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La Convenzione Europea in materia di adozione di minori
Inoltre la Convenzione mira alla responsabilizzazione di chiunque sia coinvolto in un procedimento che riguarda un minore, attraverso la risoluzione dei suoi bisogni e l'individuazione delle scelte più appropriate per il suo sviluppo. Il minore, quindi, è considerato un soggetto attivo e a cui è riconosciuto il diritto di esprimersi e di essere ascoltato, in relazione all': 1) Età. 2) Grado di maturità. 3) Capacità di discernimento. Negli anni 60, la "Convenzione Europea in materia di adozione di minori" mira ad uniformare gli scopi, gli effetti e le procedure dell'adozione dei minorenni. In particolare è istituita un'Autorità competente che deve assicurare un ambiente familiare stabile, vigilare sia contro il rischio di mercificazione dei minori e anche della situazione dell'adottante, del minore e della sua famiglia d'origine. Le indagini si prefiggono di consegnare un profilo completo di.coloro che intendono adottare e del loro contesto di vita, ponendo attenzione alle competenze educative e le motivazioni collegate all'adozione. La legge, nonostante alcuni limiti, segna un passaggio decisivo verso l'elaborazione di una nuova cultura adottiva, affermando sempre di più la centralità del minore. Nel nostro Paese, la normativa di riferimento per l'adozione e l'affidamento dei minori è la legge 4 maggio 1983, che afferma il diritto di ogni minore a crescere e ad essere educato all'interno della propria famiglia. Qualora l'ambiente familiare si riveli non idoneo alla crescita e all'educazione dei minorenni, vengono attivate due misure di protezione: 1) Interventi di affido in famiglia o in comunità di tipo familiare. 2) L'adozione. Possono presentare domanda di adozione i coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni, tra i quali non sussiste alcuna separazione personale e di fatto. Contemporaneamente lacasa con una famiglia che rispecchi la sua cultura di origine, la sua religione e la sua etnia.conoscenza della sua condizione adottiva attraverso i metodi ritenuti più opportuni. Le informazioni relative all'identità dei genitori biologici possono essere fornite ai genitori adottivi solo su autorizzazione del Tribunale per i Minorenni e solo se sussistono gravi e comprovati motivi; al compimento dei 25 anni, la persona adottata può richiedere al Tribunale l'accesso alle proprie informazioni relative alla storia adottiva e all'identità dei genitori biologici. L'adozione internazionale, invece, fa riferimento alla legge 31 maggio 1998 che, in linea con la Convenzione dell'Aja che prevede in ogni Stato la presenza di un'Autorità centrale, designa la CAI di numerosi compiti: 1) Curare le procedure di adozione nel Paese estero. 2) Mediare le Autorità estere e quelle nazionali. 3) Controllare i requisiti previsti per la dichiarazione dello stato di adottabilità. 4) Offrire assistenza nel periodo di permanenza.all'estero e nel trasferimento in Italia. In sintesi, possiamo cogliere come la legislazione sull'adozione muova dal principio del superiore interesse del minore, per garantire una presa in carico personalizzata e per attivare quei processi comunicativi e relazioni che pongono l'adottato al centro della partecipazione. Con questa serie di parametri, in Italia, si nota come non sia facile ad accedere alle informazioni della vita di questi bambini; infatti l'ONU ha esortato il Paese ad avviare un sistema informativo nazionale sull'assistenza e sulla tutela dei minori e, dal 2016, è attiva una banca dati relativa ai: 1) Minori in stato di adottabilità. 2) Coniugi coinvolti nell'adozione. La maggior parte delle ricerche in ambito adottivo ha interessato l'adozione internazionale, sia per l'elevato numero di minori accolti dai Paesi esteri che per le peculiarità connesse con l'accoglienza di un figlio con differenze culturali.linguistiche ed etniche. I dati relativi alle dichiarazioni di disponibilità all'adozione nazionale e internazionale, avanzate ai Tribunali nazionali dal 2001 al 2019, mostrano una tendenza negativa. Rispetto ai provvedimenti di affido preadottivo e alle adozioni incorse risulta evidente il numero elevato di adozioni internazionali rispetto a quelle nazionali; tuttavia, in entrambi i casi, si constata un andamento di decrescita.
La molteplicità della realtà e la scarsità degli studi rendono difficile delineare definitivamente le motivazioni alla base dei cambiamenti intercorsi nell'adozione nell'ultimo ventennio. Serve a un'ulteriore riflessione sulla situazione dei coniugi che si accostano all'adozione e al più generale calo della natalità:
- Infertilità o sterilità: le coppie che decidono di adottare sono accomunate da una condizione di infertilità o sterilità, ponendo, come riflessione, un
Riferimento all'eventuale legame tra il calo delle adozioni e le opportunità provenienti dalla procreazione medicalmente assistita.
