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Il diritto ambientale a livello internazionale
Origini: si sviluppa contemporaneamente a livello internazionale e nei singoli stati. È il risultato di una evoluzione progressiva soprattutto su piano internazionale che ha portato un valore giuridico all'ambiente. Il diritto ambientale nasce come evoluzione di soluzioni trovate a livello sovranazionale per far fronte a singoli problemi. Ha un carattere globale perché le problematiche ambientali non possono essere circoscritte all'interno di un determinato stato. A differenza di altre materie, il diritto ambientale ha una caratteristica sovranazionale (es. inquinamento atmosferico, surriscaldamento). Comporta una necessità di adottare norme con spirito di cooperazione tra stati. Si è sviluppato per far fronte a problemi specifici, ad esempio la convenzione sulla conservazione della flora e della fauna allo stato naturale a Londra del 1933 oppure il Trattato tra Gran Bretagna e USA del 1916 per la protezione di...
alcune specie di uccelli migratori oppure Arbitrati per dirimere controversie tra Stati, come ad esempio il caso Smelter del 1941 tra USA e Canada relativo a emissioni provenienti dal Canada che si propagavano negli USA. Negli anni 70 ci si interroga sulla necessità di trattare tematiche ambientali in maniera sistematica quindi dettando principi comuni per prevenire danni all'ambiente, diminuire l'impatto dell'uomo sull'ambiente. Il primo atto internazionale è la Conferenza di Stoccolma del 1972, promossa dalle nazioni unite. Ha visto la partecipazione di 113 stati e diverse organizzazioni internazionali. Si conclude con la dichiarazione di Stoccolma che non ha efficacia vincolante (non comporta per gli stati partecipanti degli obblighi immediatamente vincolanti). È una dichiarazione che contiene principi che nel tempo evolveranno che sono alla base delle attuali discipline. I Principi sono spesso sottovalutati, ma sono fondamentali, ciFanno comprendere la ratio delle discipline. La dichiarazione di Stoccolma sottolinea il principio di sovranità degli stati rispetto alle proprie risorse naturali. Ogni stato è sovrano delle risorse naturali del proprio stato. Di conseguenza c'è la necessità di assicurare la sovranità di tutti gli stati sui propri territori, pertanto al diritto di sfruttare liberamente le proprie risorse corrisponde il divieto di inquinamento transfrontaliero. Quindi il singolo stato deve arrestarsi verso le risorse di altri, non si possono arrecare danni alle risorse di altri stati. Inoltre ogni stato essendo sovrano rispetto alle proprie risorse, comporta una necessità di cooperazione/collaborazione tra i vari stati (le misure idonee per assicurare che non si facciano pregiudizi irreparabili di altri paesi). Questo è adottato anche da chi opera all'interno degli stati (cittadini, imprese, operatori economici). Cittadini e collettività,
imprese e istituzioni a ogni livello devono assumersi le relative responsabilità e dividersi i rispettivi compiti. Dichiarazione di Stoccolma contiene 26 principi su diritti e responsabilità umane verso l'ambiente. Con questa conferenza si ha l'inizio del diritto ambientale. A seguito della Conferenza, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito il primo organo internazionale con competenza specifica in materia ambientale tramite il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) con funzioni di studio e promozione di convenzioni su specifiche questioni ambientali. Rapporto Brundtland rappresenta lo studio adottato al termine dei lavori da parte della Commissione Mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo, istituita nel 1983 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e composta dai rappresentanti di ventuno paesi. Nel 1987 la Commissione pubblica gli esiti degli studi svolti mediante il rapporto "Our common future".
noto come Rapporto Brundtland dal nome del Presidente della Commissione, l'allora primo ministro norvegese, Gro Harem Brundtland. Il nome deriva dal fatto che nessun paese può affrontare le problematiche ambientali da solo, ma serve cooperatività. È una responsabilità comune e futura in quanto introduce il principio dello sviluppo sostenibile. Si trova la prima definizione di sviluppo sostenibile cioè "development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs" che consente di soddisfare il presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Il sviluppo non deve comportare a un esaurimento irreversibile delle risorse del presente per lasciarle a quelle future. Occorre modificare l'approccio finora avuto per garantire una crescita per garantire le necessità delle generazioni future (stesse possibilità).Il concetto di sviluppo sostenibile è un approccio che mira a soddisfare i bisogni e le necessità delle generazioni presenti, senza compromettere le esigenze delle generazioni future. Si basa sull'idea di imporre limiti nello sfruttamento delle risorse fornite dall'ambiente, al fine di garantire la sopravvivenza umana.
Il rapporto contiene anche indicazioni su misure da adottare per promuovere uno sviluppo sostenibile, come strategie e politiche generali. Le linee guida mirano a favorire la promozione di un modello di sviluppo diverso, che includa la necessità di ridurre le emissioni di sostanze inquinanti in modo compatibile con la capacità del pianeta, garantire un utilizzo più equo e responsabile delle risorse e incentivare la ricerca.
scientifica (per ricercare tecniche per sfruttare in modo più efficiente le risorse disponibili) - cooperazione tra gli stati.
