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E
• Un apprezzamento del tasso di cambio reale (aumento): indica una perdita di competitività;
• Un deprezzamento del tasso di cambio reale (diminuzione): indica un miglioramento della
competitività.
Il tasso di cambio reale può essere scritto anche in termini dinamici, ovvero come la sua variazione:
̇ = ̇ + (̇ − ̇ )
E /
La variazione nel tempo della competitività dipende dall’inflazione interna, da quella estera e dalla
variazione del tasso di cambio nominale. In questa equazione è il tasso di inflazione estero e quindi la
̇ /
differenza rappresenta il differenziale di inflazione/inflazione relativa. È evidente che, se l’aumento
̇ − ̇ /
dei prezzi interni, accresciuto della variazione del cambio, è maggiore dell’aumento dei prezzi esteri, vi sarà
una perdita di competitività per il paese e un aumento del cambio reale.
La teoria della bilancia dei pagamenti
Per quanto riguarda il saldo dei movimenti di beni, esso dipende da fattori di competitività (di prezzo e non)
e da fattori di domanda. In particolare:
1. Un peggioramento della competitività (aumento del tasso di cambio reale): comporta un
aumento delle importazioni e una diminuzione delle esportazioni;
2. Un aumento della domanda interna: comporta un aumento delle importazioni;
3. Un aumento della domanda estera: comporta un aumento delle esportazioni.
Le partite correnti (saldo dei movimenti di beni)
Come già detto, il saldo dei movimenti di beni dipende da:
• Competitività di prezzo: un peggioramento della competitività e quindi un aumento del tasso di
cambio reale comportano una diminuzione delle esportazioni e un aumento delle importazioni
generando un peggioramento del saldo dei movimenti di beni. In simboli: ↑ ⟹↓ , ↑ ⇒↓ ;
E
• Fattori di domanda: se aumenta il reddito nazionale aumentano le importazioni generando un
peggioramento del saldo dei movimenti di beni. In simboli: Analogamente, se
↑ ⇒↑ ⇒↓ .
aumenta il reddito estero aumentano le esportazioni generando un miglioramento del saldo
movimenti di beni. In simboli: : ↑ ⇒↑ ⇒↑ .
/
Per quanto detto finora, il saldo movimenti di beni, in termini reali, può essere espresso come:
Esportazioni e importazioni
Procediamo anche a definire in modo preciso le esportazioni e le importazioni. In particolare:
E6
• Esportazioni: anche se noi le assumeremo come costanti;
= ( )
/ /
EF
• Importazioni: per quanto detto precedentemente.
= ( ) E6 /F 6
In definitiva quindi, il saldo movimenti di beni diventa: = − = ( , , ).
Saldo dei movimenti di capitale
Il saldo dei movimenti di capitale, ovvero il conto finanziario al netto della variazione delle riserve ufficiali,
dipende positivamente da fattori come:
• Differenziale dei tassi di interesse (spread se riferito a titoli pubblici);
• Variazioni attese (aspettative) del cambio nominale.
In particolare:
• Un aumento dei tassi di interesse interni: provoca un afflusso di capitali perché i titoli interni
diventano più convenienti e un maggior numero di non residenti li acquisterà;
• Un aumento dei tassi di interesse esteri: provoca un deflusso di capitali perché i titoli esteri
diventano più convenienti e un maggior numero di residenti li acquisterà;
• Aspettative di un apprezzamento del cambio: provocano un afflusso di capitali dovuto a una
previsione di un maggior rendimento atteso.
Possiamo quindi scrivere il saldo dei movimenti di capitale come:
In conclusione, se sono date le variabili estere, i prezzi e le aspettative sul cambio la bilancia diventa:
(, , )
L’equilibrio della bilancia dei pagamenti
Dato il tasso di cambio, la retta in figura indica le combinazioni di tasso di interesse e reddito che portano in
equilibrio la bilancia dei pagamenti. Come si nota, essa è inclinata positivamente e questa inclinazione è
tanto minore quanto minore è la propensione a importare (m) e maggiore è la reattività dei capitali al tasso
di interesse. Inoltre, è verticale se i movimenti di capitale sono vietati e orizzontale in caso di perfetta
mobilità dei capitali, in corrispondenza del tasso di interesse internazionale (qualunque cosa succeda il
tasso di interesse interno non si discosta da quello internazionale).
In particolare, per spiegare l’inclinazione positiva, se aumenta il
reddito interno Y, aumenteranno le importazioni e il saldo dei
movimenti di beni va in deficit. Per mantenere quindi l’equilibrio, il
saldo dei movimenti di capitale deve essere positivo (afflusso di
capitali) e per fare ciò, il tasso di interesse interno deve aumentare per
attrarre i capitali e consentire un afflusso degli stessi. Al di sopra della
bilancia dei pagamenti si ha un avanzo perché, prendendo un punto in
questa zona, il tasso di interesse in questo punto è più alto generando
un afflusso di capitali che, dato il livello del reddito stabile, genera un
avanzo di bilancia dei pagamenti.
Analogamente, nel caso opposto di disavanzo, il tasso di interesse è più basso di quello di equilibrio e
genera un deflusso di capitali con conseguente disavanzo della bilancia dei pagamenti.