Dilatazione del periodo di attesa: l'attesa, che si forma tra l'avvio del processo e l'eventuale adozione, non è quantificabile concretamente e può variare tra i 9 mesi, come una gravidanza naturale, a mai. Questo periodo aumenta sensibilmente con l'adozione internazionale a causa delle procedure dei Paesi Esteri oppure dal tentativo dei Governi di incentivare le adozioni nazionali.
Complessità dello stato di adottabilità con la storia personale: la Conferenza dell'Aja, sollecitata dalla trasformazione del panorama delle adozioni internazionali, si esprime sul tema dei minori considerati "special needs" nell'adozione, sostenendo che rientrano in tale categoria coloro che presentano:
- Disturbi del comportamento.
- Gravi esperienze traumatiche.
- Disabilità mentale.
La situazione di elevata fragilità e compromissione che contraddistingue i minori in stato di adottabilità può portare le coppie a scegliere di non proseguire nel cammino. Il quadro di complessità, che emerge dall'analisi del contesto socio-istituzionale, pone in luce la necessità di affiancare le famiglie offrendo delle adeguate preparazioni sia nella preadozione che nel post-adozione.
Pedagogia della famiglia
Gli studi interdisciplinari sull'adozione
La multidisciplinarità e la multidimensionalità dell'adozione rendono importante il compito di sintesi tra le discipline e il sostare sui significati della pedagogia. L'interesse da parte dei ricercatori è riconducibile alla fine del XIX secolo, in concomitanza con la diffusione del fenomeno dei minori senza famiglia nelle aree urbane dell'Europa e del Nord America, in cui incominciano a riflettere sugli interventi e sulle forme di tutela per i minori.
minori abbandonati. Ai nostri giorni, si rileva una vasta produzione scientifica in ambito psicologico, antropologico, storico, sociologico e giuridico, accanto a pubblicazioni a cura dei protagonisti dell'adozione (figli adottivi, genitori adottivi o di nascita, operatori). Il tema internazionale dell'adozione risulta ampia e variegata ma non in Italia, Paese in cui le ricerche sono pochissime e ci sono ancora aree poco esplorate, e si divide seguendo due filoni: 1) Contribuiti dal campo dei "social work and child welfare": presentano, come oggetto di indagine, le "best policies" e le "best practices" connesse con la tutela dei minori. 2) Studia alla "perspective of developmental psychology and psychopathology": sono degli studi incentrati sui temi della salute mentale, dei modelli di sviluppo e dell'impatto delle esperienze sfavorevoli precoci nei minori adottati. In un territorio di confine tra le scienze sociali e la giurisprudenza,possibile formattazione del testo utilizzando tag html potrebbe essere la seguente:Si collocano gli studi riguardo alle forme di tutela più idonee a garantire il diritto del minore alla famiglia e che mostrano il dibattito sia:
- Delle condizioni di adottabilità.
- Degli interventi di sostegno per le famiglie fragili.
In merito all'adozione, nei singoli Paesi vengono raccolti due dati particolari:
- La legislazione.
- Le politiche sociali.
Tra le tematiche oggetto di attenzione da parte del dibattito scientifico italiano, si constatano alcune misure di protezione al confine fra affido e adozione, come l'adozione mite, l'adozione aperta o l'affidamento "sine die".
Altre aree di indagine vertono attorno alla legislazione e ai diritti che riguardano la ricerca delle origini e l'accompagnamento da offrire nell'accesso alle informazioni sulla propria storia familiare e adottiva; in questo ambito è necessario tutelare il diritto della madre a restare anonima e del figlio ad accedere a specifiche informazioni.
vasta produzione scientifica osserva l'ambito psicologico e psicopatologico; le ricerche sull'adozione risalgono a van Senden Theis che, nel primo dopoguerra, esamina su larga scala il caso di bambini dati in adozione dalla "New York State Charities Aid Association", tra il 1898 e il 1922. Tuttavia, è con la seconda metà del Novecento che gli studi in ambito adottivo assumono consistenza e costituiscono un corpus di teorie e pratiche; Palacios e Brofzinsly rintracciano tre indirizzi di ricerca: 1) "Adoptees over-representation in clinical settings": la maggior parte degli studi in ambito adottivo si colloca all'interno di questo filone. In particolare il focus è sull'eventuale sovrarappresentazione dei minori adottati all'interno dei setting clinici, cercando di comprendere se possano essere considerati vulnerabili psicologicamente rispetto a coetanei non adottati. Le ricerche effettuate mostrano un'altaProbabilità di accesso dei minori adottati a servizi psicologici e sociosanitari; inoltre, secondo