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Cure igieniche, Gestione stomie intestinali e vescico ureterali, Prelievi ematici, Manipolazione

drenaggi: garantiscono una buona manualità (destrezza, precisione, presa) ed una buona

resistenza (alle sollecitazioni meccaniche, alla durata d’uso). Hanno un elevato carico di

rottura ed inoltre impermeabilità alle sostanze chimiche migliore del lattice e pertanto sono

complessivamente più protettivi per l’operatore.

Procedure per la corretta sfilatura dei guanti : si sfila il guanto quasi completamente,

tenendolo nella mano rimasta guantata. Quindi si inseriscono le due dita cotto l’altro guanto e

si sfila in modo da toccare sempre la parte interna e rovesciare il guanto, infilare il primo

guanto interno nel secondo.

Interventi chirurgici, Inserimento catetere venoso centrale e catetere arterioso, Punture

esplorative, ago aspirato e biopsie: Guanti sterili (lattice e Neoprene): Garantiscono oltre

alla sterilità una manualità ed una resistenza elevata.

Medicazione ferite, Inserimento catetere vescicale, Tracheo – Bronco aspirazione: Guanto

sterile in polietilene: In tutte le manovre ove è richiesta la sterilità di una sola mano e di

breve durata.

Nelle situazioni in cui non c’è necessità di proteggersi indossando i guanti, questi non solo

sono inutili, ma possono risultare anche dannosi. Essi infatti possono: essere d’impedimento e

d’intralcio allo svolgimento di mansioni che richiedono, Destrezza, Provocare disagio

all’operatore per compressione e/o per eccessiva sudorazione, Causare danno alla cute per

macerazione da sudore e/o irritazione meccanica da polvere lubrificante, Causare

sensibilizzazione (eczema da contatto da sostanze chimiche additive, orticaria, rinite, asma

bronchiale, anafilassi da proteine del lattice), Infine l’abuso di guanti in condizioni non

appropriate causa costi non giustificati. La convinzione erronea che l’uso dei guanti possa

sostituire il lavaggio delle mani, o addirittura fornire una maggiore garanzia di igiene, produce

comportamenti che, invece di ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi, lo

aumentano. La sensazione di falsa sicurezza induce a trascurare le norme elementari di igiene

(lavarsi le mani) e a toccare con i guanti utilizzati, già sporchi, le apparecchiature, i presidi, gli

arredi, le maniglie delle porte, il telefono, etc., così contribuendo alla diffusione dei germi.

I guanti devono essere: di taglia adeguata, integri, adoperati esclusivamente nelle operazioni

in cui si ravvisi il rischio chimico o biologico, sostituiti in caso di rottura o lesione, di resistenza

NON sostituisce l’igiene delle

idonea alla prestazione che si deve eseguire. L’uso dei guanti

mani sia che venga effettuata con il metodo del frizionamento con soluzione idroalcoolica sia

con quello del lavaggio con acqua e sapone (IB). Indossare i guanti quando si può

prevedere che vi sarà contatto con sangue o altri materiali potenzialmente

ragionevolmente

infetti, NON

mucose e cute non integra (IC). Rimuovere i guanti dopo l’assistenza al paziente.

indossare lo stesso paio di guanti per l’assistenza a più di un paziente (IB). Cambiare i guanti

quando ci si sposta da un’area del corpo contaminata

durante l’assistenza ad un paziente sia

ad un’altra (incluso cute non integra, mucose o dispositivi medici) dello stesso paziente sia

riutilizzo di guanti NON

quando ci si sposta nell’ambiente circostante (cat II). Il è

raccomandato.

