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TUMORI DEL CAVO ORALE
Le neoplasie del cavo orale rappresentano il 3% di tutti i tumori e sono la sede più frequente di
neoplasie del distretto cervico-facciale. Possono coinvolgere le diverse regioni del cavo orale:
labbra, lingua 2/3 anteriori, pavimento della bocca, gengive, mucosa, trigono retro-molare e palato
duro; le sedi maggiormente coinvolte sono la lingua, il pavimento della bocca (nelle aree dove si
usa masticare il tabacco ed il betel sono più colpite le regioni del trigono e la mucosa buccale). I
fattori di rischio principali sono: fumo, alcool, età, abitudini di vita, cattiva igiene orale, protesi
inappropriate, dieta, flogosi cronica ed infezione da HPV. In generale allo stadio iniziale possiamo
avere dolore spontaneo o alla deglutizione ed otalgia riflessa, quindi una sintomatologia abbastanza
sfumata, mentre negli stadi avanzati la neoplasia si presenterà con emorragia per ulcerazione, dolore
maggiore, difficoltà nell’apertura della bocca e fetor ex ore.
PRESENTAZIONE CLINICA:
- LABBRO: per quanto riguarda le neoplasie del labbro possiamo dire che nella maggior
parte dei casi sono carcinomi squamocellulari (si possono avere anche adenocarcinomi a
partenza dalle ghiandole salivari minori e melanomi). Nel 95% dei casi colpiscono il sesso
maschile ed in generale per questa sede la prognosi è molto buona. Nell’89% dei casi sono
localizzati al labbro inferiore, in minor misura a livello del superiore e della commissura.
- PAVIMENTO DELLA BOCCA: per quanto riguarda le neoplasie localizzate al pavimento
della bocca dobbiamo subito precisare che danno metastasi linfonodali molto precocemente
a livello sottomascellare e spesso una linfoadenomegalia in questa zona, dura, non dolente,
adesa ai piani superficiali e profondi può essere il segno clinico del tumore. All’inizio
avremo una tumefazione dura, scarsamente dolente, che da lieve ostacolo ai movimenti della
lingua ed otalgia riflessa omolaterale; successivamente la neoformazione cresce ed il
pavimento sarà occupato da una massa vegetante spesso ulcerata che da dolore più intenso,
vivo (per fenomeni infiammatori) che si accentua ancora di più con la masticazione e la
deglutizione (odinofagia), sanguinamento, scialorrea abbondante, sempre otalgia riflessa,
dolori nevralgici, trisma antalgico o da infiltrazione dei piani profondi, alito fetido.
L’estensione può avvenire verso la zona anteriore coinvolgendo la mandibola o in dietro
verso la lingua. Quando l’invasione coinvolge gli strati profondi la lingua sarà rigida, poco
mobile ed a questo stadio avremo praticamente sempre un coinvolgimento linfonodale e
frequentemente anche metastasi a distanza.
- CORPO DELLA LINGUA: le neoplasie si localizzano prevalentemente a livello dei margini
con aspetto di neoformazioni scarsamente vegetanti, ulcerate in superficie e con tendenza ad
invadere in profondità il piano muscolare. Alla palpazione si avvertirà un’infiltrazione della
lingua dura, lignea, scarsamente dolente alla palpazione; successivamente per la comparsa di
fenomeni ulcerativi compariranno emorragie (a volte presenti anche da subito per i continui
traumi durante la masticazione) scialorrea abbondante, alito fetido ma con masticazione ed
articolazione della parola che rimangono normali nelle fasi iniziali. Le metastasi ai linfonodi
sottomascellari sono molto frequenti e precoci. In fase più avanzata ci sarà una importante
riduzione della mobilità della lingua che comporterà disfagia meccanica e dolorosa (con
conseguente peggioramento della cachessia) ed ostacolo all’articolazione della parola;
inoltre avremo violenti dolori nevralgici, emorragie frequenti ed abbondanti (fino a
richiedere a volte l’allacciatura dell’arteria linguale o della carotide esterna).
DIAGNOSI: per la diagnosi è molto importante l’esame obiettivo ORL completo (con
panendoscopia), ponendo particolare attenzione all’ispezione della cavità orale (i tumori nelle zone
maggiormente hanno prognosi migliore) ed alla palpazione che deve essere bimanuale (nel tumore
avremo zone di consistenza duro-lignea, sanguinanti e dolorabili). La panendoscopia è importante
anche per escludere un secondo primitivo delle VADS. Fondamentale per la diagnosi di natura è la
biopsia con esame istologico. Per studiare le linfoadenomegalie si può eseguire una ecografia del
collo, ma più in generale è importante la TC o dentascan (più che la RMN perché può esserci
Oggi attraverso dei
coinvolgimento della mandibola) per la stadiazione preoperatoria.
markers biologici espressi dal tumore possiamo ricavare anche le sue
caratteristiche di aggressività, invasività, radio- e chemioresistenza e questo ci
permetterà di aggredirlo in modo più specifico e mirato ed in definitiva molto
più efficace. Un esempio è il ruolo che l’EGF-R riveste nella crescita di questi
tumori, da cui il progressivo affermarsi di terapie biologiche basate sul blocco
di questi meccanismi proliferativi come l’anticorpo monoclonale contro l’EGF-R
(il Cetuximab).
TNM: vedi diapositive
DIFFUSIONE: la diffusione linfatica è molto frequente e sono maggiormente interessati i linfonodi
sottomascellari; per quanto riguarda la lingua dobbiamo precisare che ha un deflusso linfatico
incrociato, quindi abbiamo una maggiore possibilità di linfoadenopatie controlaterali o bilaterali. La
diffusione ematica a distanza è invece più rara ed avviene a livello del polmone, del fegato e dellp
scheletro.
