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OLTRE IL SENSO COMUNE
Bertolini ci dice che siamo caratterizzati da come diamo un senso a certe condizioni. Ci sono cose che noi non decidiamo
(come il contesto in cui siamo nati e il tempo) e che capitano: sono cose che non scegliamo, ma ciò che scegliamo come
esseri umani è dare un senso a certe condizioni (esistenzialismo, Heidegger). Non pensare a questa cosa porterebbe a
pensare che noi non possiamo cambiare niente, ma invece si può cambiare l’interpretazione della condizione degli
ambienti che fanno si che si entri in relazione con la condizione in un modo suo e originale (NON COME LA PERCEPISCONO
GLI ALTRI). Bertolini ci dice quindi che ente nella vita è dato per scontato, perché rispetto alla durezza della vita, noi
possiamo costruire qualcosa che non è sempre quello che il senso comune ci veicola. Bertolini parla di OTTIMISMO
PEDAGOGICO. Siamo definiti dalla nostra capacità di dare senso alle cose.
ESPERIENZE EDUCATIVE
Bertolini ci dice che quando ho a che fare con qualcuno che ha un’età adolescenziale in su: tutti noi siamo educati dalla vita
e questo forma il modo di dare senso a ciò che capita (come vedere gli altri e il mondo: cioè di rappresentazione coerente a
ciò che succede intorno e a se stesso). Secondo Bertolini educare ha a che fare nella sua visione con il dare esperienze che
possono aprire “campi di esperienza”, cioè situazioni concrete, con cui le persone possono scegliere (come essere
soggetti). Scegliere significa anche nelle piccole cose quotidianamente come vestirsi, cosa mangiare, con chi andare
d’accordo: piccole scelte che contribuiscono a definirmi. Ma scegliendo, assumo la responsabilità di diventare qualcuno
che abbia capacità di dare senso e indirizzare la vita (scegliendo, lascio da parte altre cose). Secondo Bertolini significa
orientare al possibile (il tempo dell’educazione è il tempo del divenire). Il possibile esiste ed educare significa orientare alle
possibilità che non si conoscono ma che si scoprono solo facendo esperienza. Fare esperienza significa che è funzionale ad
ampliare il modo di dare senso oppure qualcosa che ci chiude (come dewey ci diceva). Non esiste una esperienza educativa
priva di senso; dato che apre a delle possibilità ci sono libero arbitrio e rischi.
Educare persone “adulte” oppure alcune già educate, si parla di RI-educazione, perché loro hanno già trovato è costruito
la loro visione del mondo e il loro dare senso: l'abitudine è diventata parte di loro (come il non fidarsi di persone adulte),
impedisce loro di fidarsi di altri mondi, conoscere nuove cose e quindi cosa si può fare? Non si può non considerare la
qualità delle esperienze pregresse: tutte le persone hanno contribuito alla propria formazione, ma si deve capire che tipo
di esperienze sono e partire da quello e proporre esperienze di segno diverso (discontinuità) che a lungo andare possano
iniziare a destrutturare le sue sicurezze (quindi la visione del mondo tenuta fino a quel momento). Il percorso rieducativo,
con persone che hanno esperienze strutturate alle spalle, è un percorso che si basa su una destrutturazione forte con
esperienze discontinue che sono discontinue da quelle precedenti. Le persone devono quindi passare in mondo in cui
non stanno troppo bene, hanno bisogno di ambienti che li renda possibile affrontare questi momenti di destrutturazione.
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«Ri-educare significa dunque, fondamentalmente, procedere ad una profonda trasformazione della visione del mondo del
ragazzo: del suo modo di intendere se stesso, gli altri e le cose, del suo modo di mettersi in relazione con queste realtà e di
procedere quindi nella scelta dei suoi atteggiamenti e dei suoi comportamenti» [ragazzi difficili, pag.90]
Ciò che bertolini vuole fare non e reprimere un comportamento anti sociale, perché ottenendo solo il compiacimento (per
dare quindi il contentino), questo è un insuccesso pedagogico perché la messa in discussione delle premesse che hanno
portato a essere in comunità oppure un ruolo da cui non si riesce a uscire se non succede, si esce dal processo educativo o
rieducativo, non si parla di educazione (non hai imparato niente dall’ambiente): il processo educativo si è inceppato. Non
parla di comportamento. L’educazione funziona se lavora in profondità. Il cambiamento interiore deve tenere presente che
alle persone di cambiare non frega niente. Lui non può obbligare a cambiare, ma ciò che si può fare è proporre delle
situazioni (piccole esperienze) che una dietro l’altra lasciano dei segni che forse possono iniziare a mettere in crisi la
visione del mondo che si aveva già. Attaccando solo la visione del mondo, dicendo che quella visione del mondo è
sbagliata, io mi sono giocato la possibilità di avere una relazione di fiducia che può permetterti di entrare nelle relazioni
che propongo (chiude).
DALLA DESTRUTTURAZIONE ALLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VISIONE DEL MONDO
Bisogna agire sia sul modo di pensarsi delle persone, sia sul fatto che bisogna costruire a,giunti che restituiscano a persone
che hanno diritto di essere educate: dove i loro bisogni fisici e psicologici siano rispettati. Dewey ci dice che ogni
esperienza influenza l’esperienza che verrà o in maniera educativa o diseducativa. Bertolini proporrà un disorientamento,
che come tale caratterizzato da un ambiente che fornisce sicurezza, può portare a un’esperienza educativa.
