Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 299
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 1 Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 299.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 299.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 299.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 299.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 299.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 299.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 299.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 299.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di riabilitazione in età evolutiva   Pag. 41
1 su 299
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Metodiche basate sulla forza e metodiche basate sull'aspetto cognitivo

Quindi, dicendo tutto questo stiamo dicendo anche che si è passati da metodiche in cui la forza era alla base del recupero, quindi se non si riuscivano a mettere in piedi bambini, che cosa si faceva? Si facevano fare esercizi di forza o di reazione di sostegno affinché si rimettessero in piedi. Con la metodica Perfetti si passa proprio, c'è questo passaggio. Quindi da metodiche che basano quasi tutto sulla forza, o comunque sul corpo, a una metodica che mette al centro di tutto l'aspetto cognitivo, è un apprendimento continuo. Questo apprendimento comincia già da piccolissimi. Quindi se prima i bambini giocavano con le costruzioni, con le macchinine e con le bamboline, adesso diamo un cellulare, diamo un iPad, la situazione è completamente diversa. Quindi, anche il nostro tipo di trattamento deve tener conto delle peculiarità del bambino e qui.riparliamoancora di motivazione, perché io devo motivare il bambino e questo capite non è facile. Quindi devo motivarlo affinché si riesca a fargli fare un'esperienza tale per cui riesca ad apprendere ciò che non ha, la funzione che gli manca. Quindi, bisognerà trovare il modo giusto, o l'esperienza giusta, da far fare al bambino per poter apprendere una certa funzione. È inutile che io insisto per esempio a fargli fare giochi con la palla se quel bambino non è assolutamente interessato alla palla, ma magari è più interessato a dei puzzle, si capisce già da questo che quello è più un bambino interessato a funzioni di tipo conoscitivo, cognitivo di un certo tipo piuttosto che a funzioni motorie cognitive. PRESUPPOSTI DELLA METODICA PERFETTI Vediamo in maniera semplice quali sono i presupposti della metodica. Il primo presupposto è che: - il recupero della funzione motoria è basato sullabambini che abbiano deficit cognitivi importanti, è molto difficile, non è impossibile ma è molto difficile. Ci sono certo degli adeguamenti da fare in base al paziente che abbiamo di fronte.

LA MANO

Venendo a una delle critiche che aveva fatto Perfetti riguardo la mano, forse avete fatto caso anche in tutte le metodiche precedenti praticamente la mano non veniva mai presa in considerazione.

Secondo invece Perfetti e gli altri autori, come possono essere la Puccini, in effetti, il metodo per quanto riguarda i bambini non dovrebbe essere identificato solo come metodo Perfetti, ma come metodo Puccini – Perfetti, perché è stato in realtà creato insieme per quanto riguarda l’età infantile.

Quindi secondo Perfetti e i suoi collaboratori, la motricità fine della mano ha un’origine prevalentemente corticale; è per eccellenza l’organo del tatto e come tale deve essere trattato, anche in casi di pure lesioni motorie.

quando magari vi ritrovate a trattare bambini o adulti che abbiano solo deficit motori, non dovete limitarvi a trattare quelli, soprattutto per quanto riguarda la mano ma anche il piede. Lavorare solo sull'aspetto motorio senza tener conto dell'aspetto sensoriale è un errore gravissimo, perché le nostre mani e anche i nostri piedi, soprattutto ovviamente le mani, lavorano al 99,9% mediante la sensibilità. Qualunque cosa che prendiamo, prima di essere presa viene sentita dalla mano. Se andiamo a prendere un qualcosa che scotta, la mano ancora prima di prenderla sentendo il calore, si retrae. Quindi la prima cosa che in realtà poi determina quel movimento è la sensibilità. Anche là dove sembra che non ci sia un disturbo della sensibilità, ma dove c'è un disturbo motorio, c'è sempre qualcosa di sensitivo su cui andare a lavorare. Quindi quando fate una valutazione di un bambino o anche di un adulto,in cui vi dicono disturbomotorio, deficit motorio, deficit di reclutamento motorio ecc., la valutazione della sensibilità fatelasempre. Perché dopo vedrete che comunque bisognerà lavorare anche con quella per recuperare l’aspettomotorio, e questa è una cosa che difficilmente soprattutto i medici capiscono.Già nel 1961 Gibson differenzia: “l’essere toccato” o tatto passivo, prerogativa della cute, da “il toccare” o, prerogativa della mano e delle dita.C’è un semplicissimo esercizio che viene fatto con l’ETC che è quello delle tavolette della sensibilità, e c’èchi fa la valutazione della sensibilità con queste tavolette, facendo passare le tavolette sotto le dita delpaziente, cioè muove la tavoletta e le dita sono ferme.Io su questa cosa blocco sempre, nel senso che, per effettuare secondo me una valutazione esatta inquesto caso di quellanon deve essere la tavoletta ad essere mossa sotto i polpastrelli dellamano, ma deve essere il polpastrello che deve essere mosso sopra la tavoletta, proprio per questo, perchégià nel 1961 Gibson era arrivato a questa differenziazione, ancora di più oggi si devono fare le cose fatte in modo adeguato, perché allora, se io sto valutando il tatto passivo, allora non ho neanche bisogno delle, perché là faccio, posso effettuare anche la dermolessia o la percezione e là già lo capisco se esiste il tatto passivo, perché io tocco il paziente. Se voglio invece capire, e questa è la prerogativa della mano, ma anche a livello del piede parlo, perché è la stessa cosa, è ovvio per la mano di più, però anche il piede ha una forte componente sensitiva, quindi io preferisco che siano le dita ad essere mosse, che in questo caso in un esercizio ETC, sulla tavoletta,

perché ame interessa capire se quella mano percepisce, sempre per una questione di conoscenza e di esperienza. La motricità delle dita seleziona le componenti dello stimolo indispensabili per l'identificazione della forma e della qualità dell'oggetto, quindi in questo caso invece stiamo parlando proprio di un altro tipo di sensibilità.

Quindi io se chiudo gli occhi e do al paziente un oggetto (senza ovviamente che l'abbia visto) quel paziente appoggiando la mano sull'oggetto e cercando di eseguire dei piccoli movimenti, se può, o semplicemente cercando di capire com'è appoggiata la mano sull'oggetto, quindi ricevendo degli stimoli percettivi dall'oggetto stesso, il paziente mette insieme tutte queste informazioni e mi dice che quell'oggetto è una mela, quindi o che sia un semplice appoggiare la mano sull'oggetto o che comunque riesca a fare dei piccoli movimenti, selezionando anche le dita.

riesce a dirmi che cos'è quell'oggetto, quindi riceve degli stimoli percettivi, gli analizza e mi dà una risposta; inoltre il movimento è fonte di informazioni cinestesiche che
Dettagli
A.A. 2021-2022
299 pagine
SSD Scienze mediche MED/34 Medicina fisica e riabilitativa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giacomo.benedetto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi di riabilitazione in età evolutiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Bianchi Fabiana.