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EMOZIONE E MOTIVAZIONE
Le emozioni interessano più ambiti:
Neurale
– Attivazione cerebrale
– Rilascio di neurotrasmettitori (GABA–inibizione, Dopamina–ricompensa)
Ormonale
– Adrenalina (epinefrina), tensione – ansia
– Noradrenalina (norepinefrina), aggressività
Reazione fisiologica del sistema nervoso autonomo
– Dimensione della pupilla, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria
– Galvanic skin conductance (perspiration), skin temperature
Comportamentale
– Espressioni facciali, postura corporea
– Reazioni programmate e risposte di coping
Cognitivo
– Valutazione e interpretazione della situazione e delle proprie reazioni
Data la pervasività della sfera emozionale nella nostra vita, ecco che le teorie e i modelli
di decision-making delineati nella lezione precedente, pur mantenendo intatta la loro
valenza teoretica, si rivelano iper-semplificati quanto applicati alla nostra realtà.
Per questo, la ricerca scientifica ha indagato l’influenza delle sfere emozionale e
motivazionale sui processi di ragionamento ‘puri’, dimostrando quanto di positivo (ma
anche di negativo) tale relazione porti con sé.
-Sistema a due vie dell’emozione e della motivazione (Ledoux, 1996; Zajonc, 1980).
Via diretta sotto-corticale
– Rapida, spontanea, inconscia, fisiologica, automatica
– Talamo à Amigdala à Corteccia motoria, circuito limbico
Via indiretta neo-corticale
– Più lenta, conscia, logica, intenzionale (percorso indiretto attraverso il talamo à
la corteccia sensoriale à la corteccia prefrontale à l’amigdala à la corteccia
motoria, i circuit neocorticali
Integrazione delle sfere emozionale e cognitiva
– Corteccia prefrontale orbitale (ventromediale) à centro per l’integrazione di
emozione e cognizione
-Sistema a due vie dell’emozione e della motivazione (Kahneman & Frederick, 2002;
Loewenstein & O’Donoghue, 2004).
‘ Cuore’
– Sistema di tipo Emozionale, Intuitivo, Affettivo
– Processi impliciti, inconsci, automatici, associativi, veloci, paralleli, noncompensativi,
esperienziali, contestuali
– Fa poco affidamento sulla working memory
‘ Mente’:
– Sistema di tipo Razionale, Analitico, Logico
– Processi espliciti, consci, controllati e deliberati, lenti, seriali, compensativi,
comprensivi, astratti
– Significativo affidamento sulla working memory
Il cuore è corretto dalla mente al ‘costo’ della working memory.
EMOZIONE E MOTIVAZIONE NEL PROCESSO DI DECISION MAKING
Effetti duraturi delle emozioni (Goldberg et al., 1999; Lerner et al., 2004)
– L’ira derivante dall’assistere alla scena di un omicidio aumenta di intensità, e
influenza i giudizi di pena associati a crimini di tipo diverso dall’omicidio
– Film a forte impatto emozionale influenzano i prezzi successivi delle scommesse.
Le emozioni superano la ragione (Shiv e Fedorikhim, 1999)
– Quando si chiede alle persone di scegliere fra uno snack sano e uno poco sano,
esse generalmente scelgono quello sano
– Ma sotto il carico dello stimolo della fame (testato prima del pranzo) e in assenza
di pensieri legati alla dieta sana (temporaneamente soppressi da un compito di
working memory), risultano preferibili gli snack poco sani.
-Predire l’effetto delle emozioni e delle motivazioni sulle nostre decisioni.
Gap fra empatia ‘calda’ e ‘fredda’ (Loewenstein e Lerner, 2003; Read e van Leeuwen,
1998)
– Quando si trovano in uno stato ‘freddo’ (es. Di assenza di fame), le persone
tendono a sottovalutare come si sentiranno in uno stato ‘caldo’ (es. Affamati)
– Quando si trovano in uno stato ‘caldo’ (es. Di elevata eccitazione sessuale), le
persone tendono a sottovalutare come si sentiranno in uno stato ‘freddo’ (es.
L’indomani mattina)
– Una persona in uno stato ‘freddo’ (assenza di dolore) non è in grado di predire
come reagirà una persona in uno stato ‘caldo’ (che prova dolore).
RIASSUNTO: La ricerca scientifica ha ripetutamente dimostrato che chiedere alle
persone cosa proverebbero o come reagirebbero se si trovassero in una determinata
situazione di cui non hanno esperienza non fornisce tendenzialmente risultati
attendibili.
-Sommario: Dalla cognizione ‘fredda’ alla cognizione ‘integrata’
La cognizione ‘fredda’ (logica, guidata dalle ipotesi e supportata dalla teoria) e la sfera
emozionale e motivazionale ‘calda’ (impulsiva, rapida, istintiva ed energica) non sono
piani differenti destinati a non incontrarsi, bensì agiscono in modo strettamente
interconnesso ed integrato per influenzare, supportare o intralciare il flusso costante dei
nostri pensieri e della nostra condotta.
• La motivazione e l’emozione hanno un’influenza rilevante e complessa sui processi di
decision-making .
• E’ stato formulato pertanto un sistema di decision-making di tipo duale, etichettabile
come ‘cuore’ vs ‘mente’.
• Le teorie utilitaristiche classiche sono spesso usate in modo efficace per predire e
spiegare le decisioni formulate dal sistema ‘mente’, mentre ad oggi non esistono
modelli formali attendibili per predire e spiegare le decisioni formulate dal sistema
‘ cuore’.
