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PATOLOGIE DEL PULEDRO
Problemi neonatali: rifiuto del puledro; prematurità e dismaturità; shock; sespi; sindrome asfiEta prenatale.
Rifiuto del puledro
La condizione non è molto frequente ma è estremamente pericolosa per la salute del puledro: entrano in
gioco anche fa2ori lega5 al comportamento materno con danni direE (indifferenza, quindi non manifesta il
rifiuto ma non me2e neanche in a2o le procedure di cure neonatali o aggressività/traumi) e indireE
(impossibilità di assumere il colostro e di alimentarsi, con danni metabolicià non cresce, ipotermico,
disvitale, disidratato).
Il rifiuto del puledro riconosce come causa patogene5ca un mancato riconoscimento del puledro da parte
della madre al momento del parto.
Al momento del parto venendo meno la placenta c’è un calo del progesterone e degli estrogeni, e un aumento
dell’ossitocina. L’ossitocina ha azioni non solo sull’utero per le contrazioni ma anche a livello del SNC, s5mola
delle aree specifiche a livello ipotalamico, aumentandone la sensibilità ad alcune s5molazioni dell’ambiente
esterno in par5colare vista suoni e odori.
Inizialmente la s5molazione madre-puledro è di 5po olfaEvo (flemen), quando la madre percepisce l’odore
dei liquidi degli invogli fetali che impregnano anche il pelo del puledro; questo avviene nelle prime 6h dopo
il parto e da questo momento la madre sarà in grado di dis5nguere il puledro dagli altri.
Dei problemi di riconoscimento del puledro si possono aEvare a causa di un eccesso di manualità esterne o
uso di sostanze o farmaci, come il DSO, che alterano l’odore del puledro
Inizialmente il meccanismo di riconoscimento è solo unidirezionale, poi entrano in gioco nel puledro fa2ori
che perme2ono una reciprocità: vocalizzi del puledro, ricerca della mammella (s5molo sensoriale) con
testate alla base del fianco che s5molano la madre al riconoscimento.
Il rifiuto al puledro può manifestarsi in diversi modi da parte della cavalla come: fuga dal puledroà il puledro
sta da un lato e la madre dall’altro e quando il puledro si muove la madre si sposta; rifiuto delle cure
neonatalià condizione più difficile da diagnos5care perché c’è solo indifferenza da parte della madre;
aggressivitàà è abbastanza facile da diagnos5care, la cavalla morde il puledro infliggendo lesioni e
lacerazioni sul dorso e sul collo, oppure scuo5men5 o spinte (valutare bene il quadro perché talvolta lo
sollecita solo ad alzarsi), o anche potrebbe 5rare dei calci.
Alcuni soggeE poi sono predispos5 al rifiuto del puledro: primipare (prima volta che si me2e in a2o il
meccanismo ormonale) hanno un meccanismo del parto non perfe2amente rodato e le stru2ure centrali
possono non essere adeguatamente s5molate; cavalle con disturbi comportamentali (importante
l’anamnesi!); predisposizione di razza (Purosangue Arabo); problema fisico come dolore alla suzione per
ingorgo mammario, mas5te e dolorabilitàà valu5amo la mammella che non sia calda, gonfia e dolente;
mancato lambimneto. Anche quando si ha un puledro disvitale è possibile che si presenta questa
problema5ca.
Nel momento in cui c’è una situazione di aggressività o di mancate cure neonatali si procede allontanando il
puledro. Bisogna stare a2en5 alla somministrazione del colostro, per la copertura immunitaria e per l’apporto
nutrizionale e idrico. Poi si tenta il riavvicinamento e questo si fa legando la madre con la capezza e nel
fra2empo il puledro si a2acca alla mammella s5molando la produzione di ossitocina.
Bisogna anche ricorrere ad un’alimentazione ar5ficiale integra5va (assume il 20-30% del proprio peso
corporeo, e c’è una crescita di 0.5-1,4 kg/die). Si può usare di la7e munto dalla madre stessa, così che non
ho ingorgo nella mammella della madre e quindi non avrò problemi di mas55. Oppure si può usare il la2e
presente in commercio/liofilizzato/banca del la2e.
Il peso mi dà un indice di quanto il puledro s5a convertendo, in condizioni fisiologica al giorno prende tra 0,5
a 0,4 kg.
Quando non mangia a sufficienza si possono notare dei segni comportamentali quali: irrequietezza, mancato
riposo, calo del peso/mancata crescita.
Come integriamo l’alimentazione del puledro?
-Nutrizione enterale: è da preferire perché si avvicina di più alla normale fisiologia del sogge2oà il passaggio
dell’alimento perme2e il corre2o sviluppo dell’epitelio intes5nale, delle 5ght-junc5on e innesca anche la
secrezione biliare ed enzima5ca.
-Nella nutrizione parenterale: prima si deve stabilizzare il puledro, correggendo ipotermia e ipoperfusione ed
è necessario che il puledro abbia il riflesso di suzione e deglu5zione.
Il miglior la2e possibile è quello materno: 2-3 mungiture/die con quan5ta5vo diviso in 8-10 pas5, più
frequente è la mungitura più frequente sarà il turnover della mammella. Sos5tu5vi se non ho il la2e materno:
la2e di capra (troppo ricco di grassià cos5pazione) o la2e di vacca scremato e zuccherato (20gr/l glucosio o
anche saccarosio).
