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METODO APPAIAMENTO: MODELLO (ESEMPIO CONCETTO)
Esempio prova gratis non esempio non esempio con distrattore
Appaiamento tra esempio e modello
Con il CRITERIO DELLA PADRONANZA: dico quante colte il bambino non deve sbagliare
METODO PER INSEGNARE IL CONCETTO POLARE:
METODO DELLA DIFFERENZA MINIMA
REGOLE PROCEDURA:
si basa su una lezione per lo studente basata su 5 esempi (gli esempi vanno preparati)
sopra/sotto: bisogna togliere una delle due parole = togliamo la parola SOTTO e non
o bisogna mai dire la parola “sotto” perché il bambino la deve imparare per deduzione. Si
sceglie una sola parola perché se no il bambino si può confondere con le due parole.
Devo costruire questi 5 esempi:
o 1. Usare un non esempio di sopra (il non esempio di sopra è sotto);
questo si chiama DIFFERENZA MASSIMA
non esempio: DIFFERENZA MINIMA
o
6 Esempio concetto “SOPRA”
o Altri esempi sopra
o Altri esempi sopra
o
Non bisogna mai posizionare la palla nello stesso punto.
Dobbiamo fare un enunciato: “è SOPRA” e lui deve dire SI o NO:
solo quando avremmo costruito molti esempi e non esempi e devono essere multipli di 5 dopo la
dimostrazione dei primi 5 con la palla. Lo schema deve essere:
3 esempi, 2 non esempi poi farne altri
3 esempi, 2 non esempi poi farne altri e averne tipo 15 e mischiarli
Se il bambino dice NO: l’esempio lo mettiamo sul tavolo e prendiamo un altro esempio e se lui dice
SI su quale è “sopra” mettiamo entrambi i disegni uniti e lui deve dire qual è sopra tra i due
CONCETTO POLARE LO SAPPIAMO
CONCETTO POLARE NON LO SAPPIAMO
19/11/21
Problema comportamentale: ci troviamo davanti a delle azioni che una persona compie, che per
frequenza o durata o per intensità. Questo comportamento intenzionalmente comporta danni a
persone, cose / oppure questi comportamenti limitano l’attività e la partecipazione della
persona = quest’ultima è la definizione del COMPORTAMENTO PROBLEMATICO.
La prima è di natura epidemiologica: vari studi per misurare la quantità = cioè la correlazione tra i
livelli di gravità e una maggiore frequenza dei disturbi.
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Le persone con disabilità sono più a rischio di bullismo. Infatti, i comportamenti problematici:
sono il primo elemento di esclusione all’interno del contesto sociale; è il primo fattore di abuso
degli adulti sui ragazzi; se io sono un adulto e sono responsabile dei bambini e uno rischia di fare
male, io sono responsabile e l’adulto ha paura della pericolosità (in passato per queste cose le
persone con comportamenti problematici venivano messi negli ospedali psichiatrici). Di fronte alla
pericolosità una persona può: 1. Scappare; 2. Essere aggressiva anche lei.
COME INTERVENIRE:
nel campo della disabilità l’intervento più raccomandato è: l’ABA. Prospettiva che fonda la sue
radici sulla scienza del comportamento utilizzando l’analisi sperimentale del
comportamento di Skinner attraverso il costrutto di rinforzo.
Principi ABA (Analisi comportamento) Per l’insegnante:
1. Usare la matita verde: se voglio modificare il comportamento devo usare il rinforzo (noi
impariamo tramite rinforzo), se la frase è sbagliata ce ne sono altre fatte bene e sottolinea in
verde quelle fatte bene. così lo studente è contento e alzerà così la sua autoefficacia. Questo
porterà ad un’altra conseguenza, la frase sbagliata verrà vista insieme allo studente dicendo:
“prova a farla diversamente e dimmi su cosa ti posso aiutare”. Lo studente potrà sfruttare il
tentativo di cambiamento, e a quel punto l’insegnante vedendo lo studente cambiare la frase
e farla bene, dirà: “sei bravo” e ci sarà un rinforzo. Anche se cambia la frase e non è giusta
totalmente, l’insegnante può rinforzare. È importante che l’insegnante dia degli indizi per
capire come si faccia e modificarla e lo studente ci deve arrivare da solo. Alla fine, quindi, la
frase verrà scritta bene da lui.
L’apprendimento è una variabile dipendente dall’insegnamento.
Nella scienza del comportamento viene spiegato che: tutti i nostri comportamenti sono una
variabile dipendente dal contesto è lui che condiziona il comportamento. Se questo si
ripete è perché il contesto lo ha rinforzato.
Per un’analisi del comportamento ottimale = bisogna modificare il contesto.
Definire il linguaggio operazionale
L’aggressività è un costrutto. Bisogna dire all’altra persona perché per lui è aggressivo.
OPERAZIONALIZZARE l’idea è di descrivere il comportamento analitico andando a
descrivere quali elementi ci sono. Fa un’analisi del comportamento, analizza i pattern. Questo però
non basta = questi comportamenti li possiamo pesare cioè quanto sono presenti nella vita di quella
persona, per questo serve un sistema di quantificazione = la frequenza di quel
comportamento (più volte lo fa e più pesa quel comportamento) ma potrebbe anche essere la
durata.
I comportamenti che vogliamo modificare li chiamiamo TARGET.
Se dobbiamo capire il problema dopo la raccolta dati, andando a vedere non più il comportamento
ma l’attenzione su ciò che avviene prima del comportamento e dopo. Questo metodo si
chiama ABC dove A sta per antecedente, B per Behavior e C per conseguenza.