Indumenti di protezione (camici, casacche, manicotti, ecc.): Devono essere indossati per

imbrattamento esteso; monouso

procedure assistenziali che possono causare possono essere

tessuto

(in tessuto-non tessuto) o in (di solito cotone) oppure costruiti con fibre sintetiche

devono

particolari, come ad esempio il goretex, e specialmente quelli resistenti ai liquidi

fornire protezione alla parte frontale più esposta: la soluzione migliore dal punto di vista

doppia protezione davanti, collo alto, polsi stretti e

protezionistico è quella di avere la

chiusura nella parte posteriore. Ricordate: la divisa NON è considerata un DPI.

mascherine con visiera, schermi facciali, occhiali

Protezione per il volto: Possono essere . La

trasmissione di patogeni quali HCV e HIV è stata ampiamente dimostrata specialmente

durante interventi chirurgici, irrigazioni, estubazioni, uso di apparecchiature con sangue sotto

pressione, a seguito di massicce contaminazioni di mucose, tra le quali la più a rischio è senza

non garantiscono una protezione adeguata

dubbio quella oculare. Gli occhiali da vista perché

non coprono lateralmente l’occhio. Gli occhiali protettivi sono di solito studiati in modo da

avere protezioni laterali e qualche modello può essere indossato anche sopra a quelli da vista.

I DPI per le vie respiratori si dividono in 2 grandi gruppi : DPI isolanti, DPI a filtro. I DPI isolanti

hanno dei dispositivi che isolano l'operatore dall'ambiente circostante e gli forniscono aria o

gas non inquinati e/o contaminati. Questi sono utili anche in presenza di scarsità di ossigeno.

Vanno indossati quando la percentuale di ossigeno dell'ambiente è inferiore al normale e

quando non si conosce bene quale tipo d’inquinante o contaminante possa essere presente

nell'ambiente. I DPI a filtro, filtrando l'aria presente rimuovono le sostanze pericolose e

inquinanti. Sono meno efficaci dei precedenti e vanno usati per un tempo più limitato e

Questi DPI

quando si è sicuri di quale sostanza pericolosa è presente nell'ambiente di lavoro.

sono suddivisi in: DPI antipolvere, DPI antigas (o vapori), DPI misti.

Marchiatura CEE: I DPI antipolvere hanno le seguenti sigle di identificazione: FFP= facciali

filtranti (norma CEE - EN 149), P= antipolvere (norma CEE - EN 143). Ne derivano così tre

diverse classi di protezione: FFP1/P1 - efficienza fino al 78%, FFP2/P2 - efficienza fino al 92%,

FFP3/P3 - efficienza fino al 98%. Per i DPI idonei a proteggere da aerosol e nebbie si

usano le marchiature: S= protezione da aerosol solidi e nebbie a base acquosa, SL=

protezione da aerosol solidi, nebbie acquose e nebbie a base organica. I facciali filtranti in

genere coprono naso e bocca e presentano solo il materiale filtrante. Esistono modelli fissi,

modelli pieghevoli e modelli a conchiglia. I filtri antipolvere hanno colore bianco. Per alcune

attività si usano le maschere facciali complete o semi-facciali dove vanno inseriti i filtri.

Le Maschere FFP2/FFP3: Devono coprire il naso, la bocca e il mento ed aderire al volto;

dotate di doppio elastico, stringinaso con guarnizione di tenuta (con/senza valvola di

espirazione). Generalmente contenute in confezioni singole provviste di istruzioni per l’uso.

Proteggono dalla contaminazione di naso e bocca e dall’inalazione di particelle di dimensioni

inferiori al micron aerodisperse, (es. bacillo di Kock). sono necessarie nei casi di assistenza di

pazienti affetti o sospetti di patologia trasmissibile per via aerea, trattamento di campioni

biologici contenenti batteri o virus, riscontri diagnostici su cadavere con sospetta patologia

Quelle con valvola espiratoria non vanno indossate dal

infettiva a trasmissione aerea.

paziente infetto o sospetto tale ma devono essere indossate dagli operatori.

