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POSSIAMO DEFINIRE UNA DENSITÀ DI CARICA IMMAGINANDO CHE LA CARICA SIA
DISTRIBUITA CON CONTINUITÀ IN UN VOLUME .
Prendiamo un volumetto e consideriamo la carica contenuta in esso
→ →
formula inversa
LA DENSITÀ DI CORRENTE IN UN PUNTO È QUEL VETTORE CHE MOLTIPLICATO
SCALARMENTE PER UN VERSORE DA’: →
→ Formula inversa j= ρv .
La DENSITÀ DI CORRENTE la posso scrivere come
CAMPO ELETTRICO
Se si vuole il valore del campo elettrico in un certo punto dello spazio si prende una carica q
e la si mette in quel punto dello spazio e si misura la forza di natura elettrica che agisce su
quella carica . FORZA MAGNETICA
PRENDIAMO UNA CARICA DI PROVA Q E SUPPONIAMO CHE SIA DOTATA DI VELOCITÀ V, SU
QUESTA CARICA IN MOVIMENTO AGIRÀ UNA FORZA DI NATURA MAGNETICA
B è quel vettore che moltiplicato vettorialmente per la velocità v di una carica q e per la
carica q stessa, da’ la forza magnetica che agisce su quella carica.
Note esterne:Forza di Lorentz
Sia data una carica elettrica puntiforme q in moto con velocità istantanea v in una regione
caratterizzata dalla presenza di un campo elettrico E ed un campo di induzione magnetica
B.La forza di Lorentz è la forza F che si esercita tra il campo elettromagnetico e la carica, ed
è proporzionale a q e al prodotto vettoriale tra v e B secondo la relazione:
Introduciamo anche i campi: 2
= [/ ]
CAMPO DI INDUZIONE ELETTRICA 0 − ⁄
= = ⋅
CAMPO DI INDUZIONE MAGNETICA: con
0
ESISTE UNA RELAZIONE TRA LA DENSITÀ DI CORRENTE E LA DENSITÀ DI CARICA
Ora preso un elemento di spf ΔS centrato nel punto che stiamo considerando e chiamiamo
con Δi la corrente che attraversa questo elemento di superficie, possiamo dire che la
componente di j lungo una direzione che indichiamo col versore i sarà:
n
(per definizione)
Faccio tendere S a 0 per calcolare J nel punto.
Devo capire chi è Δi.
Per definizione considero un intervallo di tempo e valuto la carica q che attraversa
Δt Δ
l’elemento di spf S in quell’intervallo di tempo e calcolo il limite:
Δ
ma chi è Δq? Definiamo il versore normale i alla superficie .
ΔS
n
Ammettiamo che la velocità della carica che sta in questa
regione di spazio intorno al punto considerato sia v , e che
formi un angolo α con la direzione i .
N →
Quindi v è la velocità delle cariche in quella regione di spazio
la carica Δq che attraversa l’elemento di spf S in è tutta la
Δ Δt
carica che sta compresa in quel cilindro obliquo (il cui asse è la
direzione della velocità V e che avrà lunghezza vΔt).
Il cilindro ha come basi ΔS e ΔS traslato e come lunghezza vΔt
→l’altezza del cilindro varrà la lunghezza proiettata lungo la
→vΔtcos
proiezione di i α
n → ΔS(vΔtcos α)
Devo calcolare il volume del cilindro obliquo: basexaltezza
La carica contenuta nel cilindro sarà pari alla densità di carica ρ (carica per unità di volume)
per il volume del cilindro.
→ Δq= ρ ΔS(vΔtcos α) →
i
Adesso Per calcolare devo dividere per Δt
Considerando il prodotto scalare tra v è il versore (modulo dei vettori per il cos dell’angolo
compreso) si ha:
Di conseguenza…..
