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LE PREMESSE HEGELIANE

La prima considerazione da fare per capire Hegel e il suo impianto filosofico sta nel chiedersi quale sia il significato della Fenomenologia. Ci troviamo di fronte ad un problema molto complesso che si traduce nella domanda: "Come si comincia a filosofare?" Non è una filosofia di una qualche attività, qui si tenta di capire cosa sia la filosofia. Già Aristotele nel IV Libro della Metafisica cercò di spiegare la filosofia "prima", nelle sue radici. In Hegel, nella scienza della logica si avvia il problema della relazione tra la DOXA e la verità. Nello svolgimento di questo nodo metodologico Hegel espone due teorie contrastanti: la fenomenologia propedeutica della filosofia e il suo esatto contrario. Molti interpreti hanno indicato la Fenomenologia dello Spirito come un romanzo filosofico. Enrico de Negrilo ha definito come un romanzo di formazione con un ritmo ascendente di coscienza. Secondo Hegel bisognava

conquistarsi la possibilità di filosofare, ma poi nel 1807 si contraddisse definendo la fenomenologia come prima parte della filosofia come scienza. Non si può imparare a filosofare prima di filosofare. La fenomenologia si pone proprio come un inizio di un cammino filosofico e si può tradurre attraverso alcune espressioni:

  • Mediazione e immediatezza ----> fenomenologia come scienza
  • Traversata ----> la successione delle figure fenomenologiche è un passaggio dove la coscienza attraversa tutto l'universo
  • Oltrepassare ----> la coscienza oltrepassa il mondo elevandosi a sapere assoluto
  • Svelare ----> in questo attraversare si compie un'opera di verità scoprendo e superando sé stessa

Nel destino della Fenomenologia nell'opera di Hegel sembra che venga immaginato il senso stesso della fenomenologia. Negli scritti del periodo di Jena (1801 - 1807) egli traccia il sistema della scienza in cui non è

presente una fenomenologia. Sistema della Scienza ----> TeoreticaLogica e Metafisica,
  1. Filosofia della Natura,
  2. Filosofia dello Spirito
Nella Logica jenese si arriva alle esposizioni del pensiero e il loro progressivo superamento fino ad arrivare al sapere assoluto: la METAFISICA. Nella Logica assistiamo alla dissoluzione delle esposizioni della coscienza. Nella Propedeutica di Norimberga (1808 – 1816) venne a costituirsi il sistema hegeliano composto da tre parti: Logica, Filosofia della Natura e Filosofia dello Spirito. La fenomenologia venne collocata da Hegel nella Filosofia dello Spirito. In sostanza tra fenomenologia e scienza dello spirito si avvia un rapporto circolare. Prima viene la fenomenologia e poi la logica, ma la fenomenologia è innervata dalle categorie logiche. Questi due aspetti si presuppongono reciprocamente infatti, la fenomenologia è il punto in cui la scienza della logica si costituisce e allo stesso tempo la fenomenologia costituisce sestessa.In tutto questo sistema la coscienza non è verità, nasconde la stessa logica che la costituisce, vaconquistata con un percorso e la coscienza crede nell'indipendenza della realtà. La pretesa di Hegelstava nel fatto che la coscienza si sarebbe dovuta criticare da sola; la coscienza non è solo illusione,ma anche un oltrepassarsi. Le figure fenomenologiche devono arrivare a criticarsi da sole poiché lacoscienza ha in sé la correzione dell'errore. Filosofia della contraddizione: la fenomenologia divieneillusione e realtà allo stesso tempo.Nella filosofia di Hegel e nel considerare la certezza sensibile "immediatezza" diviene la parolachiave. Proprio con l'uso di questo vocabolario hegeliano possiamo arrivare a capire la certezzasensibile. La parola "immediatezza" viene utilizzata in molti sensi, ma alla fine essi devono confluirein uno solo. Una delle questioni più importanti della filosofia

La fenomenologia di Hegel consiste nella tensione che c'è tra ciò che è in lei/lui; ciò che è nella cosa come si dà a vedere nella coscienza e ciò che è "per noi".

