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MIGLIORAMENTO GENETICO DEL RISO PER
LA RESISTENZA ALLA SALINITA’
Il riso (Oryza sativa) è uno dei tre cereali più consumato al mondo,
insieme a mais e frumento. Sviluppato migliaia di anni fa nel centro di
origine indiano, si è diffuso in tutto il mondo, arrivando ad occupare
150 milioni di ettari di superficie di coltivazione, grazie ad anni di
miglioramento e ad una continua evoluzione delle tecniche di
coltivazione. . Il riso necessita di passare periodi relativamente brevi in
sommersione (10-15) cm, tecnica che permette, oltre alla normale
irrigazione, di proteggere il riso da sbalzi termici elevati.
L’acqua deve, innanzitutto,
raggiungere tutte le zona della
camera di risaia con la stessa
profondità. Poi deve entrarci
piano piano, per non erodere il
fondo e non staccare le
piantine. Allo stesso modo deve
uscire rapidamente quando la
risaia deve essere messa in
asciutta. Mentre la camera di
risaia è allagata l’acqua deve
sempre scorrere lentamente, per
fornire ossigeno necessario alla
germinazione del seme e
contrastare la formazione di
sostanze in putrefazione.
Al giorno d’oggi, i cambiamenti climatici sono una realtà con cui l'agricoltura deve fare i
conti, e in futuro è previsto che nell'area del Mediterraneo le precipitazioni si faranno più
scarse e che l'acqua disponibile per l'agricoltura sarà di minore qualità.
Ad esempio nelle zone litoranee il cuneo
salino si farà sentire di più, e già oggi chi
coltiva riso nella zona della foce dell'Ebro, in
Spagna, o in Camargue, in Francia, deve fare i
conti con una crescente salinità dell'acqua
inevitabile il miglioramento genetico
del riso al fine di incrementarne la
resistenza alla salinità
Una delle tecniche più utilizzate è la transgenesi,
tecnica di ingegneria genetica che permette l'inserimento
di un gene esogeno all'interno del genoma di
un organismo bersaglio che funge da ospite (chiamato
transgene). Una volta identificato il gene di interesse , si
realizza una sequenza di nucleotidi che comprende la
sequenza codificante la proteina di interesse a valle di un
gene promotore (per consentire la trascrizione) e a monte
di un terminatore di trascrizione. In alcuni casi
l'inserimento del transgene avviene attraverso l'uso di un
vettore che può comprendere sequenze che regolano l’
espressione del gene.
Le specie di orzo selvatico riescono a sopravvivere in ambienti difficili, essendo
dotati di elevata resistenza a stress abiotici come la siccità e lo stress da sale, e
potrebbero fornire un pool genetico d'elite per il miglioramento delle colture.
Il processo di miglioramento è stato svolto in 3 fasi:
• mappaggio dei QTL che rispondono allo stress da sale nel riso e
nell'orzo selvatico
• identificazione di geni che codificano per proteine CLB
• trasferimento dei geni di interesse dall'orzo selvatico al riso
Si è vista l’ importanza di alcune proteine CLB, la cui sovraespressione
favorisce un aumento della resistenza agli stress salini. Tale sovraespressione
di queste proteine ha portato ad un maggiore accumulo di osmoliti, come la
prolina.
CLB: chiamate calcium-dependent lipid-binding protein, sono piccole
proteine con domini di legame specifici per il Ca2+, che si attivano in
risposta a diversi fattori abiotici, tra cui sale, freddo, siccità, mettendo in
atto un’ampia varietà di meccanismi.
Una di queste proteine CLB è
stata usata per aumentare la
resistenza al sale nel riso. Si tratta
della proteina HsCBL8, il cui
gene codificante è stato clonato
da una specie di orzo selvatico
(H. spontaneum) originario del
Tibet e altamente tollerante a
gravi stress da sale. PROCEDIMENTO
• La sequenza codificante HsCBL8 dell’ orzo selvatico è stata clonata
utilizzando la PCR inversa (usando come stampo un frammento di
RNA)
• Modifica di un vettore binario di agrobacterium attraverso inserimento
di un promotore e di un terminatore
• Il DNA genomico della regione di codifica HsCBL8 è stato inserito
nel plasmide, per formare il vettore di espressione
• Inserimento del transgene nella pianta attraverso trasferimento ditetto
CONCLUSIONI
Per valutare il possibile ruolo di HsCBL8 nella tolleranza al sale, sono
state confrontate la crescita delle piantine e la morfologia delle linee di
riso transgenico (L1 e L2) con quella delle piante di controllo (ZH11),
in condizioni di stress normale e 125 mM NaCl.
• differenze insignificanti nella germinazione dei semi (inteso come
semi germinati) e nel peso fresco delle piantine tra le piante
transgeniche e ZH11 in condizioni di crescita normali
• osservate variazioni significative nel tasso di germinazione dei semi e
nel peso fresco della piantina tra le linee transgeniche e le ZH11 non
transgeniche sotto lo stress di 125 mM NaCl.
PROBLEMI
• Transgenesi vietata in molti paesi
• Consumatori diffidenti verso questa tecnica di miglioramento
• Lento progredire di questa tecnica (a causa delle motivazioni
sopracitate)
NECESSITA’ DI NUOVE TECNICHE DI MIGLIORAMENTO
Un ulteriore esperimento per ottenere la tolleranza alla salinità in riso è stato
condotto a partire dall’incrocio tra una varietà di riso japonica coltivato Ningjing
16 (NJ16) e una specie selvatica Dongxiang (riso selvatico comune cinese
conosciuto anche come Oryza rufipogon Griff). Questo metodo permette il
trasferimento del gene di interesse in una pianta senza l’ uso della transgenesi,
utilizzando solamente l’incrocio, ragion per cui la pianta modificata non verrà
considerata OGM. Tale incrocio è stato poi sottoposto a 4 backcross (NJ16
genitore ricorrente) con l’ottenimento di una linea DJ15 (Dongxiang/Ningjing
15) tollerante alla salinità.
La tolleranza al sale è stata valutata rispetto a NJ16 di partenza e ad una cultivar di riferimento (96D10). È
stato calcolato il tasso di germinazione di 200 semi di riso per ogni campione, dopo che questi sono stati
esposti alla temperatura di 45 °C per 3 giorni e immersi in una soluzione salina a 25°C per una notte (il
trattamento termico si è reso necessario per favorire l’uniformità nella germinazione dei semi).
Successivamente, è stato calcolato il tasso di sopravvivenza delle piantine di riso di un mese in seguito al
trasferimento in campo salino. Il trattamento con NaCl ha permesso di dimostrare che DJ15 è più tollerante
in fase di germinazione, subisce un minor danno alle foglie che appassiscono ed è dotata di una resa
superiore rispetto alle parentali.
L’ obbiettivo dell’esperimento non fu soltanto la costituzione di una linea dotata di tolleranza alla salinità,
ma la comprensione delle cause che avevano portato all’ottenimento di questa. L’analisi è stata condotta
contemporaneamente su due fronti:
Identificazione dei geni di riso selvatico Mappatura dei geni responsabili della
introgressi in DJ15 tolleranza