La proiezione di j lungo la direzione i è pari alla proiezione lungo la direzione i del vettore
n n
ρ e v
→
E poiché vale ciò,Possiamo dire che
(densità di carica per la vel della carica)
Se la carica q è distribuita su un volume allora possiamo definire la densità di forza cioè
forza per unità di volume (devo dividere la F per il volume e ottengo)
L
EQUAZIONI DI MAXWELL IN FORMA INTEGRALE
LEGGE DI GAUSS PER IL CAMPO DI INDUZIONE ELETTRICA
IL FLUSSO DEL CAMPO DI INDUZIONE ELETTRICA ATTRAVERSO UNA
SUPERFICIE S CHE RACCHIUDE UN VOLUME V È PARI ALLA CARICA CONTENUTA
NEL VOLUME V. ̂
∯⋅ = = ∭
LEGGE DI GAUSS PER IL CAMPO DI INDUZIONE MAGNETICA
IL FLUSSO DEL CAMPO DI INDUZIONE MAGNETICA ATTRAVERSO UNA QUALSIASI
SUPERFICIE CHIUSA È NULLO.
̂
⋅
= 0
∯ mentre esiste una carica elettrica non esiste una carica magnetica
LEGGE DI AMPERE-MAXWELL
LA CIRCUITAZIONE DEL CAMPO MAGNETICO LUNGO UNA CURVA CHIUSA L È PARI ALLA
CORRENTE CONCATENATA DA L (CORRENTE CHE ATTRAVERSA UNA QUALUNQUE
SUPERFICIE IL CUI CONTORNO È L) + LA CORRENTE DI SPOSTAMENTO (DERIVATA RISPETTO
AL TEMPO DEL FLUSSO ATTRAVERSO LA SUPERFICIE S).
̂ ̂
∮ ⋅ = + ∬⋅
Riscritta
̂ ̂ ̂
∮ ⋅ = ∬ ⋅
+ ∬⋅
LEGGE DI FARADAY-NEUMANN
LA CIRCUITAZIONE DEL CAMPO ELETTRICO LUNGO UNA CURVA CHIUSA L È
PARI ALLA DERIVATA, CAMBIATA DI SEGNO, DEL FLUSSO DEL CAMPO DI
INDUZIONE MAGNETICA ATTRAVERSO UNA QUALSIASI SUPERFICIE S
DELIMITATA DALLA CURVA L.
̂ ̂
∮ ⋅ = − ∬ ⋅
In elettrostatica (caso statico) i campi sono costanti nel tempo e quindi anche se presente
un campo magnetico, il suo flusso attraverso la Spf è costante nel tempo e quindi la
derivata rispetto al tempo è nulla. →la
In elettrostatica il campo elettrico è un campo che ha circuitazione nulla legge di
faraday diventa semplicemente il principio di kirchhoff sulle maglie .
Se la circuitazione del campo elettrico lungo una curva chiusa è sempre pari a zero, il campo
elettrico è un campo conservativo.Questo vuol dire che l'integrale di linea da un punto A ad
un punto B del campo elettrico non dipende dalla particolare curva che è per definizione la
differenza di potenziale tra il punto A e il punto B .
Poiché il campo elettrico è una forza per unità di carica, la
differenza di potenziale è un lavoro per unità di carica:
La d.d.p. è il lavoro fatto dal campo elettrico per spostare una
carica positiva di un Coulomb dal punto B al punto A.
RIEPILOGO EQUAZIONI DI MAXWELL IN FORMA INTEGRALE
QUESTE EQUAZIONI IN REALTÀ NON SONO TUTTE INDIPENDENTI TRA DI LORO
SE CONSIDERIAMO LA PRIMA EQUAZIONE E PRENDIAMO COME CONTORNO UNA CURVA
CHIUSA CHE SI STRINGE FINO A DIVENTARE UN UNICO PUNTO ALLORA È CHIARO CHE
• AL PRIMO MEMBRO OTTENIAMO ZERO PERCHÉ ABBIAMO L'INTEGRALE SU UNA
LINEA DI MISURA NULLA
• AL SECONDO MEMBRO ABBIAMO CHE LA SUPERFICIE S DIVENTA UNA SUPERFICIE
CHIUSA .