L’equilibrio della bilancia dei pagamenti e il tasso di cambio
Finora abbiamo ipotizzato il tasso di cambio come dato, analizziamo ora cosa succede in caso di mutazioni
di e. Una svalutazione del tasso di cambio aumenta le esportazioni, spostando la bilancia dei pagamenti
verso il basso e riduce le importazioni (riduzione di m) e quindi la pendenza della retta.
Al contrario, la bilancia dei pagamenti si troverebbe più in alto e sarebbe più inclinata se il tasso di cambio
si apprezzasse o vi fosse una rivalutazione. In conclusione, la posizione e la pendenza della curva dipendono
dal tasso di cambio e, in questo senso, è possibile scrivere la bilancia dei pagamenti come:
(, , ) = () − () + () = 0
Da cui, isolando invece il reddito, si ha che: 1
= () + ()
( )
Il modello Mundell-Fleming
Questo modello estende le equazioni analizzate per quello IS-LM ad un’economia aperta. In questo caso si
ha, come già detto nell’introduzione, un nuovo obiettivo e un nuovo strumento:
• Obiettivo aggiuntivo: ovvero l’equilibrio della bilancia dei pagamenti;
= 0
• Strumento aggiuntivo: il tasso di cambio.
Ovviamente nel modello si inseriranno la componente aggiuntiva delle esportazioni nette e la condizione di
equilibrio del saldo della bilancia dei pagamenti pari a zero. In particolare, nel mercato dei beni si ha:
1
= + + + − = , = (), = , = = [() + + ]
1−+
Si hanno quindi tre mercati: quello dei beni (IS), quello della moneta (LM) e quello estero (BP). La
combinazione tra reddito e tasso di interesse fornisce l’equilibrio simultaneo dei tre mercati. Dall’equazione
esplicitata per il reddito è possibile ottenere una relazione che ha la stessa forma della normale IS in
economica chiusa. Tuttavia, la IS in economia aperta ha le seguenti evidenti proprietà:
1. A parità di e tende ad essere traslata sulla destra: tanto più quanto è maggiore che
rappresenta un’ulteriore componente esogena della domanda;
2. È più inclinata di quella in economia chiusa: sempre a parità di e in quanto il moltiplicatore è
,
ora ridotto dalla dispersione causata dal fatto che una parte della domanda si rivolge verso l’estero
e ciò è riflesso dalla propensione a importare m.
Inoltre, si è visto che una svalutazione (o deprezzamento) implica normalmente l'abbassamento della
bilancia dei pagamenti. Questo non è, però, l'unico effetto, in quanto la stessa diminuzione del cambio
produce un incremento della spesa autonoma (esportazioni) e quindi fa spostare anche la IS verso destra.
Politica economica – capitolo 12
Un’economia monetaria si basa su degli scambi contro moneta. Opposto ad essa abbiamo il baratto ovvero
lo scambio bene contro bene che però risulta essere una tecnologia costosa perché richiede la doppia
coincidenza dei bisogni. La moneta invece, è accettata universalmente, semplifica e riduce i costi degli
scambi. La moneta è un insieme dei mezzi di pagamento e ha le seguenti funzioni:
• Unità di conto: i prezzi sono espressi in moneta;
• Mezzo di pagamento: negli scambi;
• Riserva di valore: come attività finanziaria per trasferire il potere d’acquisto nel tempo.
In conclusione, qualunque cosa assolva a queste funzioni può essere moneta e la sua definizione è
storicamente determinata. In particolare, si ha avuto:
1. Moneta merce: una merce che svolge le funzioni di moneta e che ha un valore intrinseco come
conchiglie, pecore o metalli;
2. Moneta segno: non ha un valore intrinseco (come le banconote) ma è un’attestazione debitoria
emessa da un intermediario finanziario (passività) e fiduciariamente accolta come mezzo di
pagamento e riserva di valore.
I mezzi di pagamento comunemente accettati e che pertanto possono fungere da moneta sono:
• Moneta legale o circolante: banconote emesse dalla banca centrale;
• Moneta bancaria o fiduciaria: depositi (D) presso le banche, che circolano mediante assegni, su
base fiduciaria. Esiste tuttavia altra moneta bancaria con diversi gradi di liquidità.
I vari aggregati monetari
I diversi aggregati monetari sono:
• Base monetaria: banconote + monete metalliche ovvero rappresenta la moneta massimamente
liquida e immediatamente utilizzabile siccome non frutta un tasso di interesse. In simboli è
composta da con pari alla base monetaria detenuta dal pubblico (circolante) e
+
$ G $
pari alla base monetaria detenuta dalle banche, ovvero quella parte di riserve che le banche
G
detengono presso la banca centrale;
• Moneta: circolante ( ) + depositi. In simboli si ha Si hanno diverse definizioni di
+ .
$ $
moneta a seconda di quali sono i depositi inclusi in questo aggregato (criterio della liquidità):
M1: circolante + depositi;
o M2: M1 + altri depositi a breve;
o M3: M2 + pronti contro termine, quote fondi comuni e obbligazioni fino a 2 anni. Questo
o aggregato più largo è quello controllato dalla banca centrale europe