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IROLIMETTO F

34 . Agostino, Einaudi, Torino, 1986, p.41.

CHADWICK H

divina, finalizzate, allo scuro della comprensione umana, al progresso, in senso logico e

non valoriale, della storia terrena.

Il potere politico è così espressione del progetto superiore di Dio. Nasce nel

peccato, nella dimensione in cui abbiamo visto depauperare della pluralità un atto

partecipato, ma tuttavia riesce a garantire una qualche forma di pace tra gli uomini,

secondo gradazioni sfumate. Agostino sottolinea la concezione cristiana del potere, come

autorità posta da Dio, per i quali tutti sono tenuti ad obbedire ai suoi comandi ed a prestare

i servizi che sono loro richiesti. L’obbedienza cristiana nei confronti del potere costituito

non è assoluta. Il legame tra Chiesa e potere, oggi biasimato e minacciato, diventa con la

filosofia di Agostino inevitabile, l’utilizzo del potere politico, in ogni contesto umano,

diviene la razionalizzazione del procedere progredente, senza il quale caos e anarchia

governerebbero le umane sorti. Agostino, riletto a dovere, può demistificare il rapporto tra

Chiesa e potere, facendone emergere la razionalità, oltre che il nesso intrinseco con un

ordine morale del discorso civile, e mettendo in camino verso modelli più ragionati e

condivisibili dello stesso. Il motivo della crisi e della corruzione è nella natura dell’uomo

che è contradditoria. È questa la ragione della tendenza al disordine di ogni società politica.

«L’uomo, perché ama se stesso aspira alla pace e vuole l’ordine che corrisponde, ma le

35

cose che desidera e i suoi fini spesso contraddicono questa aspirazione». Vuol l’ordine e

la pace ma quello che fa provoca il disordine e la guerra. L’amore dei beni temporali, come

l’amore per il sapere e per la verità scaturisce nell’uomo da un sentimento indefinito del

bene assoluto cioè Dio. L’uomo che vive per la città terrena senza alcun pensiero per la

città celeste non riesce a riconoscere il ero oggetto di questo desiderio indefinito e persegue

una serie di verità e beni terreni che per essere finiti non riescono mai a soddisfare il suo

desiderio di felicità e di verità che in effetti aspira al sommo bene e alla verità assoluta. Di

qui, l’insoddisfazione e l’inquietudine che spingono l’uomo alla continua ricerca di nuovi

beni e nuove verità.

Bisogna distinguere l’amore per la gloria dall’amore della potenza e del dominio

che spesso si tramuta in libidine di dominio. In linea più generale, «la filosofia agostiniana

educa i contemporanei alla stima nella politica, ripara dal disaffezionamento galoppante

36

nei confronti della stessa e incrementa l’uso della coscienza civile».

35 P . Il giusnaturalismo cristiano, Pegaso, Roma, 2006, p.8.

ETRILLO F

36 . Agostino, Einaudi, Torino, 1986, p.12.

CHADWICK H

«La radice eminentemente teologica dei poteri istituzionali della modernità

occidentale, sulla scorta delle intuizioni agostiniane, è oggi una convinzione di molti

.37

filosofi, tra cui è doveroso ricordare l’italiano Massimo Cacciari».

Agostino di Ippona vuole mantenere separate le sfere temporale e spirituale ed

inoltre, è contro ogni tipo di pretesa perfettistica. La perfezione è propria solo della Città di

Dio, quindi non esiste una società perfetta, ma ognuno deve impegnarsi per realizzare il

massimo grado possibile di giustizia e pace in un dato momento storico, senza cadere in

tentazioni utopistiche. Agostino parte dalla considerazione dello Stato romano nella sua

concretezza. La società politica partecipa di un ordine dinamico, in costante evoluzione,

tant’è che pace e giustizia sono sempre insidiate dall’interno. L’ordine politico deve essere

continuamente voluto e deve proteggersi dalle tendenze di decadenza che vi si sviluppano

già dal suo interno. In ogni contesto, ogni pretesa di realizzare una società perfetta si rivela

vana, poiché l’unica perfezione si realizzerà nella Città di Dio. Per questo, la via sociale

dell’uomo può essere migliorata non con pretese utopistiche, ma con un rigore morale che

fa leva soprattutto sull’esercizio della virtù con la quale l’impero avrebbe potuto mantenere

la sua libertà.

Agostino si rifà a Cicerone per parlare della crisi di Roma. È venuta meno la

certezza del diritto perché è mancato il supporto morale delle leggi, senza le quali lo stato

ha cominciato a sfaldarsi dall’interno prima che dall’esterno, dal momento che non si è più

anteposto il bene pubblico a quello individuale, gloria, ma è avvenuto il contrario,

disonestà. L’egoismo ha portato Roma al tracollo interno della società civile. La libertà di

scelta dell’uomo risulta fondamentale, ed è confermata dall’esistenza del peccato, anche

Dio rispetta i limiti dell’uomo e la sua libertà di scelta. La volontà, però, è determinata

dall’amore, che anima sia la Città di Dio, Amor Dei, sia la Città dell’uomo, Amor Sui.