• Ciò che è evidente è la stretta interconnessione fra la ‘mente’ e il ‘cuore’ in un sistema
dinamico complesso e integrato.
VERSO UNA SCIENZA AFFETTIVA DELLA PSICOPATOLOGIA
Vari studi dei processi emozionali hanno fornito spunti di rilievo sul loro possibile
inquadramento psicopatologico (Barlow, 1991; Kring e Bachorowski, 1999). Tuttavia,
rimangono aperte alcune importanti questioni.
La prima sfida si riferisce a chiarire quando un pattern di disturbo emozionale si possa
effettivamente identificare. Aspetti relativi al contesto come l’età, il sesso, la situazione
sociale e il contesto culturale contribuiscono alla lettura come appropriata (o meno) della
risposta emozionale. Per esempio, quando è appropriata la tristezza ininterrotta per ore?
Se una persona piange a dirotto dopo aver rotto un giocattolo, la sua tristezza è
appropriata? Se si tratta di un bambino, probabilmente sì. Se si tratta di un adulto,
presumibilmente no. In alcune situazioni sociali, come il funerale di una persona amata,
un pianto prolungato è spesso accettato per entrambi i generi (e il non piangere potrebbe
indicare un comportamento meno appropriato). Anche in questo caso, però, ci sono
importanti variazioni riguardanti il tipo, la durata, e la manifestazione del proprio dolore a
seconda del contesto considerato.
Una volta che il disturbo emozionale è stato identificato, un secondo importante aspetto
sarebbe il riuscire ad analizzarlo in termini dei sotto-processi che lo compongono.
L’aspetto delicato qui è che la generazione e la regolazione delle emozioni sono processi
strettamente interconnessi: come le emozioni si generano e come le regoliamo codeterminano
quali emozioni proveremo, come le esprimeremo, e quando a lungo
dureranno. Recenti studi basati su metodiche di neuroimmagine stanno iniziando a
portare evidenza sulla possibile separazione di questi due processi, ed è pertanto
prevedibile che nel prossimo futuro riusciremo a chiarire un po’ di più cosa renda
‘ normale’ l’espressione di un’emozione, e cosa invece contribuisca a renderla parte di una
condizione patologica.
Infine, anche qualora fosse chiarita la separazione fra generazione di emozioni e loro
regolazione, occorrerebbe inquadrare il disturbo all’interno di una cornice teorica di
riferimento utile a chiarirne la genesi, e le potenzialità di trattamento.
Per esempio, data la natura complessa e multi-sfaccettata delle emozioni, è realistico
prevedere che la cornice di riferimento dovrebbe considerare vari domìni al proprio
interno: la sfera cognitiva, quella comportamentale, quella neurofisiologica (sia centrale
che periferica). Inoltre, le emozioni possono essere considerate sia a livello generale (es.
quelle connotate positivamente come la felicità, e quelle connotate negativamente come
la tristezza) che a livello più specifico (es. distinguendo le varie emozioni quali gioia,
tristezza, paura, rabbia etc…). Pertanto, una classificazione che si proponesse di essere
sufficientemente inclusiva dovrebbe tener conto di vari livelli di articolazione diversi.
SOMMARIO
Nonostante le tante domande ancora in attesa di risposta, è indubbio che le neuroscienze
affettive e le neuroscienze cliniche abbiano già notevoli punti di contatto destinati nel
tempo ad aumentare sempre di più. Man mano che le nostre conoscenze sulle emozioni
aumenteranno, occorrerà che la ricerca scientifica e la pratica clinica psicologica e
psichiatrica mantengano un dialogo sempre più fitto. Le grandi questioni ancora aperte,
oltre a quelle viste in precedenza, rimangono:
1) la possibilità di definire in maniera più appropriata e precisa le emozioni, e quindi di
sviluppare strumenti utili a diagnosticare quando la manifestazione emozionale è
congruente oppure no;
2) la possibilità di identificare su quali punti nella complessa rete di interazione fra
generazione e regolazione delle emozioni è più efficace e produttivo intervenire con
un trattamento appropriato;
3) che cosa è un trattamento davvero appropriato, in questo affascinante ma delicato
ambito di ricerca-intervento.
Parallelamente a come la comprensione del funzionamento cerebrale normale ha
beneficiato dello studio dei pazienti affetti da lesioni cerebrali, i neuroscienziati interessati
alla sfera affettiva ed emozionale hanno a disposizione la preziosa opportunità di
imparare come funzionano le emozioni avvalendosi dei casi in cui le emozioni non
svolgono il loro lavoro in modo appropriato.
I disturbi emozionali, e le persone che ne sono affette, illustrano infatti loro malgrado
meglio di ogni altra cosa la complessità e la fragilità della regolazione delle emozioni
umane, ma anche il preziosissimo ruolo che le emozioni rivestono nella nostra esistenza e
quanto è difficile convivere con una sfera emozionale che ha perso la capacità di
regolarsi.
TEORIA DELL'ATTACCAMENTO
Il comportamento di attaccamento è definito come: la ricerca di protezione quando ci si
sente in ansia a causa di minacce esterne o di comportamenti agiti.
La persona a cui il bambino mostra attaccamento rappresenta idealmente una base
sicura, un posto sicuro, caldo e confortevole.
Un bambino c