ATTENZIONI METODOLOGICHE
Per capire quali visioni del mondo differenti avere:
1.come conosco i ragazzi, le ragazze, i soggetti?
CONOSCENZA/COMPRENSIONE
2. Quali situazioni costruisco per loro? come "dilatare" il loro campo di esperienza?
DILATAZIONE DEL CAMPO DI ESPERIENZA
3. come posso aiutarli a costruire una nuova nuova visione del mondo, di sé e degli altri?
COSTRUZIONE DI UNA NUOVA VISIONE DEL MONDO
1. CONOSCENZA/COMPRENSIONE
L’INCONTRO… e oltre
il momento della conoscenza/comprensione si chiama incontro: quando si conoscono le persone nel
primo incontro ci sono aspettative reciproche che si mettono in moto e che sono inconsce. Queste
aspettative contribuiscono a connotare la situazione. L’incontro è anche fatto di luoghi fisici e rituali
(Prada). Il rituale è un insieme di gesti (il rito è un evento ed è differente, è formato da tanti rituali), come
il rituale del saluto, non è indifferente come ci si salute e ci si accoglie, perché succedono già lì cose
importanti. Ci sono tante cose da capire da come le persone si presentano al primo incontro
(atteggiamento, vestiti, linguaggio).
Ma il punto importante che pervade tutto il processo educativo è passare dalla conoscenza (avere dei
dati, carte) alla conoscenza diretta e passare alla comprensione: fare esercizio di “epochè” o sospensione
del giudizio. Comprendere come ti relazioni con gli altri (relazione soggetto-contesto nel qui ed ora);
come quella persona sta dando valore, pormi delle domande. Cercare di comprendere la visione dell’altro
significa sapere che entrano in un contesto già categorizzati con una rappresentazione pregressa, ma per
comprendere la loro visione del mondo, quei pregiudizi li dobbiamo depotenziare nella situazione.
2. LA DILATAZIONE DEL CAMPO DI ESPERIENZA: si può rendere concreto l’atteggiamento in situazioni
concrete. l’educatore è colui che fa e parla per cose concrete e il suo compito è predisporre esperienze
diverse in cui incarniamo dei modelli di adulti in cui le persone possono fare esperienza mettendo in crisi
la loro rappresentazione di adulto, ma introducendo lì anche ad esperienze disorientanti. individua due
elementi importanti: educazione al bello (indipendentemente dalle condizioni in cui ognuno ha vissuto,
ci sono cose belle che a volte sono fuori dal campo di alcune persone e quindi servono esperienze
disorientanti) ed educazione al difficile (fare una certa esperienza di deve sopportare la difficoltà e
imparare ad affrontarla. 37
lezione 15
8/11 PAULO FREIRE
Educazione come liberazione (Piergiorgio Reggio)
La Pedagogia degli oppressi è il testo principale di Paulo Freire. La pedagogia di Freire era adatta a leggere le catastrofi
(come i terremoti) e Gino Piccio fu il primo a usare il metodo Freire.
1. Ragioni di interesse pedagogico
2. Elementi biografici, culturali, storici
3. La strategia della coscientizzazione
4. Il (non) metodo Freire di alfabetizzazione/coscientizzazione
5. Elementi di attualità e interesse
RAGIONI DI INTERESSE PEDAGOGICO
- fondazione dell'agire pedagogico sociale: Freire è considerato padre della moderna pedagogia sociale e degli
adulti, che si opera di questioni concrete quotidiane.
- Il problema della liberazione in pedagogia: il processo di liberazione, tema che è quello che ha guidato la sua
riflessione come lascito. Si tratta di una liberazione da vincoli culturali e sociali che impediscono alle persone e ai
gruppi sociali di autodeterminarsi. Questo è il fulcro centrale del suo contributo.
Contesto e biografia
Il Brasile di Freire è il nord est: una zona considerata la più povera e non alfabetizzata degli anni 70. Freire non ha una
formazione pedagogica, ma una formazione giuridica e filosofica. Gli studi erano misti tra giurisprudenza e filosofia e non
erano come quelli attuali e negli anni 50 partecipa a una serie di movimenti sociali (alcuni vicino al partito comunista
brasiliano, altri vicino ai settori progressisti della chiesa cattolica impegnati socialmente). Sono gruppi litigiosi che non
andavano d’accordo, fino a che arriviamo a un’epoca democratica non così frequente dato che erano di più i colpi di stato in
america latina, il governo democratico dell’epoca all’inizio degli anni 60, avendo lui sperimentato alcuni tentativi di
alfabetizzazione di adulti (non solo nord est, ma anche altre regioni), facendo tentativi con collettivi di ricercatori e studenti
e con l’università, viene chiamato dal ministro dell’istruzione per guidare una grossa campagna di alfabetizzazione degli
adulti nel nord est del brasile, che inizia in un paese rurale. Questa prima esperienza ebbe un impatto consistente, poi si
sviluppò una retorica e un mito: milioni di adulti alfabetizzati. Ma non è troppo vero, se non che iniziavano a leggere e
scrivere, ma soprattutto che avevano sviluppato concretamente una coscienza della propria situazione. Si avvicinano alla
parola da leggere, pronunciare e scrivere come conseguenza di una presa di coscienza di chi sono nel mondo (quale è la
loro condizione).
Tutto questo entusiasmo che coinvolge tantissimi adulti, finisce nel ‘63 con il colpo di stato militare in brasile e dall'oggi al
domani freire viene esiliato e va in Cile (governo democratico), dove prosegue per t