TERAPIA: per quanto riguarda le neoplasie dell’orofaringe T1 e T2 N0 si può optare per singolo
trattamento tra chirurgia e radioterapia (che dovrebbero avere la stessa efficacia) ed in questo caso
si preferisce la chirurgia come primo approccio (al contrario dell’orofaringe in cui il primo
approccio è con RT) seguita da eventuale trattamento adjuvante; se è possibile si esegue una
resezione trans-orale (anche con laser) lasciando un margine di almeno 2 cm. Per i tumori più
avanzati richiedono una modalità di trattamento combinata con resezione chirurgica con
ricostruzione immediata seguita da radioterapia adjuvante; nei casi di fallimento dell’intervento si
può trattare nuovamente la recidiva e farla seguire da radioterapia; nelle neoplasie inoperabili verrà
eseguita radiochemioterapia palliativa. Nello specifico per i T3 N0 resecabili si prevede intervento
chirurgico con ricostruzione e successiva RT (o radio-chemioterapia) adjuvante; in ogni caso negli
N0 si esegue uno svuotamento laterocervicale selettivo omolaterale (tumori periferici) o bilaterale
(se tumori estesi alla linea mediana o al pavimento). Quando invece ci troviamo di fronte a
neoplasie N+ si preferisce comunque sempre la chirurgia per il T e si esegue uno svuotamento
comprensivo radicale modificato ipsilaterale con la possibile aggiunta di uno svuotamento selettivo
giugulare controlaterale, mentre sarà direttamente bilaterale nei casi N2c. Nei T4 con qualsiasi N si
fa sempre la chrurgia come prima scelta, tranne nei casi inoperabili o quando è controindicata. Nelle
neoplasie di questo distretto si può eseguire anche la brachiterapia. Gli approcci chirurgici variano a
seconda della grandezza e dello stadio della neoplasia; nei piccolo tumori completamente
asportabili si può eseguire un intervento trans-orale per via trans-linguale o anche con escissione
mediante laser CO2, mentre nelle neoplasie più avanzate l’approcciosarà transmandibolari
(mandibulotomia paramediana, mandibulectomie marginali e segmentali), con ampie resezioni
chirurgiche rese possibili dalle nuove tecniche di ricostruzione secondaria (lembi peduncolati, lembi
liberi microvascolari). Le prospettive future prevedono l’abbinamento del trattamento chirurgico ad
una radioterapia intraoperatoria (IORT).
PROGNOSI: la prognosi dipende molto dalla sede, poiché incide sulla precocità della diagnosi e va
dal 70% a 5anni nei piccoli tumori al 20-30% in quelli al IV stadio con importanti
linfoadenomegalie e nelle recidive. La prognosi peggiore è quella delle neoplasie del trigono
retromolare.
TUMORI DELL’OROFARINGE
I tumori dell’orofaringe possono localizzarsi a livello della regione faringo-tonsillare o della base
lingua. Il tumore della base della lingua è la neoplasia più frequente di questo distretto (50%),
seguito da quello della tonsilla, del palato molle ed infine della parete faringea (più raro).
REGIONE FARINGOTONSILLARE: la tonsilla palatina è la sede elettiva dei tumori che
interessano questa regione e vedremo che nella fase iniziale la sintomatologia clinica sarà scarsa e
sfumata, sia nei primitivi tonsillari che nelle neoplasie dei pilastri o del palato molle, per questo
molto spesso alla diagnosi ha già interessato anche le altre zone del distretto. La fascia di età
maggiormente colpita va dai 60 ai 75 anni e nel 70-90% dei casi interessa il sesso maschile. Il
principlae fattore di rischio è sempre il fumo, seguito dall’alcool e dagli altri fattori che avevamo
trovato nei tumori del cavo orale. Il carcinoma sarà per lo più squamocellulare (corneificante o non
corneificante), ma possiamo trovare anche carcinomi anaplastici e abbastanza frequentemente in
questo distretto linfomi non-Hodgkin. Inizialmente la clinica sarà sfumata, scarsa, caratterizzata da
un vago senso di fastidio (puntura di spillo, sensazione di corpo estraneo), con possibile otalgia
riflessa modesta e discontinua; possiamo avere una piccola massa vegetante o a volte a spingere il
paziente dal medico è la comparsa di tumefazioni laterocervicali. Nel periodo successivo avremo
una disfagia dolorosa con scialorrea, alito fetido, otalgia che diventa costante e fastidiosa (segno del
cotone), linfoadenomegalie cervicali costanti e spesso tali da dare il segno di Ducuing
(annullamento del solco sotto-angolo-mandibolare), caratteristica sarà la stomatolalia (voce di
rospo), avremo ulcerazioni con sanguinamento e odinofagia, fetor ex ore. La diffusione, poi, potraà
essere superficiale (continueremo ad avere una massa vegetante) o profonda (verso lo spazio
peritonsillare ed il muscolo costrittore superiore della faringe) che sarà caratterizzata all’esame
obiettivo dalla fissità della loggia sui piani profondi (visibile soprattutto durante la fonazione). Nella
fase più avanzata la disfagia sarà associata a dolore intenso, con notevole ostacolo alla deglutizione
e quindi all’alimentazione; possiamo trovare dolori nevralgici irradiati al capo e al collo, scialorrea
abbondante con emissione continua della saliva dalla bocca, fetor ex ore, adenopatie cervicali
profonde (se invade il palato molle avremo subito coinvolgimento dei linfonodi controlaterali ed
ostacolo alla fonazione, con rinolalia posteriore e reflusso nasale) ed inoltre n