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Il ruolo della regione orbitaria della corteccia prefrontale nel controllo dei comportamenti finalizzati all'acquisizione di rinforzi e gratificazioni
La regione orbitaria della corteccia prefrontale avrebbe un ruolo specifico nel controllo dei comportamenti finalizzati all'acquisizione di rinforzi e gratificazioni. Le due sue divisioni sono implicate in aspetti diversi dei processi decisionali. La divisione mediale sembra essere implicata nel mantenere in memoria l'associazione tra uno stimolo familiare e una risposta gratificante, mentre la divisione laterale avrebbe un ruolo specifico nel sopprimere una vecchia risposta comportamentale con una nuova risposta appropriata al contesto attuale e quindi con maggiore probabilità di gratificazione. La divisione mediale è più attiva quando si deve prendere una decisione basandosi sulla sensazione che l'alternativa scelta è la risposta giusta piuttosto che una valutazione razionale. La divisione laterale ha una funzione di controllo inibitorio, dimostrata in particolari compiti di working memory. Una funzione specifica di integrazione tra decisione e
emozione sembra essere svolta dalla porzione caudale e posteriore della divisione laterale della corteccia orbitofrontale. Attivazioni specifiche di questa divisione si osservano in condizioni in cui si devono prendere decisioni rischiose. In generale la corteccia orbito-frontale sembra essere un'importante interfaccia tra emozione e cognizione. La regione prefrontale mediale sembra essere coinvolta nella rilevazione di errori e nella risoluzione di conflitti tra informazioni divergenti. L'attivazione del cingolo è più legata alla presenza di informazioni contrastanti soprattutto quando ci si trova inaspettatamente davanti a una qualsiasi situazione conflittuale. I dati dimostrano che la presenza di un conflitto richiede specificamente il contributo del cingolo anteriore e la risoluzione del conflitto dipende da una complessa interazione di tale struttura con altre regioni corticali sia prefrontali che posteriori. I lobi frontali partecipano a tutti gli aspetti delcomportamento adattivo all'ambiente ovvero organizzazione ed esecuzione dei movimenti, ragionamento, comunicazione, regolazione del comportamento emotivo. In particolare la corteccia prefrontale è implicata nella formulazione ed esecuzione di schemi di azione e nel controllo dei processi cognitivi superiori: le funzioni esecutive. I disturbi più evidenti nei pazienti con lesione prefrontale dorsolaterale sono facile distraibilità e tendenza ad orientare automaticamente l'attenzione verso stimoli non rilevanti rispetto al contesto. Si osserva anche una ridotta capacità nel giudizio critico, scarsa flessibilità cognitiva e difficoltà ad affrontare situazioni complesse. Il comportamento appare disorganizzato e caotico. Il disturbo di organizzazione e pianificazione del comportamento non interferisce con l'esecuzione di risposte abituali e automatiche ma con la selezione e organizzazione di schemi comportamentali semplici per risolvere.situazioni nuove. Alcuni suggeriscono che i deficit di pianificazione dei pazienti con lesione dorsolaterale possano essere attribuiti a una ridotta efficienza nei processi di organizzazione temporale e di memorizzazione a breve termine delle informazioni (working memory) necessarie a pianificare una risposta. Il comportamento di questi pazienti è anche caratterizzato da rigidità e dalla tendenza ad attuare risposte ripetitive, dette comportamenti perseverativi. La rigidità comportamentale può essere considerata una delle caratteristiche più tipiche del paziente frontale. Perseverazioni e perdita del criterio possono essere generati da meccanismi differenti. La capacità di affrontare una situazione nuova implica la pianificazione di un comportamento adeguato al contesto e la possibilità di modificare le azioni in funzione di suggerimenti esterni ma anche la capacità di pensare ad una soluzione innovativa verificandone la plausibilità.
I pazienti con lesioni frontali possono trovarsi in difficoltà quando devono utilizzare conoscenze già disponibili per risolvere un problema insolito. Una questione complessa riguarda la discrepanza tra valutazione neuropsicologica normale ed evidenti alterazioni del comportamento. Nel contesto della vita quotidiana sono attivati processi decisionali e di problem solving che implicano livelli di complessità maggiori rispetto a quelli dei compiti clinici o sperimentali. Una lesione nelle aree dorsolaterali può compromettere le funzioni esecutive ma gli effetti sulla capacità di gestire la vita quotidiana sono significativamente più gravi in pazienti con lesione orbitofrontale.
