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IMPORTANZA ASSEGNATA ALLE PLANIMETRIE.SCAVO OPEN AREA

MARTIN BIDDLE e lo scavo medievale di Winchester . anni '60 '70-Applica un metodo di scavo per aree aperte, abolendo la divisione per quadrati di Wheeler, esponendo ampie superfici ed individuando le tracce in modo sincronico, ossia mettendo in luce quanto era in uso in un certo periodo. Le piante non presentano quote, ma la successione diacronica è testimoniata dalla sezioni che Biddle prende in punti predeterminati dello scavo. Ma gli mancano:

  • z ossia terza dimensione;
  • caratterizzazione elementi.

Con Philip Barker che scrive nel 1977, tecniche dello scavo archeologico, tradotto nel 1981, anche harris viene tradotto, scrive nel '79, tradotto nell' 83. Barker mette in pratica lo scavo per grandi aree, regolarizza, mette a regime l'intervento stratigrafico, importanza della sezione, riconoscimento stratigrafico, sperimentazione su grandi aree. Da sviluppo ulteriore poi alle planimetrie.

Una pianta deve

Essere chiara e leggibile. È preferibile avere una pianta scarna, senza ornamenti, decorazioni, ombreggiature (per queste bisogna marcare semplicemente il pezzo). Altrimenti abbiamo una bella pianta ma non tecnica, non utile al nostro fine. Difatti le piante di Barker contengono troppe informazioni, però rispetto a Biddle c'è la caratterizzazione, ma esasperato realismo dei dettagli. Altro elemento è la SCALA E IL NORD. Sulla pianta mancavano (che oggi troviamo) simboli con i numeri di fianco. Abbiamo quota, la terza dimensione. METODO DELLA SEZIONE CUMULATIVA. Barker FACEVA SCAVO IN ESTENSIONE SUGRANDE AREE. Su un punto fissava un picchetto con lenza e rollina. Come quota alla base del picchetto si metteva = a 0. Da lì si tirava il cordino agganciata all'estremità ad un altro picchetto. Dunque da tale linea di sezione man mano che asportavano strati accadeva che veniva quotato il piano mano mano. Si asporta uno strato fino ad una linea prefissata.

Si disegna la sezione e si procede. Quindi si aveva sempre il piano quotato ma c'era un limite: LA LINEA DI SEZIONE ATTRAVERSAVA UN PUNTO, NON ERA POSSIBILE PRENDERE PIÙ PUNTI, DUNQUE PIÙ linee sezioni, non solo da a a B ma ad esempio una ortogonale alla linea AB ma l'aspetto importante è che con Barker si introduce CARATTERIZZAZIONE.

Piante caratterizzate, importanza alla sezioni, importanza alla quotatura, terza dimensione introdotta di fatto.

Tali aspetti tecnici introdotti da Barker vengono introdotti da Harris teoricamente. Edward Harris, formatosi sul cantiere di Winchester con Biddle, ideò il sistema detto metodo Harris per tenere ordinati e registrare in modo semplice tutti gli strati e gli elementi rinvenuti. Il metodo è sempre e comunque quello stratigrafico propugnato già da Wheeler nella sua accezione di scavo per aree aperte di Biddle e Barker.

Principi di stratigrafia archeologica. Harris da teoria a ciò che Barker opera.

ScriveROMA 1983, traduzione dell’originale del 1979 con prefazione di Daniele Manacorda. Dunque Harris doveva risistemare la documentazione, per necessità ha codificato principi di scavo, di stratigrafia, di riconoscimento stratigrafico, da qui sentiremo parlare di US, matrix o diagramma di Harris, cioè schematizzazione di uno scavo. L’archeologo deve produrre un matrix alla fine dello scavo. Rappresentando rapporti tra i vari scavi, relazioni fisiche e stratigrafiche. Relazioni fisiche = attraverso esse vediamo i rapporti tra le 2 unità, 1 copre 2, quindi 1 è più recente di 2. Relazioni stratigrafiche = 1 dopo 2  ANTERIORITÀ  POSTERIORITÀ RAPPORTI STRATIGRAFICI CONTEMPORANEITÀ CORRISPONDONO A RAPPORTI FISICI Harris codifica cosa sia uno strato, dice che uno strato deve corrispondere a delle leggi: - orizzontalità; - deve avere dei limiti identificabili; - profondità. Deve avere interfacce e volumi. Le interfacce

Rappresentano la distinguibilità spazio temporale. In pianta ci sono i limiti dello spazio da scavare, rappresentano il momento di passaggio, pausa, tra la fine dello strato e la formazione di uno successivo.

Il volume rappresenta l'omogeneità di spazio e tempo. Tutto entro confini. Tutto contesto chiuso.

Una US, in teoria tutto si spiega e si chiude in un momento delimitato da interfacce che danno vita al volume.

Studiosi del metodo stratigrafico. Andrea Carandini, storie della terra. Merita di aver fatto conoscere e applicare il metodo stratigrafico nei cantieri italiani, regole e principi, di aver prodotto necessarie documentazioni, schede di unità stratigrafica, allo scavo con tecniche stratigrafiche corrisponde un'adeguata documentazione. Dopo Settefinestre vi è il dibattito sull'adozione da parte di organi ufficiali, ICCD, istituto centrale per catalogo e documentazione, dell'apparato documentario dello scavo stratigrafico. La documentazione diventa ufficiale.

