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RICHIAMI DI STATISTICA
Ripetendo la stessa misura in condizioni assegnate, si ottengono valori in uscita
generalmente differenti tra loro. Si può utilizzare la DISTRIBUZIONE DI AMPIEZZA:
Ey
n= numero di letture nell’intervallo Z
N= numero totale di letture
Delta x= ampiezza dell’intervallo L’area di ogni rettangolo può essere vista come la
probabilità che una certa lettura cada nell’intervallo
associato
Ci sono infiniti disturbi e cause di incertezza che tendono a far sovrastimare e altrettante
che tendono a far sottostimare il misurando, quindi si può pensare di avere una distribuzione
simmetrica attorno a un valore medio, con probabilità sempre più piccola di avere valori
modello gaussiano
lontani da esso. Tale situazione è descritta dal
TEOREMA DEL LIMITE CENTRALE: l’incertezza è causata da tanti fattori che si combinano
tra loro, se sono indipendenti tra loro, allora combinandole ottengo sempre la forma
Gaussiana.
L’area sottesa tra due punti di una qualsiasi distribuzione di probabilità rappresenta la
probabilità di avere valori nell’intervallo individuato da quei due punti. Per una distribuzione
di probabilità gaussiana si considerino i seguenti intervalli tipici:
1 10 il
all'interno ha
si
µ 68
120 ha
2 all'interno il 95
si
µ
3 30 all'interno ha il
si 99
MI
LIVELLI DI CONFIDENZA
INGRESSI E DISTURBI NEGLI STRUMENTI DI MISURA
Come ingressi che hanno effetti sul valore di uscita negli strumenti di misura si possono
avere, oltre al misurando, diverse altre grandezze fisiche di disturbo che possono far variare
l’uscita: ad esempio la temperatura può variare la costante elastica di una molla usata
come elemento sensibile di una bilancia, e quindi variarne l’uscita.
Gli ingressi di disturbo possono essere divisi in:
1. INGRESSI MODIFICATORI: sono quelli che variano il valore d’uscita variando la legge
fisica che lega l’ingresso all’uscita
2. INGRESSI INTERFERENTI: sono quelli che variano solo l’uscita
Modello lineare per uno strumento di misura: q =kq
o i Ingresso
Uscita Costante che
caratterizza lo
strumento 0
di
Interferente anche
0 se
INGRESSO dopo
Ingresso 0
modificatore se
0
190 9
k
solo il
varia
Sono possibili una serie di metodologie per ridurre gli ingressi interferenti:
INTENSITÀ INTRINSECA: rende lo strumento sensibile ai soli ingressi desiderati. Ad esempio,
• in un manometro, per ridurre l’effetto della variazione di rigidezza della molla prodotto
dalla temperatura si può scegliere di costruirla con un materiale che varia molto poco il
suo modello elastico con la temperatura
RETROAZIONE A ELEVATO GUADAGNO: se si ha uno strumento in cui un ingresso
• modificatore I agisce sulla costante K si può aggiungere un elemento (di feedback) che
1
m
rileva l’uscita q , la moltiplica per k e la sottrae all’ingresso:
o f K
19 aoke
90
se si sceglie una costante di feedback molto elevata l’uscita dipende solo dal valore di tale
costante secondo la relazione q =q /k Tale metodo ha limitazione dovute al fatto che
o i f.
elevati valori di k possono provocare altri problemi allo strumento, come l’instabilità.
f
CORREZIONI CALCOLATE DELL’USCITA: se si conoscono a priori gli effetti degli ingressi
• interferenti e modificatori dello strumento si può, con un calcolo a posteriori, correggere il
risultato. Per fare ciò bisogno però misurare oltre all’ingresso desiderato tutti gli ingressi
interferenti
METODO DEGLI INGRESSI IN OPPOSIZIONE O DELLA COMPENSAZIONE: consiste
• nell’introduzione in tensionale nello strumento di ingressi che vadano ad annullare
l’effetto di ingressi interferenti e/o modificatori in quanto opposti e uguali.
FILTRAGGIO IN INGRESSO O IN USCITA: può essere di tipo meccanico o elettronico. Si
• basa sull’introduzione nello strumento di opportuni elementi, detti filtri, che fanno passare
solo determinati campi di frequenza del segnale che li attraversa.
COMPATIBILITÀ DELLE MISURE
Questa condizione si verifica quando le fasce di valore assegnate in diverse occasioni come
misura dello stesso parametro nello stesso stato hanno almeno un elemento in comune.
Perché diverse misure siano compatibili è necessario e sufficiente che esista un elemento
comune a tutte le fasce di valore: un insieme di misure che soddisfa questa condizione si
dice mutamente compatibile.
Il concetto di compatibilità sostituisce il concetto di uguaglianza fra le misure.
STIMA DELL’INCERTEZZA DI MISURA
Misure dirette
Per valutare l’incertezza in modo operativo esistono due metodi:
1. Valutazione di tipo A: basate su misure ripetute
2. Valutazione di tipo B: basate su altri metodi
Per fare una valutazione dell’incertezza di tipo A, dopo aver rimosso o corretto tutte le
cause di incertezza di tipo sistematico si eseguono n misure ripetute, X , X , .., X di tale
1 2 n
sequenza si calcola quindi il valore medio X, la deviazione standard S. L’incertezza
standard sul valore medio sarà data da S/n^1/2.
È quindi possibile ridurre l’incertezza standard di tipo A di una misura ottenuta dalla
valutazione del valor medio, ripetendo la misura un maggior numero di volte o meglio
riducendo la dispersione S dovuta allo strumento usato, al metodo di misura, alla definizione
del modello del misurando.
Da notare che se è presente una causa di incertezza di tipo sistematico il valore della
dispersione dato dallo scarico S non lo evidenzia, in tali caso è possibile migliorare
l’incertezza solo per confronto con un campione.
Nella valutazione di tipo B si usano informazioni
da misure precedenti, esperienza o conoscenze
generali o specifiche delle caratteristiche e
proprietà di materiali e strumenti, dati di
certificati di taratura ecc..
In questi casi la distribuzione di ampiezza si