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Cosa differenzia la letteratura d’oc da quella d’oil?
Letteratura d’Oil: canzoni cavalleresche (prime grandi storie d’amore e di guerra), canzoni
epiche= chanson de geste, che narrano le origini leggendarie dei popoli. Tutti i popoli si
fondano su grandi battaglie originali, più o meno mitologiche. La nostra battaglia originale
avviene con l’Islam, le nostre chanson de geste narrano di Carlo Magno che ferma le invasioni
islamiche… in realtà non è andata proprio così, ci siamo battuti contro i montanari Baschi,
molto meno nobili degli islamici. Nb. Per intenderci, il corno, Orlando…
Letteratura d’Oc: poesia d’amore, codice amoroso europeo. Le cose spirituali non esistono
senza nome, i sentimenti vanno definiti. C’è tutta una “mitologia” sul rapporto uomo-donna,
cioè un rapporto civilizzato non di puro potere fra i due. Qui nasce l’idea della donna
divinizzata, del poeta che la cerca ma che non la incontra mai, dunque passa il tempo ad
esprimere i suoi sentimenti al meglio in onore di questa donna. Il rapporto uomo-donna nel
medioevo è un rapporto di tipo feudale: lei è la signora mentre lui è il vassallo… lui non la
raggiunge mai, è un amore frustrato che ti spinge a diventare buono, a scavare nei tuoi
sentimenti, a dimostrare che l’uomo è degno di meritare uno sguardo di quella donna.
L’amore medievale è un amore adultero: il matrimonio, anche fino al 700-800, non era basato
sull’amore bensì su rapporti familiari, si parla di contratti familiari, fatti per questioni
economiche. Certo, è consigliato volersi bene, ma non è necessario. L’amore dunque viene
concepito fuori il matrimonio. Il bosco è uno dei luoghi dell’amore, qui accadono gli amori che
non possono essere vissuti alla luce del giorno, innanzi gli occhi della civiltà. Questo in
particolare appartiene ai romanzi della letteratura d’Oil, dunque ai romanzi cavallereschi,
come ad esempio la storia di Lancillotto, Ginevra e re Artù. Questo perché la letteratura d’Oil
è sì canzoni di gesta, epiche, con Orlando l’eroe militare, ma d’altro canto è anche letteratura
amorosa. L’amore viene visto come una forza potentissima e irrazionale a cui non si può
resistere (nb pensa al filtro d’amore di Lancillotto e Ginevra. Il filtro li fa innamorare davvero e
in maniera potente, in virtù del fatto che l’amore è una forza che può distruggere tutto e che
non si vive nella civiltà). Nella poesia provenzale l’amore resta una forza distruttiva certo, ma
è un amore che non viene consumato, serve solamente a rivalutare la figura della donna e a
far comprendere il potere della figura femminile nella società. È proprio qui che inizia il
cambiamento, perché secondo il resto del mondo, la donna era sempre stata considerata
come più debole.
Un secolo dopo, nasce la letteratura italiana ispirata alla poesia provenzale. Il primo esempio
di letteratura italiana nasce in Sicilia nella prima metà del 1200, 1220-1230 ca. Ma perché si
parla di letteratura italiana se l’Italia ancora non c’era? È una buona domanda… l’Italia c’è
come entità culturale, ma geograficamente non esiste ancora… bisognerà aspettare
ovviamente il 1861 per l’unificazione dell’Italia. Le letterature medievali le definiamo ad
esempio francesi, italiane e tedesche (anch'esse poema d’amore, tutti cantano più o meno le
stesse cose di amore idealizzato) per la lingua, la parola, e non per il paese politico.
La letteratura italiana, come abbiamo già sottolineato, ha bisogno di una fonte d’ispirazione e
non a caso quest’ultima arriva dalla Provenza che non era troppo lontana dalla Sicilia: molti
erano gli scambi di merci e successivamente, anche quelli culturali. In Provenza c’era una
regina, Maria di Francia, che lei stessa ha scritto canzoni provenzali (la poesia provenzale era
cantata a corte dei signori feudali), attenzione dunque alle generalizzazioni! Non solo gli
uomini scrivevano poesie provenzali. Quando la lirica provenzale arriva in Sicilia, c’è bisogno
di una corte, di una scuola poetica per creare una poesia che non venga persa. La corte era
quella del re di Sicilia (dall’Abruzzo alla Sicilia = Italia del sud), cioè Federico II di Svevia, ma
anche l’imperatore germanico, dunque successore dell’impero Romano. Tra le altre cose,
Federico II fonda a Napoli nel 1224 la prima università pubblica d’Europa aperta a chiunque,
già esistevano università ma erano tutte private (Nb pensa ad Oxford). Inoltre, Federico II
finanziava borse di studio per permettere a tutti gli abitanti del suo regno di formarsi ed
acquisire conoscenze.
A Napoli fonda l’università, ma a Palermo promuove una Scuola Poetica. La poesia è
fondamentale perché questa fa rivalutare le relazioni umane, per diffondere idee e modi di
comportamento. Ad esempio, diffonde l’idea che l’amore di una donna per un uomo, ha la
stessa dignità dell’amore per Dio in un’epoca dove la religione è un dogma.
