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L'INVASO È IL FATTORE CHE DIFFERENZIA LE PROTESI TEMPORANEE DA QUELLE DEFINITIVE

Definitive: una volta che il moncone è stabile si passa alla protesi definitiva.

Cuffia: interfaccia tra il moncone e l'invasatura, serve per proteggere e si applica direttamente al moncone. Si applica direttamente sopra il moncone formando uno spessore tra il moncone stesso e l'invasatura, limita il movimento e la conseguente frizione tra invasatura e moncone che potrebbe danneggiare la cute. Silicone o poliuretani.

Invasatura: parte in cui alloggia il moncone, viene personalizzata tramite un calco in gesso. Duplice funzione: trasferire i carichi tra struttura portante della protesi e struttura anatomica ottimizzandone la distribuzione e proteggere e contenere il moncone.

L'invaso deve rispettare determinati elementi:

  • Esatto rilevamento del volume del moncone
  • Perfetta aderenza della protesi al moncone
  • Buona capacità di sopportare peso e sollecitazioni
è fondamentale dare delle afferenze propriocettive al carico. Non deve compromettere la circolazione arteriosa, venosa e linfatica. Eventuali punti di pressione non fisiologici sono da evitare. Modulo di collegamento – articolazioni: sono elementi di collegamento tra l'invasatura e il piede. GINOCCHIO MONOCENTRICO: ad un unico centro di rotazione. GINOCCHIO POLICENTRICO: più assi di rotazione. GINOCCHIO ELETTRONICO: protesi di ultima generazione. Piede protesico: primo segmento che prende contatto con il terreno, fornisce informazioni al SNC fondamentali per porre in atto aggiustamenti continui durante il cammino. È importante che sia il più possibile simile a quello fisiologico. ARTICOLATO: - A pendolo: monoassiale. - Libero: movimenti in anteroposteriore e lateromediale. Consente di muoversi su terreni accidentati. NON ARTICOLATO: Piede sach con TT rigida e tallone morbido. DINAMICI: in fibra di vetro o alluminio. Contengono all'interno una molla.S.Immagazzinano energia in fase di contatto che viene restituita in fase di spinta TRE FASI PRINCIPALI 1) Fase post operatoria – pre protesica: raccolta dati anamnestici e valutazione in chiave riabilitativa delle eventuali patologie concomitanti; valutazione del grado di autonomia precedente all’amputazione; istruzioni al paziente tese a facilitare la successiva riabilitazione ed il controllo del dolore Complicanze del moncone: difetti di cicatrizzazione per aderenze, cheloidi, eccesso o scarsità di tessuti molli; edema; difetti di lunghezza del moncone; atteggiamenti viziati per contratture, retrazioni capsulari o alterazioni della struttura articolare; dolori ischemici legati a turbe circolatorie o da patologie cutanee, da cicatrici; dolori neurogeni: parestesie, neuromi, arto fantasma Preparazione del moncone: - Linfodrenaggio manuale seguito da bendaggio del moncone con benda a lisca di pesce per prolungare l’effetto del massaggio. Solo quando il moncone inizia a

sgonfiarsi si posiziona la calza elastocompressiva

Misurazione del moncone ogni giorno

Trattamento della cicatrice

Mobilizzazione e rinforzo muscolare: la protesi è pesante, all'inizio il paziente è esausto solo dopo pochi passi.

Esercizi respiratori

Educare il paziente sulle posture da evitare

Addestramento all'uso della protesi temporanea e poi definitiva

TRATTAMENTO: una volta che i drenaggi sono stati rimossi e la ferita è stata stabilizzata, si passa alla fase pre-protesica che termina nel momento in cui al paziente viene consegnata la prima protesi provvisoria

Rinforzo muscolare

Addestramento alla gestione della carrozzina

Addestramento alla variazione dei decubiti e agli spostamenti

Avvio alla stazione eretta

IMPORTANTE LA POSTURA PRONA per evitare retrazioni. Molto spesso il moncone, essendo più leggero, tende a rimanere flesso e si ha un accorciamento della catena anteriore

Trattamento e prevenzione delle complicanze

Riduzione edema

attraverso posizionamento ed utilizzo pompa muscolareo Bendaggio elastico o cappucci elastici compressivi comprimonconeo Massaggio cicatrizialeo Terapia fisica antalgicao Igiene moncone
  1. Fase protesica
  2. Fase post-protesizzazione:
  1. Addestramento per indossare autonomamente e correttamente la protesi
  2. Esercizi di rinforzo muscolare
  3. Esercizi aerobici progressivi atti a migliorare la resistenza generale
  4. Esercizi per il controllo dell'equilibrio
  5. Attività a tappeto
  6. Esercizi respiratori
  7. Terapia occupazionale
  8. Istruzioni per igiene protesi

Obiettivi: adattamento del moncone alla protesi; tolleranza del carico sui punti di appoggio; adattamento muscolare e cardiovascolare allo sforzo; saper mettere e togliere in autonomia la protesi; essere in grado di camminare; controllo dell'equilibrio dinamico. Per i pazienti anziani è sempre preferibile non utilizzare una protesi temporanea in quanto l'adattamento è più difficoltoso quando si passa alla

fase di protesizzazione definitiva il paziente risulta disorientatoI primi esercizi vengono effettuati allo specchio alle parallele, si effettuano i passaggi posturali con laprotesi, si introduce lo schema del passo con esercizi dinamici e specifici.

