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DIVARIO DI RENDIMENTO
In tutta Europa, i bambini migranti hanno risultati scolastici inferiori a quelli dei
bambini non immigrati. Si tratta di una traiettoria che inizia già dai primi anni di scuola
e mostra implicazioni a lungo termine. Le componenti fondamentali per il successo
scolastico e il benessere generale dei bambini migranti includono:
- il monitoraggio del benessere dei bambini a scuola e il loro rendimento;
- la comprensione dei fattori esterni che influenzano l'integrazione e i risultati
scolastici;
- la ricerca di una comunicazione efficace con i genitori.
In tutti i paesi partner, come nel resto di Europa, i risultati scolastici dei bambini
migranti sono inferiori a quelli dei loro coetanei non migranti, ma il dato necessita di
alcuni distinguo poiché dipende da una molteplicità di fattori (durata delle storia
migratoria del paese di accoglienza, caratteristiche del sistema scolastico integrato vs
segregato, disponibilità di dati certi, come nel caso di Polonia e Finlandia, che a causa
delle loro brevi storie di immigrazione non dispongono di dati longitudinali certi).
Analizzando le singole situazioni, la concentrazione di bambini migranti nelle scuole
non è una scelta ovvia in termini di benessere/risultati educativi:
- se la concentrazione è bassa, essi hanno migliore possibilità di costruire un capitale
sociale con i compagni non migranti, e le scuole non sono oberate in termini di
offerte addizionali specifiche;
- se è alta, sono però in grado di beneficiare del sostegno di altri bambini di origine
migrante e le loro scuole/regioni possono contare su maggiori finanziamenti ed
esperienze pregresse.
In generale, sono stati trovati alcuni tratti comuni:
- gli insegnanti hanno aspettative più basse nei confronti dei bambini migranti;
- i bambini migranti sono soggetti a stereotipi negativi;
- i bambini migranti mostrano lacune pregresse nella loro istruzione;
- c’è scarsa comunicazione tra le scuole e i genitori migranti;
- i bambini migranti spesso non hanno frequentato la scuola dell’infanzia;
- i genitori hanno uno status migratorio incerto nel paese di residenza;
- mancano di insegnanti qualificati;
- gli insegnanti qualificati sono distribuiti in modo disomogeneo.
LE POSSIBILI CAUSE E SOLUZIONI
In generale, l'età di arrivo ha un impatto significativo sul rendimento scolastico dei
bambini, in genere e più specificatamente sull'acquisizione della lingua del paese di
accoglienza. Il rendimento scolastico nelle prime fasi di scolarizzazione è ancora più
cruciale nei sistemi scolastici segmentati (tracking) come in Germania e Belgio e parte
in Italia. Ai bambini migranti dovrebbe essere garantito l’accesso all'istruzione pre-
scolare, indipendentemente dallo status migratorio o dal reddito delle famiglie, che
dovrebbero essere informate dei finanziamenti disponibili a questo scopo e dei
benefici che ne trarrebbero i loro bambini. I bambini migranti dovrebbero poter
costruire un capitale sociale e una rete di relazioni sia con i coetanei non migranti
che con quelli migranti, poiché queste offrono diversi tipi di benefici. La situazione
potrebbe essere migliorata con l’impiego di un maggior numero di insegnanti
qualificati e una loro distribuzione più uniforme nelle scuole.
Nei paesi partner, la responsabilità del sistema educativo ricade su diversi livelli di
governo, che vanno da una responsabilità nazionale - per lo più centralizzata – a
responsabilità e autonomie locali crescenti.
Il livello di governance influisce sulle tempistiche con cui i bambini migranti entrano
a scuola, sul funzionamento del sistema di inserimento scolastico e sulle pratiche di
integrazione. Queste differenze creano diversi gradi di ostacoli burocratici, liste
National Board of
d'attesa e segregazione scolastica. In Finlandia, per esempio, il
Education è responsabile del curriculum nazionale di base che fornisce una direzione e
una base comune per l'istruzione scolastica (obiettivi, distribuzione delle ore e le
discipline). Il sistema, tuttavia, è caratterizzato anche da un alto grado di autonomia a
livello locale. I comuni sono i principali fornitori dell'istruzione di base e i singoli
insegnanti sono in grado di scegliere i propri metodi e materiali di insegnamento. In
Italia e in Germania, il principale potere decisionale spetta alle autorità regionali
mentre nel resto dei paesi partner emerge una grande responsabilità e autonomia
locale.
I ritardi nell'inizio della scuola sono comuni soprattutto per i richiedenti asilo, i
rifugiati e i migranti senza documenti. Secondo la direttiva europea, l'accesso al
scuola deve essere garantito non più tardi di tre mesi dall’inoltro della richiesta di
asilo (direttiva europea 2013/33/UE) Nonostante questa direttiva, i ritardi che si
verificano sono molto più lunghi. Oltre ai ritardi nell'accesso scolastico, un ulteriore
difficoltà riguarda il livello scolastico in cui vengono inseriti. Ci sono 4 opzioni nei
paesi partner:
- metterli nella stessa classe di età,
- inserirli in un livello inferiore per dar loro il tempo di “recuperare"
- inserirli in programmi ponte o classi preparatorie per permettere loro di imparare la
lingua del paese ospitante in un ambiente dedicato,
- un mix di queste pratiche.
