NEOPLASIE GHIANDOLE SALIVARI
Le neoplasie delle ghiandole salivari possono verificarsi nelle ghiandole maggiori e in quelle minori
(maggiormente quelle del palato, della base lingua e della mucosa buccale). Possono essere tumori
benigni e maligni ed i primi sono (nella parotide l’80% sono benigni, il 50% nella sottomascellare
ed il 25% nelle ghiandole salivari minori). Per quanto riguarda le neoplasie benigne ricordiamo gli
adenomi (adenoma pleomorfo, monomorfo, il cistoadenolinfoma o tumore di Warthin e il
linfoadenoma sebaceo), l’oncocitoma, il mioepitelioma, l’emangioma e il linfangioma. Si
presentano come tumefazioni non dolenti, di consistenza dura e ben delimitata dalle zone circostanti
e possono raggiungere anche notevoli dimensioni. L’adenoma pleomorfo, o tumore misto, è la
neoplasia più frequente nella ghiandola parotide (80-85% dei casi è localizzato alla parotide, 2/3
lobo superficiale e 1/3 lobo profondo, mentre nel 5% a livello della sottomandibolare e fino al 10%
nelle ghiandole salivari minori); compare in età media (IV-V decade), principalmente nel sesso
femminile. L’accrescimento è lento, è mobile e delimitato rispetto ai tessuti circostanti, non è
dolente. Per quanto riguarda gli altri tumori benigni il cistoadenolinfoma è tra i più frequenti,
colpisce maggiormente i maschi intorno alla V decade ed ha sempre una clinica benigna, è
delimitato e mobile, si presenta con superficie rotondeggiante e liscia, a lenta crescita e spesso è
bilaterale o da coinvolgimento multicentrico (10-15% dei casi). Inoltre va sottolineato che
quest’ultimo, in alcuni casi può svilupparsi nel prolungamento faringeo della parotide (tumori a
clessidra o dumb-bell tumors), e si riconoscono perché spostano la tonsilla palatina in basso e
medialmente, e possono anche dare metastasi linfonodali (3% dei casi) pur mantenendo carattere di
benignità istologica. Nei rari casi di trasformazione maligna comparirà paralisi del facciale. Le
forme maligne, invece, rappresentano il 30% di tutte le neoplasie delle ghiandole salivari (nell’80%
dei casi colpiscono sottolinguale e ghiandole salivari minori), colpiscono per lo più il sesso
maschile intorno alla V decade e sono: tumore mucoepidermoide (47%, a basso o alto grado di
malignità, colpise per lo più le donne alla V decade e nel 50% dei casi la parotide), adenocarcinoma
(12%), carcinoma a cellule aciniche, carcinoma adenoido-cistico (18%, raro nella parotide,
frequente nella sottomandibolare e ghiandole salivari minori), tumore misto maligno (carcinoma
che insorge dalla trasformazione dell’adenoma pleomorfo), carcinoma squamocellulare. Molto
importante nella classificazione e per la prognosi è il grado di malignità dei tumori (insieme al
TNM, all’estensione extra-ghiandolare, alla paralisi del facciale e all’invasione
perineurale/angiolinfatica) che possono essere suddivisi in alto e basso grado di malignità. Quelli ad
alto grado sono:
- Ca mucoepidermoidale (HG), (a 5 40-45%; 10 anni 30-35%)
- Ca adenoido-cistico (HG), (a 5 17-25%; 10 anni 0-17% allo 0%)
- Adenocarcinoma (HG), (a 5 35-40%; 10 anni 25-34%)
- Tumore misto maligno, (a 5 40-45%;10 anni 15-24%)
- Ca squamocellulare
- Ca del dotto salivare
- Ca indifferenziato
A basso grado invece consideriamo:
- Ca mucoepidermoidale (LG), (a 5 e 10 aa 85% e 66%)
- Ca adenoido-cistico (LG), (a 5 dal 100% al 62%)
- Ca a cellule aciniche
- Ca mioepiteliale
- Ca del dotto terminale
- Adenocarcinoma mucinoso
- Cistoadenoca papillare
- Ca epiteliale-mioepiteliale
Inoltre il 4% dei tumori delle ghiandole salivari sono metastasi di altre neoplasie. Clinicamente si