PASSI ANALISI FUNZIONALE:
Descrivere subito dopo l’episodio le sequenze spazio-temporali con una descrizione descrittiva.
Ci deve essere un racconto (nella domanda) ma non possiamo modificare le parole
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Se nel racconto il “Bambino sputa”, bisognerà utilizzare il metodo ABC per analizzare questo
problema comportamentale
A B C
episodio antecedente Sputa conseguenza
Si gira
Lo psicologo osserva, scrive poi fa l’ABC. Lo psicologo deve prendere il racconto e lo trasforma in
ABC e da questo nuovo racconto, capisco la relazione tra persona e contesto.
In B andrà tutto ciò che fa il bambino; in A e in C andrà il contesto.
RICORDARSI: per ogni comportamento dobbiamo trovare l’antecedente e la conseguenza.
A B C
Sputa Un bambino urla
Un bambino urla Si gira
Se un comportamento si ripete c’è un rinforzo = molto importante è capire il rinforzo (anche se
l’insegnate lo punisce è un rinforzo).
Se voglio modificare un comportamento devo modificare le conseguenze.
Se voglio gestire un comportamento devo agire sugli antecedenti.
26/11/21
Guida 10 punti caratterizzanti ABA
1. È il passaggio più difficile da realizzare, ma ha un maggior peso nella riuscita
dell’intervento. Questa fase l’hanno definita come Alleanza Psicoeducativa = presuppone
che ci siano persone diverse che si uniscono per un bene comune. Gli adulti significativi
devono concordare finalità dell’intervento e una soluzione da trovare per le persone con
problemi comportamentali.
La percezione: gli psicologi intendono il fatto che qualsiasi evento oggettivo noi gli
attribuiamo dei significati. Invece dal punto di vista comportamentale: un individuo può
avere comportamenti diversi dagli altri. Le azioni cambiano a seconda della percezione.
L’alleanza psicoeducativa serve all’adulto per la sua percezione, per vedere che visone ha
l’adulto di quel comportamento. In questo caso il ruolo dello psicologo è importante: DEVE
FAR PARLARE IL GENITORE DELLA PERCEZIONE = parlare della definizione del
problema.
Qualcuno deve mediare tra percezioni diverse, bisogna quindi mettersi attorno ad un
tavolo finché non si arriva alla MASSIMA CONDIVISIONE= bisogna però trovare lo
spazio e il tempo (se il comportamento segnalato si trova a scuola, lo psicologo deve andare
a scuola).
Se non mettiamo le persone attorno ad un tavolo non riusciremo nel nostro intento. Devono
venire: l’insegnate di sostegno, 6-7 insegnanti, i genitori, lo psicologo (coordina l’alleanza)
e da le regole:
9 Ø Per far sì che la riunione abbia più chance di riuscita è opportuno far sì che ci
sia il DIRIGENTE SCOLASTICO (1° alleanza). Un genitore deve utilizzare
una lobbi affinchè il dirigente scolastico si attivi. (se fatto a casa: bisogna
lavorare con tutti, sia con la mamma che con il papà e tutte le figure
importanti per il bambino).
Ø Finalmente diamo attorno ad un tavolo e lo psicologo darà un foglio e dirà di
scrivere (così che tutti possano pensare prima di scrivere) = serve per attivare
nelle persone la razionalità. Devono scrivere la loro definizione del
problema: cioè fare un elenco puntato dei problemi del bambino.
Ø Chiederemo ad un membro di fare da segretario per far sì di incrementare ciò
che succede all’interno dell’alleanza. Il segretario dovrà raccogliere i fogli
con le definizioni. Poi verranno lette perché le definizioni sono NOSTRE
senza specificare chi lo abbia scritto (diventa così un contesto
ESPLICANTE). Bisogna trovare punti in comune tra le definizioni; bisogna
trovare la NOSTRA DEFINIZIONE del problema (la definizione è
condivisa), bisogna ordinare le definizioni: quelle più votate in cima e quelle
meno votate in basso. Le alleanze si fondano sul principio del compromesso.
Gli alleati devono fare un compromesso sulla loro idea, una buona alleanza
ha bisogno di successi.
Non sarà più un problema ma sarà un obiettivo e ci chiederemo: Ma se lui
sbatte la testa qual è l’obiettivo? L’obiettivo è che il bambino faccia il lavoro
che gli è stato dato= ESSERE D’ACCORDO SULL’OBIETTIVO DEL
PROBLEMA
2. Raccolta dati: bisogna dare un peso al problema = fare una misura di questa gravità.
Bisogna individuare un parametro; i parametri sono: frequenza, intensità, durata e latenza. È
qualcosa di rivelabile al di là della percezione, però il dato dovrà essere confrontato con la
percezione.
La raccolta dati deve essere fatta all’interno dell’alleanza, poi bisognerà capire quali sono le
strategie per raggiungere gli obiettivi. Bisogna capire il parametro da utilizzare.
Poi bisognerà capire:
- Chi farà qualcosa = una persona del gruppo dovrà raccogliere i dati (FASE RACCOLTA
DATI)
- Cosa farà (il parametro)
- Come lo farà
- Dove lo farà
- Quando lo farà
Abbiamo bisogno di tanti giorni di
osservazione finché la frequenza non
sarà stabile.
La rappresentazione grafica lo fa lo
psicologo ma lui prenderà i dati che
avrà portato il s