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S’ è sempre L bulbo (perché le persone ci vedono) la distanza immagine, la devo
fissare questa lunghezza perché l’immagine deve essere sulla retina. Pongo s’
uguale alla lunghezza bulbo e non lo cambio mai.
Quindi se cambio s, automaticamente devo cambiare anche f perché sennò la
legge non starebbe in piedi: se io tengo fisso 1/s’, la blocco, la retina è fissa, vuol
dire che se cambio s devo cambiare la focale, sennò non ci vedo più. Inoltre la
legge mi dice anche che se diminuisco s (avvicinando gli ogg) allora anche f deve
diminuire. La f cambia e la chiamo f con accomodazione: quando guardo da
vicino la f deve cambiare, e l’occhio deve accomodare diminuendo la sua
focale(xkè s diminuisce) e se s diminuisce, f diminuisce, e il potere aumenta.
L’occhio per diminuire la focale e quindi cambiare il potere agisce sul cristallino,
usa dei muscoli ai lati del cristallino che determinano una modifica: rende il
cristallino più spesso e ne curva le superfici modifica la curvatura delle due facce
e lo rende + spesso nella parte centrale (avere le facce + curve significa
aumentare il potere). E questa f continua a variare se io continuo ad avvicinare
gli oggetti, l’occhio continua ad accomodare e ad aumentare il potere per far
valere la legge dei punti coniugati. Continua finché ce la fa, a una certa i muscoli
non riescono + a curvare il cristallino= siamo giunti a un limite, alla f massima
che si può avere, l’occhio non è più rilassato. Siamo al massimo del potere.
Allora scrivo diversamente la legge:
1/s del punto prossimo(il punto + vicino dove posso mettere gli ogg, sono
arrivata al limite della capacità di accomodazione) +1/lunghezza bulbo (xkè
l’imm deve essere sulla retina)= 1/ focale con la massima accomodazione
(ovvero= potere massimo che l’occhio può avere)= potere massimo che l’occhio
può avere)
La lente che uso in lab ha un potere fisso, non poso cambiare la curvatura il mio
occhio è una lente che può cambiare la curvatura e il potere tra due estremi f
minimo quando guardo all’infinito ottico, potere max quando guardo nel punto
prossimo.
Nell’emmetrope si considera che il punto prossimo sia indicativamente x
convenzione 25 cm di distanza dall’occhio come valore di riferimento
(mediamente) se porto un ogg a d di 25 cm lo vedo, oltre 25 cm non riesco più
ad accomodare e non ho + immagine nitida sulla retina. Dall’infinito fino a 25:
sono due punti detti punto remoto e punto prossimo. Definizione di
Punto remoto: è il punto oggetto (dove metto ogg) coniugato con la retina senza
accomodare (l’occhio ha il potere fi minimo)
Per l’emmetrope corrisponde all’infinito
Punto prossimo: punto oggetto coniugato con la retina (do per scontato che la
persona ci vede bene) però con il max dell’accomodazione (potere max)
25 cm x l’emmetrope
Disegno: i raggi escono dal punto e incontrano una lente diversa da quella del
caso del punto remoto, ben + potente xkè sto accomodando al massimo. L’imm
è sempre sulla retina, però le due lenti sono diverse.
Disegno 3 condizioni Ogg all’infinito ottico con s-> infinito
No accomodazione
1- Emmetrope
l’inf è il suo p remoto e ci vede
2- Il miope ha un bulbo oculare + lungo della norma
Disegno la lente che rappresenta la parte anteriore ma la retina la faccio
più indietro
Il miope da lontano non ci vede, perché ragionevolmente quando i raggi si
intersecano la retina non c’è ,la retina è spostata indietro. I raggi passano
per il fuoco ovviamente, ma quando intercettano lo schermo non formano
un’immagine nitida ma un alone confuso che non mi permette una
risoluzione.
3- L’ipermetrope ha un occhio + corto rispetto alla norma
I raggi si intersecano nello stesso fuoco ma vengono intercettati prima di
giungere al fuoco. Quindi ho un alone e non un imm nitida (l’effetto
risultante è lo stesso del miope, all’infinito non vede nitido ma per un
motivo diverso).
L’unico che ci vede all’infinito senza accomodare è l’emmetrope, gli altri non ci
vedono.
Ora provo a concedergli accomodazione.
L’emmetrope non ha neanche bisogno: anche se gli concedo di accomodare lui
non accomoda xkè ci vede bene
Il miope non può fare niente: aumento il potere, quindi riduco la distanza focale.
Al più questo punto, se proprio accomoda, si avvicina ancora di più alla lente e si
allontana dalla retina, si sposta in avanti oltre al fuoco. Quindi peggiora, quindi
non lo farà. Il miope da lontano, con o senza accomodazione, non ci vede.
L’ipermetrope ha il fuoco troppo lontano rispetto alla sua retina, ma
accomodando diminuisce la focale quindi il punto si può portare sulla retina, ha
un difetto visivo perché all’infinito accomoda, ma riesce a vedere da lontano
accomodando.
3 casi diversi
L’imm deve essere sulla retina (quindi s’= L bulbo) e la persona non deve
accomodare
Cerco il punto remoto
Dov’è l’oggetto?