Il Rapporto comprende anche i lavori conclusivi della Commissione, noti come Dichiarazione di Tokyo del febbraio 1987, che introducono il principio della responsabilizzazione degli organi decisionali dei vari stati per i danni arrecati all'ambiente dalle loro politiche economiche. Chi decide le strategie che hanno un impatto sull'ambiente è ritenuto responsabile. Quindi "coloro che decidono" devono essere resi responsabili delle conseguenze che le decisioni stesse determinano sul capitale di risorse ambientali delle loro nazioni. Questo non è un rapporto vincolante. Non comporta obblighi per gli stati. Il rapporto ha un effetto culturale in quanto le istanze ambientali vengono introdotte nelle agende politiche di tutti i paesi e iniziano a costituirsi i primi movimenti ambientalisti.
Nel 1992, l'ONU organizza la
Conferenza di Rio de Janeiro con la partecipazione di 175 stati. Si conclude con tre documenti: - Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo - Agenda 21, con un programma, anche non vincolante, per il XXI secolo - Dichiarazione di principi per la conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste Inoltre furono aperti alla firma due Trattati internazionali: - La Convenzione sulla diversità biologica - La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La Dichiarazione di Rio sull'ambiente e sviluppo contiene 27 principi (analoghi a quelli della dichiarazione di Stoccolma. I principi danno elasticità al diritto.): Principio 2: "gli Stati hanno il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse secondo le loro politiche ambientali e di sviluppo, ed hanno il dovere di assicurare che le attività sottoposte alla loro giurisdizione o al loro controllo non causino danni all'ambiente di altri Stati o di zone situate oltre i".Principio 1: "Gli Stati devono cooperare per promuovere un ordine internazionale basato sul rispetto del diritto internazionale e sulla sovranità degli Stati". Questo principio sottolinea l'importanza del rispetto della sovranità nazionale e del diritto internazionale.
Principio 3: "Il diritto allo sviluppo deve essere realizzato in modo da soddisfare equamente le esigenze relative all'ambiente ed allo sviluppo delle generazioni presenti e future". Ricorda il principio allo sviluppo sostenibile. Lo sviluppo non deve esaurire le risorse naturali, ma promuoverne una conservazione per le generazioni future.
Principio 7: "Gli Stati coopereranno in uno spirito di partnership globale per conservare, tutelare e ripristinare la salute e l'integrità dell'ecosistema terrestre. In considerazione del differente contributo al degrado ambientale globale, gli Stati hanno responsabilità comuni ma differenziate." Gli stati hanno responsabilità comuni ma differenziate. La necessità di tutelare l'ambiente è comune.
ambientale deve essere basata su una valutazione scientifica e tecnica accurata, al fine di garantire la protezione dell'ambiente e la promozione dello sviluppo sostenibile). Principio 10: "La cooperazione internazionale è essenziale per affrontare le questioni ambientali che vanno oltre i confini nazionali". Questo principio sottolinea l'importanza della cooperazione tra gli Stati per affrontare le sfide ambientali che non possono essere risolte a livello nazionale. La cooperazione internazionale può includere lo scambio di informazioni, la condivisione di esperienze e la collaborazione nella ricerca scientifica per affrontare le questioni ambientali globali. Principio 11: "Gli Stati dovrebbero promuovere una cooperazione internazionale equa e reciproca per affrontare le questioni ambientali". Questo principio sottolinea l'importanza di una cooperazione internazionale basata sulla parità e sulla reciprocità. Gli Stati dovrebbero lavorare insieme in modo equo per affrontare le questioni ambientali, tenendo conto delle diverse esigenze e capacità di ciascun paese. Principio 12: "Gli Stati dovrebbero cooperare per promuovere un sistema economico globale sostenibile". Questo principio sottolinea l'importanza di una cooperazione internazionale per promuovere un sistema economico globale che sia sostenibile dal punto di vista ambientale. Gli Stati dovrebbero lavorare insieme per promuovere politiche economiche che tengano conto dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. In conclusione, la cooperazione internazionale è fondamentale per affrontare le sfide ambientali globali. Gli Stati devono lavorare insieme per promuovere politiche comuni, scambiare informazioni e conoscenze scientifiche e tecnologiche, e promuovere un sistema economico globale sostenibile. Solo attraverso una cooperazione internazionale efficace possiamo proteggere l'ambiente e promuovere lo sviluppo sostenibile per le generazioni future.ambientale rilasciata in un paese influenzerà anche altri paesi per tutelare l'ambiente.)
Principio 10: "Il modo migliore di trattare le questioni ambientali è quello di assicurare la partecipazione di tutti i cittadini interessati, ai diversi livelli. Al livello nazionale, ciascun individuo avrà adeguato accesso alle informazioni concernenti l'ambiente in possesso delle pubbliche autorità, comprese le informazioni relative alle sostanze ed attività pericolose nelle comunità, ed avrà la possibilità di partecipare ai processi decisionali. Gli Stati faciliteranno ed incoraggeranno la sensibilizzazione e la partecipazione del pubblico rendendo ampiamente disponibili le informazioni. Sarà assicurato un accesso effettivo ai procedimenti giudiziari ed amministrativi, compresi i mezzi di ricorso e di indennizzo." In materia ambientale, un ruolo importante è dato dai cittadini, serve la partecipazione
effettiva di tutti i soggetti interessati (problematiche ambientali non hanno confini tra stati e quindi tra individui e c'è la necessità di responsabilità di tutti i cittadini come per la raccolta differenziata). Giuridicamente, si possono ampliare i procedimenti come le