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IL TESSUTO NERVOSO

Il tessuto nervoso è specializzato nella conduzione di impulsi elettrici tra le varie regioni del corpo.

La maggior parte del tessuto nervoso del corpo è concentrata nell’encefalo e nel midollo spinale, i

centri di controllo del sistema nervoso. Esso contiene i neuroni e neuroglia.

I neuroni, o cellule nervose, conducono l’impulso elettrico lungo le loro membrane cellulari. I neuroni

sono le cellule più lunghe del corpo e possono raggiungere fino a un metro di lunghezza. Il neurone

ha un corpo cellulare che contiene un grande nucleo ben evidente. Dal corpo si dipartono vari

prolungamenti, chiamati dendriti, e un singolo assone. I dendriti ricevono gli impulsi in entrata,

mentre l’assone conduce gli impulsi in uscita.

LA MOTRICITÀ

La MOTRICITÀ PRIMITIVA è RIFLESSA da un punto di vista neurofisiologico.

Fanno parte della motricità primitiva i movimenti innati del neonato legati alla sopravvivenza:

deglutizione, suzione, respirazione, pianto.

I movimenti si suddividono in:

-MOVIMENTI MASSIVI INCONTROLLATI (primi tre mesi di vita in stato di veglia):

movimenti globali goffi, non coordinati, agitati. Sono massivi perché riguarda tutto il corpo nella sua

globalità; incontrollati perché non hanno uno scopo, senza un fine, senza un obiettivo.

-MOVIMENTI ATETOTICI: al contrario di quelli massivi, interessano solo un segmento del corpo.

I movimenti atetotici si dicono segmentari: non interessano più parti del corpo contemporaneamente,

ma solamente un segmento alla volta. Sono movimenti che si presentano soprattutto quando il feto si

trova in uno stato di calma e sono ad esempio lo strofinio delle dita, lo strofinio delle mani sul corpo

ecc. Sia i movimenti massivi che i movimenti atetotici sono movimenti molto scoordinati che

riflettono l'immaturità del sistema nervoso centrale del feto

LA MOTRICITÀ RIFLESSA riguarda quei movimenti che avvengono in maniera involontaria e/o

incosciente in risposta a stimoli sensoriali esterni. (retrazione della mano da una fonte di calore)

Un riflesso nervoso è una risposta motoria involontaria, rapida e automatica a uno stimolo. I riflessi

aiutano a mantenere l’omeostasi effettuando rapidi aggiustamenti in risposta a cambiamenti degli

ambienti interno o esterno. Il “percorso” nervoso di un dato riflesso prende il nome di arco riflesso.

Un arco riflesso inizia a livello di un recettore e termina in periferia su un organo effettore.

1) Arrivo dello stimolo e attivazione di un recettore. Esistono diversi tipi di recettori sensitivi e

sono situati in tutto il corpo. Gli esterocettori forniscono informazioni sull’ambiente esterno.

I propriocettori controllano la posizione delle articolazioni, lo stato di tensione di tendini e

legamenti, e lo stato di contrazione dei muscoli. I fusi neuromuscolari sono propriocettori che

controllano la lunghezza dei muscoli scheletrici. Gli organi muscolo tendinei di Golgi

controllano lo stato di tensione dei tendini durante la contrazione muscolare. Il senso della

posizione del corpo risulta dall’integrazione delle informazioni generate dai propriocettori con

informazioni provenienti dall’orecchio interno. Gli enterocettori forniscono informazioni

sulle condizioni presenti all’interno del corpo. I nocicettori, o recettori del dolore rispondono

a una varietà di stimoli solitamente associati a danno tissutale; la loro attivazione provoca

sensazione di dolore. I termocettori rilevano cambiamenti della temperatura: termocettori per

il caldo e quelli per freddo.

2) attivazione del neurone sensitivo. L’informazione viene trasmessa sotto forma di potenziale

d’azione lungo una fibra afferente. In questo caso, l’assone conduce i potenziali d’azione al

midollo spinale attraverso una radice dorsale.

3) elaborazione dell’informazione nel SNC. L’elaborazione inizia quando un neurotrasmettitore

rilasciato dal terminale sinaptico di un neurone sensitivo raggiunge la membrana postsinaptica

di un motoneurone o di un interneurone. Nei riflessi semplici, l’elaborazione è eseguita da un

motoneurone che controlla effettori periferici. Nei riflessi più articolati, uno o più interneuroni

sono interposti tra i neuroni sensitivi e motori e avviene un’elaborazione al contempo seriale

e in parallelo, utile per selezionare la risposta motoria appropriata tramite l’attivazione di

motoneuroni specifici.

4) attivazione di un motoneurone. Una volta raggiunto il livello soglia, l’assone di un

motoneurone conduce un potenziale d’azione verso l’organo effettore periferico tramite la

radice ventrale di un nervo spinale.

5) risposta dell’effettore. L’attivazione del motoneurone genera la risposta di un effettore

periferico, come un muscolo scheletrico o una ghiandola. I riflessi giocano un ruolo

importante nel contrastare i cambiamenti potenzialmente dannosi negli ambienti interno o

esterno.

I riflessi possono essere classificati in base:

-al loro sviluppo/esperienza: riflessi condizionati, innati o acquisiti. L’associazione ripetuta di uno

stimolo qualsiasi determina l’acquisizione di quella risposta in via riflessa in presenza di quel

determinato stimolo.

