(ΔNX):
In particolare, possiamo scrivere la variazione del consumo come ΔC = bΔY - bΔT,
dove "b" è la propensione marginale al consumo e "ΔT" è la variazione delle tasse.
Quindi, l'espressione diventa:
Partiamo dal caso in cui si aumenta la spesa pubblica (ΔG > 0), e supponiamo che
non ci siano variazioni negli investimenti, nella bilancia commerciale e nelle tasse
(cioè, ΔI = 0, ΔNX = 0, ΔT = 0).
In questo caso, l'espressione diventa:
La frazione 1 / (1 - b) è chiamata moltiplicatore della spesa pubblica (o
moltiplicatore keynesiano) ed è usata per quantificare l'effetto di una variazione
della spesa pubblica sul PIL.
Come funziona il moltiplicatore della spesa pubblica?
L'effetto di moltiplicazione avviene attraverso una spirale positiva che si crea tra
un maggiore reddito e un maggiore consumo.
Ecco come potrebbe evolversi l'effetto, partendo da un aumento della spesa
pubblica di 100:
Il moltiplicatore può anche essere scritto come 1 / s, dove s è il tasso di risparmio,
che è uguale a 1 - b.
Quindi, maggiore è la propensione al risparmio (più alta è la quota di reddito che
non viene consumata), minore sarà il valore del moltiplicatore.
La misurazione degli effetti della tassazione
Per misurare l'effetto di una variazione delle tasse sul PIL, usiamo l'espressione
della domanda aggregata e calcoliamo la sua variazione:
Supponiamo che ci sia solo una variazione delle tasse (ΔT > 0), mentre gli
investimenti (ΔI), la bilancia commerciale (ΔNX) e la spesa pubblica (ΔG) non
cambiano (ΔI = 0, ΔNX = 0, ΔG = 0).
Quindi, l'espressione diventa:
Teorema del bilancio in pareggio
L'espressione completa del moltiplicatore del bilancio pubblico, che tiene conto
sia della variazione della spesa pubblica che delle tasse, è:
Per verificare l'effetto sul PIL di una manovra di bilancio pubblico in pareggio
(quando ΔT = ΔG), sostituendo ΔT = ΔG nell'equazione otteniamo:
Quindi, una manovra di bilancio pubblico in pareggio:
Ha un effetto positivo sul PIL;
• L'effetto sul PIL è esattamente pari all'importo della variazione di spesa
• pubblica (ΔG) o di tasse (ΔT).
Il modello IS-LM
Le politiche macroeconomiche possono essere:
L'approccio keynesiano si basa su tre concetti fondamentali:
1. Interazione tra mercati reali e mercati finanziari: il funzionamento
dell'economia dipende dall'interazione tra i mercati dove si producono e
consumano beni e servizi (mercati reali) e quelli dove si scambiano
strumenti finanziari, come la moneta (mercati finanziari);
2. Disoccupazione nell'equilibrio: questo tipo di interazione può portare a una
situazione in cui l'economia è in equilibrio, ma con disoccupazione
presente. In altre parole, anche quando l'economia è stabile, potrebbe
esserci un numero elevato di persone senza lavoro;
3. Politiche espansive per ridurre la disoccupazione: il governo può adottare
politiche economiche, come l'aumento della spesa pubblica o la riduzione
delle tasse, per stimolare l'economia e ridurre la disoccupazione.
Inoltre, ci sono due variabili che collegano i mercati reali e finanziari:
Il tasso d'interesse (variabile monetaria): dipende dalla domanda e
• dall'offerta di moneta.
Questo tasso influisce sugli investimenti, che fanno parte dei mercati reali;
Il reddito (variabile reale): dipende dalla domanda e dall'offerta di beni e
• servizi, ma ha anche un impatto sulla domanda di moneta.
In altre parole, più alto è il reddito, maggiore sarà la richiesta di moneta.
16/11/2021
Il modello IS-LM è uno degli strumenti più utilizzati per rappresentare
formalmente il funzionamento dell'economia secondo la teoria keynesiana.
Si basa su due variabili principali: reddito (Y) e tasso d'interesse (i).
Nel grafico del modello IS-LM, ci sono due curve principali:
1. La curva IS: rappresenta tutte le coppie di valori (Y, i) che garantiscono
l'equilibrio nel mercato reale (quello in cui avviene la produzione e il
consumo di beni e servizi).
La curva IS ha una pendenza negativa, il che significa che:
Se il tasso d'interesse aumenta, gli investimenti diminuiscono;
o Per mantenere l'equilibrio tra risparmio e investimento (S = I), è
o necessario che il reddito (Y) diminuisca.
2. La curva LM: rappresenta tutte le coppie di valori (Y, i) che garantiscono
l'equilibrio nel mercato monetario (quello in cui si scambiano i soldi).
La curva LM ha una pendenza positiva, il che significa che:
Se il reddito aumenta, cresce anche la domanda di moneta per scopi
o di transazione;
Per mantenere l'equilibrio nel mercato monetario, il tasso d'interesse
o (i) deve aumentare, in modo che la domanda di moneta per motivi
cautelativi e speculativi diminuisca.
Un punto importante da ricordare è che l'offerta di moneta (M) è fissata dalla
banca centrale ed è quindi esogena (cioè non dipende dal reddito o dal tasso
d'interesse, ma è determinata esternamente).
