Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Teoria delle prospettive multiple
Rispetto alle altre teorie ha meno ricerche a supporto perché nel corso del tempo è stata un po' abbandonata.
La teoria collega e contrappone, quali estremi su un continuum, due stati psicologici di natura differente: il primo detto di orientamento (orienting); il secondo di tolleranza delle prospettive multiple (multiple perspectives). Ciascuno stato psicologico presenta caratteristiche particolari e si manifesta secondo modalità percettive, di pensiero e comportamentali altrettanto distinte. Nel gergo comune la prospettiva è il punto di vista da cui si guarda qualcosa, in psicologia è la posizione psicologica assunta da una persona per guardare qualcosa (un'idea, un oggetto, una persona, un evento, un gruppo, me stesso). La prospettiva deve essere esperita in prima persona facendo esperienza attiva di quella prospettiva.
Le prospettive vengono
trasmesse prima di tutto dai genitori perché c'è una fase della vita durante l'infanzia in cui vi è un processo della socializzazione (non da intendere come interazione con gli altri). Socializzare con un bambino significa passare le proprie prospettive e il bambino potrà apprendere dai propri genitori tramite due modelli: - Modello di socializzazione diadico: quando c'è solo una persona che trasmette (spesso la madre) coerente rispetto a quello che trasmette essendo una sola persona. - Modello di socializzazione poliadica: ci sono più figure di riferimento che socializzano con il bambino (è tipico delle famiglie ampie). Inizialmente si aveva un pregiudizio verso questo tipo di modello perché si diceva che un bambino che socializzava con tante persone fosse portato ad avere maggior confusione. In realtà, dopo la pubblicazione della teoria delle prospettive multiple, è stato scoperto da Gazio e...prospettive multiple, è necessario comprendere come avviene l'interiorizzazione stessa. L'interiorizzazione delle prospettive multiple avviene attraverso l'attività e la molteplicità. L'attività si riferisce all'esperienza attiva delle diverse prospettive. È necessario fare esperienza attiva di almeno due prospettive diverse per poterle interiorizzare. La molteplicità si riferisce al numero di prospettive diverse che vengono interiorizzate. Anche con solo due prospettive diverse, è possibile ottenere gli effetti positivi dell'interiorizzazione delle prospettive multiple. L'interiorizzazione delle prospettive multiple non solo non porta a confusione, ma piuttosto dona al bambino una maggiore ricchezza di prospettive. Il bambino conserva nella propria mente diverse prospettive senza unirle tra di loro. La teoria delle prospettive multiple si occupa di capire quali sono gli effetti sulla percezione sociale dell'aver interiorizzato prospettive multiple, cioè prospettive diverse tra di loro, quindi più di una. In conclusione, l'interiorizzazione delle prospettive multiple è possibile solo ed esclusivamente quando si interiorizzano due o più prospettive diverse attraverso l'attività e la molteplicità. Questo processo porta a una maggiore ricchezza di prospettive e non crea confusione nel bambino.prospettive multiple, dobbiamo prima fare un discorso sulla percezione umana.PROSPETTIVE ORIENTING MULTIPE
Percezione sociale
Abbiamo due estremi opposti. La persona si colloca in uno degli infiniti punti che ci sono tra questi due estremi. Le persone non restano fisse ma oscillano lungo il continuum a seconda delle caratteristiche ambientali che si presentano. La posizione del soggetto è da intendere come la risultante di due forze: qualcosa che spinge verso orienting e qualcosa che spinge verso prospettive multiple.
La minaccia fisico-biologica (pandemia, una malattia, il rischio di aggressione, il trovarsi in un luogo pericoloso) ad esempio sposta la percezione sociale verso orienting. Ora la minaccia fisico-biologica si è estesa a minaccia psicologica perché una cosa può anche non esserci, ma se la percepisco come minaccia mi comporto di conseguenza.
Le emozioni molto intense ci spostano verso orienting, quindi più la forza è intensa e più ci spostiamo verso orienting.
sposta versosinistra qualsiasi spinta motivazionale (o drive) ci può spostare verso orienting
La spinta motivazionale racchiude al suo interno minacce, emozioni intense, porsi un obb, incompletezza,press e stato di tensione Spinta ad agire, sistema goal-oriented che deve avere unSpinta motivazionale obiettivo e deve alimentare il comportamento.
Qualunque cosa rientri in questa definizione è possibile chespinga verso orienting.
Questa teoria ha al suo interno tutte le teorie viste in precedenzaperché nelle spinte motivazionali troviamo tutto, un press portaad orienting e orienting può essere statico, dinamico, simbolico.
PROSPETTIVE
ORIENTING MULTIPE
SPINTA MOTIVAZIONALE È orientarsi verso il raggiungimentodi un obiettivo
ORIENTING Abbiamo orientamento a livello
Quando sono orientato al raggiungimento di un obb cosa succede? comportamentale, cognitivo, emotivo
Le modificazioni devono includere tutti e tre i livelli (cognitivo,comportamentale, ed emotivo), in
particolare quello cognitivo perché alla fine questa teoria si muove all'interno della percezione sociale. Gli EFFETTI che subisce la percezione sociale:- TUNNEL VISION: la percezione sociale subisce un restringimento, come se la percezione della persona si focalizzasse solo su cose e oggetti funzionali per raggiungere l'obiettivo. La tunnel vision non prende solo gli oggetti fisici ma anche le persone intorno a me.
