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LUSSAZIONI TIBIO-ASTRAGALICHE

Lussazione apparentemente pure, perché il malleolo mediale è in sede. La stabilità di queste lussazioni avviene attraverso la ricostruzione ligamentosa. Le due conseguenze più frequenti: instabilità (caviglia instabile) e artrosi secondaria. I ligamenti tendono a seguire la cicatrice. L'inizio della cicatrizzazione prima dei 2 mesi e mezzo non avviene però dipende dall'impatto, dalle conseguenze riportate...

Fili di Kirschner: tenerli per almeno due settimane, altrimenti si potrebbe ripresentare la lussazione. Si mettono soltanto fili o viti. Se rimane un peduncolo vascolare si può tentare di rimetterlo a posto. Il concetto è di saldare piuttosto che mettere una protesi al paziente. L'unico osso capace di essere bloccato è il calcagno. Se il piede è instabile si asporta il piede, ma si lascia il calcagno. Provoca un piede tipo "gamba di legno".

Manovra

peroneo-calcaneare: ha poco senso. Se si vuole controllare realmente si deve bloccare il piede mediale e con l'altra mano si esegue un'inversione del retropiede sull'astragalo si seleziona il movimento giusto.

Membrana interossea: tiene tibia e perone vicini, inserzione muscolare.

Articolazione della sindesmosi: legamento tibio-peroneale anteriore e posteriore. Se si lasciano entrambi i legamenti c'è la possibilità di rompere la membrana interossea e questa rompa la tibia. Questa lesione è spesso associata alla frattura del malleolo mediale Lesione di Maisonneuve.

Si riesce spesso a palpare il legamento anteriore, ma mai quello anteriore. Quindi è più facile sapere se la sindesmosi è stabile (attraverso una serie di manovre) piuttosto che palpare il legamento posteriore.

SINDROME DEL SENO DEL TARSO

Trauma distorsivo che interviene tra astragalo e calcagno. Ma anziché intervenire si legamenti della caviglia coinvolge anche quelli

del calcagno. nelle prime ore abbiamoun rigonfiamento o un edema proprio sul seno del tarso (piede a livello laterale, aldavanti e al di sotto del malleolo laterale). Sede utilizzata per gli interventi di artrolisidel piede piatto. Si fa diagnosi quando a distanza di un mese quando i movimenti diinversione ed eversione del retropiede (sempre facendoli bloccando l'astragalo)provocano dolore. Dolore anche nella semplice deambulazione quando il paziente noncammina su un terreno pari e con scarpe normali. Fare infiltrazione di cortisone: sequesto provoca un miglioramento allora possiamo dire che è una sindrome del senodel tarso. C'è soltanto una sinovite e in assenza di stabilità il paziente guarisce, se nonè così si arriva all'intervento.

Kirschner: primo chirurgo che ha eseguito una trombectomia da embolia polmonarenelle arterie polmonari. Ha tolto un embolo massivo e il paziente è sopravvissuto.1980

Grais: sviluppa un nuovo

sistema di artrodesi extrasenotarsica per trattare il piede piatto contratturato nello spastico. La spasticità non si riesce a vincere, a meno che non si taglino i tendini. Correggere il piede senza che i tendini riportino il piede alla condizione iniziale. Prima artrodesi extrasenotarsica. Mette due zeppe vincono la forza lussante dei muscoli e permettono la consolidazione al di fuori dell'articolazione. L'anamnesi è il trauma distorsivo e il paziente che si lamenta a distanza di tempo e la difficoltà a camminare su superfici non perfettamente pari e con scarpe che bloccino la sottoastragalica. Quando si hanno fratture, normalmente i legamenti rimangono abbastanza saldi. LESIONI OSTEOCONDRALI Lesioni osteocondrali dell'astragalo possono essere: - Osteocondriti dissecanti: genesi idiopatica tra i 10 e i 30 anni senza una ragione importante o dovute a un trauma importante. Se è laterale è anteriore, se è mediale è posteriore (non

è detto).Il trattamento nelle fase iniziali è astensione dal carico e magnetoterapia; neicasi conclamati è l’intervento chirurgico.Il problema è la diagnosi: il paziente non sta bene e continua ad avere doloredopo tempo. Non ha dolore ad andare in bicicletta, a nuotare a muovere lacaviglia, ma ha dolore al carico.Trauma: anamnesi; clinicamente è più difficile fare diagnosi: mettere il piede a90°, il ginocchio deve essere esteso e si percuote il calcagno (con una manoblocco il piede e con l’altra tiro un pugno sul calcagno), si deve mandare unonda d’urto che stimoli il calcagno, astragalo e la tibia. Se l’inversione el’eversione non produce dolore, probabilmente sono davanti a un calcagno e unastragalo stabile ma un dolore di tipo articolare profondo (più facilediagnosticare una lesione osteocondrale). Ci vuole la risonanza magnetica.- Conflitti: determinata da un eccesso di guarigione soprattutto della

capsula articolare che guarisce con delle entesi. Il dolore interviene nella dorsiflessione completa del piede. Trattamento: onde d'urto o rimozione chirurgica. 14/06/2023

Tecniche di correzione del piede piatto nel bambino:

  • Artrolisi endosenotarsica
  • Artrolisi esosenotarsica

L'intervento mira a ridurre la mobilità dell'articolazione tra il calcagno e l'astragalo. Questo riposizionamento viene fatto in maniera incruenta, nel senso che gli accessi chirurgici sono abbastanza contenuti, ma anche se è abbastanza sottocutanea è una zona delicata.