Jacopo da Lentini (Lentini è una cittadina siciliana) detto “il notaio” perché alla corte di
Federico II chi faceva la poesia erano i funzionari pubblici, cioè coloro i quali erano capaci di
leggere e scrivere.
Primo sonetto della storia, questa in realtà è una traduzione fatta sempre nel medioevo ma in
Toscana (con un attento studio è possibile distinguere le parti siciliane e quelle toscanizzate).
Questo modello piacque molto, cioè il modello di un amore umano… un amore diverso
rispetto all’amore religioso, molto diffuso in quel periodo. In questo momento, nel settentrione
italiano inizia un processo di alfabetizzazione.
In realtà, allo stesso tempo, si stava diffondendo un’altra poesia che non era basata né
sull’amore né sui sonetti: la poesia religiosa. Il primo poeta religioso è stato San Francesco
d’Assisi che rivoluziona con il suo “Cantico delle creature” perché non parla di una religione
mortificata, piena di paura (nb pensa inferno, commettere peccati), bensì esalta la natura: Dio
non è una minaccia, Dio è ovunque nella sua poesia… c’è una visione panteistica.
Vedi da dizionario di metrica: che cos’è il sonetto. 2 quartine e 2 terzine, il sonetto dunque si
svolge ed è un ragionamento concluso. L’italiano si parla in endecasillabi.
Letteratura italiana – 2° lezione 26/09/2024
Stiamo iniziando ad avvicinarci al primo secolo della letteratura italiana. La letteratura
italiana, così come altre letterature europee, trova la propria origine nel latino; i territori
europei infatti, facevano parte dell’impero romano, dove ovviamente veniva parlato il latino.
Come accade ancora oggi, una lingua non viene mai parlata allo stesso modo in tutti i luoghi
(basti pensare alla differenza fra lo spagnolo parlato in Sud America e lo spagnolo parlato in
Spagna), ed è questo il motivo della differenza fra l’odierno italiano, francese, rumeno… tutte
lingue figlie del latino ma sviluppate in maniera diversa. Con le lingue germaniche (lingue del
nord-europa, inglese…) il rapporto è diverso, in quanto il ceppo linguistico è diverso.
Il Medioevo
Dopo la caduta dell’impero romano (476 d.C – V secolo) inizia il Medioevo, un periodo
vastissimo che dura circa 1000 anni, dal 476 d.C al 1492 (scoperta dell’America). A sua volta,
il Medioevo è diviso in due periodi: alto Medioevo e basso Medioevo.
L’alto Medioevo comprende i primi secoli dopo la caduta dell’impero romano fino all’ottavo
(in realtà non è proprio così… l’alto Medioevo giunge al termine nell’anno 1000 circa,
secolo
dunque si tratta dell’XI secolo.): in questo periodo si vive un enorme recesso perché collassa
l’intero sistema romano, un sistema pieno di sviluppo sia culturale che economico: l’Europa
era ormai diventata un’enorme foresta piena di castelli e monasteri. Il tasso di analfabetismo
era molto alto, la cultura non era più ritenuta importante come un tempo, nell’alto Medioevo
avevano guadagnato importanza la lotta (le spade), i cavalli, la religione e Dio (ovviamente un
Dio religioso, non un Dio interiore).
Nei monasteri sono rimasti congelati tutti i libri antichi della civiltà greco-latina, diventati
ormai futili per la società di quell’epoca. Quando si parla di libri della cultura greco-latina, non
si fa solo riferimento all’arte o alla poesia, ma anche al teatro e alla filosofia. È giusto tenere a
mente che le grandi domande dell’essere umano arrivano proprio dalla filosofia antica. La
filosofia greca è la prima a domandarsi cosa vuol dire essere, cosa vuol dire stare al mondo...
è anche la patria della tecnica, della matematica, della geometria… Senza la cultura greco-
latina non avremmo tutto quello che possediamo oggi (matematica -> tecnologia, acquedotti
-> acqua corrente). Nell’alto medioevo
tutte queste conoscenze e consapevolezze vengono messe da parte e continuano a vivere
solo nei monasteri (gran parte andò persa) perché i monaci erano gli unici a saper leggere e
culture
scrivere per recitare la messa. Si parla quindi di cultura della cancellazione (lui dice “
cancel”), (nb pensa ai film degli anni 50 che la società, in
fenomeno ancora in vigore oggi
particolare quella americana, vuole censurare in TV e siti streaming ) perché tutto ciò che era
pagano andava distrutto, non aveva motivo di esistenza perché faceva male alla gente.
L’Alto Medioevo aveva ridotto le città in rovine e in grandi pascoli, quasi completamente
disabitate perché il popolo preferiva trasferirsi nei piccoli paesini circostanti. Col passare del
tempo però, a partire dal IX secolo, le città iniziano a rinascere: aumentano le attività
economiche e di conseguenza è necessario riscoprire il sapere degli antichi. C’è l’intenzione di
ricreare il sistema scolastico perché c’era un forte bisogno della presenza dei funzionari pronti
a dirigere gli scambi della merce, di conseguenza è necessario riscoprire il latino che nel
frattempo si stava sviluppando e stava tramutando nelle lingue volgari (dal latino “vulgo” ->
“al popolo”, ”per il popolo”). Questo passaggio è molto
complesso perché da una parte torna l’alta cultura, dall’altra parte, a livello popolare, nascono
ufficialmente le lingue romanze/neolati