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SISTEMA DI VALORI

Azienda si trova a gestire situazioni di equilibrio dinamico, che devono essere gestite

dal soggetto economico a fronte di un rischio.

Struttura = capitale fisico e intellettuale

Prodotto = come sistema (attenzione al cliente)

Ambiente sociale costituito da stakeholder, i cui bisogni devono essere soddisfatti da

azienda. Struttura collega ambiente generale e specifico. Proposta progettuale

(obiettivo azienda)

“Formula imprenditoriale” che l’SE mette in atto affinché l’azienda riesca ad

operare. I tre valori economicità, competitività e socialità devono guidare ogni

azienda.

Da un lato dimensione competitiva e dall’altro dimensione sociale.

I soggetti, le risorse, il capitale devono essere combinati in chiave dinamica. Queste

condizioni vanno amministrare per rendere l'azienda in grado di perseguire obiettivi. Si

parla di amministrazione economica

Comportamenti che si suddividono in:

- gestione

-controllo

Costruire un modello generale per comprendere la gestione di qualunque

impresa.

Ci concentriamo su:

- elementi comuni alla gestione di ogni tipo di persona

- principi generali che possano fungere da guida per lo svolgimento della

gestione di qualunque impresa, affinché la medesima possa sopravvivere e svilupparsi

Cosa è la gestione?

È l’insieme delle operazioni svolte dal fattore umano sul capitale attraverso le

quali l’azienda realizza concretamente la sua funzione di produzione per lo scambio di

mercato.

Operazioni organizzate, volute e preordinate.

Le operazioni sono solo l’aspetto visibile della gestione. Essa parte da un sistema di

obiettivi che implicano di prendere decisioni.

Tre ordini di decisioni che hanno un carattere piramidale:

1) Al vertice decisioni strategiche: riguardano rapporti impresa-ambiente (aspetti

di fondo), combinazioni prodotto/mercato/tecnologia. Es: scelta di come gestire il

personale.

Perciò sono scelte sul lungo periodo, non strutturabili (non posso essere

standardizzate, non si può avere sempre la stessa risposta a quello che dice

l’ambiente) e periodiche.

2) decisioni tattiche: riguardano la gestione delle risorse e capacità per

realizzare le scelte strategiche. Hanno ruolo strumentale e devono essere

complementari rispetto a quelle strategiche. Es: sostituzione impianto (a livello

strategico), scelta tattica riguarderà che macchinario comprare/ es. a livello strategico

io decido di indebitarmi a livello tattico decido di rivolgermi a una banca.

Sono decisioni di medio periodo, semi-strutturabili (casistiche in cui si può

decidere in anticipo come ci andremo a comportare), periodiche.

3) Decisioni operative: momento terminale del processo decisionale (gestione

attività). Realizzazione delle decisioni tattiche. Es: scelgo la banca dove voglio

chiedere finanziamento e vado a chiederlo.

Si tratta di decisioni a breve periodo, strutturabili e quotidiane.

Le decisioni strategiche assumono ruolo prioritario, in quanto hanno lo scopo di

fissare il complesso di relazioni fra impresa e ambiente che assicurano all’azienda il

raggiungimento dell’obiettivo di durevole sopravvivenza in condizioni di

equilibrio.

La strategia dell’impresa si articola su più livelli: (siamo sempre all’interno delle

decisioni strategiche)

I Livello – Strategia aziendale

Mira a individuare le Aree Strategiche d’Affari (ASA) nelle quali competere.

Un’ASA rappresenta una o più combinazioni prodotto/mercato/tecnologia tali da

configurare un sistema competitivo autonomo, un’«arena competitiva» a sé

stante.

Per semplicità, un’ASA può essere ricondotta a un settore o subsettore entro cui

l’impresa decide di svolgere la propria attività.

Si distinguono due tipologie di strategie aziendali per imprese:

- mono business decise a competere su una sola ASA: logica di

concentrazione nell’impiego risorse (scopo di rafforzare rapporto impresa/arena

competitiva)

- multi-business operanti su + ASA: logica di diversificazione con scopo di

occupare nuovi settori

La strategia aziendale si traduce nella scelta di una ASA su cui competere ognuna

ha una propria struttura e necessita di una strategia ad hoc definizione di

modalità per ottenere un vantaggio competitivo capacità di creare un valore che

superi il costo di crearlo.

II Livello – Strategia competitiva

Sono centrate sulle ASA prescelte. Vi sono tre tipi di logiche:

- leadership di costo: opto per offrire il mio prodotto al prezzo migliore per il

consumatore finale (anche a scapito della qualità a un prezzo basso). Obiettivo:

efficienza dei costi rispetto ai concorrenti (es. Ikea)

- Differenziazione: opta per rendere prodotto unico a discapito del prezzo economico

di esso. Obiettivo: efficacia dell’offerta rispetto concorrenti (es. antiquariato)

-Focalizzazione: sui costi oppure sulla differenziazione. Obiettivo: scelta di una

ristretta area competitiva (es. negozio mobili design).

III Livello – Strategia funzionale

Le attività funzionali caratteristiche all’interno di ogni ASA (es. attività produzione,

marketing, R&S).