-alla complessità del circuito neurologico di controllo al livello spinale: nell’arco riflesso più

semplice, chiamato riflesso monosinaptico (una sinapsi), un neurone sensitivo contrae sinapsi

direttamente da un motoneurone, I riflessi polisinaptici (più sinapsi, da due a diverse centinaia)

presentano un ritardo più lungo tra lo stimolo e la risposta, e la lunghezza del ritardo è proporzionale

al numero di sinapsi coinvolte. Ad esempio, il contatto con un oggetto appuntito non solo provoca la

retrazione del piede, ma innesca un aggiustamento muscolare che permette di prevenire una caduta.

Risposte più complesse sono dovute al coinvolgimento di diversi raggruppamenti di interneuroni.

-al sito di elaborazione (gradi di tensione muscolare): spinali (elaborati nel midollo spinale):

l’esempio meglio conosciuto di riflesso spinale è il riflesso da stiramento, un riflesso monosinaptico

semplice che consiste nella regolazione automatica della lunghezza del muscolo scheletrico. Lo

stiramento di un muscolo rilasciato attiva un neurone sensitivo, che innesca la contrazione di quel

medesimo muscolo. Il riflesso da stiramento risulta importante anche per l’aggiustamento automatico

del tono muscolare, che aumenta o diminuisce in risposta a informazioni fornite dai fusi

neuromuscolari. Il riflesso da stiramento più familiare è probabilmente il riflesso patellare: un colpo

secco sul legamento patellare stira i fusi neuromuscolari del muscolo quadricipite provocando una

contrazione riflessa del muscolo e successivamente un calcio deciso.

Riflessi di flessione (riflesso cutaneo-plantare): il riflesso cutaneo plantare si evoca strisciando una

punta lungo il margine laterale della pianta del piede, partendo da sopra il tallone, e portandola verso

la parte superiore fino al prima metatarso. Nell’adulto in condizione di tranquillità, col riflesso

plantare si induce la flessione plantare (o estensione dorsale) delle dita del piede. In presenza di

lesione a carico del sistema corticospinale, lo stesso stimolo evoca la flessione dorsale ( o estensione

plantare) dell’alluce e l’apertura a ventaglio delle altre dita, determinando quindi l’inversione del

riflesso cutaneo plantare. Tale fenomeno si chiama segno di Babinski.

LA MOTRICITÀ VOLONTARIA E CONTROLLATA

La motricità volontaria e controllata comprende tutti quei movimenti/atti motori che, oltre ad essere

voluti intenzionalmente e quindi eseguiti sotto il controllo della propria volontà, coscienza,

richiedono all’uomo un certo grado di ATTENZIONE, CURA E CONTROLLO. Vengono eseguiti

con l’intenzione di raggiungere un fine programmato e si manifestano prevalentemente nelle

situazioni di APPRENDIMENTO MOTORIO. Ogni movimento volontario per essere realizzato deve

essere il frutto di: una raccolta delle informazioni dall’ambiente; un’elaborazione mentale delle

informazioni e la fase esecutiva vera e propria del movimento che avviene quando, stabilito il

programma, gli impulsi nervosi vengono trasmessi dal SNC al SNP (alla muscolatura del nostro

corpo. Questo richiede non solo sforzo fisico, ma anche nervoso e dispendio energetico (biochimico).

LA MOTRICITÀ AUTOMATIZZATA

Il movimento umano si compone anche di quei gesti automatizzati, espressioni dello apprendimento

di abitudini o abilità motorie e sportive. Altro non sono che il risultato della trasformazione di

precedenti movimenti volontari e controllati che, grazie alla ripetizione ed alla riuscita del processo

di apprendimento motorio, si automatizzano diventando familiari, economici e precisi. Questa forma

di controllo del movimento è quella che ci permette di svolgere compiti usuali o sportivi senza

prestare attenzione eccessiva. A differenza dell’azione volontaria, quella automatizzata presenta le

seguenti caratteristiche:

- può essere molto veloce;

- richiede bassi livelli di attenzione;

- consente il controllo agevole di più compiti o movimenti simultaneamente;

- è più economica dal punto di vista energetico;

- precisa. APPRENDIMENTO MOTORIO

L’apprendimento motorio è un processo interno che riflette il livello di capacità individuale di

prestazione e potrebbe essere valutato in base alla relativa stabilità delle esecuzioni di un compito.

L’apprendimento attivo che permette all’uomo di auto perfezionarsi

motorio è un processo

modificando volontariamente il proprio comportamento per adeguarsi alle richieste ambientali.

L’apprendimento motorio è un processo che avviene grazie all’interazione tra ALLIEVI-

INSEGNANTE-AMBIENTE con lo scopo di aumentare i livelli di competenza motoria (ma anche

comunicativa e sociale) dell’allievo.

intellettiva,

Chi deve apprendere? -L’allievo

Cosa deve apprendere? -Il compito motorio

Chi può aiutarlo? -L’insegnante

L’ALLIEVO dell’allievo

è il componente primario del processo di apprendimento. Senza la volontà

all’apprendimento, le competenze dell’insegnante e la presenza di un ambiente favorevole potrebbero

risultare minime o nulle. Se il bambino non ha voglia di apprendere il risultato non sarà appropriato.

Il bambino deve avere una motivazione ad apprendere. Un altro fattore determinante

dell’apprendimento è il grado di capacità e abilità del livello psicomotorio:

per l’apprendimento

La comprensione del compito è fondamentale e la conseguente riuscita del

gesto motorio. Il bambino può non riuscire a svolgere determinati gesti motori perché magari non ha

compreso il compito, la consegna, cosa deve fare. La ripetizione del compit

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lofaro.alberto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e didattiche delle attività motorie e psicomotorie per la scuola primaria e dell’infanzia e laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Giustino Valerio.
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