Psicologia e sociologia
La psicologia studia l'uomo nella sua individualità psichica. Si occupa prevalentemente dei suoi processi mentali. Campi di indagine possono essere i processi cognitivi (memoria, percezione, apprendimento ecc.), i processi dinamici come gli istinti, i bisogni, le pulsioni e i processi mentali complessi (intelligenza, motivazione, atteggiamento ecc.).
La sociologia si occupa delle relazioni fra gli uomini, fra semplici individui o nei gruppi, nelle associazioni, nelle istituzioni. Oggetto di indagine è il comportamento sociale e il suo fine è eminentemente conoscitivo, ovvero si limita a censire le situazioni di fatto. Entrambe abbisognano di due dimensioni: le teorie per costruire un quadro rappresentativo che consenta di guidare l'indagine e la metodologia che fa riferimento alle teorie e si presenta come aspetto pratico dell'indagine sull'uomo.
Pedagogia e teoria
Gli oggetti e i soggetti della pedagogia sono di natura dinamica, quindi la pedagogia stessa è in continuo sviluppo. È quindi difficile mettere a punto una buona definizione di pedagogia, che tenga conto della sua natura di discorso semantico e delle sue valenze operative. Dato che ciascun soggetto è unico e irripetibile, la pedagogia non può esprimersi attraverso regole e strutture rigide. Le dottrine pedagogiche non sono "tecnologie", non sono "istruzioni per l'uso": esse sono linee scientifiche per la pratica. La pedagogia si avvale di modelli.
Il termine modello può assumere diversi significati:
- Prototipo, forma esemplare;
- Schema di comportamento;
- Costruzione artificiale di fenomeni. In quest'ultima accezione è riproduzione di un fenomeno al fine di facilitarne lo studio.
La funzione del modello non è descrittiva, bensì selettiva e interpretativa. Come tale, nel confronto con la realtà da studiare, trova una sua conferma o disconferma qualora non abbia tenuto conto degli elementi significativi della realtà stessa.
La validazione del modello avviene in base a quattro requisiti:
- La corrispondenza ai fenomeni;
- Il potenziale esplicativo;
- L'utilità scientifica;
- L'utilità pratica.
Il modello (schema concettuale) designa l'insieme in esame, ne designa le parti, designa infine il rapporto fra le parti e si basa su assunti nei quali si risolve lo schema. Costruire un modello è un'operazione complessa e delicata che richiede al ricercatore di rispettare la complessità dei fenomeni osservati, senza impoverirla e di avere la disponibilità a rivedere costantemente il modello.
La funzione della teoria pedagogica come modello
Il pedagogista elabora modelli diagnostici e modelli prognostici. Modello diagnostico è la ricerca classificatoria fatta su un dato evento allo scopo di individuare il modello interpretativo adatto a questi rapporti. Modello prognostico è la formulazione di un'ipotesi. In questo senso si può affermare che esso è un modello storico, o meglio predittivo, in quanto consente di indicare agli educatori i referenti teoretici a cui fare riferimento per eventi non ancora avvenuti.
L'analisi dei rapporti educativi deve essere il più possibile precisa e meticolosa, per cogliere tutta la ricchezza e la complessità dei rapporti. In effetti i modelli formulati dal pedagogista sono da intendersi come schemi per l'azione, non come strutture rigide da applicare allo stesso modo in tutte le circostanze: se si volesse assolutizzare questi modelli dando loro un carattere non più prescrittivo, ma impositivo, si finirebbe per negare la tolleranza e la libertà, principi cardine della vocazione pedagogica.
I modelli offerti dalla pedagogia vanno considerati come una interpretazione coerente di tutti i fatti avvenuti in un certo momento storico. Questi modelli si presentano come ipotesi predittive di eventi. L'ideologia educativa è diversa dalla scienza pedagogica. La dimensione positiva dell'ideologia sta nel suo tentativo di proporsi come strumento per la rappresentazione del mondo; quella negativa è costituita dal fatto che essa mira a raggiungere certi fini senza tenere conto degli effettivi mezzi storici disponibili al loro raggiungimento. La programmazione dei fini dei rapporti educativi deve tenere ben presente l'esatta realtà storica sulla quale operare.
Il rapporto educativo come oggetto della pedagogia
La storicità della pedagogia e le sue relazioni con le altre scienze umane non devono far perdere di vista l'assoluta specificità dell'oggetto pedagogico. La teoria pedagogica si sviluppa come un'osservazione e un'analisi degli eventi e dei progetti educativi, ma tende a mettere a fuoco l'evento educativo in sé. L'evento educativo è un oggetto che non si presenta come già dato, ma che risulta connesso sia all'osservazione, sia all'azione pedagogica. Per questo motivo è difficile mettere a punto una scienza pedagogica in senso proprio; una scienza è definita da un oggetto specifico e da un metodo specifico.
Mentre però per le scienze della natura l'oggetto è la traduzione in termini "fisici" di un fenomeno o di un evento naturale, nel caso della pedagogia il suo oggetto è il risultato di una autentica "costruzione" o, se vogliamo, di una creazione. L'evento educativo presenta un aspetto "statico" e uno "dinamico":
- L'aspetto "statico" concerne la struttura tridimensionale del rapporto tra educando, educatore e ambiente;
- L'aspetto "dinamico" riguarda la relazione educativa come processo storico in senso lato, come costituita da un processo e da un progetto.
Il rapporto educativo è quella dimensione assoluta che si manifesta nella relatività delle sue forme storiche. La pedagogia è una scienza autonoma proprio perché è una disciplina che coniuga l'aspirazione all'assolutezza con la gestione e il controllo della relatività. Il rapporto educativo ha due lati: l'evento e la forma con cui si verifica l'evento. Il compito del pedagogista è quello di leggere e decifrare gli eventi educativi, di proporre modelli per la loro interpretazione.