presentano come tumefazioni a rapida crescita (escluso il carcinoma adenoido-cistico che ha la
caratteristica di diffondere lungo le guaine nervose ed ha una crescita più lenta delle altre
neoplasie), cattiva delimitazione e riduzione progressiva della mobilità a causa della fissazione ai
tessuti circostanti; la cute sovrastante può essere iperemica o addirittura infiltrata, con la comparsa
di dolore in relazione alla progressione della malattia (all’inizio può essere assente). Metastatizzano
ai linfonodi laterocervicali (il carcinoma adenoidocistico metastatizza raramente) e in fase avanzata
possono dare paralisi del facciale per infiltrazione o compressione (più tipica dei tumori benigni) e
del nervo linguale. In particolare possiamo dire che l’incidenza di neoplasie maligne nelle varie sedi
è: 20% circa dei tumori della parotide, 50% di quelli della ghiandola sottomandibolare e 80% per
sottolinguale e ghiandole salivari minori (cavo orale, orofaringe, naso-seni paranasali, laringe);
l’incidenza di metastasi linfonodali è circa 14%-29% (soprattutto nei carcinomi mucoepidermoidi),
mentre le metastasi a distanza compaiono nel 2%-39% dei casi.
La classificazione TNM prevede:
Tx Tumore primitivo non definibile
T0 Tumore primitivo non evidenziabile
T1 Tumore di 2 cm o meno senza estensione extraparenchimale
T2 Tumore maggiore di 2 cm , ma inferiore a 4 cm senza estensione extraparenchimale
T3 Tumore maggiore di 4 cm e/o con estensione extraparenchimale
T4a Tumore che infiltra la cute, la mandibola, il condotto uditivo e/o il nervo facciale
T4b Tumore che infiltra il basi-cranio e/o le lamine pterigoidee e/o la carotide
Nota: estensione extraparenchimale = evidenza clinica o macroscopica di invasione dei
tessuti molli; l’estensione microscopica non viene considerata come extra-parenchimale ai
fini classificativi.
Bisogna ricordarsi che il tumore misto ha possibilità di degenerazione maligna e in quel caso
cambieranno le sue caratteristiche, diventando meno mobile, dolente ed infiltrerà il facciale e la
cute.
DIAGNOSI: la diagnosi è innanzitutto caratterizzata dall’esame clinico, dallo studio delle
caratteristiche della tumefazione che apparirà rotondeggiante, liscia e alla palpazione bimanuale
mobile, ben delimitata, di consistenza duro-elastica e raramente dolente e dolorabile per quanto
riguarda le neoplasie benigne. Da sottolineare è che gli adenomi della parotidei presenteranno
solitamente a livello preauricolare, in prossimità dell’angolo mandibolare, ma in caso di adenomi
del lobo profondo si manifestano spesso come tumefazione del palato molle o della parete laterale
del faringe. Mentre le neoplasie maligne avranno una scarsa delimitazione rispetto alle strutture
circostanti, una mobilità ridotta o abolita, spesso dolore alla palpazione, superficie che può essere
nodosa e consistenza da aumentata a dura, con la cute spesso arrossata. Inoltre in questi ultimi casi
possiamo anche avere alterazione a carico del facciale e trisma. All’esame obiettivo ORL andremo a
cercare tumefazioni a livello del cavo orale e dell’orofaringe per la parotide o addirittura
infiltrazioni, anche a livello del CUE quando si tratta di neoplasie maligne. Tra gli esami radiologici
importante in prima istanza è l’ecografia che ci permetterà intanto di distinguere masse a contenuto
solido da quelle a contenuto cistico (l’adenoma pleomorfo è solido, mentre l’cistoadenolinfoma è
cistico) e soprattutto l’agoaspirato sarà indicativa della natura del tumore. Inoltre possiamo eseguire
TC o RM con contrasto, soprattutto volte a verificarne i rapporti con le strutture adiacenti in