La fenomenologia è la successione di figure della coscienza, ma bisogna capire bene come la coscienza possa oltrepassare se stessa. Questo problema propone due prospettive: la prima è "in lei" (nella coscienza e per la coscienza) in un accadere senza necessità; la seconda è "per noi" ossia un muoversi secondo necessità alle spalle della coscienza.

Nel movimento della coscienza si produce un momento dell'essere "in noi", la coscienza si immerge nell'esperienza e nel suo movimento vede qualcosa di fondamentale. Essere in sé costituisce la vera figura fenomenologica; invece essere "in noi" è ciò che non vediamo e ciò che è "in noi" è ciò

Che costituisce la coscienza e ciò che alla coscienza sfugge. Infatti, la coscienza non vede il desiderio di ciò che caratterizza alcune decisioni. "In noi", comprendiamo solamente il lato formale, per la coscienza è solo un oggetto. Hegel distingue un contenuto e una forma; la coscienza vede la sua stessa figura fenomenologica solo come contorno e noi vediamo lo stesso contenuto che vede la coscienza. La coscienza, sostanzialmente, non vede il suo sorgere, ma osserva il suo momento in divenire, non si colloca all'interno del movimento della verità. Noi invece ne vediamo il sorgere, la forma e il divenire e il lato formale di essa consiste nell'includere il contenuto della coscienza che rappresenta se stessa.

Di fronte alla certezza sensibile il nostro comportamento è quello dell'accoglienza. Bisogna studiare la figura fenomenologica accogliendo la figura della coscienza come pura immediatezza. Quello che non si vede "in noi"

è alle spalle della coscienza (in sé della cosa), latente, che deve nascere da sestesso. Nell'Enciclopedia delle scienze filosofiche la Fenomenologia costituiva la sua posizionesistematica, poiché non è propedeutica come quella del 1807. La coscienza compie il suo percorsosino ad arrivare al sapere assoluto dal quale può cominciare a concepire una metafisica. In Hegel latre strutture filosofiche principali sono: la Logica, la Filosofia della Natura e la Filosofia dello Spirito.Quest'ultima viene dopo ma presuppone la Logica che comincia dalla certezza sensibile la quale asua volta è immediatezza e mancanza di mediazione. In tutta questa articolazione l'anima è qualcosain cui non si è ancora costituita la differenza tra un ego e un alter ego. La certezza sensibile è in primoluogo una conoscenza dotata di una ricchezza illimitata poiché conosce un oggetto che non ha limite,conosce l'illimitato, ma

non ha la natura del finito senza alcuna determinazione. Non ha un limite esterno e si diffonde estremamente nello spazio e nel tempo non avendo un limite interno. Inoltre, è conoscenza pura, la più vera che si possa ingannare. Nelle pretese della coscienza il conoscere adeguain modo immediato il proprio oggetto. Se ne deduce che l'anima è solo il sonno dello spirito. Per Parmenide l'essere come categoria logica è il primo pensiero dell'essere; in Hegel questo essere viene messo all'interno di un oggetto e la coscienza è l'essere di questo soggetto. L'essere non è altro che una figura della certezza sensibile in un circolo in cui la realtà si riproduce sempre. Hegel ci presenta la certezza sensibile nel segno dell'immediatezza: ciò che domina la mediazione è nascosto e se la certezza sensibile è immediatezza non è possibile muoversi da essa. Infatti, essa rimane chiusa in sé.

stessa e non la si può convincere ad oltrepassarsi da sola. Hegel intendeva il percorso fenomenologico come una mediazione del percorso dell'immediatezza. L'inizio fenomenologico non ha alle sue spalle un percorso che lo possa giustificare poiché è un percorso che ancora prevede la scissione dell'essere. L'esempio fenomenologico è un semplice accadere. In realtà in tutta questa struttura non è presente solo l'immediatezza poiché partendo solo da essa non si giunge a nulla: essa è protagonista di una scena più larga. Oltre il puro essere c'è qualcos'altro che accade.

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher manus89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia Morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Mustè Marcello.