- GLI ALTRI COME OGGETTI: gli altri vengono visti come facilitatori o come ostacoli. Questo ricorda l'autocompletamento simbolico perché è un effetto particolarmente funzionale nel caso in cui si tratti di incompletezza, ma in realtà è un effetto generale di tutti gli stati di orienting. L'oggetto non è portatore di punti di vista e quando siamo in orienting noi non pensiamo che la persona che abbiamo a fianco sia portatore di punti di vista/prospettive e quindi non ci mettiamo nei suoi panni.
funzionale perché altrimenti sovraccaricherebbe il sistema cognitivo.
CHIUSURA COGNITIVA la persona in quel momento ricercherà massima coerenza, sarà rigida e anche drastica ma avrà una serie di modificazioni a livello di pensiero che favoriscono soluzioni chiare, coerenti e bianco o nere
NB: Qual è l'unico caso in cui in orienting riusciamo a metterci nei panni dell'altro? Quando il mio obiettivo è mettermi nei panni degli altri.
L'empatia è un'emozione vicaria perché non provo esattamente quello che prova la persona che ho di fronte, ma nonostante questo rientra nelle spinte motivazionali.
STUDI SULL'EMPATIA
Quello che succede quando si prova una forte emozione, a prescindere che sia un'emozione originale piuttosto che vicaria, è di entrare in orienting* si esperiscono tutte quelle che sono le conseguenze negative dell'orienting.
Se pensiamo al compito di dover ascoltare
L'altro e non perderci i pezzi di quello che ci sta portando, sicuramente ci sono conseguenze negative nel contesto della seduta clinica che però in realtà sono conseguenze funzionali, quindi quando dico negative non intendo dire in assoluto ma che in quel contesto potrebbero essere qualcosa di non desiderato.
Quello che succede quando vi abbandonate alle emozioni che vi sta portando il paziente è quello di finire in orienting, e se finite in orienting per una questione di esperienza emotiva vicaria osserverete tutti questi effetti:
- Tunnel vision
- Trattare l'altro come oggetto e non come un portatore di punti di vista
Nel momento in cui state provando un'emozione molto forte, per esempio un forte dispiacere perché l'altro vi sta portando un racconto molto brutto, rischiate, attraverso l'emozione vicaria, di concentrarvi sulla vostra esperienza emotiva perdendo di vista quello che è il punto di vista dell'altro.
Apparentemente lo state capendo a pieno perché vi state mettendo nei suoi panni e state provando emozioni che sono molto vicine a quelle che vi sta portando il paziente, però in realtà l'altra faccia della medaglia è che state perdendo di vista il paziente stesso, state vivendo qualcosa di diverso rispetto a quello che vi sta portando e che vi porterà a tutta una serie di conseguenze che però non contemplano anche il punto di vista dell'altro.
È ovvio che ci sono differenze tra le persone, ma dove è che possiamo vedere questa differenza? Quando siamo in prospettive multiple perché ognuno può aver interiorizzato più o meno prospettive rispetto ad altri, però sicuramente tutti quanti incappiamo in questo processo.
Ricordate che il primissimo obiettivo di una persona che sta provando un'emozione è quello di lasciar scorrere l'emozione: primissima cosa è sfogarla.
lasciare che l'esperienza vada avanti, perché altrimenti - qui si entra nel discorso dell'intensità emotiva - se ci sono ostacoli all'esperienza emotiva la persona incrementa ancora di più l'esperienza e va a investire ancora più risorse ed energie per poter dare sfogo a quell'emozione, sempre con l'idea che poi come obiettivo ultimo si abbia l'agire il comportamento alimentato da quella emozione prima di tutto la esperisco in modo tale che sia più probabile che abbia luogo il comportamento associato. Abbiamo fatto degli studi con psicologi e non psicologi (in realtà erano studenti di psicologia, quindi non ancora abilitati). Abbiamo provato a simulare una situazione tipo colloquio clinico. I partecipanti vedevano il video di una persona che si stava raccontando (vissuti, propria storia...). Ne abbiamo fatti diversi, per cui ve ne posso raccontare un paio. STUDIO 1 Avevamo un video di una ragazza cheraccontava la propria relazione col partner in modo molto generale: una sorta di introduzione, presentazione della relazione, con l'idea di mettere lo studente di psicologia nei panni di un clinico che sta facendo un'intervista. Brevissima consegna era "presentati e fai ciò che faresti in un primo colloquio per la ragazza". C'erano due condizioni: 1. Viene indotta una reazione empatica. 2. Condizione di controllo: non viene indotta nessuna esperienza empatica. Per indurre l'esperienza empatica veniva detto ai partecipanti prima di vedere il video che questa ragazza avesse perso il fidanzato in un incidente e che al momento del colloquio lei non sapesse nulla di questo incidente (quindi temporalmente l'incidente era capitato durante il colloquio e lei successivamente avrebbe appreso della morte del proprio fidanzato). Parere del comitato etico: positivo. Sostanzialmente veniva indotta un'emozione vicaria negativa che era frutto dellareazione empatica verso la ragazza, soprattutto