La corteccia orbitofrontale, mediale in particolare, ha un ruolo nella regolazione dei comportamenti socialmente adattivi. Una lesione in questa sede determina marcate alterazioni della regolazione emotiva e dei processi decisionali: le persone diventano incapaci di rispettare le
Norme sociali, decidere in modo vantaggioso ed esprimere le emozioni in modo adeguato e appropriato al contesto. Una lesione al cingolo anteriore provoca mutismo acinetico, cioè uno stato caratterizzato da marcata apatia, mancanza di iniziativa e di attività spontanea, profonda indifferenza alle proprie necessità. Deficit più gravi e persistenti dell'iniziativa motoria e verbale conseguono a lesioni che coinvolgono sia il cingolo che l'area supplementare motoria. Lesioni focali del cingolo anteriore determinano deficit che riguardano in particolare la capacità di inibire risposte precedentemente apprese e di controllare l'effetto interferenza da parte di stimoli distraenti. Le evidenze funzionali suggeriscono che il cingolo anteriore è coinvolto nel controllo dell'interferenza mentre studi su pazienti sottolineano il contributo sia del cingolo che di aree adiacenti nella regolazione di tali processi. Per Luria i lobi frontali
contengono un sistema che controlla la pianificazione, la regolazione e la verifica del comportamento. Norman e Shallice hanno proposto una descrizione formale dell'architettura cognitiva dei lobi frontali. Il modello prevede l'esistenza di un sistema di selezione competitiva che opera in situazioni abituali attraverso l'attivazione di schemi di risposta automatizzati, e di un sistema attenzionale supervisore che controlla situazioni non abituali assegnando una gerarchia di priorità ai diversi schemi elementari di risposta. Se necessario il sistema attenzionale supervisore può sopprimere le risposte abituali elaborate dal sistema di selezione competitiva. Il sistema attenzionale supervisore dipenderebbe dai lobi frontali. La memoria di lavoro è concepita come un sistema multicomponenziale che consente il mantenimento in forma attiva e la manipolazione di una limitata quantità di informazioni rilevanti per le diverse attività da
interne degli stimoli.interne. Per il modello “ipotesi dei segnali somatici" di Damasio ogni decisione è guidata da segbali somatici, inparticolare da quelli espressi come emozioni. La corteccia orbito-frontale pone in relazione gli statiemozionali con il comportamento. Le informazioni provenienti da amigdala, ippocampo e aree sensorialiprimarie sono integrate in una rappresentazione dello stato attuale dell'organismo e sono utilizzati perscegliere il comportamento ritenuto più vantaggioso. Il modello interpreta i gravi disturbi della condottadescritti in soggetti con lesione orbito-frontale come la conseguenza di un'alterazione dei processidecisionali. Il modello non affronta il ruolo delle altre aree prefrontali nel controllo del comportamentosociale e la loro interazione con la corteccia orbitofrontale.Nauta considerava i lobi frontali come i rappresentanti neocorticali del sistema limbico e ha proposto che laloro funzione sia quella di modulare e controllare imeccanismi emozionali sottesi dal sistema limbico. La convergenza nei lobi frontali di informazioni provenienti dall'esterno e interno dell'organismo ha portato all'ipotesi che una lesione in questa sede produca una dissociazione tra la valutazione cognitiva delle situazioni ambientali e la concomitante esperienza emotiva. La mancata integrazione di queste informazioni spiegherebbe lo sviluppo di condotte sociali inappropriate e l'incapacità di anticipazione. Anche lesioni sottocorticali possono causare dei disturbi nel comportamento.
La motivazione è uno stato interno che implica processi consapevoli e inconsapevoli che spingono un soggetto ad agire. Influenza tutte le fasi di pianificazione di un comportamento. Per Rolls, motivazione e pianificazione di un comportamento finalizzato sono influenzate dell'abilità del soggetto di prevedere le ricompense e le punizioni. L'apatia consiste nella riduzione dei comportamenti diretti al
raggiungimento di un fine per mancanza di motivazione. La sindrome apatica è un deficit motivazionale primario che costituisce l'aspetto dominante del quadro clinico mentre il sintomo apatico può essere secondario ad altri disturbi. L'apatia può esprimersi con la riduzione degli aspetti comportamentali, cognitivi ed emozionali correlati al comportamento finalizzato. La ridotta cognitività finalistica implica riduzione dei contenuti del pensiero correlati ad un obiettivo, indifferenza verso i problemi personali e sociali, perdita di interesse verso le novità o il contesto. Si osserva anche una perdita della reattività emotiva agli stimoli negativi o positivi ed appiattimento emotivo. C'è spesso confusione diagnostica tra apatia e depressione. Entrambe condividono la sintomatologia negativa caratterizzata da mancanza di iniziativa, riduzione della reattività emotionale e trascuratezza mentre i sintomi somatici el'alterazione del tono dell'umore sono presenti nella depressione ma non nell'apatia. L'apatia è spesso associata a sintomi cognitivi di disfunzione esecutiva, a disturbi extrapiramidali e anosognosia. È stata attribuita a una disfunzione del circuito cingolato anteriore, detto anche circuito motivazionale, che integra le co