DISCRIMINAZIONE E BULLISMO
Il bullismo è un problema in crescita nelle scuole dei paesi partner, soprattutto per i
bambini migranti. In alcuni casi esistono leggi e politiche a livello nazionale,
mentre in altri, l'approccio è meno centralizzato. Gran parte della responsabilità
ricade sugli insegnanti, che più probabilmente assistono al bullismo e sono perciò
nella posizione migliore per rispondere e creare una cultura di “non accettazione” di
comportamenti vessatori. Si tratta, tuttavia, di una questione delicata e complicata
che richiede una formazione particolare, che dovrebbe essere sostenuta e offerta dai
diversi stakeholder coinvolti nel sistema educativo: la scuola, la rete scolastica, il
governo locale, etc.
FORMAZIONE E SUPPORTO DEGLI INSEGNANTI
Tutti i partner citano la formazione degli insegnanti come un'area da migliorare per
favorire l'integrazione degli studenti migranti. Purtroppo, però, il sostegno e la
formazione in questo campo sono spesso limitati e restano di competenza locale o
regionale.
Nel Regno Unito, si persegue l'obiettivo di assumere insegnanti con un background
migratorio; in Polonia, diverse ONG e autorità locali offrono programmi volti a formare
gli insegnanti sui metodi di lavoro con i bambini migranti; in Belgio, dal 2000,
l'educazione interculturale è stata inclusa nella formazione degli insegnanti; diverse
istituzioni in Finlandia offrono una formazione continua per gli insegnanti che
insegnano a studenti migranti; in Italia, esiste attenzione su come lavorare in ambienti
multiculturali e multilingue, a fronte di una blanda sensibilità verso le questioni
multiculturali; in Germania e Svezia le iniziative locali si concentrano soprattutto
sull'insegnamento delle lingue.
La programmazione culturale è considerato come un punto di forza in Germania,
Svezia e Finlandia, ed è integrata direttamente nel curriculum. In altri contesti,
tuttavia, manca una programmazione mirata a costruire la consapevolezza
interculturale e a valorizzare la diversità culturale.
Nelle società globalizzate, la consapevolezza interculturale dovrebbe diventare la
norma, e le scuole sono il luogo ideale per cominciare. Tutte le materie scolastiche
possono beneficiare dell'offerta della diversità culturale: incorporandola nel
programma scolastico, si promuoverebbe anche la filosofia che l'integrazione è un
processo a doppio senso, in cui l'adattamento e l'apprendimento sono necessari
da entrambe le parti.
Associare migranti con controparti non-migranti al fine di costruire un capitale
culturale ibrido ha dimostrato di favorire l'integrazione e ha benefici per i giovani e
per gli adulti nel mercato del lavoro. Questa pratica è diventata sempre più popolare
nelle scuole e in Svezia e Germania i programmi di mentorship si estendono anche
oltre la classe, fornendo mediatori che promuovono la comunicazione tra il
personale scolastico, gli studenti e le famiglie. Questo approccio olistico richiederebbe
ulteriori indagini, investimenti e implementazioni.
COINVOLGIMENTO DEI GENITORI
La ricerca dimostra che il coinvolgimento dei genitori è fondamentale per il
successo scolastico dei bambini e per il loro benessere a scuola. Nel mondo
occidentale, si parlava di alleanza educativa scuola-famiglia già partire dagli anni
Settanta (Dom e Verhoeven 2006). Il coinvolgimento dei genitori spesso è previsto
nella legislazione e/o nelle politiche scolastiche, ma spesso è ostacolato dalla
mancanza di aspettative e strutture che lo guidino, di canali di comunicazione
bidirezionale (in modo che i genitori possano anche esprimere i loro desideri e
preoccupazioni alle scuole), e di strutture chiare per l'inclusione delle famiglie
migranti, creando uno scollamento tra le aspettative delle scuole nei confronti dei
genitori e la loro effettiva partecipazione.
Emerge la tendenza a considerare la famiglia immigrata come un problema piuttosto
che come una risorsa, e le scuole spesso non riescono a cooperare con i genitori e a
includerli nella vita scolastica (Bouakaz 2007; Lundahl & Lindblad 2018).
La creazione di associazioni/consigli dei genitori è il modo con cui le scuole
cercano di sostenere la comunicazione con i genitori, ma questi consigli affrontano
sfide complesse e comportano dinamiche di potere e discriminazioni dirette e
indirette che rendono difficile per i genitori migranti far sentire la propria voce.
SUPPORTO PRECOCE
Offrire sostegno ai bambini e alle loro famiglie prima dell’inizio dell'istruzione formale
rientra in un approccio olistico che può aiutare sul lungo periodo a migliorare il
rendimento scolastico dei bambini. A livello europeo, la ricerca dimostra che
l'istruzione prescolare rappresenti un elemento chiave per la riduzione delle
disuguaglianze nei risultati scolastici dei bambini, e che l'importanza di questo
intervento precoce è ancora maggiore per quei bambini i cui genitori sono meno
coinvolti nella loro istruzione. Ad esempio, i genitori migranti che non hanno
documenti o sono richiedenti asilo passano molto tempo a combattere battaglie legali,
o sono nuovi arrivati e stanno ancora lottando per familiarizzare con la vita e i sistemi
del paese ospitante. Per questo è molto positivo che diversi paesi offrano interventi di
educazione prescolare svincolata dallo status legale dei bambini.
In termini di acquisizione dell