Si traducono in decisioni relative a come svolgere le specifiche attività funzionali,

affinché si possano concretizzare le scelte competitive compiute a livello

superiore.

Dove ci portano le decisioni strategiche?

Le decisioni strategiche devono avere un certo grado di coerenza tra loro. Esse devono

rappresentare l’identità aziendale: ossia l’orientamento strategico di fondo

dell’impresa, cioè la parte invisibile del suo disegno strategico che anima le scelte

espresse dalle tre tipologie di strategie.

L’identità nazionale nasce dal complesso di idee e valori che determinano: missione,

visione, valori e codici di comportamento.

Quali sono le fasi del processo di gestione?

Composto da tre fasi fondamentali, le quali vanno a costituire un grande processo:

provvista, trasformazione e scambio.

1) Provvista: fase che comprende tutte le operazioni di acquisizione di fattori

produttivi necessari a svolgimento attività dell’azienda. Bisogna distinguere i fattori

produttivi in base:

- Materialità (consistenza fisica): materiali (materie prime, macchinari,

imballaggi...) e immateriali (forza lavoro, marchio…)

-Utilizzo (uno o più atti produttivi): a fecondità semplice (materie prime,

imballaggi...) e ripetuta (macchinari…)

Incolla schema rosso: imballaggi (materali, fec semplice), forza lavoro (imm, semp),

macchinari (mat, rip) brevetti/conoscenze (imm, ripetuta)

Per approvvigionarsi dei fattori produttivi di cui necessita, l’impresa deve disporre di

denaro (capitale monetario) che rappresenta fattore produttivo primario --> tale

capitale monetario affluisce all’impresa tramite il finanziamento che rappresenta una

forma particolare di provvista.

2) Trasformazione: fase che individua l’insieme di operazioni con cui l’impresa

combinando diversi fattori acquisiti, realizza i prodotti oggetto delle sue attività.

3) Lo scambio: in questa ’impresa cede a terzi il prodotto dietro l’incasso di

moneta. In questo senso, è la fase che chiude e dà significato all’esistenza stessa

dell’impresa.

È con lo scambio che l’utilità potenziale prodotta durante la fase di trasformazione,

diventa utilità reale.

Passaggio delle materie prime da magazzino a impianto produttivo trasformazione

vendita prodotti finiti scambio

acquisto di un macchinario provvista

contrazione mutuo con banca finanziamento

Le fasi di provvista e di scambio si realizzano con il mercato, cioè nascono da rapporti

di scambio con terzi (fornitori e clienti); la fase di trasformazione ha una valenza

solo interna.

Alla luce di ciò si distinguono la gestione esterna (fasi di provvista e di scambio) e

gestione interna (fase di trasformazione).

Lo scambio di mercato completa e dà senso a tutto il processo di gestione,

rendendo concreta l’utilità creata con la trasformazione dei fattori produttivi in

prodotti.

Le condizioni e modalità interne di svolgimento della gestione influiscono in modo

determinante sulla capacità dell’impresa di produrre in modo economico, in

quanto il consumo delle risorse e le caratteristiche dei prodotti ottenuti dipendono

dalle attività interne.

Il valore creato dalla gestione

La gestione interna, nelle sue interazioni con quella esterna, si configura come: «una

serie di attività ordinate secondo una sequenza di processi che, partendo dai fattori

produttivi (gli input), determinano come risultato l’ottenimento del prodotto e la

vendita della produzione (gli output)»

La catena di valore

La differenza fra: valore monetario dei beni/servizi realizzati (output) e valore

delle risorse consumate nello svolgimento delle diverse attività (input) esprime un

margine che definisce il valore creato dalla gestione.

In base al contributo offerto alla generazione di valore si distinguono:

- attività primarie: Logistica in entrata (magazzino, gest. Input), Attività

operative (trasformazione), Logistica in uscita (magazzino, gest output),

Marketing e vendite (mezzi di vendita), Servizi (sist. Prodotto)

- attività di supporto: Approvvigionamento (acquisto input), Sviluppo della

tecnologia (ideazione e sviluppo), Gestione delle risorse umane (R&S personale),

Attività infrastrutturali (attività amm.ve)

Le attività della catena sono collegate alle aree funzionali del sistema aziendale.

Queste ultime presidiano verticalmente lo svolgimento di attività che hanno

una specifica natura e sono omogenee dal punto di vista tecnico.

La catena del valore si sviluppa orizzontalmente. Tagliando trasversalmente le

diverse funzioni aziendali dalle quali attinge personale e risorse.

Quali sono le fasi del processo di gestione?

La gestione non è costituita da un unico grande processo, ma è la somma di

processi “elementari” che sono strettamente collegati nel tempo e nello spazio.

La gestione si traduce in azioni (es. selezione fornitori) che si coordinano in

operazioni ossia insieme di azioni della stessa specie (es. operazioni di acquisto).

Un insieme di operazioni della stessa specie o con il medesimo oggetto dà vita a un

processo (es. il processo di acquisto della materia prima).

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
8 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lombafra di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Maleci Laura.