previsione dell’intervento chirurgico. Storicamente la diagnosi delle patologie delle ghiandole
salivari si è avvalsa della scialografia e della scialo-TC, la scialografia non da informazioni sulla
natura del tumore (se non in presenza di amputazioni dei dotti, segno delle forme maligne), ma
fornisce dati sulla sede e le dimensioni; la scialo-TC, invece, è in grado di fornire dati sia sul
sistema duttale della ghiandola che sulle caratteristiche intrinseche delle neoformazioni in base alla
densità del tessuto. Va precisato che l’agoaspirato nel 10-20% dei casi può dare falsi positivi o falsi
negativi, ma nei casi dubbi è meglio evitare di praticare una biopsia per rischio di disseminazione,
piuttosto si può eseguire l’asportazione diagnostica o l’esame istologico estemporaneo durante
l’intervento. L’esame del torace completerà lo studio per verificare l’eventuale presenza di metastasi
polmonari. Va aggiunto che il cistoadenolinfoma capta selettivamente il TC99 in caso di
scintigrafia. Per quanto riguarda la diagnosi differenziale va fatta con tutte le neoplasie benigne e
maligne, le metastasi, i linfonodi parotidei, linfomi non-Hodgkin, con le flogosi croniche e la
scialolitiasi e l’ipertrofia masseterina (aumento bilaterale indolente della muscolatura masseterina,
che presenta una conformazione similtumorale, ma sarà più evidente nell’occlusione forzata ed è
causata da bruxismo, masticazione frequente di gomma, personalità repressa ecc.)
TERAPIA: la terapia è in ogni caso chirurgica. Per quanto riguarda le neoplasie benigne è sempre
preferibile effettuare la scialectomia in tessuto sano piuttosto che l’enucleazione e allora per la
parotide nell’adenoma pleomorfo faremo una parotidectomia superficiale o totale, a seconda della
localizzazione) con conservazione del facciale, per la sottomandibolare exeresi della ghiandola con
il tumore e per le salivari minori asportazione del tumore con tessuto sano circostante. Il tumore va
sempre asportato circondato da tessuto salivare sano, poiché l’adenoma pleomorfo per lo più non
possiede una capsula completa e sussiste quindi il rischio di cosiddette metastasi da impianto ed in
caso di recidiva l’intervento sarà più difficile, con maggiori rischi per il facciale ed un maggior
rischio di degenerazione maligna. Sempre asportazione del tumore in tessuto cisrcostante sano
viene eseguita per le altre neoplasie benigne che avranno sempre alto rischio di recidiva ma non
hanno rischio di degenerazione maligna. Per le neoplasie maligne il tipo di intervento cambierà in
base allo stadio della neoplasie; per la ghiandola sottomandibolare le opzioni sono: scialectomia
(LG), scialectomia + svuotamento LC (HG), scialectomia + svuotamento + mandibulectomia; per la
sottolinguale, che nell’80% dei casi è sede di neoplasie maligne: scialectomia per via transorale,
preferibilmente mediante mandibulotomia mediana e con mandibulectomia (marginale o
segmentale) quando c’è estensione alla mandibola; per la parotide possiamo prevedere diversi tipi
di approccio, a seconda dell’estensione della neoplasia e del grado di malignità: parotidectomia
superficiale, parotidectomia totale (ffunzionale o con sacrificio del nervo facciale), parotidectomia
allargata e parotidectomia profonda (transorale, transcervicale, transcervicale-transparotideo) nei
tumore a clessidra ch
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Anatomia patologica - le altre neoplasie delle ghiandole salivari
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Tumori (neoplasie)
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6. Neoplasie
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Neoplasie ossee