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SEO.

Infine, la SEO è un processo continuo e richiede monitoraggio costante. Strumenti come Google Analytics e Google Search

Console sono fondamentali per analizzare le performance del sito, identificare aree di miglioramento e adattare le strategie

in base ai risultati ottenuti.

In sintesi, la SEO è essenziale per il successo di qualsiasi strategia di marketing digitale, poiché consente ai siti web di

emergere in un ambiente online competitivo, massimizzando il loro potenziale di visibilità e raggiungendo un pubblico più

ampio.

Come funziona Google

Data la grande quantità di informazioni disponibile, trovare quello che cerchi sarebbe praticamente impossibile senza uno

strumento che ti aiuti a organizzarle.

I sistemi di ranking di Google sono progettati proprio a questo scopo: ordinano centinaia di miliardi di pagine web e altri

contenuti nell'indice di ricerca per fornire risultati utili e pertinenti in una frazione di secondo.

Per fornirti le informazioni più utili, gli algoritmi della Ricerca valutano diversi fattori e indicatori, incluse le parole che hai

usato nella ricerca, la pertinenza e l'usabilità delle pagine, l'affidabilità delle fonti, la tua posizione e le impostazioni.

L'importanza attribuita a ogni fattore cambia in base al tipo di ricerca; ad esempio, la data di pubblicazione dei contenuti ha

un ruolo più incisivo nel rispondere a ricerche relative ad argomenti di attualità piuttosto che a ricerche riguardanti le

definizioni del dizionario. 56

Significato della ricerca: modelli linguistici Per fornire risultati pertinenti, Google prima deve capire cosa stai

cercando, ovvero l'intento della tua ricerca. A tale scopo, vengono

costruiti modelli linguistici per cercare di comprendere in che modo le

poche parole che hai inserito nella casella di ricerca corrispondono ai

contenuti più utili a disposizione.

Ciò implica dei passaggi apparentemente semplici, dal riconoscimento e

correzione di errori di ortografia fino ai tentativi del sofisticato sistema di

sinonimi, che consente di trovare documenti correlati anche se non

contengono le parole esatte che hai usato.

Ad esempio, potresti aver cercato "cambiare la luminosità del laptop", ma

il produttore ha scritto "regolare la luminosità del laptop". Se nella ricerca

hai usato parole come "cucinare" o "immagini", i sistemi capiscono che mostrarti ricette o immagini può corrispondere

all'intento della ricerca. Se cerchi in francese, la maggior parte dei risultati visualizzati sarà in tale lingua, come è probabile

che tu voglia.

L’evoluzione degli algoritmi – Google

Nel 1998, ottenere un buon posizionamento su Google era relativamente semplice. Era sufficiente inserire e ripetere una

parola chiave all'interno delle pagine web, anche in modo eccessivo, per raggiungere una posizione favorevole nei risultati di

ricerca. Questa pratica, nota come keyword stuffing, consentiva ai siti di scalare rapidamente le classifiche, ma non sempre

garantiva contenuti di qualità o pertinenti per gli utenti.

Tuttavia, nel 2003, Google iniziò a implementare modifiche significative al suo algoritmo, riconoscendo l'importanza di offrire

risultati di ricerca più rilevanti e utili. Questi aggiornamenti miravano a migliorare l'esperienza dell'utente, privilegiando

contenuti di alta qualità e scoraggiando tecniche di ottimizzazione ingannevoli. L'algoritmo divenne sempre più sofisticato,

integrando fattori come l'autorità del sito, la qualità del contenuto e l'esperienza dell'utente, segnando l'inizio di una nuova

era nella SEO, dove la quantità non era più sufficiente e la qualità diventava il criterio chiave per il posizionamento.

2005, il Nofollow: Nel 2005 Google, e altri browser, introducono il Nofollow. Questo attributo comunica al motore di

 ricerca di non considerare determinati link, nello specifico i link spam ed i commenti pubblicati all’interno dei blog.

Sempre nel 2005, viene effettuato l’aggiornamento delle mappe di Google.

2007, cambia la SERP di Google: Diventa possibile cercare e visualizzare, oltre ai risultati sotto la dicitura “Web”,

 anche quelli relativi ad immagini, video, mappe, news e altro ancora.

2008, Google Suggest: Nel 2008 arriva Google Suggest, e l’intento di ricerca (Search Intent) comincia ad assumere

 sempre maggiore importanza. Da questo momento in poi, quando l’utente inizia a digitare una determinata parola,

Google inizia a mostrare un box con diversi suggerimenti che potrebbero corrispondere a ciò che l’utente sta

cercando.

2009, Google Caffeine: Questo aggiornamento ha permesso l’indicizzazione di un numero più elevato di documenti e

 garantito risultati maggiormente rilevanti e pertinenti nella SERP.

→ Sempre da questo anno, l’algoritmo Google inizia a porre maggiore attenzione nei confronti dell’elemento

brand. Chi ha costruito un brand solido e lavora correttamente sulla SEO viene considerato più credibile e

affidabile da Google, e di conseguenza viene premiato riuscendo ad ottenere un buon posizionamento

organico per più keywords.

2011, Panda Update: Questo update andò a colpire i siti con contenuti duplicati, penalizzando i contenuti di scarso

 valore, non pertinenti e irrilevanti rispetto alle intenzioni di ricerca degli utenti.

2012, Penguin: Con l’aggiornamento Penguin, Google ha deciso di andare a colpire i siti che ottenevano link di scarsa

 qualità.