Correggere in maniera definita il piede piatto. Prima c'era l'artrodesi di Lagrais che era un sistema di bloccaggio, correzione di una deformità, correggibile con manovre esterne, ma una volta eseguita era bloccata nella sua posizione.

Nell'intervento di artrolisi il paziente si trova in una posizione supina, si esegue l'accesso subito sotto il pedidio, al davanti del

peroneo-astragalico anteriore. L'intervento può essere:

  • Extra-articolare: si mette un martinetto posizionato sul calcagno che crea unospessore progressivo per il processo laterale dell'astragalo. Si può decidere il grado di correzione. Non esistono grossi problemi, se non la tensione che si crea sui legamenti. È doloroso, soprattutto nella ripresa del carico.
  • Endo-ortesi: ortesi che viene inserita all'interno del seno del tarso. Passa oltre il legamento talo-calcaneare. L'aspettativa è quella di migliorare la posizione. Vengono utilizzate viti tronco-coniche: dove si variano o l'altezza o il diametro (in questo caso preferibile). Viti tronco-coniche: più vengono avvitate e più si corregge.
  • Viti ad espansione: metto l'oggetto che più o meno è simile ad un tassello (riassorbibile), all'interno un elemento metallico, che una volta avvitato al suo interno produce l'espansione del

tassello.Presidio parzialmente doloroso.Uno degli elementi più importanti è l'età del soggetto:- Endo-ortesi esosenotarsica: età minore, l'intervento viene fatto almeno un paio di numeri prima della fine della crescita. Circa 10 anni- Endo-ortesi: età maggiore. Più vicini alle dimensioni del piede finale (1-1,5 del piede finale).È importante mantenere queste regole perché, se il bambino cresce di più il presidio non serve. Aumentando le dimensioni del piede il presidio non è efficace.L'esosenotarsica non è più efficace nella correzione. Nelle endosenotarsiche la portesisi muove che può creare una reazione sinoviale che può diventare dolorosa, e quindi va rimossa. La rimozione non è così frequente, ma è noioso a livello chirurgico (perché viene inserita in uno spazio di almeno due cm, ma per rimuoverla serve più spazio).L'associazione

La ritenzione del tibiale posteriore negli interventi di artrolisi ha motivo di essere per due motivi: il piede piatto si adagia sul tibiale posteriore e quindi diventa insufficiente. La contrazione del tibiale posteriore aumenterebbe l'arco plantare - se si aumentasse l'arco plantare in assenza di una contrazione muscolare si renderebbe il tendine ancora meno efficace di produrre una tensione - il tendine viene ridimensionato reinserendolo (viti ad interferenza: tunnel osseo e si mette il tendine - tagliato - all'interno del tunnel e si chiude con una vite tronco-conica si crea una cicatrice) o accorciandolo. Sutura di Pulvertaf: tenodesi. Due tendini uniti lesione cronica del tendine d'Achille - Plastica di ribaltamento: tendine retratto, perché il muscolo tira il tendine prossimalmente e il calcagno rimane sganciato. Per avvicinarlo si fa una sutura di Bullnel a croce, si imbastiscono due croci che passano dal basso, alla fine abbiamo due fili mediali.

e due laterali. Questo avvicinamento è un contatto non contatto, che non è efficacie. Allora viene eseguito sul resto del tendine uno sportello di 1 cm di larghezza e 7-8 cm di lunghezza. Si uso questo per rinforzare la struttura – per mettere in piede il paziente e per evitare che i punti taglino un tendine che in parte è degenerato. La sezione del tendine aumenta di dimensione e quindi la pelle si richiude con difficoltà. Ora la letteratura la sconsiglia quindi si usa il flessore lungo dell’alluce.

Flessore lungo dell’alluce: può essere tenodesisato o reinserito. Non ha la stessa forza. Uno perde la flessione dell’alluce che è importante per la fase di distacco del piede. La zona dove viene sezionato è la zona dove si inserisce il tibiale posteriore, si riaggancia al flessore comune e viene recuperato e riutilizzato.

ACCESSO TESTE METATARSALI

Dal punto di vista chirurgico il piede non si presta bene perché la pelle

è fine e le cicatrici tendono a fare dei cheloidi. Per l'esposizione delle teste, l'accesso plantare è il migliore, è il più esteso, permette l'esposizione completa di tutte le ossa metatarsali. L'accesso dorsale non permette l'esposizione delle articolazioni, inoltre la zona è limitata a causa delle basi delle falangi prossimali che tendono a seguire l'articolazione e a dorsiflettersi. Gli accessi plurimi intermetatarsali danno un accesso sicuramente mediale e laterale, dopo aver spostato gli estensori (breve e lungo - ancora separati), però la visualizzazione delle teste è complicata e quindi anche la resezione delle teste è più complicata. Nell'accesso plantare ho i tendini flessori da spostare, ma ho la visione completa. È più esteso chirurgicamente, ma viene nascosto con più facilità e non crea cheloidi dato che c'è il tessuto adiposo che.proteggeAllo stato attuale dip
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A.A. 2022-2023
28 pagine
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SSD Scienze mediche MED/34 Medicina fisica e riabilitativa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuli_sabo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Podologia speciale 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Marchetti Stefano.