L'intersezione tra la curva IS e la curva LM, nel punto chiamato ‘E’, rappresenta
E E
l'unica coppia di valori di reddito (Y ) e tasso d'interesse (i ) che garantisce
l'equilibrio sia nel mercato reale che nel mercato monetario.
Una politica monetaria espansiva porta ai seguenti effetti:
Riduzione del tasso d'interesse nel mercato monetario (a parità di reddito).
• Questo si rappresenta con uno spostamento verso il basso della curva LM;
Il risultato è un nuovo punto di equilibrio caratterizzato da un tasso
• d'interesse più basso e un reddito maggiore.
Tuttavia, è importante notare che l'aumento del reddito provoca un incremento
della domanda di moneta, il che in parte compensa la riduzione iniziale del tasso
d'interesse.
Invece, con una politica monetaria restrittiva (ad esempio, aumentando il tasso
d'interesse), gli effetti sono opposti: il tasso d'interesse aumenta e il reddito tende
a diminuire.
Invece, una politica di bilancio espansiva (ad esempio, aumentando la spesa
pubblica o riducendo le tasse) genera:
Un aumento della domanda aggregata, che si rappresenta con uno
• spostamento verso destra della curva IS;
Questo porta a un nuovo punto di equilibrio caratterizzato da un reddito
• maggiore e da un tasso d'interesse più alto.
Al contrario, con una politica fiscale restrittiva (come una riduzione della spesa
pubblica o un aumento delle tasse), si ottengono effetti opposti: la curva IS si
sposta verso sinistra, portando a un reddito più basso e a un tasso d'interesse più
basso. 17/11/2021
Le politiche espansive di bilancio pubblico (come l'aumento della spesa pubblica
o la riduzione delle tasse) portano a un aumento del reddito.
Questo, a sua volta, aumenta la domanda di moneta.
L'aumento della domanda di moneta provoca un aumento del tasso d'interesse, il
che riduce gli investimenti.
Questo fenomeno è noto come "effetto di spiazzamento": l'aumento degli
investimenti pubblici può, indirettamente, ridurre gli investimenti privati.
Per evitare l'effetto di spiazzamento, una politica espansiva di bilancio pubblico
(che sposta la curva IS verso destra) dovrebbe essere accompagnata da una
politica monetaria espansiva (che sposta la curva LM verso il basso), in modo da
mantenere bassi i tassi d'interesse e favorire gli investimenti. 22/11/2021
Le politiche keynesiane hanno l'obiettivo di eliminare la disoccupazione, tranne
quella che è considerata "naturale" o inevitabile.
In altre parole, queste politiche mirano a far raggiungere il PIL di piena
occupazione (Y ), cioè il livello di produzione in cui tutte le risorse sono utilizzate
P
al massimo.
Per questo motivo, le politiche pubbliche espansive sono necessarie ogni volta
che l'interazione tra variabili reali e monetarie porta a un equilibrio con un PIL
inferiore a quello di piena occupazione.
In altre parole, quando l'intersezione tra le curve IS e LM determina un livello di
E
reddito (Y ) che è inferiore al PIL di piena occupazione (Y ).
P
Le politiche keynesiane per raggiungere la piena occupazione possono essere
attivate:
1. In modo congiunturale: ovvero, per stimolare la domanda aggregata ogni
volta che c'è capacità produttiva inutilizzata e disoccupazione;
2. In modo strutturale: cioè, in maniera continua, per garantire che gli
investitori abbiano aspettative positive e che rimanga alto il livello degli
investimenti.
Gli investimenti, infatti, non solo influenzano la domanda aggregata, ma
determinano anche il livello futuro della capacità produttiva.
Il modello AD-AS
Le politiche espansive keynesiane, sia congiunturali che strutturali, aumentano la
domanda aggregata e possono causare effetti inflattivi, come:
Aumento dei prezzi (P) nei mercati dei beni e dei servizi;
• Aumento dei salari (Y) nel mercato del lavoro.
•
Storicamente, è stato osservato che quando la disoccupazione diminuisce,
l'inflazione tende ad aumentare.
Questa relazione è rappresentata dalla Curva di Phillips, che mostra come la
riduzione della disoccupazione possa portare a un incremento dei salari.
A sua volta, le imprese trasferiscono l'aumento dei costi salariali sui prezzi finali,
creando una spirale salari-prezzi che genera inflazione.
Il modello AD-AS (Domanda Aggregata - Offerta Aggregata) è stato sviluppato
proprio per comprendere la relazione tra le variazioni del PIL e l'inflazione, e per
valutare l'effetto delle politiche pubbliche su queste due variabili.
La curva di domanda aggregata (AD)
Il modello AD-AS (Domanda Aggregata - Offerta Aggregata) si rappresenta
graficamente utilizzando due variabili principali: reddito (Y) e prezzi (P).
Nel grafico si rappresentano:
La domanda aggregate;
• L'offerta aggregata, sia di breve che di lungo periodo.
•
La curva di domanda aggregata mostra la relazione tra il totale della domanda di
beni e servizi e i prezzi.
Ha una pendenza negativa perché esiste una relazione inversa tra i prezzi e il
potere d'acquisto: se i prezzi diminuiscono, il potere d'acquisto aumenta (e
viceversa).
La domanda aggregata può quindi cambiare per due motivi:
1. Variazioni nei prezzi: in questo caso, si ha uno spostamento lungo la curva
di domanda aggregata;
2. Variazioni in fattori diversi dai prezzi: in questo caso, la curva di domanda
aggregata si sposta completamente.
Ad esempio, la curva di doman
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