2013, Hummingbird: L’obiettivo di Google, con questo update, era quello di cominciare ad analizzare i contenuti

 presenti in rete dal punto di vista semantico, andando ad interpretare le intenzioni di ricerca degli utenti e riuscendo

a fornire risposte sempre più adeguate e lontane da possibili ambiguità del linguaggio.

57

2014, Pigeon: L’aggiornamento Pigeon, ovvero piccione, è stato così denominato perché i piccioni viaggiatori tornano

 sempre a casa, e questo aggiornamento fu introdotto per favorire il posizionamento delle imprese locali, premiando

nei risultati quelle che si trovano più vicine al luogo di ricerca.

2015, Mobilegeddon: Questo aggiornamento all’algoritmo Google fu introdotto per premiare i siti ottimizzati per

 dispositivi mobili quali smartphone o tablet.

→ Da questo momento in poi, chi non ha un sito Web on una struttura mobile-friendly, viene declassato nei

risultati di ricerca.

2013-2017, Panthom Update: Questi cosiddetti aggiornamenti fantasma non sono mai stati confermati ufficialmente

 da Google, ma sono comunque stati notati dagli internauti più attenti. Questi aggiornamenti sono andati a colpire i

contenuti di bassa qualità.

2019, Google Bert: Per garantire all’utente di visualizzare risultati di ricerca sempre più pertinenti, nel 2019 viene

 rilasciato l’aggiornamento Google BERT, che sta per Bidirectional Encoder Representations from Transformers, ed è

una componente fondamentale per fare in modo che ci sia sempre più piena corrispondenza tra l’intento di ricerca e

il risultato finale.

2020, Google Page Update: Si tratta di un nuovo set di metriche per valutare la User Experience in modo più semplice

 e preciso.

Il Knowledge Graph

Nel 2012 Google ha introdotto il Knowledge Graph, un database con oltre un miliardo di persone, luoghi e oggetti reali con

più di 50 miliardi di avvenimenti interconnessi tra di loro.

Il Knowledge Graph di Google è un enorme database di informazioni che consente al motore di ricerca di fornire risposte

immediate e concrete alle tue domande. Esso contiene miliardi di fatti su diverse persone, luoghi e cose. Tali fatti (spesso

classificati in "entità") possono riguardare qualunque cosa, da argomenti di nicchia ad argomenti di interesse pubblico, come

la medicina e la scienza.

Il Knowledge Graph fornisce agli utenti risposte rapide e chiare alle loro domande, oltre a rispondere a ulteriori domande

senza necessità di ulteriori clic.

A prima vista, il Knowledge Graph di Google sembra una sorta di magica fonte di conoscenza piuttosto che una prodezza della

moderna ingegneria di Internet. Ma ovviamente ci vuole un bel po' di lavoro per mantenere qualcosa come il Knowledge

Graph.

Come funziona il Knowledge Graph?

Google alimenta il suo grafo della conoscenza attraverso la ricerca e la concessione di licenze di dati. Questi dati vengono

raccolti da una varietà di fonti diverse: sia quelle accessibili pubblicamente sia quelle con licenza privata. Purtroppo, il

Knowledge Graph di Google è stato criticato in passato per aver risposto alle domande senza citare le fonti. Le persone

possono presumere di ottenere le informazioni più aggiornate, ma in realtà stanno solo ottenendo le informazioni più

facilmente reperibili sul grafo.

https://it.semrush.com/blog/knowledge-graph-di-google/

Le informazioni mostrate nei Knowledge Panel vengono generate automaticamente e si basano principalmente su ricerche

precedenti, ma possono essere aggiornate anche manualmente, purché siano in linea con i rigidi criteri di Google.

Nell’elenco delle identity che possono generare un Knowledge Graph come risposta ci sono richieste generali su personaggi

famosi della storia, personalità influenti del presente, luoghi, cose, aziende, attività commerciali, brand, città, squadre

sportive, prodotti, ricette, libri e così via, ma anche domande più specifiche introdotte con pronomi o avverbi interrogativi.

Non è sempre chiaro il criterio usato da Google per inserire o meno una entità nel suo grafo, ma sono invece certe le risorse

usate per comporre i Knowledge Graph. Abbiamo, in primo luogo, il markup di Schema.org, da compilare per l’home page

inserendo tutte le informazioni che si ritengono rilevanti. 58

Altro elemento importante è la fiducia che Google ripone in Wikipedia, da cui prende sia descrizioni sintetiche che indirizzi

ufficiali dei siti (quando non comunicati direttamente): avere una voce sull’enciclopedia online è dunque fondamentale per

acquistare attendibilità.

https://www.seozoom.it/cose-e-come-funziona-il-knowledge-graph-di-google/

Il primo click, comportamenti di ricerca e statistiche

Sebbene buona parte degli utenti clicchi istintivamente sul primo risultato, sappiamo comunque che il 50% delle persone

clicca entro 9 secondi, e il 25% entro 5.

Il 9% degli utenti arriva in fondo alla pagina dei risultati Google. Le parole chiave commerciali tendono a far comparire i

risultati di Google Shopping in cima alla pagina, scoraggiando lo scorrimento. Viceversa, i termini transazionali e informativi

presentano il più tradizionale elenco dei dieci collegamenti blu che spinge più facilmente ad arrivare in fondo.

Oltre al fatto che l'85% degli utenti trova la risp

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
78 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arriprz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e strategie di comunicazione digitale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Fallucchi Francesca.