✓ Deambulazione assistita con deambulatore

✓ Deambulazione autonoma con deambulatore

✓ Deambulazione con 2 punti mobili

✓ Deambulazione con 1 punto mobile

✓ Deambulazione autonoma senza ausili

È importante anche il lavoro a tappeto per insegnare al paziente a rialzarsi in caso di caduta. Se c’è lapossibilità si esce in esterna e si fanno le scale

Terapia occupazionale – reinserimento nella società – reinserimento professionale – follow up

Disturbi del cammino:

➔ Andatura con ginocchio flesso: se ci sono delle retrazioni o se la protesi è troppo lunga

➔ Zoppia di fuga: in caso di dolore

➔ Diversa lunghezza del passo

➔ Varismo o valgismo del ginocchio: tante volte la protesi

Sembra ben messa ma in posizione eretta non è in asse

PROTESI ARTO SUPERIORE

  • Protesi estetiche o passive:
    • protesi tradizionali
    • protesi scheletriche o modulari
  • Protesi funzionali o attive:
    • Protesi cinematiche: il movimento (apertura dita, flessione di gomito) avviene mettendo in tensione cavi di nylon ancorati ad un bretellaggio che passa sulle spalle e si ancora sul dorso. Esempio apertura della mano azionata dall'abduzione della spalla, la flessione del gomito attraverso elevazione del moncone
    • Protesi mioelettriche: a energia intra-extra corporea. Si sfrutta la differenza di potenziale generata dalla contrazione isometrica di un muscolo, che viene rilevata da elettrodi posti a livello dell'epidermide. L'energia sviluppata viene amplificata e trasmessa ad una batteria al nickel

Livelli di amputazione di AASS:

  • Parziale di mano (incluse le amputazioni falangee)
  • Disarticolazione di polso
  • Transradiale
  • Disarticolazione di gomito

Transomerale• Disarticolazione di spalla•Struttura protesi:

  • Invasatura
  • Parti di collegamento ed articolazioni (polso, gomito, spalla)
  • Dispositivo distale (mano, manipolatore, gancio)

Costruzione: invaso realizzato con calco in gesso. Nelle protesi mioelettriche, nelle pareti interne dell’invasosi posizionano gli elettrodi, su quelle esterne la batteria

La mano bionica più realistica:

  • 14 diversi schemi di presa e posizioni della mano
  • Motori individuali di ogni dito consentono di controllare in modo preciso la mano e afferrare glioggetti in modo naturale e coordinato
  • La mano è disponibile in due diverse misure e con tre opzioni di polso per adattarsi alle esigenzeindividuali.

FASIPost operatoria – preprotesica: preparazione del moncone, prevenzione retrazioni, prevenzione contratture,mantenimento posture corrette (braccio abdotto 30° gomito flesso e avambraccio pronato). La riabilitazionerespiratoria è sempre

presente anche per contrastare la precoce affaticabilità con la protesi Esercizi specifici per protesi differenti: - Gomito e mano cinematica: si attiva eseguendo movimenti delle spalle e delle scapole che permettono movimenti di apertura e chiusura a livello della mano e a livello del gomito - Gomito e mano mioelettrica: con i muscoli rimasti all'interno del moncone il paziente deve riuscire ad attivare la protesi tramite l'immaginazione o la mirror therapy Acquisizione controllo della protesi: prove di escursione, prove di prensione e prove di destrezza Differenza gestualità naturale e gestualità protesica: l'amputazione coinvolge lo scheletro e i tessuti molli, i muscoli possono essere ipovalidi e si ha lo spostamento della forza e dei centri di massa CARROZZINE E SISTEMI DI POSTURA: Valutazione dei bisogni del paziente, individualizzazione della carrozzina e integrazione delle tecnologie disponibili. Le carrozzine troppo strette possono creare delle ulcere, se troppo

Larga il bacino sarà troppo instabile e può dare origine a scogliosi a lungo termine

Prescrizione della carrozzina: fattori da considerare

  • Età, caratteristiche antropometriche dell'utente
  • Disabilità e prognosio
  • Grado di autonomia raggiungibile
  • Tipo di uso, domestico o esterno: in caso di uso interno le ruote sono più piccole e piene
  • Portabilità - accessibilità
  • Caratteristiche estetiche
  • Optionals disponibili
  • Costi

Valutazione dell'ambiente domestico e lavorativo: larghezza delle porte, superfici dei pavimenti, accessibilità di scale e gradini, accesso ai mezzi di trasporto. È fondamentale calcolare e in caso adattare l'ambiente domestico alle dimensioni della carrozzina

Scelta della carrozzina: obiettivi individualizzati sotto il profilo medico:

  • Compensare la perdita o assenza di funzioni
  • Mantenere una postura adeguata
  • Prevenire le deformità e le ulcere da decubito
  • Correggere le

deformità tramite la postura

Se il peso non è ben distribuito la pelle si potrebbe lacerare e si potrebbero presentare ulcere

Sistemi di guida

  • Manuali: ad autospinta o monoguida
  • Elettriche
  • Verticalizzanti: permettono al paziente di mettersi in ortostasi
  • Carrozzine da trasporto o da transito: 4 ruote molto piccole, possono anche essere la base di una carrozzina normale in caso di poco spazio nell'ambiente
  • Basculanti

Considerazioni di ergonomia - ergometria

Posizione della carrozzina prestazione. È fondamentale mettere il paziente in una posizione comoda ma attiva, sarà quindi pronto per fare l'attività una volta giunto in palestra. Deve essere presente una distribuzione della massa rispetto all'

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A.A. 2023-2024
31 pagine
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SSD Scienze mediche MED/48 Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Riabilitazione motoria speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Schenone Paola.