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LA PARRESIA DANNOSA PER LA DEMOCRAZIA

La parresia è una pratica che può essere dannosa in democrazia sia per la città e anche per chi la esercita. Per quanto riguarda la città perché viene intesa come la libertà che tutti possano prendere la parola, visto che in democrazia tutti sono considerati uguali, e tutti hanno il diritto di prendere la parola, lascia quindi spazio a tutte le forme di parresia, anche le peggiori. Per chi la esercita perché richiede un certo coraggio che in democrazia rischia di non essere apprezzato, vengono infatti ascoltati solo coloro che dicono cose belle, cose che il popolo vuole sentirsi dire, questi vengono chiamati adulatori e invece non vengono ascoltati e ignorati coloro che dicono ciò che è vero e ciò che è bene anche se poco piacevole. La parresia quindi non esiste là dove esiste la democrazia.

Denunciare il cattivo funzionamento della parresia nella democrazia ateniese

È il dovere morale che si assume Socrate come riferisce Platone nell'Apologia. Socrate, a rischio della sua vita, rivela, contrariamente a quanto pensa la maggioranza persuasa dalla retorica, come su di lui sono state dette cose non vere, come quella di corrompere i giovani. Socrate invece dice la verità e lo dimostra anche con il suo comportamento. In Socrate la parresia filosofica coincide con la vita reale, la parresia quindi è una scelta di vita. Non è soltanto una tecnica dialogica, non è una funzione politica ma è necessaria in relazione alla politica. Socrate si è sempre rifiutato di fare politica perché se si fosse fatto avanti per dire la verità, lo avrebbero ucciso, quindi non è per paura della morte che Socrate ha rinunciato all'attività politica ma se lo avessero ucciso non poteva più essere d'aiuto a sé stesso e agli ateniesi. Questa denuncia della democrazia, incapace di.

Lasciare spazio alla buona parresia appare chiara in un testo di Demostene, dopo aver enunciato una verità coraggiosa ma offensiva per chi l'ascolta. Ha qui luogo il gioco parresiastico di sfida-ricatto ovvero si costringe l'ascoltatore ad accettare una verità offensiva e lo si offende una seconda volta insinuandone l'incapacità di accettare la verità, affinché il discorso vero possa trovare il proprio posto.

Un'altra critica alla democrazia di Atene è la costituzione degli ateniesi, che tramite un falso elogio della democrazia, ne evidenzia e critica la natura caotica. In questo caos, che rifiuta la buona costituzione e il buon regime, non sono i migliori a prendere le decisioni ma la maggioranza. E se i migliori sono la minoranza, i peggiori sono la maggioranza e sono proprio loro a prendere le decisioni per la propria felicità e non per il bene della città.

Anche Aristotele denuncia il cattivo funzionamento della

parresia in democrazia. Aristotele fa emergere un nuovo tipo di opposizione: quello tra ricchi e poveri. Se i ricchi sono la maggioranza e i poveri la minoranza, si potrebbe parlare di democrazia? Ovviamente no perché la democrazia rimane sempre il governo dei poveri a prescindere dal loro numero, elimina anche la distinzione migliori-peggiori facendo notare che un buon cittadino non per forza deve essere virtuoso. Abbiamo stabilito che la democrazia non può ospitare la buona parresia. Bisogna allora capire quale struttura politica si adatta come luogo del dire il vero. Si tratta del rapporto tra il principe e il suo consigliere. Il gruppo di persone che il principe ascolta.
Dettagli
A.A. 2019-2020
5 pagine

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federika.fortunati di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Dino Alessandra.