Faccio i 3 casi
1_ l’ogg è all’infinito x emmetrope. Il punto remoto è all’infinito
2- il miope con imm sulla retina, i raggi non so ancora da dove arrivano ma l’imm
si forma sulla retina. Nel miope questo punto ogg è un punto reale che giace a
una certa d finita dall’occhio, non all’infinit. È un punto remoto x cui senza
accomodare e senza fare fatica il miope ci vede, è un punto remoto a una certa
distanza finita (1m 2m, ecc) ci vede a quella distanza.
3- i raggi non arrivano paralleli o sarebbe emmetrope, ma neanche da un punto
reale o sarebbe miope, i raggi devono avere una vergenza opposta a quella del
miope, come se i prolungamenti arrivassero da dietro la retina. Non esiste un
punto remoto reale per l’ipermetrope. I raggi divergevano nel miope dal punto
remoto, invece nell’iperm non stanno divergendo ma stanno convergendo
quando colpiscono l’occhio. Non arrivano da un punto vero. Nella pratica si dice
che il punto remoto è un punto virtuale posto dietro la lente. Vuol dire che la
vergenza dei raggi incidenti, affinchè l’imm sia nitida senza accomodare sulla
retina, deve essere opposta a quella dei raggi del miope.
Quindi se l’occhio è lì bello rilassato, i muscoli ciliari che tengono il cristallino non
lavorano: l’emmetrope ci vede bene all’infinito, il miope ci vede però qua vicino e
non all’infinito ed è bello rilassato, il suo p remoto esiste, l’ipermetrope se ha
occhio rilassato non esiste alcun p reale remoto a cui lui veda.
Ora disegno il punto prossimo; accomodazione massima
S’= L bulbo con massimo dell’accomodazione
Ho 3 casi
1-Emmetrope: indicativamente x convenzione 25 cm di distanza dall’occhio. I
raggi sono uscenti dal p prossimo, incontrano l’occhio che ha potere massimo e
incontrano la retina dove formano l’imm retinica
2- il miope era partito senza accomodare a vedere un punto remoto distante
qualche metro, con un punto remoto. È già abbastanza vicino. La sua capacità è
uguale a quella dell’emmetrope, ha lo stesso muscolo che può contrarre il
cristallino, quindi l’aumento di potere è lo stesso. il range accomodativo è uguale
nell’emmetrope nel miope e nell’ipermetrope. Chiaramente senza accomodare
parto già da una distanza breve, il p prossimo sarà inferiore ai 25 cm. Più
accomodo e più va vicino all’occhio, quindi meno di 25 cm. Questo xkè la sua
capacità accomodativa di cambiare il potere è come quella degli altri.
Se do un libro da leggere all’emm, egli lo porta al suo p prossimo a 25 cm, il
miope lo porta a una d inferiore di 25 cm.
3- Ipermetrope: non ha punto ogg reale remoto che possa vedere, quando
guarda da lontano all’infinito, l’imm non è sulla retina ma se può accomodare
porta l’immagine sulla retina per oggetti all’infinito ma si sta già giocando un po’
del suo range accomodativo guardando all’infinito ottico. Parte quindi
svantaggiato: si è già giocato un po’ del suo range accomodativo guardando
all’intinito ottico, non arriva a 25 si ferma prima, è l’esatto opposto del miope.
Arriva oltre i 25 (d magg di 25) non arriva a 25, legge le cose portandole più
lontano.
Il miope non vede da lontano, e non vede neanche se accomoda. L’ip ha il
problema da vicino: all’infinito può accomodare, ma da vicino non trova
strategie.
Lez 20/12 parte 1
Definiamo due difetti visivi, l’astigmatismo e
L’astigmatismo: ho due poteri diversi lungo due meridiani ortogonali. La forma
del segmento anteriore non è sferica e non è simmetrica lungo tutti i meridiani,
ha raggi di curvatura diversi. Deve avere raggi di curvatura diversi quindi non è
sferica.
L’occhio astigmatico non è sferico. Lungo un qualsiasi meridiano, il raggio di
curvatura è lo stesso, quindi il potere lungo tutti i meridiani è uguale.
Nell’astigmatico il potere lungo un meridiano è diverso da quello lungo un altro
meridiano a esso ortogonale es considero il meridiano verticale e il meridiano
orizzontale (però non è detto, ho anche un asse che mi dice quali sono i due
meridiani da considerare ortogonali da considerare per cui i poteri sono diversi) è
come una corna a forma di ellissoide di rivoluzione e non una sfera. Assumo che
l’astigmatico guardi un oggetto, i raggi che vengono dall’ogg sono
tridimensionali e vanno in tutte le direzioni, alcuni raggi entreranno nella pupilla.
Alcuni raggi che escono dal punto ogg sono tutti contenuti in un piano verticale e
colpiscono la pupilla lungo un meridiano verticale, verso l’alto dritti verso il basso
e colpiscono l’occhio (l’occhio ha un suo potere lungo quel meridiano,
formeranno un’imm retinica, l’immagine è bella nitida. Da quello stesso punto
escono raggi che giacciono in un piano orizzontale, che incontrano l’occhio con
un a curvatura diversa e un potere diverso , entrano e formano un’imm non più
sulla retina (s eil potere dell’altro meridiano è diverso significa che l’imm è in un
punto diverso, prima o dopo dipende) . l’imm sulla retina si trasforma in due
segmenti, uno orizz e uno verti: in verticale si trasformano in un punto, quelli
orizzontali magari non sono ancora riusciti a convergere e sula retina ho un
segmento orizzontale (i raggi stanno ancora convergendo). La prima immagine
che si forma non è un punto