’accoglienza nei confronti del partner del figlio. un
compito che non riguarda solo la coppia, ma l’intera famiglia allargata. Una delle conferme
dell’effettivo conseguimento del processo di separazione-individuazione tra i genitori e figli sta
proprio nell’accettazione da parte dei genitori del partner che il figlio ha scelto come futura sposa,
considerandolo nuovo membro della famiglia. La qualità del suo inserimento ha risvolti emotivi
profondi da parte dei genitori = paure: che potrebbero portare i genitori a screditare i partne