Nessuno dei due tipi d’amore, però, può realizzarsi completamente nell’uomo. «In

38

particolare, l’Amor Dei non può realizzarsi nella dimensione politica terrena». Esso non

può essere imposto, ma scaturisce da una libera adesione da parte dell’uomo, adesione che,

in politica, si traduce nel consenso degli associati che, per Agostino, sta alla base del

potere, che perciò non può assumere i connotati del cesaropapismo. Quando le leggi non

sono più espressione dei desideri/sentimenti dei cittadini, «lo Stato si disintegra

dall’interno a causa del disordine nato dai contrasti interni, che non si possono più

37 . Rileggere agostino per comprendere il potere e la politica, Bompiani, 2017, p.6.

GIROLIMETTO F

38 T . Il giusnaturalismo di Agostino, Università di Padova, Padova, 2014, pp.11.

ODESCAN F 39

risolvere tramite le legg»i. Senza ordine giuridico non è possibile raggiungere il bene

comune, connesso con la pace sociale, alla base della civitas. Da qui l’importanza del

potere, visto soprattutto come disciplina degli elementi potenzialmente disturbatori

dell’ordine sociale. Dal momento che Agostino riconosce che, al di là delle contingenze

storiche, tutti i popoli hanno lo stesso modo di sentire, si è parlato per lui di filosofia della

storia. Tuttavia, egli precisa che non c’è alcun determinismo nella storia, ma sono gli

uomini, con le loro azioni e il loro concorso, a determinare l’andamento degli eventi. È

allora impensabile attribuire la crisi dell’impero all’avvento del Cristianesimo. Se

adeguatamente compreso, il messaggio di Cristo avrebbe potuto rivitalizzare una società

ormai in preda all’amor sui, ma di certo non ha potuto abbatterla. Agostino sottolinea

particolarmente il dramma della caduta di Roma. L’impero era stato grande, garante della

pace e dell’ordine internazionale, oltre che di un modo di sentire che sembrava essere

premessa della diffusione del nuovo messaggio. Tuttavia, era rapidamente caduta nel caos,

facendo immaginare la sua fine, causa di enorme panico per il mondo intero.

L’Agostinismo politico sostiene l’indirizzo teocratico, che postula la sottomissione del

potere civile a quello spirituale, e quindi dello stato alla chiesa, perché la sovranità deriva e

viene conferita unicamente a Dio. Ricordando che per Agostino nulla è eterno, e che la

pace e l’ordine sono possedimenti da mantenere con un’opera continua, si può dire che egli

dà alla politica un’impostazione rigorosa, tesa a raggiungere il bene dei cittadini, in

particolare dei più deboli. C’è inoltre da dire che sulla questione dei lapsi, cioè di chi aveva

rinnegato la fede per evitare le persecuzioni degli ultimi imperatori pagani, i donatisti

sostenevano che, se si poteva offrire il perdono ai laici, previa penitenza, di sicuro non lo si

poteva offrire ai sacerdoti traditori, proprio perché la chiesa cristiana doveva essere

composta anche di martiri ed eroi della fede, Agostino obiettava che invece la chiesa

doveva essere di massa, poiché solo così essa poteva fare da contraltare agli Stati che

rifiutavano la salvezza divina.

Quindi già dal confronto con l'eresia donatista, per la quale i sacramenti non

potevano avere alcuna efficacia se chi li amministrava era una persona indegna e quindi

andavano ripetuti sugli stessi lapsi, si comprende bene la posizione agostiniana,

intenzionata a creare una struttura quanto mai forte e autorevole, in grado di emarginare o

addirittura reprimere ogni cultura di derivazione pagana, ebraica o cristiano-ereticale.

39 P . Il giusnaturalismo cristiano, Pegaso, Roma, 2006, p.10.

ETRILLO F

A una setta di puri e duri, Agostino preferiva un'istituzione di potere avente un

grande consenso di massa, in cui fossero inclusi credenti buoni e cattivi e in cui i

sacramenti avessero efficacia a prescindere dal comportamento morale dei suoi sacerdoti.

Non ebbe ancora il coraggio di sostenere che gli imperatori dovevano stare sottomessi al

papato, ma aveva sicuramente posto le basi di un tale rapporto istituzionale. «Il fatto stesso

che il papato si servisse degli imperatori per eliminare gli avversari culturali e religiosi del

40

cristianesimo, dimostra un'intenzionalità egemonica di natura politica». Agostino inoltre

fu il più acuto dei platonici cristiani, e si adoperò a gettare i fondamenti per una sintesi fra

il cristianesimo e il teismo classico di derivazione platonica e aristotelica. Fu

profondamente influenzato dalla sistematizzazione della tradizione platonica a opera di

Plotino, nel III secolo d.C., ma nello stesso tempo divenne uno dei critici più penetranti di

questa tradizione filosofica, alla quale doveva egli stesso moltissimo. Più chiaramente di

qualsiasi pensatore prima di lui, Agostino comprese come il problema del rapporto tra le

parole e la realtà che esse cercano di descrivere sollevi questioni di estrema importanza.

41

«Fu un pionere dello studio critico della comunicazione non verbale».

40 T . Il giusnaturalismo di Agostino, Università di Padova, Padova, 2014, p.12.

ODESCAN F

41 . Agostino, Einaudi, Torino, 1986, p.34.

CHADWICK H

2.3 IL GIUSNATURALISMO NEL PENSIERO AGOSTINIANO

La vera epoca giusnaturalista comincia con l’avvento del cristianesimo. Infatti, per

i primi cristiani il rapporto tra legge positiva e diritto naturale diventa una questione

peculiare, tanto da influenzare la filoso

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A.A. 2020-2021
73 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher borg90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Potere giurisdizionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Rossi Mario.