LA PRIMA EQUAZIONE DIVENTA
̂
− ⋅
∬
0=
LA PRIMA EQUAZIONE CI DICE CHE IL FLUSSO DI B ATTRAVERSO UNA SUPERFICIE CHIUSA
DEVE ESSERE COSTANTE .
LA QUARTA EQUAZIONE RISPETTO ALLA PRIMA CI AGGIUNGE IN PIÙ SOLTANTO QUESTA
INFORMAZIONE OSSIA CHE LA COSTANTE È 0.
ADESSO CONSIDERIAMO LA SECONDA EQUAZIONE
SUPPONIAMO DI STRINGERE LA CURVA FINO A FARLA DIVENTARE UN SINGOLO PUNTO
ALLORA
• AL PRIMO MEMBRO OTTENIAMO ZERO
• AL SECONDO MEMBRO LA SPF DIVENTA UNA SUPERFICIE CHIUSA
̂ ̂
0= ∬⋅
+ ∬ ⋅
otteniamo che ̂ ̂
− ∬⋅ = ∬ ⋅
Parlando sempre di spf chiuse ottengo
̂ ̂
− ∯⋅ = ∯ ⋅
→sostituendo la 3 eq di maxwell ̂
− ∭ = ∯ ⋅
➔ ̂
⋅
= −
∯ ∭
Ossia il flusso uscente di j attraverso la superficie chiusa è pari a meno la
derivata rispetto al tempo della carica contenuta nel volume
Questa equazione è detta LEGGE DI CONSERVAZIONE DELLA CARICA (equazione di
continuità della corrente) cioè questa equazione ci dice che se c'è un flusso di corrente che
esce dal volume V che attraversa la spf S in direzione uscente (quindi sta uscendo dal
volume) allora la carica all'interno del volume sta diminuendo nel tempo.
→ = 0
Nel caso statico in cui la carica è costante nel tempo allora il flusso di j attraverso
una qualunque superficie chiusa è 0 (principio di kirchhoff ai nodi).
EQUAZIONI DI MAXWELL IN FORMA LOCALE
̂ →
̂
⋅ = − ⋅
∮ ∬
Applico stokes ̂
→
× ⋅ ̂ = ⋅ ̂ ⋅ = × ⋅ ̂
∬ ∮ ∮ ∬
Suppongo che la superficie S sia costante nel tempo (così sposto la derivata della 2° eq
all’interno dell’integrale)
̂ ̂
− ⋅
× ⋅ ̂ − ⋅
=
∬ ∬ ∬
→
IN GENERALE IL FATTO CHE DUE INTEGRALI SIANO UGUALI NON IMPLICA CHE GLI
INTEGRANDI SIANO UGUALI.
PERÒ SE L’UGUAGLIANZA VALE QUALUNQUE SIA IL DOMINIO DI INTEGRAZIONE QUINDI
QUALUNQUE SIA LA SUPERFICIE S ALLORA DEVONO ESSERE UGUALI ANCHE GLI
INTEGRANDI .
(NOTA PORTANDO LA DERIVATA ALL’INTERNO DELL’INTEGRALE ESSA DIVENTA UNA
DERIVATA PARZIALE PERCHÉ DIPENDE NON SOLO DA t MA ANCHE DA X,Y,Z )
×=
Sfruttando le medesime operazioni sulla 2° eq di max
̂ ̂ ̂ →
⋅ = ⋅
+ ⋅
× = +
∮ ∬ ∬
Poi Passiamo alla 3° eq.
̂
⋅
=
∯ ∭
APPLICO LA DIVERGENZA →
⋅ = ⋅ ̂ ⋅ =
∭ ∯ ∭ ∭