Il rapporto tra la componente “solida” e la fase liquida è estremamente variabile, dipenderà anche dal
puledro. L’acqua deve essere 5epida (37-40°C) per evitare la formazione di grumi (possono ostruire il biberon
che si u5lizza). Possibili conseguenze dall’alimentazione ar5ficiale sono: diarrea, cos5pazione e meteorismo;
se ho la diarrea aumento la quan5tà di liquido e riduco la polvere per supportare la disidratazione e dare
meno carico a livello di ingesta.
Giornalmente il sogge2o beve circa il 20-25% del peso corporeo (BW) e inizialmente beve meno ma più
spesso (ogni ora), poi il numero di suzioni si dilata nell’arco della giornata e più riduco il numero di pas5 più
ne aumento il volume, però bisogna tenere in considerazione il fa2o limitante della “capacità gastrica”. Se la
somministrazione avviene troppo velocemente ed è eccessiva si possono avere problemi di reflusso e ab
inges5s.
La te2arella va lavata con detergente e poi sciacquata bene e per ques5oni sanitarie andrebbe bollita almeno
1 volta al giorno.
Metodi di somministrazione: ciotola vs biberon. Sono entrambe buone soluzioni che prevedono una
meccanica di suzione molto differente. Il biberon “mima” la suzione alla mammella, la ciotola invece prevede
un cambio radicale nel modo di alimentarsi. Il biberon lo scelgo nei puledri più giovani, si usa se è previsto
un ritorno all’alimentazione fisiologica (transitoria), mediante riavvicinamento alla madre o la nutrizione con
una balia. Prima di usare il biberon devo saggiare i riflessi di suzione (con il dito e vedo se 5ra) e di deglu5zione
adegua5. L’alimentazione con biberon è laboriosa, il puledro non si alimenta da solo. Bisogna fare a2enzione
al diametro del foro della te2arella, non deve essere grande in quanto non ci deve essere il passaggio passivo
di la2e dal biberon all’esterno (rischio di ab inges5s). Si può usare la te2arella per piccoli ruminan5 o capreE.
Come: rivolgo la schiena al puledro perché non deve associare il biberon alla faccia umana (hanno una buona
memoria), posiziono il biberon so2o il braccio a ricreare quella che è la coscia (piega della grassella) della
madre, la testa deve essere estesa ma NON verso l’alto (biberon a livello di naso e degli occhi) per non
estendere troppo la gloEde. Bisogna fare a2enzione alla presenza del suono di suzione e che non ci siano
rumori respiratori (non si devono sen5re tosse e starnu5).
La ciotola invece riduce molto il rischio di polmoni5 ab-inges5s, in quanto la deglu5zione è di 5po aEvo. Il
procedimento però non è fisiologico, la procedura è lunga nell’abituare il sogge2o alla ciotola e una volta
abituato non tornerà a bere so2o la madre (di questo bisogna tenerne conto). Per abituarlo si 5ene il puledro
per il collo, si spinge la testa verso il basso (la reazione è che spinga la testa verso l’alto e quindi ci vuole
pazienza) e si s5mola con il dito il riflesso di suzione nel la2e (dentro la ciotola), così succhiando il dito nel
la2e va a succhiare il la2e dalla ciotola.
Il sondino naso gastrico viene messo in soggeE debilita5 o in terapia intensiva, in cui il la2e passa la gloEde
senza creare problemi di abinges5s. Uso il sondino più grande possibile così da non sbagliare il
posizionamento ed è più difficile passi tramite l’albero respiratorio. Se abbiamo a che fare con ques5 soggeE
adoEamo anche terapie di supporto come disposi5vi (materassini) per le piaghe da decubito, in quanto il
puledro non ha grandi masse muscolari ed ha una cute molto soEle e quindi quando è in decubito possono
crearsi queste piaghe. Inoltre, il puledro deve essere spostato ogni 2 ore ruotandolo, in quanto è in una fase
in cui modifica la sua stru2ura polmonare e quindi restare molto nella stessa posizione può creare problemi
al polmone.
Molto spesso nei soggeE con diarrea ci può essere la comparsa di derma55 estese per imbra2amento del
mantello e può essere u5le usare della vasellina (non fa crescere il pelo) o della pasta fissan per ridurre
l’acidità della diarrea.
Un altro aspe2o di cui occuparsi se si hanno dei soggeE debilita5 è quello di cercare di esporlo alla luce
solare, per la produzione di vit D.
Prematurità e dismaturità
Si riferiscono ad una condizione del puledro ma sono collegate a quello che è stato l’andamento della
gravidanza. Prematurità: il sogge2o nasce in an5cipo, nel puledro prima dei 320 giorni; dismaturità:
alterazione non della durata della gravidanza, ma più dello sviluppo intrauterino del puledro che non avviene
adeguatamente.
La durata della gravidanza nella cavalla è normalmente di 340-342 giorni, con puledri sani anche a 335 giorni.
Segni clinici (per entrambe le problema5che): debolezza e depressione post partum, soggeE che hanno un
rallentamento nei riflessi (maggior tempo per alzarsi); ada2amento postulare sopra la norma; riflesso di
suzione e appe5to altera5; difficoltà a mantenere l’omeostasi termica, puledri con temperature più basse
che non riescono a termoregolarsi con l’ambiente esterno; difficoltà respiratoria, deposizione e maturazione
di alveoloci5 e surfa2ante non avviene in maniera fisiologica (frequenza respiratoria aritmica).
Ci sarà il rischio di polmonite ab inges5s perché non si nutre bene e anche fenomeni di fallimento del
trasferimento passivo dell’immunità (colostro).
I fa2ori che influiscono la durata della gestazione: sesso del puledro (i maschi maturano in più tempo 3-4
giorni), stagione dell’anno (soggeE che nascono in seguito ad inseminazione precoce la gravidanza