Il risultato è prodotto in un volume dall' ICCD, 1994, con norme per la relazione del saggio stratigrafico. Dunque, siamo partiti dalla difficoltà della traduzione di un testo in inglese, barriere per la divulgazione delle tecniche di scavo poi con l' ICCd vi è la pubblicazione delle norme per redigere la documentazione di scavo che deve essere assolutamente condotto con determinate tecniche. Ma per servirsi della distruzione a vantaggio della ricostruzione occorre aguzzare l'ingegno, come chi ha perso un oggetto e deve ripercorrere la giornata in tempi e luoghi rovesciati. Per questa ragione bisogna sviluppare l'arte della stratigrafia. Andrea Carandini Storie della terra. Manuale di scavo archeologico Ogni scavo ha infatti limiti di tempo e di mezzi per cui deve restituire il massimo di informazione possibile. Più ampio è lo spettro delle fonti prese in considerazione a partire dallo scavo stesso, più ampio quello delle domande storiche, meglio.sarà condottala ricerca e piú ricca apparirà infine la ricostruzionestorico-monumentale. Né vi è domanda storica perquanto basilare che possa giustificare l.abbandono delleconsuete procedure stratigrafiche.

Ma come si sono svolti l.agonia e la decomposizionedi un edificio? A volte le costruzioni finisconosotto terra mummificate e quindi quasi intatte, comePompei sotto l.eruzione. Altre volte subiscono invecegradi diversi di sconvolgimento e di omogeneizzazione,per deterioramento fisico e alterazione delle relazionispaziali, fino a divenire difficilmente comprensibili oanche a perdersi del tutto. Ciò accade quando l.edificioviene abbandonato e permane esposto all.atmosfera.

Qui avviene la transizione dalla condizione di costruzionea quella di deposizione. Erosioni, accumuli e trasformazioni,dovute a forze naturali e umane, alteranol.edificio cosí come era nella sua ultima fase di vita.

Primo compito dello scavatore è quello di

stabilire l'apparente disordine e impenetrabilità della stratificazione, la sequenza delle azioni e delle attività naturali e umane accumulate nella stratificazione entro un determinato spazio e tempo, prima singolarmente distinte e poi messe in relazione fra loro. Tali relazioni sono rapporti di contiguità fra le unità che consentono di determinare la sequenza cronologica relativa. Saranno poi i reperti contenuti negli strati a permettere di passare dal tempo relativo a quello assoluto. Due strati uno sopra l'altro implicano che quello superiore si sia formato dopo quello sottostante e ciò permane vero anche se la ceramica in esso contenuta indicasse il contrario. Chiarita e periodizzata la sequenza stratigrafica possono finalmente emergere gli avvenimenti.

capitolo 6

PRATICA DEL RILIEVO ARCHEOLOGICO E DOCUMENTAZIONE GRAFICA SULLO SCAVO

La documentazione grafica

- Rilievo diretto (uso di doppi metri e rotelle per l'applicazione del sistema)

dellatrilaterazione)- Rilievo indiretto (uso degli strumenti ottici)

IL RILIEVO archeologico deve essere considerato sempre uno strumento utile, ogni singolo disegno, pur denotando la personalità dell’autore, deve rispondere necessariamente, per essere considerato oggettivamente rappresentativo di una determinata realtà, ad alcuni criteri scientifici.

Sul cantiere di scavo si pratica quasi sempre il rilievo diretto, il primo problema da risolvere è quello di collocare il nostro scavo nello spazio geografico cui appartiene, attraverso l’individuazione delle coordinate fisse a cui riferire i punti misurati e calcolati col nostro disegno. Coordinata = posizione di un punto rispetto ad altri punti di riferimento scelti convenzionalmente. Essi sono quelli quotati sul livello del mare a cui dobbiamo riportare i punti, nostri picchetti o punti fissi relativi.

L’area di scavo deve essere delimitata attraverso l’uso di picchetti, essi vanno quotati in rapporto

al livello del mare, attraverso l'uso della livella ottica e della stadia. Cioè dobbiamo calcolare la loro altezza rispetto al mare.

La documentazione grafica:

  1. Planimetria o pianta generale di inizio scavo scala 1:50 o 1:20 a seconda della grandezza dell'area di scavo;
  2. Planimetria o pianta di strato in cui si documenta l'interfaccia superiore di tutti gli strati prima che essi vengano scavati; scala 1:20;
  3. Almeno due sezioni, di cui una longitudinale dell'area di scavo e una latitudinale; scale 1:20;
  4. Prospetti di tutte le strutture in elevato; scala 1:20;
  5. Planimetria o pianta generale di fine scavo scala 1:50.

La planimetria o pianta è un disegno che illustra strutture o strati proiettati su un piano orizzontale. Rappresenta lo spazio di scavo visto da 3 dimensioni, larghezza, lunghezza e altezza, evidenziata solo dalle quote.

La pianta di strato documenta solo la porzione di terreno che stiamo scavando, le quote si segnalano con triangolo avente vertice in

basso.Pianta composita documenta la sequenza di attività avvenute in una stessa unità di tempo, con momenti di riuso nello stesso periodo delle strutture che non hanno necessariamente origine in uno stesso momento storico- dunque è una pianta composta ma da superfici di uno stesso periodo.

Per realizzare questo tipo di documentazione ci si serve del sistema della triangolazione cioè l'individuazione di un punto sul terreno partendo da altri 2 punti noti. Noti perché abbiamo le coordinate di localizzazione.

La sezione è una rappresentazione degli strati attraverso un unico piano verticale. Rappresenta uno spazio bidimensionale e come tale dovrà essere affiancata da una planimetria.

Tipi di sezioni:

  • La sezione volante
  • La sezione cumulativa
  • La sezione in parete
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/10 Metodologie della ricerca archeologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucabeagle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Zanini Enrico.