Le maschere chirurgiche: Le mascherine chirurgiche sono monouso in tessuto non tessuto,

quattro strati (tipo II o IIR), esterno filtrante, centrale impermeabile ai liquidi e permeabile

all’aria, strato interno a contatto con la pelle ipoallergenico, con barretta intera deformabile

stringinaso per conformare perfettamente la mascherina al volto. Sistema di fissaggio a

legacci o elastici. Proteggono naso e bocca dalla contaminazione con particelle di diametro

medio di 4,5 µ. Pur originate dall’esigenza di proteggere il paziente (interventi chirurgici,

manovre asettiche), costituiscono un efficace sistema di barriera anche per l’operatore

sanitario per la resistenza ai fluidi e l’elevato potere filtrante che va dal 95 ad oltre il 99%.

Sono fatte indossare dal paziente con sospetta o accertata patologie trasmissibili per droplet

o per via aerea (sindrome influenzale, TB, Meningite, SARS, ecc..) e proteggono l’operatore

dalla trasmissione.

Presidi di sicurezza: Esiste tutta una serie di mezzi di protezione per gli operatori sanitari

dal rischio biologico legato a tagli e punture accidentali che possono avvenire durante

l’attività assistenziale e diagnostica. Questi mezzi di protezione non possono essere

considerati DPI in quanto non vengono indossati dall’operatore, ma assolvono comunque

all’obiettivo di ridurre questa tipologia di infortuni che determina un rischio di sviluppare una

malattia emotrasmissibile (es. : HIV, Epatite ecc.). A questa categoria appartengono i presidi

di sicurezza che comprendono: sistemi di prelievo sottovuoto, lancette autoretrattili, cateteri

vascolari protetti, siringhe standard autoreincappuccianti, aghi butterfly con cappuccio

apposito già applicato, ecc.

Misure di isolamento: tutti

Precauzioni standard: Si applicano a i pazienti, hanno lo scopo di ridurre il rischio di

trasmissione di patogeni in

ambito ospedaliero da pazienti portatori di infezioni diagnosticate o non (ancora)

Lavaggio delle Mani, Guanti Non Sterili,

diagnosticate: Utilizzo di Mascherina, Occhiali o

Visiere, Utilizzo del camice, Gestione Attrezzature/Ambiente/Biancheria, Smaltimento Corretto:

biancheria, rifiuti, Taglienti e Acuminati.

aggiunta alle precauzioni standard

Precauzioni in via aerea: In le precauzioni per la

trasmissione per via aerea devono essere utilizzate per le operazioni di assistenza di pazienti

noti o sospetti di essere infetti da patogeni trasmessi da nuclei di goccioline aerodiffuse che

possono rimanere sospesi e diffusi dalle correnti d'aria all'interno di una stanza o nel reparto.

Esempi di malattie da considerare: TBC, Varicella, Morbillo. Camera singola e possibilmente a

Pressione negativa o assieme ad altri pazienti affetti dalla stessa patologia. Tenere porte

chiuse e il pz deve rimanere in stanza. Indossare DPI specifici (maschera FFP2). Divieto di

accesso a personale non autorizzato. Limitare il movimento ed il trasporto del pz. Rendere

noto agli operatori della natura dei rischi.

aggiunta alle precauzioni standard

Precauzioni droplets: In le precauzioni per la

trasmissione attraverso Droplet (aerosol) devono essere utilizzate per le operazioni di

assistenza di pazienti noti o sospetti di essere infetti da patogeni trasmessi da goccioline (di

diametro superiore a 5 um) che possono essere generati con lo starnuto, la tosse, la

conversazione o alcune manovre. Esempi di malattie da considerare: Haemophilus influenza,

Neisseria Menigitidis, Difterite faringea, pertosse, influenza, rosolia. Camera singola e

Pressione negativa

possibilmente a o assieme ad altri pazienti

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
19 pagine
SSD Scienze mediche MED/42 Igiene generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorab di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze della prevenzione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bersanelli Marco.